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Capitolo 12

Capitolo 12

Piccoli Chiarimenti

Summer's pov.

Giovedì un giorno come tutti gli altri, un giorno dove fuori il tempo pioveva e dove il mio umore da qualche giorno era giù.

Nella mia vita soffrì molto a cominciare da quelli che definivo ancora i miei genitori. Erano due persone prive di sentimento e di emozioni, l'unica cosa che per loro contava era se stessi e l'alcol. Ero cresciuta con due persone che di me non avevano riguardo se non di buttarmi in faccia di essere stata un errore per loro. Durante la mia infanzia ogni sera piangevo al solo pensiero che non ero una bambina come le altre, con dei genitori amorevoli che ogni sera leggevano delle favole ai propri figli per farli addormentare, e piangevo anche perché mentre tutti gli altri bambini venivano portati al parco durante i pomeriggi, io me ne stavo chiusa nella mia camera ad annoiarmi perché ogni gioco mi era proibito. Dicevano sempre che "i giochi sono solo uno spreco di soldi" perché l'alcol non lo era? Durante la mia adolescenza invece cercai di passare più tempo possibile a scuola, mi fermavo per fare i compiti, a cercare di fare amicizia anche se nessuno voleva davvero conoscermi, sapendo della mia famiglia, quindi mi trovavo molto spesso nella biblioteca a leggere e quando ero a casa me ne stavo chiusa in camera, mangiavo sempre da sola perché non volevo passare del tempo con loro e lo stesso valeva per loro, ma tutto cambiò quando conobbi Harry.

Harry per me era stata la mia ancora di salvezza. I primi tempi ci vedevamo raramente perché lui era preso dalla sua famiglia e io ero presa con lo studio. Lui si occupava di sua sorella e di sua madre, infatti dopo scuola lavorava in una panetteria per cercare di dare una mano alla madre con le spese e da questo diede la spinta anche a me nel cercarmi un lavoretto che mi potesse permettere di mettere i soldi da parte per il mio futuro, ma anche per quello che era il mio presente. 

Oggi era un altro giorno senza Harry e senza gravi preoccupazioni, se non di avere un lavoro così da permettere a Darcy una buona vita. Volevo che Darcy fosse una bambina amata come non lo ero stata io.

I miei pensieri vennero interrotti quando sentii suonare il campanello di casa. Erano le tre del pomeriggio chi poteva mai essere a quest'ora.

Quando aprii la porta non mi stupii nel trovare Harry dietro di essa con un mazzo di rose rosse in una mano e un pacchettino nell'altra. Era l'unico che aveva un reale motivo di venire a casa mia e cercando di non posare lo sguardo sul suo, mi spostai in modo tale che potesse entrare dentro.

Non ci mise molto a mettere piede all'interno del mio salotto, già sentivo le mie gambe deboli e il mio cuore scalpitare nel notare che quel giorno fosse vestito con un altro smoking. 

«Darcy?» Chiese perlustrando la stanza, cercandola in ogni angolo.

«Uhm si trova in camera da letto.» Dissi indicando il corridoio dove si trovavano le altre stanze tra cui quella dove si trovava la piccola.
«Si è da poco addormentata quindi ti pregherei di non fare molto rumore.» Chiesi flebilmente.

«Meglio così perché prima volevo parlare con te.» Disse sicuro e senza che gli dicessi nulla si andò ad accomodare sul divano, appoggiandoci anche quello che teneva ancora tra le mani.

«Parla.» Lo incitai visto che non lo vedevo da giorni ed ero curiosa di sapere quello che aveva da dire.

Più lo guardai e più rimpiangevo i tempi in cui stavamo insieme, se solo lui non si fosse mai comportato così ora forse potevamo essere una famiglia felice e invece era tutto il contrario. Mi odiavo per come erano andate le cose e odiavo me stessa per non aver aperto bocca subito sulla mia gravidanza.

Forse davvero le cose potevano essere andate diversamente...

«Summer ci sei?» Mi richiamò la solita voce, quella che da quasi un mese avevo ripreso a sentire.

«S-Si ci sono.» Mi maledii mentalmente per essermi persa nei miei pensieri e che Harry se ne sia accorto.

«Sono venuto qui per chiederti scusa e perdono per come mi sono comportato e di quello che ho fatto.» Spiegò.

Avrei di sicuro mentito dicendo che quelle parole non avevano acceso qualcosa dentro di me, era ovvio non l'avrei mai perdonato per quello che fece in passato però apprezzai il suo gesto di essere venuto a casa mia e di averci provato.

«Ti chiedo scusa sia parte dei ragazzi che da parte mia per come ci siamo comportati. Credimi non avrei voluto lasciarti ferire con quelle parole e vederti andare via in lacrime, lo sai che ci sto male quando piangi.» Sospirò, per poi dopo continuare. «Poi ti volevo chiedere perdono per quello che ho fatto in passato, cioè ormai dieci mesi fa, se solo avessi saputo del tuo stato non ti avrei mai lasciato a gestire da sola una gravidanza e mi dispiace essermene andato via senza dirti nulla, ma non potevo farlo perché ne avresti sofferto molto.» Finì il suo discorso e già sentivo i miei occhi lucidi pronti a fare uscire le lacrime. «Tieni queste sono per te e questo è un piccolo pensiero per Darcy.» Affermò poi indicando il mazzo di rose e la scatolina rosa al suo fianco.

Mi avvicinai piano prendendo in mano il mazzo di rose, che sicuro fossero per me, per guardarle e ammirare come il loro colore rosso fosse così acceso e bello, e le andai a posare sul tavolo della cucina così che più tardi le avrei messe dentro un vaso con dell'acqua per non farle appassire. Ritornai poi in soggiorno, dove Harry era ancora seduto sul divano. Si teneva la testa tra le mani tenendo lo sguardo basso e alzandolo su di me quando sentì i miei passi avvicinarsi nella sua direzione.

Una volta vicina presi in mano la piccola scatolina graziosa di color rosa pallido e l'aprii, rimanendo per un attimo stupita e affascinata da quello che trovai al suo interno.   Un piccolo, ma davvero piccolo, braccialetto d'oro bianco con inciso sopra "Darcy" in un corsivo elegante e poi sotto una piccola frase che diceva: "Da mamma e papà tu sarai sempre la nostra luce più bella mai creata". Non resistetti più e le lacrime uscirono fuori spedite, leggendo quello che c'era scritto. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da parte sua e sapere che l'aveva fatto fare apposta per nostra figlia era davvero qualcosa di bello e unico, che di sicuro sia io che la piccola Darcy custodiremo per tutta la vita.

«È bellissimo Harry.» Mormorai ormai con le lacrime che rigavamo le mie guance. «È davvero bellissimo, stupendo e unico. Grazie Harry per questo magnifico regalo che hai fatto a Darcy è la cosa più bella che tu abbia mai fatto, dico davvero.» Avevo ormai bagnato la mia maglia con tutte le lacrime che scivolavano giù dai miei occhi.

Harry si alzò dal divano venendo verso di me, per poi portare le sue mani sul mio viso e con i pollici scacciare via le lacrime che stavano ancora scendendo dai miei occhi.

«La vuoi sapere una cosa?» Disse a poca distanza dal mio viso.

«Si.» Tirai su con il naso guardandolo intensamente negli occhi.

«La cosa più bella della mia vita l'ho fatta con te ed è Darcy.» Era così vicino che sentivo il suo respiro sul mio viso.

Dopo quelle parole il mio piantò non si fermò, anzi, quelle parole erano così belle che mentre i miei occhi facevano uscire tante altre piccole lacrime, sorrisi felice di come la pensava ed ero d'accordo con lui.

«Lo pensi davvero?» Chiesi.

«Si Summer, le parole che ho appena detto le penso davvero.» Mormorò, continuando a tenere i suoi occhi fissi nei miei. «Ti chiederò sempre perdono per averti abbandonata senza dirti nulla, ti chiederò sempre perdono per non esserci stato durante i mesi della gravidanza e ti chiedo sempre perdono per tutto quello che ho fatto nel farti soffrire.» Continuò sorridendo.

Ricambiai il sorriso, ma continuai a perdermi in quegli occhi verdi che tanto amai. Erano sempre stati così magnetici per me ed ero contenta che Darcy avesse ereditato il colore dei suoi occhi.

«E grazie per avermi donato Darcy nella vita.» Concluse.

Dopo le sue ultime parole pronunciate mi trovavo in uno stato confusionale. Non ero sicura di poterlo perdonare, ma in cuore mio sentivo che un giorno, se lui non avrebbe commesso altri sbagli nei miei confronti, potevo archiviare il passato così da poter ricominciare una nuova vita senza più sofferenze.

«Innanzitutto ti ringrazio per le rose e per il grazioso bracciale per Darcy, sono stati dei regali magnifici.» Inizia con il dire, mentre le sue mani si staccarono dal mio viso, facendomi sentire il freddo sulle guance, e mettendo un po' di distanza dai nostri corpi.  Ammisi a me stessa che preferivo che rimanesse ancora vicino a me, ma in quel momento dovetti pensare razionalmente senza alcuna distrazione. «Per quanto riguarda le tue scuse al momento devi capire che non posso perdonarti per quello che hai fatto in passato, perché ho sofferto molto e non vorrei potesse ricapitare di nuovo.» Sospirai, passandomi le mani sul viso cercando di asciugare l'umido delle lacrime sulle guance e ripresi a parlare. «Io ti chiedo scusa per non averti detto subito di essere rimasta incinta, ma credimi che stavo cercando un momento migliore per dirtelo e nell'ultimo periodo la nostra relazione stava cadendo in pezzi e tutto ciò contribuii a tenermi la notizia per me. Avevo paura di una tua possibile reazione negativa una volta saputo.» Buttai fuori l'aria e il peso che sentivo nel petto ormai da diversi giorni.

«Mi dispiace.» Mormorò, passandosi per l'ennesima volta la mano tra i capelli tirandoli indietro. «Mi dispiace davvero tanto per quello che è successo e ti prometto che non ricapiterà più. Non lascerei mai mia figlia senza un padre e non vorrei più ferirti.» Disse spostando lo sguardo per tutta la stanza per poi posarlo sulla mia figura.

Arrossii quando i suoi occhi perlustrarono il mio corpo, facendomi sentire timida dal suo sguardo, così mi girai e guardai fuori dalla vetrata del mio soggiorno che appunto donava un bel panorama sulla città.

«Ti prego non promettere nulla, non voglio provare ancora speranza in queste parole se poi ci rimarrò ancora male.» Dissi con un tono indifferente.

«Come vuoi tu, ma sappi solo che non abbandonerei mai Darcy.» Disse sicuro di se.

Un grande peso che ricopriva il mio cuore se ne andò via con un po' di timore. Ero felice nel sentire quelle parole perché speravo per l'appunto che Darcy avrebbe sempre avuto un padre al suo fianco e che poteva contare su di lui.

«Ammetto che sono contenta nel sentirti dire queste parole perché non vorrei che Darcy cresca senza un padre o qualcuno che si possa prendere cura di lei se io non potessi.» Mi presi la testa tra le mani, sentendo come in quel momento mi stesse venendo mal di testa e sussultai quando sentii la sue mani appoggiarsi sulle mie spalle, confortandomi completamente.

«Stai tranquilla che Darcy non resterà mai sola, sia io che te ci prenderemo sempre cura di lei e questo te lo posso promettere su mia madre e mia sorella.» Disse, continuando ad accarezzare le mie spalle che subito dopo si rilassarono di un colpo.  «Grazie Harry.» Dissi semplicemente.  «Ora se ci siamo chiariti, non ti dispiace se ti chiedo di uscire con me stasera?» Chiese e sentii il mio cuore perdere battiti per poi riprendere a battere fortemente contro la mia cassa toracica.

Continua...

Angolo Autrice:

Sto correggendo tutti i capitoli e apportando molte modifiche, ma tranquilli che la storia resterà uguale a come l'avevo scritta.

Spero come sempre che il capitolo sia stato di vostro gradimento e se volete potete lasciarmi un vostro parere.

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