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48. -Reason-

-Quindi Zeke avrebbe una ragione, per essere lo sconosciuto.- Ipotizzò Armin di ritorno dall'università.

Aveva incontrato il fidanzato in auto, di ritorno dal ristorante, ed avevano ripreso a parlare riguardo l'incidente.

-Di lui eri certo anche quando pensavi della complicità con Erwin.- Concordò il più alto, imboccando la strada di casa.

-Però non capivo cosa lo spingesse ad essere uno dei due sconosciuti.- Spiegò il biondo. -E per ora eviterei di dirlo ad Eren.-

-Perché? È suo fratello, potrebbe chiedere a lui e...- Jean venne interrotto dal più piccolo.

-Come l'ultima volta? La prima persona a cui l'aveva raccontato era stato Levi. Non per fargli una colpa, ma Eren ancora non deve saperlo, dato che sono solo ipotesi.-

Armin aveva pensato che il motivo delle azioni, del fratello del castano, potevano essere molto più 'nobili' rispetto quelle dell'altro sconosciuto. L'incidente, sempre che gliene avessero parlato, aveva causato la morte della madre di Zeke, il quale desiderava tenere al sicuro Eren dalla famiglia Ackerman.

Levi, secondo i rapporti e le testimonianze, era innocente, era solamente vittima dello stesso zio e sfortunato per essere imparentato con quella persona. L'errore di Zeke era solo uno, aveva fatto di tutta l'erba un fascio, e non aveva accettato il corvino come fidanzato, e futuro marito, del fratello.

I suoi motivi si spiegavano, e seguivano una logica, secondo Armin, ma come chiunque poteva sbagliarsi.

-E per il secondo sconosciuto?- Chiese Jean, dopo attimi di silenzio.

-Data l'innocenza di Erwin... non ne ho idea.- Ammise il biondo. -Qualcuno che vive qui e che vuole vendicarsi, o che potrebbe collaborare con Zeke, non mi viene in mente.-

Jean parcheggiò davanti a casa, mentre cercava una persona che corrispondesse alla descrizione del fidanzato.

-Deve per forza vivere qui, giusto?- Chiese il più alto.

Armin annuì scendendo dall'auto, seguito dal fidanzato.

-E se fossero i genitori di Eren?- Pensò Jean ad alta voce.

Il biondo guardò il più grande negli occhi. Non aveva tutti i torti.

-Non è un'ipotesi assurda. Potresti aver ragione, dopotutto loro non avevano accettato Levi già dai tempi del liceo.- Ragionò il più piccolo.

-Ma a quei tempi non lo accettarono perché lo consideravano un pedofilo, non c'entra niente con l'incidente... di cui Eren non ha mai fatto parola.- Gli ricordò il fidanzato, mentre il biondo si demoralizzava all'ennesima ipotesi che andava in fumo.

'Forse... forse invece non mi sbaglio.' Si disse tra sé e sé.

-E se i genitori di Eren avessero mentito riguardo l'incidente?- Pensò Armin aiutando il più grande a scaricare la spesa.

-E per quale motivo? Non era colpa di Eren, non era nemmeno nato quando è successo.-

-Non per quello.- Negò il più piccolo. -Il padre di Eren era il marito della madre di Zeke, no? Se già a quei tempi fosse stato medico, ma anche se non lo fosse stato, lui si ricorderebbe di quell'incidente dato che perse la vita la moglie e, quasi, il figlio.-

-Si... questo spiegherebbe la collaborazione con Zeke, riguardo l'allontanare Eren da Levi. Ma, quello che non capisco, è perché avessero mentito riguardo l'incidente con il secondo figlio.- Annuì Jean sempre più confuso.

-Se ricordi, Eren, ci ha detto che non parlava mai di suo fratello con nessuno, perché sentiva la sua mancanza dato che studiava in un'altra città, si sentiva solo quando i genitori lo nominavano o quando si ricordava dei pomeriggi che passavano insieme.- Cominciò Armin. -I primi due anni di liceo, li aveva trascorsi con quel gruppo di cui anche tu facevi parte. Ricordi? E forse in quegli anni ha 'dimenticato' di aver un fratello o si sentiva meno solo.-

-In quegli anni era particolarmente spensierato. E non parlava mai di sé stesso, stava nel gruppo ed era uno dei più vivaci. Al terzo anno, credo abbia cominciato a rinchiudersi e stava sempre con te.- Disse Jean, cercando le chiavi per richiudere l'auto.

-I genitori non gli avranno voluto raccontare l'incidente, dato che pian piano aveva superato la lontananza con il fratello e l'amore per Levi lo distraeva parecchio. L'incidente aveva avuto luogo tempo prima, quando Eren ancora non era nato, e avranno pensato di non dirglielo, da piccolo.- Riprese il biondo, attraversando la strada con il fidanzato.

-Una volta la madre di Eren l'aveva visto insieme a Levi, nel parlarne col marito possono aver pensato allo zio del 'fidanzato' del figlio.-

-Il padre di Eren, quindi, si sarebbe ricordato del nipote dell'assassino della sua prima moglie, e come ogni genitore avrebbe cercato di proteggere il figlio.- Continuò Jean, riuscendo a seguire i ragionamenti del più piccolo. -Però... la menzogna sull'incidente? In un momento del genere, io avrei detto a mio figlio la verità.-

-Ma Eren era felice, ora che aveva trovato degli amici, stava bene a scuola ed era fidanzato.- Obiettò Armin tirando fuori le chiavi di casa, dalla borsa.

-Non gli hanno detto niente?-

-No. Eren non sa dell'incidente, o ne avrebbe già parlato a Levi, o a noi. Quel giorno i suoi genitori hanno pensato di denunciare il fidanzato di Eren, considerato pedofilo, per allontanarlo.- Ragionò il biondo, entrando in casa. -La madre poi avrà pensato di dar al figlio la possibilità di scegliere. O lo lasciava o il padre l'avrebbe denunciato.-

-Nemmeno i genitori odiavano Levi, ma hanno ragionato come Zeke: lo zio era un assassino, quindi automaticamente lo doveva essere il nipote. O altrimenti, la famiglia di Levi poteva far del male ad Eren, se questi fosse rimasto col corvino.-

-In poche parole, Eren non sa dell'incidente perché i genitori hanno preferito non raccontarglielo. Se l'avessero fatto Levi sarebbe stato accettato, quasi sicuramente, e ora la famiglia di Eren non starebbe dando contro all'uomo.- Concluse Armin, trovando il ragionamento veritiero.

-Potevano agire solo così, visto che Eren aveva tagliato i ponti con loro, così si sono finti uno sconosciuto.-

L'idea che, finalmente, spiegava l'identità degli sconosciuti pareva reggere. I genitori di Eren, l'avevano tenuto sotto controllo quando era stato a casa di Armin e Jean, o con Erwin. Mentre a Trost ci pensava Zeke.

-Non diciamolo ancora ad Eren.- Disse il fidanzato del biondo.

Il più piccolo annuì, sedendosi sul divano. Chiuse gli occhi udendo il fidanzato preparare la cena.

Riaprì all'istante gli occhi ricordando di aver lasciato in auto i libri.

-Arrivo subito.- Mormorò uscendo di casa.

Attraversò la strada sbloccando lo sportello dell'auto.

'Ma quale genitori farebbe tutto questo?' Si chiese senza accorgersene. 'E quale genitori farebbe passare per poco di buono il figlio?'

Le domande lo tormentavano e lo infastidivano, sembravano dirgli che si stava sbagliando, un'altra volta.
Eppure tutto quanto combaciava perfettamente.

Tornò coi piedi per terra sentendo qualcuno che lo salutava.

-Arlert, buona sera.-


//🐙🤔chi ha guardato 'Sekai-ichi hatsukoi' capirà perché tutto ieri non ho aggiornato🙃 (credo che sia il primo anime che guardo in un solo giorno)\\

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