|Com'è che a ventiquattro anni sei ancora solo? Sbrigati a trovarti qualcuno e a sposarti!|

Min YoonGi detestava le persone. Specialmente quelle invadenti e desiderose di sapere ogni minimo particolare della sua vita e quelle che amavano assilarlo con stupidi consigli che non facevano altro che fargli salire i nervi a fior di pelle. Quello, era uno di quei momenti.
Erano mesi che non rivedeva i suoi genitori, ma gli sarebbe andato benissimo non incontrarli più per i successivi due decenni.
Ovviamente, essi avevano avuto la brillante idea di chiamare anche tutto il resto della famiglia, giusto per rovinare ulteriormente la vita di Yoongi e l'opinione che esso aveva dei suoi genitori.

《Allora Yoongi! Hai già trovato una ragazza?》Chiese entusiasta sua zia, tirandogli una pesante pacca sulle spalle.
Yoongi alzò gli occhi al cielo, senza rispondere, limitandosi a scrollare le spalle e ad alzarsi per sedersi sul divano.
Si passò una mano tra i capelli, tirandosi lievemente le ciocche sulla fronte.
《Oh, suvvia Yoongi, hai già ventiquattro anni! Sbrigati a trovarti qualcuno e a sposarti!》Disse ridacchiando.
Il ragazzo non ne poteva più; era tutta la sera che non facevano altro che dirgli la stessa cosa. Affondò il viso tra le mani, sfregandosi più e più volte la faccia.
《Quanti figli hai intenzione di avere?》Gli chiese di nuovo la zia.
《Ci inviterai al matrimonio, vero? Oh, sono così em-》
《Non ho intenzione nè di sposarmi, nè tantomeno di avere figli.》La interruppe duramente Yoongi, afferrando la sua giacca di pelle e mettendosela attorno alle spalle.
《Ora, se non vi spiace, tolgo il disturbo.》Sussurrò a denti stretti, prima di sbattere la porta dietro di sè.
Tirò fuori un pacco di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans, assieme ad un accendino.
Si sedette sulla gradinata davanti casa, poggiandosi la sigaretta tra le labbra, accendendola per poi inspirare una grande boccata di fumo. Sospirò pesantemente, cercando le chiavi della sua macchina nella tasca della giacca.
Le trovò, ma non volle alzarsi per andare a prenderla. Tirò un'altra boccata, giocherellando con il portachiavi a forma di Kumamon delle chiavi della macchina. Non sopportava più la sua famiglia, erano sempre a fargli domande fastidiose e a cercare in tutti modi di farlo mettere assieme a qualche strana ragazza che ci provava spudoratamente con lui, mettendo in mostra troppo pelle e cercando di toccarlo in punti troppo privati. Lui non voleva quello in una relazione.
Voleva qualcuno da amare con tutto il cuore, che lo ricambiasse, che non desiderasse solamente il suo corpo o il suo viso. I suoi genitori non lo capivano. Volevano solo che loro figlio si sposasse e che la smettesse di ripiegare su di loro.
La cosa che però non comprendevano, era che accadeva esattamente il contrario: Yoongi non aveva la benché minima intenzione di chiedere un qualsiasi aiuto finanziario ai suoi genitori, dato che erano loro stessi a domandarlo al figlio.

Buttò a terra il mozzicone di sigaretta, caplestandolo con forza. Affondò il viso tra le ginocchia, singhiozzando. Non capiva per quale motivo gli venisse da piangere, ma preferì sfogarsi.
Forse era perchè non si sentiva accettato dalla sua famiglia, forse perchè era solo, forse perchè nessuno lo aveva mai amato nè lo avrebbe mai fatto, forse perchè nonostante tutto era ancora in grado di respirare.
Cercò di bloccare i singhiozzi tra le labbra, ma non ci riuscì; era più forte di lui, ne sentiva il bisogno. Non aveva qualcuno sulla cui spalla avrebbe potuto piangere, che lo avrebbe potuto consolare, che lo avrebbe potuto amare.

Si alzò finalmente da quella triste scaletta, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano e leccando quelle che gli avevano bagnato le labbra, lasciando dietro di sè, come simbolo del suo passaggio, solamente un mozzicone di sigaretta spento.