Cap. 13
Francesca aveva appuntamento con Giorgio alle nove per fare colazione insieme prima di andare in commissariato. Si preparò con calma e aspettò che l'amico passasse a prenderla.
- Allora? - Chiese Angelo.
- Cosa? -
- Perché ti hanno convocata? -
- Non lo so. Vorranno farmi altre domande, in via ufficiale. -
- E non sei preoccupata? -
- Perché? Non ho fatto niente di male. Forse vorranno una dichiarazione scritta dei miei ultimi movimenti -
- E Giorgio? Non lo avevano già interrogato ieri? -
- Ma che ne so... Intanto andiamo a vedere cosa vogliono e poi ti saprò dire. -
Venti minuti dopo Francesca era seduta al bar, con la sua tazza di caffè ghiacciato in mano e un cornetto alla crema mangiato a metà appoggiato su un piattino. Giorgio, dopo aver ingoiato un pezzo di brioche inzuppata nella sua granita controllò l'ora nel suo telefono.
- Tu che ne pensi? - Domandò all'amica.
- Ti ci metti pure tu? Non lo so a cosa penso. Ancora non riesco a crederci che Matilde non ci sia più - gli occhi le diventarono lucidi - e questi incompetenti pensano che io o tu abbiamo a che fare con la sua morte. -
- Beh, il marito è il primo sospettato, in questi casi! -
- Ma voi non eravate sposati! -
- Dai, sai cosa intendo. Non li vedi quei programmi alla tv? Il primo movente in una coppia è la gelosia, poi i soldi e poi... -
- E poi? -
- E poi non lo so. Io non li guardo! Era Matilde quella che stava a guardare quelle cose. -
- Già. - Lo sguardo malinconico della ragazza costrinse Giorgio a cambiare argomento.
- Allora, il cornetto è buono? - Chiese indicando i resti sul tavolino.
- No. - Rispose secca.
- La mia granita invece è passabile. -
Quando ebbero finito fecero un cenno al cameriere per farsi portare il conto. Guardarono lo scontrino, lasciarono i soldi sul tavolo e si alzarono per dirigersi al commissariato.
*******
Nadia stava definendo gli ultimi accordi con Mariotti in merito alle domande da fare ai due giovani convocati per quella mattina. Il Commissario decise che per redigere il verbale non era necessaria la sua presenza. Quando tornò alla sua postazione trovò Gemelli ad aspettarla che, con un bicchiere in mano non appena la vide, sorrise.
- Buongiorno! Alla buon'ora! Quello è per me? -
- Buongiorno a te, bellezza - le porse il bicchiere - sei pronta a mettere un po' di spine sotto al culo di quei due? -
- Ispettore, vacci piano! È solo un incontro per lasciare una deposizione, mica un interrogatorio di quelli che vedi alla tv. Se non hai niente di meglio da fare puoi assistere. -
- Ne avrei tante di cose da fare, ma sono troppi i dubbi su questa storia. Sai già cosa chiedere loro? - Si spostò di lato, allungò la mano per afferrare un cucchiaino da una piccola busta sulla scrivania, lo diede alla collega e andò a sedersi sulla sua sedia ergonomica. Si sistemò per bene e si servì la stessa colazione che aveva appena porto a Novelli.
- Ma non me la dai la brioche? -
- Na', ma pure qui? E andiamo, cerca di avere un po' di contegno! E poi l'altra sera a casa mia non l'hai voluta... -
- Dai! Ma come... - Nadia non seppe cosa rispondere.
Avrebbe voluto dirgli che se avesse osato farle qualche avances, non si sarebbe tirata indietro, che la sera appena trascorsa sarebbe rimasta volentieri accanto a lui a guardare la TV sul divano di casa sua, che aveva lasciato di proposito lo zaino in cucina per avere una scusa plausibile per ritornare a fargli visita poco più tardi e magari sperare di passare la notte insieme. E invece nulla di tutto ciò accadde.
A riportarla con i piedi per terra ci pensò Gemelli.
- Ecco i tuoi ospiti - indicò Francesca e Giorgio fermi all'ingresso - puntualissimi, tra l'altro.
Nadia diede un'occhiata all'orologio e si stupì che il collega avesse avuto ragione, erano le dieci in punto, fece cenno ai due ragazzi di avvicinarsi e si premurò di prendere una sedia dalla postazione di Gemelli per farli accomodare.
Strinse la mano ad entrambi e aspettò che fossero seduti, prima di fare altrettanto.
A malincuore tolse i resti della colazione dal tavolo e vi sistemò con precisione maniacale gli appunti su cui aveva segnato le domande da fare ai due amici.
- Bene, Signor Suvano, che ne pensa se adesso noi due andiamo a prenderci un caffè mentre le signore scambiano quattro chiacchiere? - Gemelli si alzò e si diresse alla macchinetta, seguito da Giorgio.
- Allora... Deve essere davvero triste continuare a stare qui, sapendo che non rivedrà mai più la sua ragazza... - l'Ispettore lasciò la frase in sospeso, in attesa che il fidanzato di Matilde rispondesse.
- Vede, io sono sempre stato uno di quelli da "niente coinvolgimenti sentimentali" eppure con Matilde era diverso, lei mi faceva sentire un vero uomo. E questo mi piaceva. Pensi che non ho più pensato di andare a cercare distrazioni a destra e a manca, perché lei riusciva a soddisfare tutti i miei bisogni, non so se mi spiego, era nel contempo una di quelle ragazze bisognose di aiuto ma anche abbastanza forte e indipendente da riuscire a cavarsela da sola. -
- Mi scusi, ma non le sembra di contraddirsi? -
- No, perchè? -
- Se era una persona dal carattere forte, in che modo era bisognosa di aiuto? -
- Vede, un sacco di tempo fa, a Goglitti, successe il finimondo quando la sorella di Matilde fu ritrovata morta. Lei continuava a ripetere che aveva visto Maddalena allontanarsi con un ragazzo, ma nessuno sembrava darle retta, neppure quel gran genio di poliziotto che l'aveva interrogata. E quando le succedeva di ripensare a quei giorni, era davvero difficile riuscire a farla stare meglio, perché si poneva un sacco di domande, le incertezze sul quel pomeriggio aumentavano e lei non se ne capacitava. Aveva perfino cominciato a cercare quel ragazzo in giro, a scuola, ma niente. Forse, essendo più grande lavorava da qualche parte, magari in una fattoria in cui la manovalanza era indispensabile e non si facevano troppe domande sull'età dei presenti, insomma, la ricerca fu vana. -
- Capisco, capisco. Deve essere stato uno sbattimento sopportarla quando ricominciava coi ricordi... Io stavo con una... sempre triste, al limite della depressione, certe volte le succedeva anche quando eravamo fuori, per un fine settimana o in vacanza ed era così giù di morale che l'avrei volentieri lasciata in mare aperto per cercare di scuoterla da quel grigiore che si impossessava di lei. -
- E alla fine che ha fatto? - Domandò Giorgio.
- Purtroppo niente. Sa, in fondo aveva i suoi lati positivi, - Gemelli strizzò l'occhio - non so se mi spiego. -
- Ma certo! E ora? Che fine ha fatto questa donna? Non state più insieme? -
- No, - scosse la testa, per un attimo il suo sguardo si fece triste - pare che il marito non fosse d'accordo che lei trascorresse tanto tempo fuori casa... che poi il più delle volte ce ne stavamo proprio al chiuso... comunque, lo prendiamo il caffè? -
Quando ebbero finito la loro pausa, ritornarono alla scrivania. Francesca era intenta a rispondere alle domande di Nadia.
- Sì, glielo ho detto, sono rimasta in spiaggia fino alle cinque, o giù di lì. I miei amici ed io ci siamo salutati intorno alle quattro, loro sono tornati a casa mentre io e Mat siamo rimaste in spiaggia. Poi mi ha telefonato il mio ragazzo e così, visto che stava per sorgere il sole, lei mi ha detto che potevo andare da lui, l'ho salutata e quella è stata l'ultima volta che l'ho vista. Potete verificare tutto quello che volete, se vi serve vi lascio pure il telefono. -
- Non occorre Signorina Melsa, al momento stiamo tracciando i movimenti del suo cellulare attraverso i dati forniti dal gestore telefonico. Ora invece vorrei sapere di ieri mattina. -
- Ieri mattina? Mi faccia pensare... - Francesca rimase un attimo assorta per ricordare cosa aveva fatto - Sì, ieri mattina sono rimasta a casa, avevamo deciso di vederci tutti insieme, noi cinque, per pranzo, e così ho trascorso la mattinata in casa, a rassettare, mettere i panni sporchi in lavatrice, pulire il bagno e poi ho cominciato a cucinare. Ma perché mi chiede di ieri? -
- Ho i miei motivi. - Nadia aveva digitato tutto quello che le aveva raccontato la giovane donna sulla tastiera del suo computer, fece partire la stampa e poi la congedò. - La ringrazio, Francesca, può andare se vuole. Ma prima ho bisogno di una firma sulla deposizione, sa, devo mettere tutto a verbale. -
Novelli prese il foglio appena stampato, lo siglò e lo diede alla ragazza.
- Legga pure con calma e se c'è qualcosa che non le sembra coerente con ciò che mi ha detto me lo faccia notare, che lo correggo. -
- Sì, certo. - Francesca lesse tutto con attenzione e appose la propria firma. - Ecco a lei, posso aspettare qui? Sa, sono venuta con Giorgio... -
- Si accomodi pure, non dovrei metterci molto. -
Giorgio prese il posto dell'amica e attese che la poliziotta cominciasse a parlare.
- Grazie di essere venuto, Signor Suvano e mi scusi per l'attesa, non le farò perdere molto tempo, ho giusto un paio di cose da chiederle. -
- Sono a sua completa disposizione, mi dica. - Disse con un tono fin troppo sicuro.
- Bene. Mi può ripetere cosa ha fatto la notte del dieci agosto? Lo so che glielo avevo già chiesto, ma adesso dobbiamo mettere a verbale la sua deposizione. -
- Sì, la sera siamo andati tutti al chiosco e poi in spiaggia a guardare il cielo, per cercare le stelle. Poi verso le quattro, io Marco e Federica siamo tornati a casa, a dormire. -
- Va bene... quindi scrivo che lei è rimasto a casa. -
- È quello che ho detto. -
- Sa, non capisco una cosa... Se è rimasto a letto, perché un testimone afferma di averla vista in spiaggia poco prima delle cinque? -
- Cosa?!? - A quelle parole, Giorgio divenne paonazzo. - Ma ne è sicura? -
- Signor Suvano, non faccia il furbo con me e risponda alla domanda. Cosa ci faceva alle prime luci dell'alba nei pressi della spiaggia? Ieri aveva affermato di essere rimasto a dormire. -
- Ieri ho detto così? Beh, mi sarò confuso. Sì, sono tornato a casa con i miei amici, ma poi ho pensato che non potevo lasciare da sola Matilde e ho pensato di tornare da lei. -
- Ma Matilde non era da sola, c'era Francesca con lei. -
- Senta, avevo bevuto, ero su di giri e volevo stare con la mia ragazza. Non ricordavo che Francesca fosse rimasta con lei e se le avessi trovate insieme le avrei detto di tornare da quel secchione di Angelo per poter concludere al meglio la serata. -
- Ok, continui. -
- Non ho fatto niente, perché non l'ho vista. Così me ne sono tornato a casa, ero stanco e mi sono messo a letto. -
- Va bene. E ieri mattina? -
- Ieri mattina ho dormito. Mi ricordo che Marco mi ha svegliato poco prima di mezzogiorno, e mi ha messo fretta, visto che dovevamo andare a pranzare da Francesca. È la verità. -
- Grazie mille. Adesso, le chiedo solo di firmare la deposizione e poi può tornare a godersi le sue vacanze.-
Fuori dall'ufficio Giorgio tirò un lungo sospiro, come se non avesse affatto respirato per tutto il tempo.
- Ma che hai? - Francesca stava per aprire la portiera e salire in macchina.
- Niente, tesoro... -
Spazio autrice
Volevo scusarmi con Voi lettori, perché nonostante tutta la buona volontà, non sono riuscita a pubblicare nel fine settimana.
Mi riprometto di essere di parola, per il prossimo aggiornamento.
Febbre dei bimbi permettendo...
Buona lettura, Sal.
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