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|Sono certo che tu sia una brava persona, ed è per questo che ti voglio qui, con me. Resta al mio fianco, te ne prego.|
Quando si risvegliò, Jimin si trovava in una stanza che non aveva mai visto prima d'allora; grande, con le pareti tinteggiate di un bianco chiaro e pulito ed illuminata da un'unica finestra che stava dirimpetto rispetto alla porta, trovandosi dunque alla sua sinistra. Era al caldo, avvolto in una spessa coperta, sdraiato su di un materasso morbido che gli rilassava la schiena ormai indolenzita, a causa della posizione scomoda in cui aveva dormito per quasi più di una settimana. Si guardò intorno, spaesato dal luogo a lui sconosciuto, per scoprire una tazza di caffè ancora fumante poggiata sul comodino alla sua destra; affianco ad essa, trovò un bicchiere d'acqua e dell'aspirina che decise di prendere subito, dato che sentiva la gola bruciare e le tempie che pulsavano, causandogli un'emicrania terribile. Si alzò a sedere, sentendo un dolore terribile acuirsi ed espandersi lungo la sua colonna vertebrale. Si massaggiò lentamente la schiena, allungando il braccio per afferrare il bicchiere d'acqua e l'aspirina.
La gettò nell'acqua, attendendo che si sciogliesse e, nel mentre, abbandonò la testa sul cuscino.
Chiuse gli occhi, ed improvvisamente un problema a cui non aveva fatto testo fino a poco prima fece capolino nella sua mente.
Dove si trovava? Era abbastanza convinto che la sera prima si fosse addormentato nel parco mentre parlava con Yoongi. Che lui lo avesse rapito nel sonno e condotto nella sua abitazione per vendicarsi del fatto che non avesse accettato la sua proposta? No, impossibile. Credeva di conoscerlo, lo aveva sempre rispettato: sebbene avesse insistito molte volte, non aveva mai provato ad imporgli la sua decisione e quindi l'idea che avesse potuto rapirlo gli pareva alquanto strana ed improbabile.
Pensò quindi di essere stato rapito nel sonno da un qualche maniaco, forse un predatore sessuale, che lo avrebbe tenuto chiuso in quella casa per mesi, forse anni, senza mai restituirgli la libertà.
L'idea lo fece immediatamente impanicare ma, dato che temeva il suo ipotetico rapitore, non volle urlare per timore di aizzare la sua rabbia.
Guardò sospettoso il bicchiere d'acqua in cui l'ipotetica aspirina si era completamente sciolta.
《E se fosse una droga? O un sonnifero? O una qualche medicina strana per inibire i miei sensi?》Mormorò tra sè e sè, prendendo il bicchiere tra le mani e scrutando attentamente il contenuto.
《Mi spiace distruggere i tuoi sogni, ma quella è solo un'aspirina.》Sentì dire.
Si girò rapidamente, spaventato dalla persona che avrebbe potuto trovare alle sue spalle.
Rimase spiacevolmente sorpreso, nell'incontrare lo sguardo di Yoongi: non si aspettava che il maggiore fosse talmente egoista da rapirlo nel sonno per costringerlo a vivere con lui.
Nel vederlo, corrucciò le sopracciglia, fece il broncio e, sbuffando, girò il volto di lato, distogliendo così lo sguardo da quello di Yoongi.
《Che hai?》Sospirò infastidito Yoongi.
Jimin non rispose, facendo quindi sbuffare il maggiore.
《È così che mi ringrazi?》Grugnì, sedendosi sul letto e passandosi la mano sul viso. Nel sentire quelle parole, mostrò un palese fastidio nei confronti dell'altro.
《Ringraziarti di cosa? Di avermi rapito nel sonno e di avermi costretto a venire a casa tua?》Sbottò irritato Jimin, girando la testa di scatto e puntando il suo sguardo irato contro quello più calmo del maggiore.
《Io ti avrei rapito?》Domandò prima di scoppiare a ridere sguaiatamente.
《Questa era bella! Davvero! Ottima battuta!》Aggiunse, guardando con sfida il biondo.
《Si da il caso, mio piccolo Jiminie, che tu ieri sera sia svenuto nel parco e che il sottoscritto abbia avuto talmente tanta compassione del tuo stato pietoso, da avere la magnanimità di prenderti in braccio e di trasportarti personalmente fin qui.》Spiegò tranquillo Yoongi, con aria di scherno.
《E non è perché sono un maniaco che ti ho chiesto di venire a vivere con me, te l'ho già detto. È perché credo davvero che tu sia una brava persona, ed è per questo che ti voglio qui, con me. Resta con me, te ne prego.》
Jimin sgranò gli occhi, sentendosi un po' in colpa per averlo immediatamente incolpato di qualcosa senza conoscere realmente i suoi motivi. Quelle parole gli avevano riscaldato il cuore, facendolo sentire felice come mai prima d'allora. Strinse la coperta tra le dita, sentendola morbida e calda.
《M-Mi hai anche messo a letto?》Domandò timidamente, tirandosi il tessuto fin sul petto. Sentiva le guance che andavano a fuoco e si sentiva incredibilmente riconoscente nei confronti di quel ragazzo, che lo aveva deliberatamente portato a casa sua, nel suo letto, dandogli un luogo dove dormire e delle medicine con cui curarsi.
Dopo averlo visto annuire, arrossì ancora di più, mormorando un timido "grazie".
Sapeva che Yoongi in realtà era una brava persona e, nonostante fino a quel momento non se la fosse sentita, decise di dare anche a lui una piccola gioia.
《Va bene.》Sussurrò, sporgendo la mano verso la sua e tirandogli di poco la manica della camicia.
《Va bene cosa?》Domandò confuso Yoongi, non capendo a cosa si stesse riferendo tutto d'un tratto Jimin.
《Va bene, vengo a vivere con te.》Mormorò il minore, le guance rosse e gli occhi lucidi. Yoongi lo guardò confuso, mostrandogli poi però un tenero sorriso.
Si sporse verso di lui, gettandogli le braccia attorno alle spalle ed abbracciandolo con dolcezza.
Jimin scoprì che l'odore del maggiore era davvero buono e, senza neanche accorgersene, desiderò esserne impregnato.
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Auguri a chiara-burci 🙆🌸💘
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Mara
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