Capitolo 10
Capitolo 10
Al Market
Summer's pov.
Chiusi la porta di casa con un calcio e andai a mettere Darcy nel suo ovetto, dirigendomi poi verso il bagno per guardarmi allo specchio.
Chi se lo aspettava che questo incontro poteva portare solo tanta delusione e rabbia nella mia vita. Non riuscivo a credere che tutti loro c'è l'avessero con me quando doveva essere il contrario. Ero io quella lasciata sola da tutti loro e no viceversa.
Nella strada che feci di ritorno a casa, mi resi ormai conto che tutti loro si erano rifatti una vita di cui io non ne facevo assolutamente parte e questo me lo fecero capire dal modo in cui non vollero parlare con me.
Ritornai in soggiorno dalla mia piccola lasciata tutta sola e la tirai fuori dal suo ovetto appoggiandola sul tappetino che le comprò Harry qualche giorno fa. Le piaceva tantissimo stare lì e a muovere le manine per aria.
La guardai per tipo mezz'ora fino a quando non si addormentò e così la portai nella sua culla per farle fare il suo sonnellino con assoluta calma.
Sbadigliai nel mentre accostavo la porta della camera da letto e mi diressi verso il divano, buttandomici sopra, ripensando poi a tutto quello che era accaduto quella mattina e da quando misi piede in questa città.
New York doveva rappresentare un nuovo punto di partenza per la mia vita e per quella di Darcy. Ero sicura che qui mi sarei trovata bene e che avrei conosciuto nuove persone con il passare del tempo, ma qualcuno lassù mi odiava così tanto per farmi questo brutto scherzo.
Mi ero trasferita tanto lontano da Londra, pensavo che cambiando Stato sarei stata più lontano possibile dal passato e invece ero finita nella città sbagliata.
Perché doveva capitare tutto a me?
Dopo due ore a guardare qualche programma televisivo e un film, feci qualche mestiere in casa fin quando non si svegliò Darcy, facendomi capire che aveva fame.
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Da quel giorno passarono altri due giorni e di Harry neanche l'ombra. Non sapevo cosa pensare se essere felice o meno. Se dovevo pensare a me stessa ero felice perché non avrei più sofferto a causa sua, ma non potevo esserlo perché era il padre di Darcy e negli ultimi giorni lei si era così tanto affezionata a lui.
In questi due giorni feci altri due colloqui di lavoro, il primo non andò molto bene perché la tizia era abbastanza stronza e vedendomi con una bambina non le feci una buona impressione. Il secondo colloquio si poteva dire che era andato bene, però mi dissero che mi avrebbero fatto sapere.
Ora mi trovavo in un piccolo market della zona non molto lontano da casa ed essendo a piedi con un passeggino, e non avendo una macchina, non potevo permettermi di andare nei supermercati più grandi, in quel caso avrei dovuto chiamare un taxi o prendere i mezzi, ma decisi che per oggi andava bene così.
Stavo mettendo nel cestello alcuni prodotti per neonati, come pannolini, biberon... e mi trovavo nel reparto bambini quando sentii una voce familiare alle mie spalle.
Mi congelai sul posto quando sentii il mio nome, e girandomi ebbi la conferma a chi appartenesse quella voce.
Quando i miei occhi incontrarono i suoi il mio cuore smise per qualche secondo di battere, riprendendo poi a farlo velocemente. Lo ammirai in tutta la sua bellezza, notando su di lui un ennesimo completo firmato che di sicuro costasse di più del mio appartamento.
«Ciao Sum.» Salutò.
Sbattei le ciglia per riprendermi e ricambiai il suo saluto freddamente.
«Ciao Harry.»
Mi girai verso lo scaffale e decisi di mettere nel cestello una confezione con un nuovo ciuccio, sempre color rosa.
«Ehi amore.» Sentii Harry avvicinarsi al passeggino e abbassandosi all'altezza di Darcy per lasciare un piccolo dolce bacio sulla testa della bambina.
Le mie gambe tremarono nel sentire quella parola uscire dalla sua bocca, anche se non era rivolta a me. Dovevo accettare il fatto che Harry non fosse più mio e se mi stava attorno era solamente per lei.
«Bene, credo che sia ora di andare.» Dissi freddamente, non mi andava di passare del tempo con lui.
Da quell'incontro con i ragazzi capii che a lui non fregava nulla di me, se si fece vedere in quest'ultimo periodo era soltanto per non sentirsi in colpa nei miei confronti e prendersi le sue responsabilità da padre solo per il momento.
Quando finì di mettere tutto quello che mi serviva nel cestello, impugnai il passeggino pronta ad andarmene.
«Aspetta Sum.» Mi fermò.
«Summer. Il mio nome è Summer.» Lo corressi. Non potevo rimanere un altro minuto di più con lui, il mio cuore stava già soffrendo e non volevo aggravare di più la situazione.
«Summer...» Mormorò a bassa voce. «Aspetta Summer... mm... volevo chiederti se hai dei programmi per stasera? Di solito il giovedì sera io e i ragazzi ci riuniamo tutti a casa mia per guardare un film e mangiare pizza e volevo chieder-» Farfugliò a disagio.
Harry a disagio?
Non lo feci nemmeno finire di parlare che lo interruppi subito. «Se mi stai per chiedere di unirmi a voi, no grazie. Preferisco starmene a casa mia con Darcy, sai almeno non vengo attaccata verbalmente e ingiustamente, ma vi auguro una buona serata. Ciao.» Affermai decisa, riuscendo così a fare qualche passo con il passeggino diretta verso le casse, ma ancora una volta lui si mise davanti fermando la mia fuga.
«Scusami per come si sono comportati gli altri quel giorno, non avevo previsto che avrebbero fatto così e non era mia intenzione ferire i tuoi sentimenti.» Cercò di scusarsi, ma tutto quello che pensai fu che era troppo tardi per le scuse.
«È tardi per le scuse. Ciao.» Finalmente riuscì a farlo spostare, così che potessi passare con il passeggino, e andarmene il più presto possibile, ma prima di lasciare quel posto, mi voltai indietro trovandolo ancora fermo in mezzo alla corsia e quando i miei occhi incontrarono i suoi feci uscire le ultime mie parole prima di andarmene completamente. «Ah riferisci agli altri che ho gradito molto quando decisero di venire con te in America senza neanche avvisarmi, bel modo di far capire quanto ci tenessero a me. Addio Harry.» Dissi sentendo i miei occhi farsi lucidi.
Senza più girarmi indietro proseguii verso la cassa pagando quello che dovevo e andandomene velocemente.
Era il padre biologico di Darcy, ma non era obbligato a parlare con me.
Continua...
Angolo Autrice:
Sto correggendo tutti i capitoli e apportando molte modifiche, ma tranquilli che la storia resterà uguale a come l'avevo scritta.
Spero come sempre che il capitolo sia stato di vostro gradimento e se volete potete lasciarmi un vostro parere.
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