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e li porto sempre addosso come pacchetti di dinamite finiti male, questi maledettissimi 100 anni e 33 giorni. Tutto questo gran malloppo d'età signori, collezionato con cautela, lucido e autentico, e nemmeno ti danno l'opportunità di sentirti stanco. Qui c'è 'sta sensazione di gratitudine, persino di riverenza insulsa, ostentata nei miei confronti: ma perchè? cosa vi ho concesso di così fulminante, mi chiedo. Vi ho per caso liberato dalle vostre continue smanie di sopravvivenza? non mi pare. Ho svelato soluzioni diverse ai dolori comuni? neanche quello. E insomma niente, se ne stanno ancora a chiedere chiedere e chiedere.

Pretendono risposte, avanzano progetti di crescita equa-solidale e altre cose così che manco ve le sto a dire. E lasciamoli fare, dico io, è il bello del gioco questo. Questa gente però mica lo capisce che, mentre loro sentono cadersi le ore addosso, nei giorni morti invecchio anch'io. Si sentono unici, speciali per la loro decadenza festeggiata a fuochi e coriandoli. Per questo vederli muoversi, giorno dopo giorno, come puntini piccoli che si alzano la mattina presto, indaffarati folli, cercando qualcosa come la "stabilità", è buffo.

La loro felicità penso stia nel credersi un'altra volta con una vita davanti, un mondo davanti, un significato davanti, tutto pronto per loro. Ma il mondo è in prognosi, l'umanità sta invecchiando, la vita è scena.

'Cristo santo Godot! dove sei? saranno secoli che ti aspettiamo'
'Sì, sì, un momento, un momento e arrivo'