3. -Again?-
-Ci vediamo più tardi, gigante.- Lo salutò con un bacio sulla fronte, il più piccolo.
-Cheeseburger.-
-Sono buonissimi, ma cosa c'entra ora?- Si accigliò il castano.
-Te li preparo per pranzo.- Spiegò il più grande stringendo il fidanzato.
Eren abbracciò il corvino teneramente, stampando un tenero bacio sulle sue labbra. Uscì di casa salendo in auto, quella mattina aveva il turno al bar anziché al pomeriggio.
Levi rientrò a casa verso metà mattina, dopo aver fatto la spesa. Appoggiò le buste sul tavolo da cucina, ricevendo in quel momento un messaggio.
'Chi è questo, adesso?' Si chiese aprendo il contatto.
-Non vedo più Eren a casa dei suoi genitori, non l'avrai mica rapito?- Diceva il numero sconosciuto al professore.
-Chi sei? E perché ti importa di lui?- Domandò l'uomo cominciando a mettere via la spesa.
-Sono uno 'sconosciuto'. E non mi importa di lui.- Rispose il contatto.
-Ho i miei dubbi, però hai scritto al mio numero effettivamente. Hai bisogno di me?- Domandò il corvino.
-Mi annoio.- Replicò fingendo di non aver letto il messaggio del professore.
'Questo è pazzo...'
Levi era deciso a bloccarlo immediatamente, in quel momento era l'ultima cosa che doveva accadere, un nuovo 'sconosciuto' come lui anni prima.
Eppure questo pareva più riservato, non voleva rivelare nulla più del dovuto.
-E questo come mi riguarda?- Chiese il corvino cominciando a preparare il pranzo.
-Ti va di scoprire chi sono?- Domandò dando una letta veloce al testo di Levi. -Così io non mi annoierò più.-
-Chiaro. Io devo sprecare il mio tempo, mentre tu te la ridi. Certo, contaci.- Scherzò l'uomo trovando il tutto troppo ridicolo.
-Come preferisci. Ma potresti cambiare idea, se ti raccontassi qualcosa.-
Lo sconosciuto aveva quasi attirato la curiosità dell'uomo, il quale domandò che cosa dovesse dirgli.
-Eren, ieri al bar, parlava con qualcuno.-
-Mi sembra normale. È il suo lavoro.- Scrisse annoiato, ma nel messaggio del numero misterioso c'era qualcosa che non andava.
'Come mai si è interessato proprio a quel cliente in particolare?'
Dopotutto in quel bar, conosciuto a Trost, entravano molte persone ed era assurdo che lo sconosciuto avesse prestato attenzione solo su un cliente.
Le ipotesi erano due.
O il numero di WhatsApp era la persona che aveva parlato con Eren, e voleva trovare un modo per dividerli.
O la storia si stava ripetendo, e lo sconosciuto teneva sotto controllo Eren come aveva fatto Levi, in terza superiore.
-Il suo lavoro è anche parlarci sedendosi con lui al tavolo ed offrirgli il caffè?- Chiese allora il numero.
-Se fosse stato un suo amico...- Ipotizzò il corvino, sospettando che il numero non volesse dirgli chi aveva incontrato Eren. -Chi era?- Domandò maledicendosi per la troppa curiosità e la gelosia innata dentro di sé.
-Non avevi detto poco fa che non volevi farmi divertire?-
-Questo non significa che io continuerò a scriverti.-
-E se io non volessi dirti chi è?-
Levi sbuffò rendendosi conto che per poco non bruciava la carne, controllò l'orologio notando che mancava un'ora all'arrivo del più piccolo.
-Devo scoprirlo io? Non ci metto molto a domandarlo a lui.- Appena premette 'invio' pensò che invece così semplice non sarebbe stato.
-Certo, ma lui dubiterà di te.- Accordò il contatto.
Ed era la paura del corvino. Chiederlo ad Eren avrebbe accelerato la scoperta del cliente, ma lui si sarebbe insospettito ed avrebbe sicuramente pensato che Levi l'avesse inseguito fino al bar per controllarlo.
In più la telefonata fatta quel pomeriggio potrebbe aver peggiorato la situazione. Sia che l'avesse chiamato prima o dopo l'incontro con 'quella' persona, sembrava che volesse controllare che fosse effettivamente a lavoro.
Il numero non voleva dirglielo ed al fidanzato non poteva chiederlo.
Doveva sperare che uno dei due parlasse, poteva forzare il contatto a fargli dire chi era o sperare che il castano glielo rivelasse.
'Mi sto facendo troppi problemi, magari era Armin o... e se fosse quella ragazza?!' Imprecò tra sé e sé terrorizzato che Mikasa fosse tornata.
-Che ti prende? Non parli più?- Scrisse lo sconosciuto.
-Non c'è nessun modo per farti dire chi è la persona?-
-Mi annoio e tu puoi farmi passare la noia.- Rispose sapendo che Levi avrebbe intuito dove volesse andare a parare.
-Bene. Non ti annoierò, ma tu me lo dirai.- Concordò il corvino apparecchiando la tavola.
-Attento, non ti dirò le modalità con cui te lo farò sapere e sopratutto non so se te lo dirò domani o tra due mesi.- Ridacchiò lo sconosciuto, provocando un insulto da parte del corvino.
-Come vuoi.-
-Mi sa che mi divertirò parecchio!- Esclamò uscendo da WhatsApp lo sconosciuto.
Levi lasciò un sospiro sedendosi sul divano, avrebbe aspettato il fidanzato ed intanto cercato di scoprire chi fosse lo sconosciuto.
Era molto furbo. Non aveva ne foto profilo, ne nessun tipo di informazione che potesse ricordargli qualcuno.
Il numero non era salvato nel cellulare dell'uomo, per cui escluse buona parte dei contatti e persone che conosceva, come colleghi ed amici.
La tesi che fosse proprio la persona con cui Eren aveva parlato si fortificava, ma era pur sempre solo il cinquanta per cento delle possibilità.
La porta si aprì a mezzogiorno preciso. Il castano rientrò tutto contento e chiamò il fidanzato, il quale lo raggiunse mantenendo uno sguardo cupo sul pavimento.
-Gigante!- Esclamò correndo ad abbracciarlo.
Eren gli lasciò un bacio sulla guancia, continuando ad abbracciarlo, ma Levi non ricambiò.
-Non gridare.- Disse freddamente staccandosi dal più piccolo.
Quest'ultimo ci rimase male, poi si scusò credendo che il corvino fosse stanco e di sentire gridare non ne avesse voglia.
Si sedette a tavola, insieme all'uomo.
Il pranzo fu decisamente troppo silenzioso ed Eren si chiese se fosse colpa sua, per via di quel saluto troppo rumoroso.
'Eppure tutti i giorni lo saluto così.' Pensò tra sé e sé, mentre avvicinava un mano al braccio del corvino.
-Va tutto bene? Mi dispiace per prima e...- Il ragazzo venne interrotto dal più basso.
-Stai zitto! Sto pensando, non lo vedi?!- Sbottò bruscamente alzandosi dal tavolo e chiudendosi in camera.
Eren sgranò gli occhi sempre più dispiaciuto, si alzò anche lui da tavola sparecchiando. Passò davanti alla porta della loro stanza, mormorando un altro 'scusa'.
//Ma... se per puro caso... aggiornassi anche questa sera?
È solo un idea🤔🤔\\
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