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46. -Truth-

-Nessun problema, Levi.- Rispose il biondo. -Possiamo parlare a casa mia?-

Il corvino si stupì, pensava che Zeke non avrebbe accettato immediatamente, poi annuì.
L'uomo più alto lo fece salire in auto, ed in silenzio arrivarono a casa del fratello di Eren.

-Accomodati.- Gli fece cenno il più alto indicando il divano.

Levi si sedette mentre il biondo appoggiava le chiavi di casa e si toglieva la giacca. Il corvino si guardò intorno notando il salotto perfettamente pulito, come piaceva a lui, ed immaginò Eren seduto sullo stesso divano dove in quel momento sedeva lui, mentre parlava col fratello.

Gli occhi del più grande si posarono su una foto, appoggiata sul tavolino difronte al divano. Era la foto di una donna con accanto un uomo, ed un bambino in braccio.

L'uomo e la donna, al corvino, gli ricordavano qualcuno. Persino il bambino, che ipotizzò fosse proprio Zeke da piccolo.

Accanto a quella fotografia, ce n'era un'altra. Questa volta con un uomo simile a quello della prima foto, ma più grande, una donna diversa da quella della prima foto, un bambino biondo che teneva in braccio un neonato.

Levi riconobbe i genitori di Eren, mentre i due bambini dovevano essere l'ex fidanzato appena nato, in braccio a Zeke.
Quest'ultimo si avvicinò al corvino, sedendosi accanto a lui.

-Era così strano tenerlo in braccio.- Commentò il biondo, avendo notato che il più basso guardava le foto.

-Strano?- Chiese il corvino.

-Si. Avevo sei anni, quando è nato e ricordo di aver appena concluso dei controlli in ospedale.- Spiegò il biondo, sorridendo al ricordo del fratello neonato. -Gli ho sempre voluto bene, fin dalla nascita.-

-Dei... dei controlli?- Balbettò il più basso corrugando le sopracciglia.

-Mio padre mi portava spesso in ospedale, ma non ricordo per che cosa.- Ammise il più alto.

-Capisco.- Annuì il corvino, tornando a guardare la donna della prima foto.

Era possibile che Zeke non si ricordasse dell'incidente? O che nessuno gliene avesse mai parlato?
Ma poteva non volerne parlare con Levi.

-Lei è mia madre.- Indicò il biondo osservando lo sguardo dell'uomo, seduto accanto a lui, posarsi sulla prima fotografia. -Se n'è andata qualche anno dopo la mia nascita, per via di una malattia.-

'Come?!' Levi schiuse le labbra, rendendosi conto che probabilmente il fratello di Eren non sapeva nulla dell'incidente.

Oppure era molto bravo a inventare bugie e a recitare.

Il corvino sperava più nella seconda, dato che voleva parlare con Zeke proprio dell'incidente.
Se non conosceva quella storia, poteva Levi rivelarglielo all'improvviso?

-Di cosa dovevi parlarmi?- Chiese il biondo.

-Di un... di un incidente.- Disse, senza riuscire a controllarsi.

Zeke corrugò le sopracciglia, annuendo.

-E... come mai proprio con me?- Si incuriosì il più alto.

-Perché ti riguarda.-

Entrambi non proferirono parola per qualche minuto. Il biondo si domandava se Levi non avesse sbagliato persona, mentre il corvino si chiedeva a cosa pensasse il fratello di Eren.

-Non hai mai sentito parlare di me?- Domandò il più basso pensando di cominciare così la discussione.

-Certo. Da mio fratello e a scuola, ho frequentato anch'io il liceo dove insegni tutt'ora.- Ammise il biondo, confuso.

-No, no, intendo... in un'altra occasione. Molti anni fa.- Spiegò il professore torturandosi le mani. -Precisamente, ventun anni fa.-

Zeke fece per pensarci, ma per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare di aver già conosciuto il 'fidanzato' del fratello.

-Non penso.- Rispose continuando a pensare che forse Levi avesse sbagliato persona.

-Di Kenny Ackerman, invece?- Tentò il corvino, una seconda volta.

-Beh... credo sia impossibile non sapere chi sia.- Ammise il biondo. -Ma... come mai lo vuoi sapere?-

-Perché... perché ti riguarda.- Ripeté Levi a corto di motivazioni. -E cosa sai di lui?-

Il più alto sospirò. -È un assassino. No?-

-Nient'altro?-

-È scappato dopo aver investito una donna.- Spiegò il fratello di Eren.

-Non sai chi sia quella donna?- Si accigliò Levi meravigliato.

Il professore sospettava che il più alto conoscesse le dinamiche dell'incidente, ma non le vittime e nemmeno sapesse della presenza di Levi.

'Perché non gli è stata detta la verità?'

-No, non lo so.- Rispose Zeke.

D'altra parte, il biondo, aveva iniziato a pensare che dato lo stesso cognome, tra Levi e Kenny ci fosse un legame di parentela.

Il motivo per cui il corvino doveva parlargli, però, qual era? Gli aveva detto che lo riguardava, ma in che modo Kenny riguardava Zeke? O quella donna morta anni prima?

-Sei un suo parente?- Domandò il più alto, trovando fastidioso il silenzio creatosi.

-È mio zio.- Confessò il professore. -E quel giorno, io, ero in auto con lui.-

-Per cui, sei stato testimone.- Commentò Zeke. -Ma ancora non capisco come centri tutto questo con me.-

-Sai... credevo te l'avessero detto. Pensavo stessi facendo finta di non conoscere questo incidente.- Ammise Levi. -È successo ventun anni fa, ed insieme a quella donna c'era anche un bambino. Lui è sopravvissuto.-

Il biondo guardò il corvino negli occhi, sempre più curioso di sapere dove stesse andando a parare il 'fidanzato' di Eren.

-Ero in auto con mio zio, lui ha accelerato investendo entrambi. Non sapevo che quello era il suo obiettivo di quella giornata, e nemmeno immaginavo che un giorno mi sarei ritrovato davanti al bambino di quell'incidente.- Raccontò Levi nervoso per aver appena rivelato ad una delle vittime di Kenny, la verità sull'accaduto.

-Ero io? E... la donna era mia madre?- Chiese incredulo il più alto.

Il corvino annuì, semplicemente, sotto lo sguardo sconvolto del biondo.

-Prima ero al bar, Magnolia sapeva dell'incidente, per cui ho dato per scontato che anche tu ne fossi a conoscenza. Mi scuso, per averti rivelato queste informazioni.- Disse il professore, pentendosi di aver preso l'incidente un po' troppo alla leggera.

-Prima o poi avrei scoperto dell'incidente, anche se ancora stento a crederci.-

-Ai tempi tuo padre non era stato intervistato, non mi sono insospettito leggendo il tuo cognome accanto al nome di Eren, al liceo. Credevo avessi preso il cognome di tua madre.- Spiegò il corvino.

-Non sono mai stato troppo con mio padre, da piccolo, lavorava come medico e sono pronto a scommettere che fosse lui ad essersi occupato di me, dopo l'incidente.- Ammise Zeke scoprendo, finalmente, il motivo del suo ricovero in ospedale.

-Quindi... Grisha Jaeger era stato il tuo medico? Ed è possibile che fosse stato anche il mio?- Domandò il corvino.

Levi si era dimenticato che il padre di Eren, era un medico nella città dove in quel momento l'ex fidanzato abitava. Perciò poteva essere stato proprio Grisha ad occuparsi sia del figlio, ai tempi molto piccolo, che di Levi, dopo l'incidente.

-Con tutti i pazienti che ha avuto, non so se si ricorda ancora, in più se nell'incidente ha perso la vita sua moglie forse avrà cercato di dimenticare quell'evento.- Ipotizzò il più alto.

'E se il padre di Eren si ricordasse di me? Forse non era Zeke a voler proteggere il fratello, ma proprio il padre.' Ragionò il corvino, attirando l'attenzione del fratello di Eren.

-Ma se tu volevi parlare con me, convinto che io sapessi dell'incidente, c'è dell'altro che non so.-

-Pensavo fosse questo il motivo per cui volevi allontanarmi da Eren.- Confessò Levi, sotto lo sguardo sempre più confuso del biondo.


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