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Cap. 15

- Dove devo girare? - Giorgio cercava di mantenere la calma, ma sapeva che prima o poi tutto sarebbe venuto a galla. Non immaginava che sarebbe stato scoperto, ma oramai non si poteva più fare nulla, doveva solo affrontarne le conseguenze.

- Andiamo a casa, gli altri ci aspettano. -

- Dovremo parlarne, non credi? - Francesca voleva capire come si sarebbero evolute ora le cose tra loro tre.

- Vuoi parlarne? Bene. Parliamone. Io me ne stavo in pineta a godermi un po' di fresco e di silenzio. Poi ho teso l'orecchio e tutto quello che ho sentito erano i vostri gemiti. Ho perfino avuto la decenza di lasciarvi finire... Se avessi saputo che eravate voi a disturbare la mia quiete, vi avrei interrotti. -

- Non sapevamo... -

- Cosa? Che ci fosse qualcuno e che quel qualcuno ero io? Io mi chiederei piuttosto cosa sarebbe successo se a trovarvi insieme fosse stato qualcun altro. E tu? - Si rivolse a Giorgio - non hai ancora seppellito la tua ragazza e ci provi con la sua amica? Amica... Bell'amica! Cos'era? Un arcaico modo per trovare consolazione a vicenda? Non so se indignarmi per il vostro comportamento o applaudire alla vostra sconsideratezza. Torniamo a casa. Al momento non ho null'altro da dire. -

I tre amici affrontarono il viaggio di ritorno in silenzio e, una volta a casa, non fecero parola dell'accaduto.

*******

Seduti sul muretto del lungomare i due complici rimiravano il panorama.

- Come pensi sia andata, in commissariato? -

- Penso che i poliziotti brancolino ancora nel buio. Meglio così. Ho fatto il possibile per cancellare tutte le tracce e quelli lì mi sembrano degli incompetenti. Sarà più facile del previsto. -

- Sai, devo dirti una cosa... Ho commesso un errore... Il fazzoletto. L'ho lasciato sul ponte. -

- Hai indossato i guanti, giusto? -

- Certo. -

- Bene, allora non troveranno alcuna traccia della tua presenza. Hai detto che non c'erano testimoni, sei in una botte di ferro. -

- Siamo stati bravi... -

- Lei ha avuto quel che meritava! Erano anni che cercava di mettermi i bastoni tra le ruote... E tutto a causa di uno stupido incidente! -

- Torniamo a casa. -

*******

Subito dopo aver posteggiato la macchina, Giorgio si incamminò verso il vialetto di casa e fu allora che notò tutti i suoi amici sulla porta.

- Cos'è questa? Una riunione? Entriamo dai! -

- Sì - disse Francesca dopo aver aperto - ho una fame! -

- Immagino! - Federica andò in cucina ad accendere la piastra, poi aprì il frigorifero e ne tirò fuori una vaschetta con dentro delle fettine di carne.

Intanto che aspettava la giusta temperatura per una cottura ottimale chiese a Francesca di preparare la tavola e poi si adoperò per tagliare dei pomodori e farne un'insalata.

Durante il pranzo i cinque amici non poterono non discutere della difficile situazione in cui si trovavano. Erano i soli sospettati per l'omicidio di Matilde e nonostante ciò, a quel tavolo, nessuno dubitava della loro amicizia.

Francesca guardava Giorgio, Giorgio guardava Angelo, Angelo guardava Federica e Federica guardava Marco.

Tutti loro nascondevano qualcosa, ma nessuno osava chiedere.

Dopo pranzo Angelo e Francesca tornarono al loro villino.

Dovevano parlare.

*******

Tornati in ufficio, Gemelli e la sua sottoposta furono convocati dal Commissario Mariotti il quale chiese loro ragguagli sul caso. Tutto quello che furono capaci di dire fu che non avevano nessuna nuova notizia, solo qualche dubbio sulla presunta innocenza del ragazzo.

- Abbiamo appena ritirato i dati contenuti nel cellulare della signorina Neri, stavamo giusto per andare a visionarli. - Nadia aveva fretta di vederci chiaro e non aveva voglia di stare lì a perdere tempo con le spiegazioni. - Se permette, noi torneremo al nostro lavoro, più tardi le forniremo un rapporto dettagliato su quanto riusciremo a ricavare dai messaggi e dalle foto. -

- Novelli, cos'è tutta questa fretta? -

- Mi scusi Commissario, ma credo sia superfluo stare qui a parlare di progressi che non sono ancora stati fatti. Non voglio mancarle di rispetto, ma adesso abbiamo due omicidi da risolvere e se non cominciamo a scavare tra... -

- Ma - Mariotti la interruppe - qui mi risultano solo tre deposizioni, una della madre e due degli amici. Ora, ricordo male o gli amici erano più di due? -

- No, ha detto bene, mancano le deposizioni degli altri tre. -

- Bene. Ho bisogno di conoscere gli alibi di tutti. Cercate di non tralasciare nessun dettaglio. E ora, visto che la Signorina ha una certa fretta, levatevi dai piedi e andate a lavorare. Io vado a pranzo.

Una volta richiusa la porta dell'ufficio di Mariotti, Gemelli tornò alla sua postazione per riporre il fascicolo sulla scrivania, poi cercò in rubrica il numero della sua gastronomia di fiducia e prima di telefonare chiese alla collega cosa preferisse da mangiare per pranzo.

- Davvero vuoi mangiare qui? - Chiese scettica.

- Perché no? Hai fretta di vederci chiaro, quindi dimmi cosa vuoi e non perdiamo altro tempo. Loro preparano e noi mangiamo. Meglio restare qui a lavorare preoccupandoci solo di pagare alla consegna. Mi sembra semplice come concetto.

- Non so, non mi fido molto di questo tipo di cucina... -

- Andiamo, dai! Io ordino sempre da loro e non ho mai avuto un mal di pancia. Se non fossi un loro cliente abituale, non ti proporrei niente del genere. E fanno pure quelle robe strane che tanto ti piacciono. - Cercò di convincerla.

- La cucina vegana non è strana! E anche se la preferisco a quella cinese o a quella italiana, mangio di tutto, e lo sai. Prendo quello che prendi tu. -

- Allora vada per una norma - disse cominciando a comporre il numero - e cotoletta con contorno di insalata. -

- No, niente melanzane e niente sugo per me. -

- E va bene, allora decidi tu, no? -

- Ok, linguine alle vongole e spada alla griglia con insalata mista. -

L'Ispettore fece la sua ordinazione e dopo aver riagganciato aprì il secondo cassetto della sua scrivania per prendere il guscio contenente i suoi occhiali, li indossò e si diresse alla postazione della collega, la quale aveva già aperto il fascicolo e stava sistemando le foto sul tavolo.

- Cerchiamo di capirci qualcosa. Tu guarda queste fotografie e dimmi se noti qualcosa di strano. Io intanto mi concentro sui messaggi. -

Tutto quello che Gemelli poté notare dalle stampe che aveva sotto mano fu solo una comitiva di amici felici. Fin troppo felici.

- Non posso credere che siano davvero così! -

- Chi? - Novelli alzò lo sguardo per capire cosa intendesse il collega.

- Questi qui! Sono tutti sempre sorridenti, ma basta coprire loro le labbra e guarda - mise un pezzo di carta sopra le immagini e le mostrò a Nadia - gli occhi non mentono. È tutta apparenza. -

- Dai, che fossero falsi lo avevamo capito. Ora concentrati e diamo un senso a questa giornata.-

Le pose dei ragazzi erano dei selfie, fatti per lo più con uno di quei bastoni che servono ad ampliare la visuale di scatto. "Meno male che questi qui sono dei fanatici" pensò Gemelli.

Avevano fotografato di tutto, in ordine l'Ispettore visionò: la spiaggia, il locale, il barista, il tavolo con i relativi cocktails, la sala da ballo, di nuovo il tavolo ma con gli stuzzicchini salati, ancora il barista che lanciava in aria una bottiglia. Poi in sequenza Marco che brindava con Giorgio, Francesca che parlava al telefono, ancora Giorgio che mandava giù uno shottino, Federica che prendeva una birra al bancone.

Qualcosa doveva pur esserci tra quelle foto.

Ma lui non riusciva a vedere nulla di particolarmente importante.

Nadia invece aveva scoperto che Matilde non aveva mai smesso di cercare quel ragazzo che vide allontanarsi con la sorella. Tramite alcuni contatti era riuscita a trovare l'identità del giovane. Ma nulla di più.

- Ehi, Capo! Forse ho qualcosa... -

Novelli si spostò al computer e digitò il nome trovato dalla vittima: Alessio Venuti.

In pochi istanti si aprirono alcune finestre dedicate al giovane.

- Ecco qui - Novelli cominciò a leggere - Pare che al momento sia rinchiuso in un Centro per l'Igiene Mentale poco lontano da Goglitti, e che fin da adolescente abbia lavorato nelle aziende agricole del circondario, a discapito della scuola e dell'istruzione. Dedito alla piromania, fece il salto di qualità quando trovò impiego presso il mattatoio cittadino. Primogenito, nato da Maria Venuti e N.N., non fu mai sospettato per la morte di Maddalena. -

- Cosa si sa della madre? -

Nadia cercò tra i documenti e vi trovò tra le altre cose un certificato di maternità di colui che avrebbe dovuto essere il fratello di Alessio, una denuncia per istigazione alla prostituzione e un certificato di morte.

- Beh, c'è il suo ultimo indirizzo. Una cosa è certa, di sicuro non tenterà di scappare. -

- Perché? -

- È morta. Hanno trovato il suo corpo penzolante dal balcone del primo piano di casa sua. Pare si sia uccisa tre anni fa. -

- Chi si occupò di seppellirla? -

- Aspetta... - continuò a visionare i documenti - ecco qui, pare che se ne sia occupata l'agenzia di pompe funebri per conto del figlio: A. Venuti. -

- Bene, abbiamo qualcosa su cui lavorare. Non è molto, ma è un inizio. -

- Già... - Novelli era perplessa.

- A cosa pensi? -

- Niente, solo uno strano presentimento. -

In quell'istante il fattorino della gastronomia fece il suo ingresso in Commissariato, Gemelli prese in consegna il pacchetto col pranzo, pagò e andò a posarlo sulla sua scrivania.

- Senti, adesso pensiamo a riempire la pancia, poi contattiamo gli amici che non abbiamo ancora ascoltato, li facciamo venire qui e solo dopo averli sentiti penseremo al resto, ok? -

Novelli si avvicinò alla postazione del collega, aprì il contenitore con la pasta, attese che l'Ispettore si fosse accomodato e solo quando furono uno di fronte all'altro, cominciò ad arrotolare la prima forchettata di linguine.

- Abbiamo fatto un po' di passi avanti, non credi? - Disse dopo aver ingoiato.

- Vediamo di convocarli nel pomeriggio. Mariotti è stato chiaro a riguardo, dobbiamo darci una mossa. -

- Sai, io direi di far vedere loro la foto di Alessio, magari lo conoscono. In fondo Goglitti non mi sembra una metropoli, in questi paesi tutti conoscono tutti... -

- Già. - Gemelli finì la pasta e addentò il primo boccone di spada. - Fossi in te non tarderei a mangiare il pesce. Si sta raffreddando, e penso che duro non ti piaccia.

- Non mi conosci per niente! - rispose Novelli. -

- Ehi, non è colpa mia se sei riservata! -

- Riservata io? Non potresti essere più lontano dalla verità,  mio caro. -

- Davvero? Sembri sempre così rigida e chiusa... -

- Dici? E pensare che molti mi definirebbero flessibile e aperta... - Nadia lo guardò maliziosa.

Gemelli dovette sforzarsi di non risponderle a tono. Ma non poté non notare una strana sensazione di calore all'inguine, si augurava solo di riuscire a restare al suo fianco per tutto il pomeriggio senza sentire il bisogno di sfogare i suoi istinti nel bagno del Commissariato.

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