3 - Dropping bombs at the airport
It's hard to see the enemy
When you're looking at yourself
Maybe your reflection shows
You screaming out for help
«Mike, temo proprio che io e te staremo in camera con Luke e Calum».
Mi bloccai nel bel mezzo della stanza, il pacchetto di oreo quasi mi cadde da mano ma riuscii ad afferrarlo, evitando la furia assassina di Ashton.
Era la sera prima della partenza per la gita, io e Ashton avevamo deciso di passarla insieme come ogni anno (come se una settimana insieme non bastasse). Di solito c'era anche Luke, ma adesso che è molto amico di Calum... Ho convinto Ashton a non dirgli niente. Certo, lui ha chiesto se volevamo organizzare qualcosa come facciamo sempre, e io ed Ashton abbiamo dovuto mentirgli spudoratamente, ma preferisco mentire a Luke che sorbirmi lui e Calum, perché sicuramente avrebbe portato anche lui.
«Sei serio?», chiesi ad Ashton, sedendomi sul letto accanto a lui. Ashton annuì, mostrandomi la sua conversazione di whatsapp con Luke. La lessi velocemente, a bocca spalancata.
«"Se le camere sono a quattro può stare anche Calum con noi?"», lesse Ashton, il tono di voce neutro, come se stesse leggendo la lista della spesa e non la sentenza che condannava la mia gita alla rovina.
«Neanche per sogno», risposi, dando il cellulare ad Ashton perché altrimenti l'avrei spaccato contro il muro, «Quale parte di nemici per la vita non capisce?! Solo perché gliel'ha messo in culo un paio di volte non vuol dire che deve portarselo dappertutto! Non ha degli amici?».
«Michael calmati. Luke ha appena detto che gli amici di Calum vanno a Edimburgo e lui vuole andare a Los Angeles, e visto che di solito noi tre siamo sempre in camera insieme... E poi che ne sai, forse sono diventati amici dopo... Uh... Dopo quello che è successo tra di loro. E poi solo tu odi Calum, non è che lui ricambi, eh».
«Quindi sono da solo su questa barca. Perfetto», sbuffai, aprendo il pacchetto di oreo e passandone uno ad Ashton.
«Neanche io sono molto felice ad avere Calum e Luke nella stessa camera», ribatté Ashton, storcendo il labbro mentre masticava il biscotto, «Però non possiamo dirgli di no, Mike. Capirà di sicuro qualcosa».
«Come se non lo sapesse già che io non sopporto Calum, con tutte le volte che gliel'ho detto».
«Non intendevo questo», sbuffò Ashton, «Volevo dire che lui capirà che sappiamo».
«Lui lo sa già che sappiamo! O almeno che lo so io».
Ashton roteò gli occhi. «C'è qualcos'altro che mi nascondi?».
«Uhm... No, credo di no. A meno che tu non voglia sapere come sia andata tra me e Luke», ridacchiai.
Ashton fece una faccia schifata. «Ew, no, no grazie. Posso accettare che lui sia presumibilmente gay e che tu te lo sei scopato ma non sbattermi i dettagli in faccia, ti prego».
Ashton era fatto così, era molto pudico e non gli piaceva parlare di certi argomenti. Con un amico come me, però, parlarne è inevitabile quindi ogni volta che sfioravamo l'argomento lui si tappava le orecchie e cominciava a canticchiare canzoni per bambini. Ciò gli è valso il soprannome di "principessina", affibbiatogli da Luke.
Scoppiai a ridere. «Va bene principessina».
Passammo la serata a ridere e a guardare film idioti come facevamo ogni anno, si sentiva la mancanza di Luke ma in fin dei conti mi andava bene così, perché con lui non sarei mai più riuscito a divertirmi come una volta, se continuavo a pensare a lui nudo sotto di me...
***
La mattina seguente ci svegliammo tardi. Trascorremmo un quarto d'ora infernale in cui saltellavamo da un capo all'altro della casa, masticavamo la colazione in bagno (e io dovetti usare quello di Lauren, dovendo fare anche silenzio per non svegliarla visto che erano le cinque del mattino) e cercavamo di chiudere la stracolma valigia di Ashton, ma in qualche modo riuscimmo ad arrivare in tempo all'aeroporto. Salutammo la madre di Ashton e entrammo nell'aeroporto, trovando Luke qualche minuto dopo. Il biondo alzò le sopracciglia al vederci insieme, ma non disse niente.
«Allora, sei pronto Lukey?», chiese Ashton, ovviamente ripartendo a parlare prima che Luke potesse rispondergli, «Io sì, cazzo se non vedo l'ora. Los Angeles è sempre stata il mio sogno! Certo, sarei andato volentieri anche ad Edimburgo, ma... oh, ciao Calum».
Io e Luke ci voltammo all'unisono, scorgendo Calum camminare verso di noi. Cercai di nascondere il mio disgusto e il mio dispiacere quando Calum poggiò il braccio sulle spalle di Luke, tirandolo a sé.
«Allora ragazzi, siete pronti?», ci chiese; il suo sorriso si spense immediatamente quando incrociò il mio sguardo, freddo come il ghiaccio di sicuro. Oh, se gli sguardi potessero uccidere... Calum Hood adesso sarebbe cenere sotto i miei piedi.
«Stavo giusto dicendo ai ragazzi che non vedo l'ora», rispose Ashton, tentando di alleggerire la situazione che sembrava diventata davvero insostenibile: io fissavo Calum e Calum fissava me in una sfida a chi riusciva ad uccidersi prima e Luke fissava entrambi, un'espressione di dubbio stampata sul viso. Beh, perlomeno adesso Ashton sapeva che il mio odio per Calum era ricambiato eccome. Come resisteremo, una settimana intera? Sono più che sicuro che uno dei due non tornerà più a Sydney... spero non io.
Fummo chiamati dalla professoressa per il check-in, ci avviammo senza dire una parola. Persino Ashton s'era ammutolito, e quando Ashton sta zitto, la cosa è grave.
Sentii il mio cellulare vibrarmi in tasca, lo presi trovando la notifica di un messaggio.
Da: Irwie
Smettila di fissare Calum, Luke se n'è accorto e hai reso la situazione soltanto più imbarazzante.
Sbuffai, rispondendo velocemente al messaggio, sentendo gli occhi di Calum bruciare su di me. A quanto pare stava ancora cercando di disintegrarmi.
A: Irwie
Adesso è lui che mi guarda. E poi scusa, quello si attacca a Luke come se nessuno sapesse cos'è successo e sono io a rendere la situazione imbarazzante? Sul serio?
Sentii Ashton sbuffare dietro di me, Luke gli chiese se c'era qualcosa che non andasse e lui gli rispose che andava tutto bene, l'irritazione evidente nella sua voce. Poco dopo sentii la suoneria del mio cellulare.
Da: Irwie
Calum non lo sa che noi sappiamo! E sì, sei tu quello che ha reso la situazione imbarazzante. Quello di Calum era un gesto da amico!
«Gesto da amico? Ma fai sul serio?», mormorai a mezza voce, facendo voltare Calum verso di me.
«Tutto bene, amico?», mi chiese, con un sopracciglio alzato.
Scossi la testa. «Tutto a posto Hood», sputai, sentendo Ashton sbuffare di nuovo.
«Sicuro che sia tutto a posto, Ash?», sentii Luke chiedere.
Ashton rispose, a denti stretti: «Sì, è tutto a posto Luke. È solo che ci stanno mettendo tempo, mi sto scocciando di aspettare».
«Non è che se la coda avanza più velocemente arriveremo prima a Los Angeles, comunque dobbiamo aspettare la partenza e il volo dura parecchio», disse Luke, confuso.
«Le code lunghe che non si muovono mi infastidiscono, ok?!», sbottò Ashton, facendoci voltare tutti verso di lui.
Luke si ammutolì, come sempre quando Ashton alzava la voce. Quando Ashton si innervosisce è meglio non ribattere, e questo io e Luke lo sappiamo bene...
La coda avanzò di qualche passo, prima che spegnessi il cellulare mi arrivò un altro messaggio.
Da: Irwie
Sei uno stupido.
Scrissi velocemente la risposta, senza dare peso alle parole che stavo scrivendo per via di un improvviso nervosismo.
A: Irwie
Come se avessi bisogno di te per saperlo.
Quando salimmo sull'aereo mi affrettai a sedermi accanto ad Ashton, che non mi guardò neanche in faccia. Perfetto, ho appena perso il mio unico alleato!
Avrei considerato di sedermi accanto a Luke ma lui si era già sistemato, davanti a me ed Ashton, con il suo adorato Calum. Come se la situazione non sarebbe stata imbarazzante, poi, se mi fossi seduto accanto a Luke così, all'improvviso.
«Ehm... suppongo che io e te dobbiamo sederci insieme», attaccai bottone, guadagnandomi uno sguardo di fuoco da parte di Ashton. Notai che c'era dolore nel fondo dei suoi occhi, e subito mi sentii in colpa per qualcosa che non sapevo di aver fatto ma che avevo fatto sicuramente.
«Da quando?», chiese lui, facendomi alzare un sopracciglio.
«Da quando cosa?», chiesi di rimando, confuso.
Ashton alzò gli occhi al cielo. «Da quando credi di essere stupido?».
«Ash, non dicevo sul serio...».
Ashton sbuffò sonoramente. «Non mentirmi ti prego, lo sai che so dirlo quando menti. Credi che non me ne sia accorto? Lo so che sei insicuro Michael. Lo so che al primo anno fumavi perché tu...», la sua voce tremò un po', «P-perché volevi smettere di tagliarti e ti serviva un'altra valvola di sfogo. L'ho sempre saputo».
Spalancai la bocca sconvolto, mentre Ashton si asciugava le lacrime che gli erano scese sulla guancia con le dita sottili. Il mio stomaco sussultò quando le sue parole mi arrivarono al cervello, riaprendo una ferita che speravo essere chiusa da tempo. Sospettavo che Ashton lo sapesse da tempo, ma ora che me l'aveva detto in faccia mi sentivo nudo di fronte ai suoi occhi, vulnerabile. E mi sentivo in colpa perché si era sicuramente preoccupato per me in tutti questi anni, e adesso stava piangendo per me. Mi ero ripromesso che nessuno avrebbe più dovuto preoccuparsi per me, cazzo.
«Ash, ti prego... non piangere...», tentai di calmarlo, la mia voce bassissima per non farmi sentire da nessuno perché eravamo in un fottuto aereo. Ma non poteva aspettare di essere arrivati, per sganciare una bomba del genere?
«Perché non me l'hai mai detto? Io avrei potuto aiutarti», gemette lui, la testa abbassata sulle ginocchia e la voce che tremava, come tutto il suo corpo, «I-io ti voglio bene Mike, lo sai».
«Certo che lo so», asserii, continuando ad accarezzare la schiena di Ashton, «Volevo solo che tu, beh... che tu non ti preoccupassi per me e soprattutto per una sciocchezza del genere».
Ashton alzò la testa, i suoi occhi erano arrossati. «Una sciocchezza?! Credi che sia una sciocchezza?!», mi attaccò, lo sguardo serio e freddo come mai l'avevo visto prima d'ora, «Michael, tu ti tagliavi. Questa non è una sciocchezza. E non puoi impedire che mi preoccupi per te, sono il tuo fottuto migliore amico, mi preoccuperò sempre per te!».
«Volevo solo tenerlo per me, ecco... lo sai come sono fatto, no? Mi tengo sempre tutto dentro», spiegai, arrossendo leggermente.
«Non puoi tenerti sempre tutto dentro, Mike. Finirai per esplodere», sospirò Ashton, rassegnato, «O per sfogarti su te stesso e io non voglio che ti accada di nuovo. M-mi ferisce pensare che tu ti facevi del male e io non ho potuto fare niente per aiutarti perché beh... Perché tu non mi avresti lasciato fare».
Beh, che sarei esploso lo sapevo già da troppo tempo. Sarei esploso e avrei ferito anche Ashton facendolo, e questo mi spaventava più di ferire me stesso.
«Adesso è tutto a posto, lo giuro. Quello è parte del passato, Ashton. Non lo farò più, te lo prometto».
Ashton mi abbracciò inaspettatamente, la sua mano sinistra accarezzava la mia schiena. «Se mai... Se mai pensassi di farlo di nuovo, parlane con me d'accordo? Io farò tutto quello che posso per aiutarti».
Annuii, ancora nella sua stretta. «Lo farò, Irwie».
***
[A/N] Buon Natale :3 - direi che ho postato un capitolo davvero adatto al clima festivo di oggi, haha. Il prossimo sarà più leggero, ve lo prometto (?)
- Ah, ho deciso di postare ogni sabato e mercoledì, quindi la storia dovrebbe finire molto presto visto che sono solo otto capitoli e siamo già al terzo..
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