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32.-Is It Love?-

Il weekend era trascorso tranquillo, Eren era uscito con gli amici ma non aveva accennato nulla del piano di Erwin.
La notte precedente al lunedì si era ritrovato in lacrime sotto la doccia.

Ripensò ai propri comportamenti infantili, alla persona che stava apparendo difronte a tutti e agli errori che non voleva ammettere di aver fatto.

Il castano cominciò a trovarsi sempre più simile alla ex moglie del professore, Levi non sarebbe stato nel torto se avesse iniziato a trattarlo con il rispetto che meritava.

Jean non era stato troppo gentile a dirgli come stavano le cose, ma aveva fatto risvegliare nel ragazzo quella parte di ragione perduta.

Eren pensò a se stesso insieme ad Erwin, insieme a Petra e non poté non trovarsi disgustoso. Rifletté sulle parole del professore e su come l'avesse trattato lui a lezione. Poteva ubbidire e nulla sarebbe successo, ma perché non si era fermato?

Il castano tentò di trattenere le lacrime, ma il dolore e l'odio che provava nei propri confronti erano troppo.
Uscì dalla doccia pensando di dover scoprire chi fosse lo 'sconosciuto', Jean ed Armin non credevano fosse il professore di ginnastica, e molte volte l'intuito del miglior amico si era rivelato giusto.

'Devo capire chi è. E devo farlo da solo.' Si disse indossando il pigiama.

Prese il cellulare rileggendo la chat dall'inizio alla fine, per tutta la notte.



Le sette di mattina non ci misero molto ad arrivare, Eren stanco per la notte in bianco si vestì più in fretta che poté e fece colazione.

Sbadigliò appoggiando il mento sul palmo della mano, gli occhi minacciavano di cedergli e non sembrava lucido abbastanza per un giorno di scuola.

'Credo di non averci capito nulla.' Pensò uscendo di casa.

Si incamminò verso la scuola rimuginando sulla chat per l'ennesima volta.
Leggeva e rileggeva, ma il suo cervello sembrava avesse staccato la spina.

Tuttavia due punti lo insospettivano.
Il primo era riguardante la spiegazione dell'assenza dei professori.
Eren ci pensava da tutta la notte, lo sconosciuto aveva sempre una spiegazione riguardo tutto, ma quella volta non aveva motivato l'assenza di entrambi i professori.

La seconda era legato all'ordine cronologico degli avvenimenti, l'informazione era stata riferita in due modi diversi dai due professori.

Erwin aveva detto qualcosa a proposito della sua assenza all'appuntamento, ma questo distaccava da quello riferito dal corvino.

'Cos'è?!' Gridava dentro di sé.

Chiedere aiuto ad Armin l'avrebbe messo in imbarazzo, voleva apparire intelligente abbastanza da capirlo da solo.

Si portò una mano sugli occhi stropicciandoli, tentò di ricordare la conversazione con Erwin.

-Levi l'ha trattenuto picchiandolo e non è potuto venire. Ha detto più o meno così.- Mormorò a bassa voce.

Una lampadina si accese nella testa del giovane, mentre gli tornava in mente il momento in cui lui e il corvino avevano parlato in biblioteca.
Levi gli aveva confessato i motivi delle sue assenze e il pestaggio tra i due professori era avvenuto il primo giorno, non il giorno dell'appuntamento.

'Erwin non può essersi confuso. Sembrava credere nelle proprie parole, le spiegazione sono due. O non si ricorda la conversazione avuta con me, e quindi ha mentito. Oppure lui non è il contatto e mi ha detto ciò per... per riproporre ciò che è avvenuto in macchina.' Pensò Eren sorridendo per il suo ragionamento.

'Se non fosse stato per Levi... crederei davvero che Erwin sia lo sconosciuto.' Lo ringraziò tra sé e sé portandosi una mano sul collo.

Gli faceva male per averlo tenuto fermo nella stessa posizione per tutta la notte.
Si appoggiò al muretto della scuola sbilanciandosi indietro.

'È così vuoto lo zaino?!' Sbottò sbattendo con la schiena. 'Però sono in anticipo, di un quarto d'ora e...' Si interruppe rendendosi conto di non avere con sé lo zaino.

Imprecò sotto voce, cominciando a correre verso casa.

'Oggi è una brutta giornata.' Pensò sperando di ritornare in tempo a scuola.



'Perché alla prima ora ho Levi?!' Sbottò essendo arrivato col fiatone dopo dieci minuti. 'Come entro in classe, quello mi umilia.'

Imprecò un'altra volta bussando alla porta dell'aula, sentì il professore fermarsi dalla spiegazione.

-Questo è Jaeger.- Lo sentì mormorare alla classe.

Il corvino l'aveva fatto apposta a farsi udire dal castano, voleva una piccola vendetta per il fine settimana passato.

-Occupato.- Disse poi mentre la classe scoppiava a ridere.

Eren aprì la porta fregandosene degli sguardi da parte dei compagni e quello soddisfatto del professore. 

-Non si usa più chiedere di entrare?- Domandò Levi incrociando le braccia.

-Ha ragione, mi scusi.- Rispose sedendosi accanto a Jean.

Il professore aggrottò la fronte nel vedere il ragazzo così avvilito, stanco, con gli occhi gonfi di sonno e coi vestiti in disordine.

Eren gettò la testa sul banco, voleva dormire e voleva un cuscino, data la scomodità della superficie liscia.

-Devo ricordarmi di dormire da ora in poi.- Commentò convinto di star parlando tra sé e sé.

Levi come udì il giovane parlare scattò come una molla, credeva che il castano trovava noioso lui e le lezioni. Dopo aver visto Eren con la ex moglie il minimo che potesse fare era ascoltarlo, invece nemmeno quello.

-Addirittura? Vuoi pure un caffè?- Domandò sarcastico il corvino.

Il più piccolo non rispose, aveva chiuso gli occhi e Levi minacciava di prendere a pugni anche lui.

-Eren... svegliati.- Lo scosse Jean notando il professore infuriato.

-Cosa c'è?- Domandò sbadigliando il giovane. -È finita l'ora?-

Vide l'amico fargli cenno di no preoccupato per la furia del corvino.

-Sei arrivato in ritardo. Stavi dormendo. E mi hai fatto capire che non ti interessa niente di me. Starai scherzando riguardo la fine dell'ora?!- Esclamò l'uomo sbattendo una mano sul banco del più piccolo.

-Ma cosa ho detto?- Chiese in sussurro a Jean, il quale riferì le stesse parole pronunciate dal castano.

'Sono stupido.' Si insultò prima di spiegare al professore cosa intendesse.

-Non mi riferivo a lei. La trovo molto interessante, continui.- Parlò non prestando attenzione a come riferiva i propri pensieri all'uomo.

Si stropicciò gli occhi per l'ennesima volta coprendo l'ulteriore sbadiglio.

-Mi prendi in giro adesso?- Chiese il corvino schioccando le dita difronte al più piccolo.

-No!- Sbottò il giovane stufo. -Non mi riferivo a lei, non ho dormito stanotte. Okay? Le va bene la spiegazione?!-

Eren si rese conto in seguito di ciò che aveva detto all'uomo. Si preoccupò sperando che il professore fosse tranquillo abbastanza da non prendere provvedimenti.

-Se tu non dormi, non sono problemi miei. Ma non mi parlare mai più così! E... vatti a dare una rinfrescata.- Concluse l'uomo arrabbiato e con l'istinto omicida sulle porte.



La lezione ritornò alla normalità, Eren aveva seguito svogliatamente. Non aveva capito niente preferendo pensare al proprio letto che lo aspettava a casa.

Levi lanciava delle occhiate al più piccolo, cominciava a non sopportare la stanchezza del castano.

'Dormo io tre ore a notte, quando va bene. Per una volta che non riposi quelle quattordici ore non ti lamentare.' Commentò Levi ironico udendo la campanella del termine della lezione.

Eren era collassato sul banco una decina di minuti prima, così non era riuscito a sentirla.
Il corvino roteò gli occhi al cielo salutando gli alunni.

Rimise a posto le proprie cose ed uscì dalla classe, si voltò notando il castano ancora addormentato sul banco.
Jean l'aveva lasciato lì, ne aveva piene le scatole anche uno dei suoi amici ed il pensiero fece ridere l'uomo.

'Eren... sei un disastro...' Commentò rientrando in aula.

Chiuse la porta alle proprie spalle avvicinandosi al banco del giovane.
Quest'ultimo dormiva sorridendo, l'uomo si domandò a cosa potesse pensare.

'A cosa sogni? O meglio... a chi?' S'incuriosì il corvino.

Passò una mano sulla schiena del più piccolo, accarezzandola. Si avvicinò con le labbra all'orecchio del castano mormorandogli di svegliarsi.

-Sarai anche un disastro, ma sei il mio disastro.- Confessò in un sussurro appena udibile il più grande.

-Si... un disastro...- Mugolò il castano ancora addormentato. -Erwin... si, sono il tuo disastro...- Borbottò senza rendersene conto.

Levi spalancò le labbra atterrito dalle parole del più piccolo, delle semplici ma mortali parole.

-Cosa?!- Esclamò un po' troppo ad alta voce. -Piccolo, non sono Erwin...- Soffiò sul collo del ragazzo.

Quest'ultimo ridacchiò nel sonno, percepì il respiro di una persona e pensò all'ultima che gli aveva baciato il collo.

-Scusami Petra... ho fatto confusione...- Mormorò appoggiando una mano sul punto in cui la donna aveva lasciato il succhiotto.

Il corvino afferrò il polso del ragazzo costringendo a svegliarsi ed alzarsi dalla sedia.
Lo fece indietreggiare bloccandolo al muro.

Eren scosso cercò di comprendere la situazione. Era solo in classe, quale ora di lezione fosse non lo sapeva e aveva Levi addosso.

Quest'ultimo stringeva un braccio del ragazzo mentre con l'altro si era appoggiato al muro.
Si avvicinò con le labbra al collo del castano, il quale fremeva dalla paura e dalla felicità.
Desiderava il corvino, ma il posto in cui erano e la presenza di persone appena fuori dall'aula non lo rendevano tranquillo.

Percepì Levi segnare il collo del giovane con baci umidi, i più belli che il ragazzo avesse ricevuto. Strinse la pelle tra i denti, segnando il proprio passaggio.

-Non voglio ti tocchi più nessuno.- Mormorò cancellando la presenza di Erwin e di Petra sul ragazzo.

Eren mugolò dal piacere, lasciandosi toccare dal più grande. Quest'ultimo si spostò verso l'orecchio del castano, morse il lobo causando un ulteriore lamento del giovane.

-Piccolo, non so cosa ti ha detto quell'uomo, ma sono io...- Levi si bloccò pensando ad un'altra soluzione per confessare al castano di essere lui il contatto. -Sono io... sono io ad avere 36 anni, ad essere gay ed a frequentare il corso di felicità.-

Levi cercò la via di fuga più semplice, non riuscì ad ammettere di amare il castano, ma così facendo sarebbe riuscito a fargli capire l'identità dello sconosciuto.
Il ragazzo continuava ad ascoltare il corvino, nonostante la situazione fosse molto più importante per il giovane.

Il professore si gettò sulle labbra del castano, lo baciò dolcemente sentendo Eren stringerlo per la vita ricambiando il bacio.
Entrambi desideravano di più, in quel momento, la paura di essere trovati e l'amore da parte di entrambi, li facevano uscire di testa.

Il corvino chiese l'accesso con la lingua alla bocca del più piccolo, il quale non glielo impedì.
I loro baci si fecero più appassionati e focosi.

L'uomo si separò dal castano sentendo qualcuno bussare alla porta.
Riconobbe Erwin dall'ombra e dovette ricomporsi insieme ad Eren.

I due si avvicinarono alla porta mentre il biondo sorridente chiedeva perché il castano non fosse a lezione.

-L'ho trattenuto io, dovevo parlargli delle... delle insufficienze nella mia materia.- Si scusò il più basso cercando lo sguardo di Eren.

-Si... mi scusi, la raggiungo immediatamente.- Borbottò il ragazzo prendendo lo zaino e rimettendo in ordine i libri.

Aveva lezione con Erwin, il quale l'era venuto a cercare.

-Arrivederci.- Salutò il più piccolo lasciando gli uomini da soli.

I due colleghi si scrutarono un instante, poi Levi fece per uscire.

-Lo sconosciuto di Whatsapp, sei tu?- Chiese Erwin bloccando il più giovane.

-Ti riguarda?-

-Si. Eren pensa sia io, mi dispiace davvero 'gigante'.- Commentò sarcastico dirigendosi verso la palestra della scuola.

'Pestarlo non è servito a niente?!' Sbottò il corvino incontrando la collega di chimica. 'Devo trovare il modo di recuperare i contatti con Eren.'

-Come stai 'nanetto'?- Domandò la professoressa affiancando l'amico.

-Non ti immischiare, quattr'occhi.- Tagliò corto il corvino causando una risata da parte della donna.




//Per farmi perdonare dell'assenza di ieri, l'ho scritto più lungo degli altri ❤️

Episodio di ieri?🙊😍\\

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