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29.-My Puppet-

La giornata cominciava con le due ore di ginnastica. La materia al ragazzo piaceva, ma dopo l'accaduto con Erwin avrebbe rinunciato volentieri.

Armin e Jean avevano pensato bene di restare il più vicino possibile all'amico. Se il professore si fosse avvicinato, i due l'avrebbero protetto.

Eren ringraziò mentre procedevano con i consueti giri intorno alla palestra, il biondo odiava quella materia data la sua carenza.
Tuttavia dava il massimo, ora poteva farla passare anche più in fretta vicino al fidanzato e al miglior amico.

-Sapete, prima ho visto Ackerman.- Disse Jean al terzo giro.

-E?- Lo incitò a proseguire il castano.

-Era davvero scosso. Sembrava avesse pianto, il viso pallido più del solito e gli occhi arrossati, contornati dalle solite occhiaie. Ragazzi, oggi spero non interroghi. Fa davvero paura.- Commentò il più alto passando accanto al professor Smith.

Eren volse una veloce occhiata all'uomo, il quale senza farsi notare gli fece un occhiolino leccandosi le labbra.
Il castano rabbrividì velocizzando la corsa.

-Aspettaci!- Esclamarono in coro i due fidanzati.

Riuscirono a raggiungerlo, svoltando dietro il muro della palestra. Lo sguardo del professore non li inseguiva più, così si fermarono.

I tre ragazzi ripresero fiato, poi Armin chiese al miglior amico cosa fosse successo.

-Mi... Mi ha...- Eren parlava nervosamente, tremava come qualche sera precedente. -Mi ha fatto l'occhiolino... e... si leccava le labbra...-

-Quello è pazzo!- Esclamarono i fidanzati.

-Levi l'ha già avvertito, ma non mi sembra voglia smettere. Cosa... dovrei dirglielo?- Domandò il castano riferendosi al corvino.

-Si, non parlare con Smith, ma Ackerman sembra affidabile. Per cui digli del suo comportamento, vedrai che farà qualcosa.- Concordò Armin sorridendo all'amico.

I tre ragazzi ripresero a correre, Eren pensava ai due professori ed alla propria situazione.

'Devo parlare con Levi' Pensò volendo sapere cosa gli fosse successo e dovendogli raccontare di Erwin.



Jean ed Eren presero la direzione dell'aula, salutarono Armin che si dirigeva verso il laboratorio di chimica.
I due amici sentirono dei passi, si fecero sempre più vicini, finché non decisero di voltarsi.

Erwin li seguiva, precisamente seguiva Eren, così il più alto strattonò il braccio del giovane.

-Muoviti.- Sussurrò all'orecchio del più piccolo.

Quest'ultimo si mosse, voleva raggiungere l'amato professore, prima che il biondo lo trattenesse o che succedesse un casino nei corridoi della scuola.
Per quanto avrebbero voluto, Jean ed Armin, non potevano mettersi contro i professori picchiandoli o insultandoli.

-Jaeger?- Lo chiamò il professore.

Costrinse i due amici a bloccarsi. Restarono girati di spalle, Jean stringeva il braccio del più giovane mentre valutava cosa fare.

-Si?- Parlarono in coro.

-Credo che abbia scordato il cellulare in palestra.- Lo informò l'uomo sorridendo.

Continuò a camminare senza fermarsi, un comportamento che stupì i due ragazzi.
Il castano controllò le tasche dei pantaloni, imprecando sotto voce.

-Jean... sono proprio sbadato. Torno subito. Aspettami in classe, e... se Levi lo chiede digli dove sono.- Chiese all'amico vedendolo annuire.

Il castano corse verso la palestra, doveva fare il più in fretta possibile senza farsi vedere da Erwin solo e nemmeno da Levi in giro per la scuola.



-Dove l'ho lasciato?- Sbuffò dopo una decina di minuti passati a cercare il cellulare.

Nello spogliatoio non c'era, così pensò alla cattedra del professore dove solitamente gli alunni appoggiavano gli oggetti di valore.

'Niente.'

-Cerca il suo cellulare?- Domandò la voce mascolina di Erwin.

-Si.- Rispose distratto, per poi alzare lo sguardo verso il proprio interlocutore. -Aspetti... ma perché ce l'ha lei?-

-L'ho trovato, glielo volevo restituire.- Spiegò porgendolo al ragazzo.

-Ma... lei... lei mi ha incontrato anche prima... perché non me l'ha restituito?- Balbettò il castano avvicinando la mano a quella del biondo.

Afferrò il cellulare, ma il professore bloccò il polso del giovane trattenendolo e stringendolo a sé.
Eren appoggiò le mani sul petto di Erwin, cercava di ribellarsi alla presa del più grande, inutilmente.

-Secondo lei?-

-Si allontani.- Mormorò nervosamente il più piccolo.

-Scusa, ma non ho ancora finito...- Sussurrò a sua volta sollevando il mento del castano.

Il giovane chiuse gli occhi impaurito, Erwin lo tratteneva saldamente per la vita con una braccio e mentre con il pollice dell'altra mano fece schiudere le labbra dal ragazzo.

Si avvicinò al volto di Eren, il quale percepì il respiro caldo e rilassato del più alto. Rabbrividì, ma poco prima di essere baciato dal professore un rumore fece allontanare i due.

Guardarono fuori dalla palestra notando un'ombra dileguarsi, Eren approfittò del trambusto per abbandonare l'uomo e raggiungere la propria aula.


-Mi scusi, professore... avevo... avevo lasciato il cellulare... e...- Il castano si appoggiò allo stipite della porta, porgendo le scuse al nulla.

-Guarda che il professore non è ancora arrivato.- Commentarono alcuni suoi vecchi amici.

Il giovane alzò lo sguardo, si meravigliò alzando le spalle e borbottando un 'meglio così', prima di sedersi accanto a Jean.

Quest'ultimo corrugò le sopracciglia nel notare l'amico così ansioso.

-Ma non vi siete incontrati?- Domandò ad Eren.

-Chi?-

-Tu e Levi. L'ho visto poco prima di entrare in classe, mi ha chiesto dov'eri e gli ho spiegato la situazione.- Raccontò il più grande.

-Non l'ho visto... ma... Erwin ci ha riprovato.-

Jean strinse i pugni, fece per ribattere ma la porta della classe si aprì rivelando la figura del professore, amato dalle alunne.



-Jaeger, in coppia con Ackerman.- Concluse il corvino avendo assegnato dei lavori a gruppi.

-Posso stare con Jean?- Domandò il più piccolo infuriato per la scelta del più basso.

-Non puoi ottenere tutto quello che vuoi. Ti ho messo in coppia con lei, qual è il problema?- Sbottò acido il più grande causando una risata generale da parte della classe.

Jean guardò stranito il professore. Per quale ragione l'uomo si comportava così con il più giovane?

-Qual è il suo, invece?- Borbottò un po' troppo ad alta voce.

-Jaeger! Fuori dalla porta.- Ordinò il corvino non avendo voglia di trovar da dire.

'Cos'hai?' Si chiese dentro di sé. 'Ti va di discutere? Va bene.'

-Professore, la vede?- Domandò il castano attirando l'attenzione dell'uomo.

-Cosa?- Chiese corrugando le sopracciglia il più grande.

-La vastità del caz...-

Il giovane non riuscì a terminare la frase che Levi si alzò dalla sedia e raggiunse il banco del più piccolo.
Un assordante silenzio piombò nella classe, tutti rivolsero lo sguardo verso i due 'attori' in scena.

-Ripetilo.- Lo minacciò appoggiandosi con entrambe le mani sul banco del ragazzo.

-Sai cosa le dico?- Continuò il più giovane scordandosi del rispetto che avrebbe dovuto portare al professore.

-Se è un'altra stupidaggine non la voglio sapere.-

-Che tu che piangi mi fai ridere.- Eren scoppiò a ridere sotto gli occhi minacciosi del corvino e lo stupore della classe.

-Esci dall'aula.- Disse infuriato al più piccolo.

-Come l'altra volta? Mi solleva lei?- Continuò il castano ridendosela.

-Eren... smettila ora...- Sussurrò Jean all'amico.

-Allora?- Chiese il ragazzo senza ascoltare l'amico. 

-Sollevare delle nullità? Lo faccio tutti i giorni.- Commentò sarcastico il più grande. -Torna a fare la marionetta di Erwin.- Mormorò in modo che solo il diretto interessato sentisse.

Il ragazzo scattò in piedi.
Levi ritornò verso la cattedra seguito dal giovane infuriato, il quale lo costrinse a voltarsi.

-Lei ha una gran faccia tosta. Non parla ad alta voce per non far brutta figura, ma la crudeltà la conosce bene! Non si azzardi mai più a dirmi una cosa del genere.- Lo minacciò puntandogli un dito davanti alla faccia.

-Datti una calmata. Ragazzino. Adesso, esci da questa classe e lasciami proseguire la lezione. Non voglio discutere con te, Jaeger!- Esclamò l'uomo più basso spostando il polso del ragazzo.

Quest'ultimo si mosse accecato dall'ira fuori dalla classe, decise di incamminarsi per i corridoi e di non rientrare in aula prima della fine della lezione.

-La vedo sempre in situazioni del genere.- Disse Erwin notando il più piccolo piangere.

-Anche lei? Davvero, non ne posso più. Ho già un bastardo 'gigante' che mi da fastidio. La prego di non immischiarsi.- Sbottò il giovane sollevando lo sguardo sull'uomo.

-Che ha fatto?- Chiese il biondo.

-Mi ha fatto arrabbiare. Ancora. Come sempre. Come quell'altro. Come è solito fare. Quei due mi faranno impazzire.- Parlò d'impulso il più giovane.

-L'altro?-

-Si.- Annuì distrattamente il castano. -Un pedofilo, pervertito o quel che è, uno sconosciuto che mi scrive su Whatsapp. A volte mi sembra di parlare con Levi, mentre parlo con l'altro e viceversa.-




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