4. -He Hates Me-
Eren, il pomeriggio, era entrato in camera da letto notando l'uomo seduto sul letto appoggiato alla testiera con la schiena.
Era fisso a guardare il cellulare, senza minimamente rivolgere uno sguardo al più piccolo. Quest'ultimo prese il computer portatile e una pila di libri pesanti e fogli ammucchiati, dirigendosi ancora alla porta.
-La porta.- Parlò Levi riferendosi allo spiraglio di luce che entrava nella stanza, una volta che il ragazzo era uscito.
-Un attimo.- Farfugliò dal salotto appoggiando ciò che teneva occupate le mani.
-Ti ho detto di chiudere!- Sentì esclamare dall'altra stanza.
Levi non aveva sentito il castano rispondere, e nemmeno notato ciò che stava portando. Per cui credeva l'avesse fatto apposta, a lasciare la porta aperta.
Eren tornò in camera aprendo del tutto la porta.
-Ti ho detto 'un attimo'. Ho solo due mani, e se ti dava fastidio potevi alzarti e chiuderla tu.- Rispose sbattendo la porta tornando in salotto.
'Cosa gli prende?!' Esclamò cercando di studiare e di non pensare all'uomo.
Levi alzò le spalle, nonostante lo sbattere della porta l'avesse infastidito. Era troppo preso dal numero, tanto da portarlo a trattare male il fidanzato.
Doveva scoprire di più e doveva farlo in quel momento. Ma cosa avrebbe potuto chiedergli senza destare sospetti?
-Allora... cosa vuoi che faccia per non annoiarti?- Scrisse non sapendo come intavolare un discorso.
-Mi stupisci, sai.-
-Perché?-
-Il fatto che mi hai scritto tu, significa che non sai ancora chi sia il cliente.- Rispose lo sconosciuto.
-Sei di memoria corta?- Scrisse confuso il corvino.
-No, ma potevi dire ad Eren che uno sconosciuto l'ha spiato e che ha cominciato a messaggiare con te. Non l'hai fatto, vero?- Intuì il contatto stupendo ulteriormente l'uomo.
-No. Non l'ho fatto.-
-Sei divertente.-
-Non posso dire la stessa cosa.- Commentò sbuffando il professore.
-Per non annoiarmi? Vediamo...- Cominciò lasciando in sospeso la frase.
'Perché i discorsi li lascia a metà o ne inizia un altro quando gli pare?!' Esclamò tra sé e sé trovandolo ridicolo.
-Potresti dirmi cosa ci fa un 39enne insieme ad un ragazzino.- Domandò quasi disgustato il contatto.
-Sul serio? Vuoi darmi del pedofilo o ti faccio schifo perché sono gay?- Scattò il corvino infuriato.
-Forse entrambe, ma non mi hai risposto.-
-Non voglio farlo. 'Non annoiarti' significa farmi sentire una persona orribile ed insultarmi quando ti pare?!-
-Per me è uguale. Ma dovrai trovare un altro modo per scoprire chi è il cliente.- Scrisse il contatto, nonostante sapesse già quale sarebbe stata la risposta di Levi.
Il corvino sbuffò.
-Io lo amo. Ti basta sapere questo, non lo faccio con doppi fini. E il mio orientamento sessuale non ti riguarda, sei tu ad aver iniziato la conversazione e penso lo sapessi già. Dubito ti dia fastidio che lo sia io.- Rispose l'uomo lasciando un sospiro.
-Wow, molto romantico... davvero... e cosa intendi? Mi da fastidio che non lo sia tu? In che senso?-
-Non posso saperlo. Un'omosessuale ti ha fatto qualcosa e per questo odi tutti quelli che lo sono?- Ipotizzò il corvino.
-La tua immaginazione è divertente. Non mi sto annoiando a 'giocare' con te.- Ridacchiò lo sconosciuto.
-Mi ascolti?!- Esclamò la voce del castano distraendo il fidanzato dalla conversazione.
Levi spense il cellulare rivolgendo uno sguardo freddo al ragazzo.
-Che hai detto?-
-Cosa vuoi da mangiare?- Domandò intristito il giovane.
-Fai tu.- Lo liquidò il più grande tornando a controllare il cellulare.
Eren uscì dalla stanza, ferito da come l'uomo l'aveva trattato da quando era rientrato a casa.
Si rintanò in cucina a preparare qualcosa di veloce, per entrambi.
-Vado a fare la doccia.- Lo informò il più piccolo richiudendosi in bagno.
Levi mugolò qualcosa di simile ad un 'si', tornando in camera da letto.
Udì l'acqua della doccia, ed in quel momento decise di chiamare una persona.
-Nanetto!-
-Quattr'occhi, mi serve un numero di cellulare.- Le disse avendo bisogno di controllare una cosa.
-Quale?-
-Il nostro collega, quello che odio.- Borbottò tra sé e sé.
-Perché? Non ce l'hai?- La castana pareva stranita dalla richiesta dell'amico, poi annuì.
-Grazie e... non dirlo ad Eren, per favore...- Sussurrò le ultime parole il più basso.
-D'accordo ma... va tutto bene tra voi? Ne vuoi parlare?-
-È tutto okay, solo non voglio che lo sappia.- Disse prima di dire alla castana di aver un impegno, col fidanzato.
Stava chiaramente mentendo, non solo riguardo 'l'impegno', ma lo stesso 'va tutto bene tra noi' era una bugia.
Ed il numero di Erwin gli serviva, solo per controllare che non fosse lui il contatto.
Spense il cellulare rimettendolo nel comodino. Il numero era, ovviamente, diverso da quello ricevuto da Hanji.
'Ma potrebbe averne usato un altro. È stata solo una perdita di tempo, e adesso devo sperare che quella quattr'occhi non se lo lasci scappare con Eren o, peggio, Erwin.' Rifletteva, portando una mano sulla fronte udendo la porta della camera aprirsi.
Sentì delle braccia avvolgerlo da dietro, percepì le labbra del castano sul proprio collo prima di ritrovarselo difronte.
Levi lo allontanò molto bruscamente.
-Non si usa più bussare?!- Sbottò con la prima scusa che gli balenò in mente.
Il terrore che Eren l'avesse sentito parlare con l'amica aveva preso il sopravvento.
-Ma... è la nostra stanza...- Tentò di spiegare sedendosi sul letto.
-Fa lo stesso.- Ribatté scrutando il castano. -E mettiti una maglia!- Esclamò riafferrando il cellulare.
Eren sgranò gli occhi, questa volta, il fidanzato aveva esagerato. Il giovane percepì le lacrime minacciare di scendere, tentò invano di ricacciarle indietro.
Scoppiò a piangere, uscendo dalla camera da letto. Si infilò una maglia in fretta, cercando poi le chiavi dell'auto.
Uscì dall'appartamento di corsa, senza che il corvino facesse nulla per impedirglielo.
'Perché mi odia?!' Esclamò salendo in auto.
Aveva bisogno di distrarsi e di capire le motivazione che aveva avuto il più grande, per rifiutarlo così e per offenderlo come non mai.
//Parlavo con i miei e anziché dire 'appoggiando' ho detto 'appoJEANdo'...
🙂bene\\
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