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50. -Mikasa Ackerman-

Levi si preparò, la mattina presto, per uscire ed andare a trovare la ex moglie. Non sapeva cosa avrebbe fatto o cosa gli avrebbe chiesto, ma dentro di sé sentiva il bisogno di sapere la verità e il motivo delle sue azioni.

Si sarebbe arrabbiato? E, in quel caso, avrebbe mantenuto la calma?
O avrebbe agito come con Erwin?

'Non posso prendere a pugni una donna.' Si ricordò alzandosi dal tavolo della cucina.

Si avviò verso la porta di casa, ma un messaggio bloccò il suo intento di andare da Petra.

-Levi Ackerman, quanto tempo!-

Il corvino si accigliò richiudendo la porta, sedendosi sul divano.

-Da ieri sera?- Gli chiese con fare ovvio. -Non ti sarai dimenticata?-

-Certo che no. Ma volevo aiutarti a capire chi sono.- Scrisse la sconosciuta, mentre l'uomo osservava lo schermo sempre più confuso.

-Lo so già. Infatti volevo venire a fare due chiacchiere con te.- Confessò il professore.

-Perfetto, allora ti aspetto. Ci dovresti mettere dieci minuti, giusto?-

-Due ore. Vivo a Trost, non ti ricordi?-

'Che l'è preso?!'

-Anch'io vivo a Trost. E sono al bar 'Wings of Freedom'.- Ammise il contatto. -Non smetterò mai di sperare che Eren ritorni.-

Levi si portò una mano sulla fronte, la sconosciuta stava dando di matto oppure aveva bevuto.
Cosa stava succedendo a Petra?

-Perché sei qui? Non dovresti essere a casa, con tuo marito?- Gli chiese, allora, il corvino.

-Credo di essere ancora troppo giovane, per sposarmi. Tu non credi? Ho appena 19 anni.- Scrisse il contatto preoccupando, non poco, il professore.

La ex moglie non aveva diciannove anni, e se questa persona non era sposata e abitava a Trost non poteva essere lei.
Oppure poteva mentire, per distrarlo.

-Mi prendi in giro? È ovvio che fingi di non essere Petra. Puoi smetterla adesso.- Replicò innervosito l'uomo.

-Petra? Scusa, ma non la conosco. Dici di sapere chi sono, ma ti stai sbagliando.-

-Davvero? E come faccio a sapere che non mi stai prendendo in giro?- Domandò il corvino.

Levi, per un attimo, pensò davvero di essersi sbagliato. E se davvero la ex moglie non centrava nulla, il professore stava per causare altri danni in un'altra coppia come aveva fatto con Erwin.

-Potresti venire al bar e lo sapresti.-

-Non ci penso neanche. Non voglio rientrare lì.-

Al corvino mancava l'ex fidanzato, e rivedere il luogo dove lavorava o sentire la cugina di Eren parlare di lui, lo intristivano di più.
Il solo rientrare a casa e non vederlo lo facevano sentire solo, recarsi nei posti frequentati da Eren era anche peggio.

-Bene. Allora fammi tutte le domande che vuoi.-

-Potresti mentire anche nelle risposte.- Controbatté il corvino.

-Come fai a dirlo, se non mi chiedi niente?- Lo provocò la sconosciuta.

Il professore sospirò.

-Va bene.- Si prese qualche istante per decidere cosa chiederle. -Cosa intendevi con 'quanto tempo', nel primo messaggio? E perché sei nel bar?-

-Perché, se ancora non l'avessi capito, noi due ci conosciamo da tempo. E sono nel bar perché mi manca Eren, e perché, se dovessi cambiare idea, potremmo incontrarci qui.- Rispose la sconosciuta.

Nel leggere che, alla persona con cui messaggiava, mancava Eren, il corvino venne sopraffatto dalla gelosia.

-Io non ti conosco, a meno che tu non sia la mia ex moglie. Ti manca il mio Eren?-

-Mi sa che non è più, così tanto, tuo.- Scherzò la sconosciuta.

-Come?!- Sbottò l'uomo nervoso.

-Professor Ackerman, come fa a non ricordarsi di me?- Cambiò discorso il contatto.

-Eri una mia studentessa?-

-Indovinato! E chi precisamente?- Domandò la sconosciuta.

-Come faccio a saperlo? Non ho avuto solo una studentessa femmina.- Rispose il corvino, trovando il contatto ancora più fastidioso di prima.

-Ma sono l'unica che avrebbe desiderato la vostra rottura e il vostro, futuro, matrimonio andare in frantumi.- Ammise la sconosciuta. -Vuoi una mia descrizione completa, o l'hai capito da solo?-

-Solo per esserne sicuro. Descriviti.-

In realtà, il professore, aveva ancora dubbi riguardo la studentessa. E, non volendo prendersela con quella sbagliata, lasciò che la ragazza si presentasse.

-Alta come il mio Eren, magra, con lineamenti asiatici, capelli corvini, occhi grigi e porto il tuo stesso cognome. Ricordi quando ti ho offerto una sigaretta? Ne vuole una anche ora?- Domandò scherzando la ragazza. -Se non ti fosse ancora chiaro. Mi chiamo Mikasa.-

'Non è possibile...'

La sconosciuta era la ragazza che, per tutti gli anni del liceo, non aveva mai lasciato in pace Eren. Era possibile?
Si.

Aveva un motivo, aveva la possibilità di tenere sotto controllo il castano ed odiava la relazione tra Eren e Levi.
Mikasa Ackerman era il nome dello sconosciuto.

'Questo significa che se avessi dato retta a me stesso, Petra sarebbe stata accusata ingiustamente?'

Oppure 'Mikasa' poteva star prendendo in giro il corvino. Eppure Levi dubitava che la ex moglie facesse passare per colpevole qualcun altro, solo per scagionarsi.

-Posso provare che sono davvero Mikasa.- Scrisse la ragazza, spedendo subito dopo una foto che la ritraeva al 'Wings of Freedom'.

Era vero, Mikasa era la sconosciuta.
Tuttavia, Levi, si chiedeva perché la più piccola dovesse confessare all'improvviso di essere la responsabile.

Avrebbe passato guai, oppure aveva un piano?

-Ti credo. Sei Mikasa, ma perché me lo stai dicendo?-

-Non sei felice? Ora sai chi è la sconosciuta.-

-'Felice' non è proprio l'aggettivo che utilizzerei. Però tu ora passerai dei guai, lo sai?- Chiese il corvino sicuro che la ragazza avesse un'idea, per non passarli.

-Certo. Lo so. Tu puoi raccontare ad Eren che sono io la sconosciuta, dare la colpa a me e risolvere la situazione, tuttavia resteresti solo comunque.- Spiegò Mikasa.

-Che significa?-

-Che peccato essere il nipote di Kenny Ackerman.- Scrisse la corvina.

-Già, hai ragione. Non capisco dove vuoi arrivare con questa tua affermazione.- Si accigliò l'uomo, sospettando che il piano della ragazza stava per venire allo scoperto.

-Vivo con lui, è stato gentile ad ospitarmi a casa sua per agevolarmi con l'università. E mi ha parlato dell'incidente in cui rimase coinvolto il fratello di Eren, sua madre e te.- Scrisse Mikasa.

-E quindi?-

-Tu racconta pure ad Eren di me, ma preparati a dimenticarlo. Lui non sa dell'incidente, ed io e Kenny abbiamo già pronto un piano per farti passare per l'assassino in fuga.-

Levi sbiancò sgranando gli occhi, il piano era stato già realizzato ed in entrambi i casi Eren non sarebbe tornato con lui.
Poteva dire la verità, riguardo lo sconosciuto, ma avrebbe perso il 'fidanzato' per un altro motivo.
Oppure lasciare le cose come stavano, pur sapendo dello sconosciuto.

Era sorpreso che Mikasa vivesse proprio con lo zio, ma poteva essere vero. Nessuno sapeva dove fosse finito Kenny.

-Ricordati che ho saputo tenere d'occhio molto bene Eren. Per cui lo verrei a sapere se glielo dicessi.- Aggiunse la corvina, probabilmente ridendosela per la vittoria.

-E... e tu volevi davvero parlare con me, al bar?-

-Dirtelo a voce o tramite messaggio non cambiava.-

'Ha ragione.' Annuì Levi tra sé e sé.

-Dimmi solo una cosa.- Chiese il professore, convinto che Mikasa avesse vinto.

-Qualsiasi.-

-Perché? Perché volevi separare me ed Eren? Sai benissimo, che lui non tornerà da te.-

O avrebbe potuto, Levi non sapeva come il castano stava passando quel periodo.

-Sarò sincera. Odio la vostra relazione, solida e senza problemi. Io volevo dividervi, non vi sopporto insieme, ed Eren tornerà con me. Non importa come, ma crederà a me.-

Il corvino scoppiò a piangere, non c'era un motivo per quelle lacrime, tutta la situazione lo spingevano a piangere. Non poteva credere che solo per non aver parlato ad Eren, subito, dello sconosciuto, la situazione aveva preso una piega del genere.

-Ti devo salutare, professor Ackerman.- Scherzò la ragazza abbandonando Levi alle proprie lacrime.


//Sorry per ieri❤️🙏🏼🐙\\

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