XXXVI
d r e w
Quando finalmente sono anch'io con i piedi per terra, ricevo un caloroso ben tornato dai miei compagni di casa, in particolare da Scorpius e da un Albus che riacquista lentamente i sensi.
Lily Potter continua a abbracciare Talia alternandosi con Rose Weasley.
Rossa numero uno e rossa numero due lasciano la povera Grifonschifo respirare, ma pochi secondi dopo fa la sua apparizione il Super Acchiappa Pluffe per eccellenza, con la sua divisa da Quidditch schifosamente rossa e la sua aria da idiota stupido Grifondoro.
Quando Talia gli corre incontro e lo abbraccia, volto lo sguardo sentendo il freddo scorrere nelle mie vene.
Autocontrollo, Drew. Sei un Serpeverde.
Lo sta solo abbracciando.
E Potter ha le sue schifose mani sui fianchi della mia non-ragazza, quindi non c'è motivo di arrabbiarsi, perché appunto Talia non è la mia ragazza e non ho alcun diritto di lanciare verso Potter tutte le maledizioni che gli sto lanciando.
Sti cavoli, spero che Potter cada di faccia in una cacca di thestral.
«La friendzone è dura, amico.» mi dice Leo, dandomi diverse pacche sulle spalle.
«Ti dispiace se ti abbassi? Mi fai sentire un nano.» dice imbronciato.
«Tu sei un nano, Leo.» dice Nico, con un sorrisetto.
In un'altra occasione avrei riso anch'io, ma sono troppo impegnato a imprecare maledizioni in greco antico contro Potter.
«Drew, smettila di fissarli ossessionatamente. Piuttosto, perché non accompagni me e Albus in dormitorio? Dovresti spiegarci come funziona questa... impresa. E poi devo parlarti di una cosa.» mi dice, assumendo un tono preoccupato nel pronunciare l'ultima frase.
Distolgo lo sguardo da Potter e Talia, rivolgendolo a Scorpius.
«Okay, andiamo.» dico, incamminandomi e passando volutamente accanto a la Bella e la Bestia che adesso parlano animatamente.
Sfioro con le dita la mano di Talia, che si interrompe e perde il filo del discorso.
Poi rivolgo un sorrisetto a Potter, che mi guarda assottigliando lo sguardo.
Quando ci siamo allontanati abbastanza, chiudo gli occhi e mi concentro sulla neve che copre il prato, tutto intorno a noi.
Qualche secondo dopo, Potter si ritrova bersagliato da trenta palle di neve che provengono da tutte le direzioni.
«DREW!» urla Talia, e io mi volto angelicamente verso di lei, notando che è stata abbastanza veloce da evitare a lei e a Potter di essere colpiti.
«Si, dolcezza?» le sorrido e lei diventa rossa di rabbia.
«Lo chiami anche per nome, adesso?» mormora Potter, lanciandomi un'occhiata che io ricambio con un ghigno fiero.
Le rivolgo un ultimo sorriso, poi assieme ad Albus e Scorpius riprendo a camminare verso il castello.
«Non riesci proprio a farne a meno?» mi chiede Albus, trattenendo le risate.
«È più forte di me.» gli rispondo, e Scorpius mi guarda contrariato.
«Secondo me hai esagerato, Drew. Insomma, Albus l'ha abbracciata molto di più di James e non l'hai bombardato con delle palle di neve.» dice Scorpius, e riesco a cogliere una punta di gelosia nel tono della sua voce.
Oh, dei dell'Olimpo...
«Ma lei è la mia migliore amica!» esclama Albus mentre ci dirigiamo verso i sotterranei.
«Anche James è amico di Talia. Non capisco perché Drew sia geloso solo di James, e non di te.» dice Scorpius, lanciando un'occhiataccia ad Albus.
«Ma che stai dicendo, Scorpius? Drew sa benissimo che io e Talia siamo solo amici.» ribatte Albus, e io alterno lo guardo fra di loro sentendomi come un bambino fra i due genitori che litigano.
«Ragazzi, state litigando per Talia?» li interrompo ed entrami si voltano a guardarmi, ricordandosi della mia presenza.
«E Scorpius, non sono geloso di Potter.» lo guardo male, e lui alza un sopracciglio.
«Certo, e Albus è una cima in Erbologia.» ruota gli occhi.
«Hey!» esclama sdegnato Albus.
Scuoto la testa, ridendo e contagiando i miei due migliori amici. Tiro un sospiro di sollievo quando entriamo insieme dal passaggio segreto nel muro, ritrovandoci nella Sala Comune di Serpeverde.
Qui non è cambiato niente, ma quanto sono cambiato io in queste poche settimane?
Stare lontano da Hogwarts mi è servito per instaurare un rapporto semi-decente con Talia, ma allo stesso tempo mi è mancata la scuola, Albus, Scorpius.
Ho scoperto un altro lato di me stesso, ma quando la nostra impresa sarà compiuta cosa succederà?
Se Talia dovesse morire?
Non me lo perdonerei mai.
È vero che anche lei ha delle radici divine, ma sono stato io a trascinarla in tutto questo. Sarebbe colpa mia, se dovesse succederle qualcosa.
«Drew, andiamo?» mi chiede Albus, con il suo borsone in spalla, affiancato da Scorpius.
Mi guardano entrambi, fermi accanto alla porta di quella che è la nostra camera del dormitorio.
Mi guardo intorno, osservando per bene la camera che condivido con Albus e Scorpius da più di cinque anni.
Le pareti con la carta da parati verde e argento, la grande vetrata che si affaccia sul lago nero, la parete di Albus ricoperta di foto (la maggior parte con Talia).
«Se vuoi per il tuo compleanno te ne regalo una.» scherza Albus, riferendosi al una delle sue foto.
«Il mio... compleanno?» ripeto, fissando una foto raffigurante Talia, Albus e James qualche anno fa.
James ha un braccio attorno le spalle di Talia, indossa la sua divisa da Quidditch e ha sulla faccia quel sorriso da Potter vanitoso.
Talia sorride imbarazzata, mentre Albus è seduto ai suoi piedi, sorridendo verso l'obiettivo.
«Si, Drew. Fra qualche giorno è il tuo compleanno, piccoletto. Io e Albus diciassette anni li abbiamo compiuti da mesi.» dice Scorpius, e io mi volto verso di loro.
«Speriamo di tornare vivi entro il 21 di Novembre, allora.» gli sorrido e loro ricambiano.
Rivolgo un ultimo sguardo alla parete di Albus, poi mi volto e raggiungo i miei amici, chiudendoci la porta alle spalle.
«Drew, è sicuro che la Foschia agisca sui nostri genitori? Se dovessero accorgersi che siamo scomparsi?» mi chiede Scorpius, mentre ci dirigiamo verso il cortile per imbarcarci.
«Si, la McGrannit è dalla nostra parte. È una fortuna che sia anche lei una semidea.» rassicuro Scorpius, che annuisce.
Guardandolo meglio, con gli occhi grigi e i capelli biondi, mi ricorda molto Annabeth.
Non è terrificante come lei, certo, ma si somigliano molto.
Sento che mi sfugge qualcosa, ma quando inizia a venirmi mal di testa decido di rinunciarci.
Durante il tragitto osservo molto i miei due amici, e noto dei piccoli particolari che prima di adesso non avevo mai notato.
Ad esempio le occhiatine di Scorpius che prontamente Albus ricambia, oppure il fatto che le loro mani si siano sfiorate un po' troppe volte per essere soltanto un caso.
Sorrido senza farmi notare, ma poi mi ritorna il mente il sogno fatto settimane fa, di loro due che si spiaccicano sul fondo di un baratro.
Senza accorgermene, smetto di camminare.
Albus e Scorpius lo notano, e si fermano anche loro.
«Che succede, Drew?» mi chiede Albus, e io abbasso lo sguardo, sentendomi i capelli sfiorarmi la fronte.
«Non... non dovete venire per forza.» gli dico, e per qualche secondo cala il silenzio.
«Certo che dobbiamo, Drew.» sospira Scorpius, e io alzo lo sguardo.
«No! Non dovete venire solo perché una stupida profezia...» vengo interrotto da Albus.
«Ma non capisci? Noi tre... anzi, noi quattro.» dice Albus, riferendosi a Talìa come quarta persona. «Io, tu, Talia e Scorpius siamo amici dal primo giorno di scuola. Okay, forse tu e Talia non siete proprio amici, o solo amici, ancora non mi è chiaro, però non lasceremo che voi vi andiate ad ammazzare da soli.»
«Se siamo in quella profezia, c'è un motivo. Non si può sfuggire al destino, Drew.» mi dice Scorpius, e io sospiro.
«Che poi tu e Talia siete troppo impulsivi, potreste morire per un'idiozia. C'è bisogno di qualcuno che usi il cervello prima della bacchetta, o spada, o quello che sia. E noi siamo quel qualcuno.» dice, indicando lui è Scorpius che gli da man forte. Aggrotto la fronte.
«Io non sono impulsivo.» dico, ed entrambi trattengono una risata.
«Si che lo sei.» dice Scorpius, dandomi una pacca sulla spalla e incamminandosi di nuovo.
«No, invece. Impulsivo è sinonimo di stupido, e stupido è sinonimo di Grifondoro. Ed io sono un Serpeverde, e non sono impulsivo.» protesto, camminando assieme a loro.
«Tu non sei solo un Serpeverde, Drew.» dice Albus, superandomi.
«E sei impulsivo.» aggiunge.
«E anche innamorato della mia migliore amica!» alza la voce ed io spalanco gli occhi, pronto a raggiungere Albus che ora sta correndo e strangolarlo con le mie mani.
Mi volto verso Scorpius, sorridendogli angelicamente.
«Ti dispiace se lo rincorro e gli lancio qualche fattura?» gli chiedo, e lui alza le spalle.
«Basta che non lo uccidi.» mi porge la mano, e io gli passo il mio zaino, prendendo poi la bacchetta.
«Bene, a tra poco Scorp.» lo congedo, per poi urlare a pieni polmoni «POTTER!» e partire al suo inseguimento, mentre fatture pungenti rimbalzano tra i corridoi dei sotterranei.
t a l ì a
Ho un sorriso stampato sulla faccia mentre guardo ciò che mi circonda.
Il castello di Hogwarts mi era mancato immensamente, con i suoi muri ricoperti di quadri, le scale che cambiano continuamente, gli studenti. In questo momento, anche se non ho la mia solita divisa e indosso la maglia arancione del campo con un paio di jeans, mi sento a casa e per nulla estranea a questo mondo.
James mi cammina affianco, si è offerto di accompagnarmi dalla McGrannit con la quale devo parlare dell'impresa.
«Cos'hai in mano?» mi chiede James, e io gli rivolgo la mia attenzione lasciando cadere sul mio petto il ciondolo di Drew.
«Nulla... è solo una collana.» gli sorrido, e lui la guarda incuriosito.
«È... strana. Sembra che ci sia una fiamma dentro.» dice fissandola con l'intenzione di toccarla, e io infilo il ciondolo dentro la maglietta.
Non penso che a Drew pacerebbe che James toccasse un pezzo del suo cuore.
«Nah, è solo un gioco di luci.» sorrido nervosamente, e all'improvviso sento un immenso e gratificante calore nel petto.
«Ti senti bene?» mi chiede James con fare preoccupato, e io annuisco sorridendogli.
«Benissimo.» alzo lo sguardo verso di lui, che strabuzza gli occhi avvicinando il suo viso al mio.
«I... i tuoi occhi.» balbetta, e io sbatto le palpebre, guardandolo confusa.
«I miei occhi cosa?» gli chiedo, e lui scuote la testa.
«Niente. Credo sia solo un gioco di luci.» dice, portandosi una mano dietro la nuca.
Entrambi ci voltiamo verso l'entrata ai sotterranei quando sentiamo un forte baccano provenire da lì.
Sento qualcuno che urla pietà, e qualcun altro che lancia fatture.
Una di quelle mi colpisce in pieno, facendomi cadere con il culo sul pavimento.
James fa per aiutarmi, e io noto i miei capelli che iniziano a cambiare colore.
Sento qualcun altro arrivare di corsa verso di me, ma appena un ringhio lascia la mia gola le scarpe di quel qualcuno iniziano ad indietreggiare.
Quando i miei capelli diventano completamente verdi, lancio l'urlo di guerra più barbarico di sempre.
«DAVIS! RAZZA DI LURIDO IDIOTA STUPIDO SCARABEO STERCORARIO!» mi alzo da terra facendo barcollare James, e avanzando come un bufalo imbestialito verso quell'emerito deficiente di Drew.
«H-Hey, dolcezza, non l'ho fatto apposta. N-non prendertela, ora...» prova a parlare ma io ho già caricato il mio caro Ernesto, il gancio destro.
Gli sferro un pugno in piena faccia che prontamente afferra, così chiamo i rinforzi che consistono in Evaristo, il gancio sinistro. Ma anche questo viene afferrato dalla sua mano.
Guardo in basso, pronta a colpirlo e affondarlo, e Drew mi rivolge un'occhiata terrorizzata.
«Non farlo.» mi supplica, e io alzo lo sguardo verso di lui.
«Il verde ti dona... si intona con i tuoi occhi.» ripete le parole di tempo fa, quando per dispetto fece diventare i miei capelli un cespuglio.
La mia maschera di ragazza incazzata cede e inizio a ridere, seguita da lui.
Abbassa le mani che stringono le mie nel momento in cui qualcuno si schiarisce la voce, e io e Drew ci voltiamo verso le scale.
La professoressa McGrannit ci guarda con sguardo divertito, palesemente mascherato da una maschera di serietà.
«Signor Davis, per quale motivo i capelli della signorina Nott sono verdi?» chiede, e io guardo Drew che lancia un'occhiata ad Albus.
«Per sbaglio la mia fattura l'ha colpita.» risponde lui.
«E perché ha lanciato una fattura nelle mura del castello?» chiede la McGrannit.
«Eeemh...» fa Drew, guardandomi.
«Perché Albus ha detto una cosa che mi ha fatto venire voglia di lanciargli una fattura.» risponde.
«Sa che non si lanciano fatture all'interno del castello?» dice la McGrannit.
«Si, signora preside.» dice Drew.
«Allora faccia tornare normali i capelli della sua compagna.» dice la McGrannit, e Drew mi lascia una mano, puntando la bacchetta contro i miei capelli che ritornano al loro colore naturale.
«E lei, signorina Nott, sa che non si fa uso di violenza all'interno del castello?» dice rivolta verso di me.
«Si, signora preside.» le rispondo, abbassando lo sguardo.
«Bene. Potete gentilmente seguirmi nel mio ufficio? I vostri amici possono aspettarvi nel cortile per salutarvi.» dice e mi volto verso James che ci guarda contrariato.
Albus lo prende a braccetto.
«Certo, ce ne andiamo subito. Sposatev-emh, volevo dire, sbrigatevi!» dice Albus, ammiccando verso Drew e trascinandosi dietro James.
Guardo Drew che a sua volta guarda Albus con un tic all'occhio, poi guarda me sorridendo e infine guarda la McGrannit, che sta già camminando verso il suo ufficio.
Il re dei pinguini segue la McGrannit trascinandomi con se.
Durante tutto il tragitto tengo lo sguardo fisso sulla sua mano che stringe la mia, alternandomi a guardare anche i suoi capelli visto da dietro e le spalle della McGrannit.
Drew si volta verso di me, guardandomi.
«Perché sei così rossa?» mi chiede, e mi viene voglia di buttarmi dalla Torre di Astronomia.
Non gli rispondo, perché lui abbassa lo sguardo e non appena vede che sta stringendo ancora la mia mano la lascia andare.
«Accomodatevi.» dice la McGrannit, e mettendo da parte l'imbarazzo mi fiondo dentro l'ufficio della preside.
Drew si siede accanto a me, e la professoressa McGrannit si accomoda alla cattedra, di fronte a noi.
Ci guarda da dietro i suoi occhiali, e io e Drew ci scambiamo un'occhiata nervosa.
«Prendete un biscotto.» ci dice la McGrannit, e io e Drew afferriamo lo stesso biscotto dal piatto poggiato sulla cattedra.
Lancio un'occhiata a Drew, che lascia andare il mio bottino.
«Cosa vuole dirci, professoressa?» chiede Drew, mentre io divoro il mio biscotto.
«Volevo solo farvi le mie raccomandazioni e augurarvi buona fortuna.» ci dice, mentre io ingoio il biscotto che fa un percorso di sola andata verso il mio stomaco.
«Sono sicura che al Campo Mezzosangue vi abbiamo addestrato bene a combattere, ma voi non siete soltanto semidei. Avete la fortuna di appartenere a due mondi che hanno molto in comune. Sono qui per darvi qualche consiglio, e dirvi qualche curiosità. Tutte le antiche famiglie di maghi purosangue discendono da qualche divinità. Ad esempio, il bisnonno di Abraxas Malfoy, era figlio di Atena. Questo rende Scorpius un discendente di Atena, e avere una persona saggia in un gruppo è sempre una buona cosa.» ci spiega la McGrannit, e io rimango abbastanza basita.
«I Potter, invece, discendono da Apollo. Il patriarca fondatore dell'antica famiglia dei Potter, era un certo Linfred of Stinchcombe, un medico pozionista, figlio del dio Apollo. L'antichissima e nobilissima famiglia dei Black, discendeva invece dalla dea Nemesi. La famiglia di tua madre, Drew, discende da Selene, la dea della luna. Tutte le famiglie purosangue si fondano sulle radici degli dei.» ci spiega la McGrannit, e io la guardo stupita.
«E... la famiglia di mio padre, professoressa?» le chiedo, e lei si volta verso di me.
«Nott è un cognome antico e potente, ma non so dirti di preciso le sue radici. Ma non è questo l'importante.» dice, alzandosi dalla cattedra e prendendo qualcosa in un armadio.
Si incammina verso di me, porgendomi un vecchio cappello.
«Cosa me ne faccio di questo?» le chiedo, studiandolo per bene.
«Quando perderai le forze, ricorda che sei una Grifondoro, Talia.» mi dice, e io la guardo mettendo poi il cappello nel mio zainetto.
«Non è un caso che siate voi due i prescelti. Niente succede per caso. Drew, tu sei nato sotto il cielo di Orione, e questo è un particolare che devi tenere a mente. Se non conosci la storia di Orione, Talia provvederà a raccontartela.» dice la McGrannit.
Orione... ah, si!
Oh... no.
Drew mi lancia un'occhiata, e io gli faccio un mezzo sorriso.
Orione era un figlio di Poseidone che fu ucciso da uno scorpione, e la dea Artemide lo trasformò in una costellazione, una delle più belle.
Uno scorpione...
All'improvviso la mia mente ritorna a quel giorno nel pensatoio, quando ho vissuto i ricordi di Drew. Quando erano diretti al campo, Drew e Hestia scappavano da una manticora, che è come uno scorpione gigantesco.
La manticora voleva Drew, e per uccidere lui ha ucciso prima sua sorella, ma la manticora voleva morto solamente Drew.
Perché?
«Talia, tu sei nata tra la fine e l'inizio. Non perdere la speranza, qualunque cosa succeda c'è sempre una soluzione, anche se tutto sembra perduto. Durante il viaggio, leggi qualcosa di astronomia, soprattutto sulle stelle sotto le quali siete venuti al mondo. Può sembrarvi banale, ma è molto importante per l'inizio e la fine dell'impresa.» dice, alternando lo sguardo tra me e Drew.
«Mandare a salvare il mondo una Grifondoro e un Serpeverde non è la cosa più saggia, ma io credo che sia la cosa più giusta. E adesso andate, il ghiaccio si sta sciogliendo.»
Quando io e Drew usciamo dall'ufficio della preside, raggiungiamo l'uscita del castello nel silenzio più assoluto.
Lui ha lo sguardo fisso sul pavimento, probabilmente sta pensando alle parole della McGrannit.
Mi fermo di colpo, ricordandomi che non ho nessun libro di astronomia sull'Argo II.
«Drew, devo fare un salto in biblioteca. Mi serve un libro di Astronomia, e non ne ho nessuno sulla nave.» gli dico, e lui si volta verso di me.
«Ti accompagno?» mi chiede e io scuoto la testa.
«No, va pure e avvisa gli altri che stiamo per ripartire. Farò il più in fretta possibile.» gli dico e gli volto le spalle, correndo verso la biblioteca.
Appena entro saluto velocemente la bibliotecaria, e corro nel settore A.
Dopo qualche minuto trovo un librone intitolato Astronomia e Mitologia, sfoglio qualche pagina e decido di prenderlo.
Firmo i documenti della bibliotecaria e infilo il libro nel mio zaino senza fondo per poi dirigermi a passo svelto verso l'uscita.
Cosa intendeva dire la McGrannit con 'tu sei nata tra la fine e l'inizio'?
Spero di riuscire a trovare qualche risposta, e devo anche capire come trovare la luce che serve per salvare mia madre.
E dobbiamo salvare anche la sorella di Drew, ma soprattutto non dobbiamo morire.
Quando arrivo in cortile sono già tutti sull'Argo II tranne Drew, che sta salendo in questo momento.
«Talia!» mi chiama James, venendomi incontro, e Drew si volta verso di noi.
«James...» gli sorrido, e lui si ferma davanti a me.
«Volevo dirti di stare attenta a Lily e ad Albus, e soprattutto di stare attenta tu.» mi dice, poggiandomi le mani sulle spalle.
«Lo farò, non preoccuparti.» gli sorrido, e lui ricambia il sorriso.
«Buona fortuna, Talia.» mi dice, poi socchiude gli occhi e si avvicina alle mie labbra.
Il mio cervello va in tilt, schierato in due fazioni opposte.
Per un millesimo di secondo mi rivedo qualche ora prima in cima all'albero maestro, con Drew. Ma perché penso a Drew in questo momento?
Non dovrei, però mi sembra sbagliato e...
Volto di poco il viso, in modo che le labbra di James si poggino sulla mia guancia
«Drew! Sali o no?» sento urlare Leo, e io mi allontano da James.
«Ciao, James.» lo saluto, notando il suo sguardo un po' deluso.
Mi volto e mi affretto a raggiungere Drew, che mi porge la mano per aiutarmi a salire.
La afferro e lui mi tira su.
«Leo!» dice Drew, e subito dopo la scaletta a cui siamo aggrappati inizia a salire.
«Perché non l'hai baciato?» mi chiede Drew, guardando verso l'alto.
«C-che domande fai?!» lo guardo imbarazzata, e lui alza le spalle.
«È che gli vai dietro da anni, ti si presenta l'occasione per baciarlo e tu la getti via... mi sembra strano.» mi risponde, con lo sguardo rivolto ancora verso il cielo.
«Non gli vado dietro da anni, e poi... non mi sembrava giusto, ecco.» mormoro, e lui finalmente si degna di guardarmi.
Vedo le sue labbra curvarsi in un ghigno, e mi preparo a sentire la più grande cazz...
«Vuoi baciare me?» dice, abbassandosi alla mia altezza e circondandomi i fianchi con un braccio, mentre con l'altro si tiene alla scaletta.
La mia faccia diventa un vulcano pronto ad eruttare, mentre il mio vecchio amico, tic all'occhio, ritorna.
«Drew.» pronuncio il suo nome in modo calmo.
Lui sorride, inclinando la testa di lato, e io gli tiro una testata.
«AHIA!» si lamenta, lasciando andare la presa su di me per portarsi una mano sul punto dolorante, e per poco non perde l'equilibrio.
«RAZZA. DI. IDIOTA!» gli urlo contro, tenendomi stretta con le mani alla scaletta mentre volano calci contro quel deficiente.
Una volta arrivati sul ponte, mi dirigo a passo pesante verso la mia cabina con il bisogno di dare sfogo alla rabbia e all'imbarazzo.
«È pazza di te, amico.» dice Leo a Drew, che fa un verso nasale.
Lancio il mio stilo, che colpisce prima Leo e poi Drew.
«Ahia! Potevi accecarmi!» si lamenta Leo.
«Peccato, ho sbagliato mira. Accio!» pronuncio la formula di appello, e il mio stilo ritorna fra le mie mani come un boomerang.
Faccio un cenno a Lily, e lei mi raggiunge.
«Come ti senti?» le chiedo, mentre camminiamo dirette verso le cabine.
«Un po' agitata. Dove siamo diretti, adesso?» mi chiede e io faccio mente locale.
«Baia di Hudson, in Quebec.» le rispondo.
«Hai paura?» le chiedo, e lei annuisce.
«Tu hai paura?» mi chiede, e le sorrido per poi sospirare.
«Sarei stupida se non ne avessi.»
—Coso autrice.—
Yoooo, ciao people.
Scusate per il ritardo ma ho avuto una settimana assurda, spero che il capitolo vi sia piaciuto.
L'immagine a inizio capitolo è presa da un anime e modificata a dovere dalla sottoscritta, l'anime in questione è Kaichou wa maid-sama.
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