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XI

t a l ì a

Tutto il sesto anno è in fermento per la lezione di Difesa contro le Arti Oscure, e la maggior parte dei ragazzi circondano Albus, quindi anche me dato che io sono costantemente vicino ad Albus.

In poche parole io e Albus siamo spiaccicati contro il muro con tutto il sesto anno addosso.
Ora vi starete chiedendo il perché di tutto questo.Beh, semplice.

Il padre di Albus è Harry Potter, colui che ha salvato il mondo magico sconfiggendo Lord Voldemort, per gli amici Zio Voldy, nel 1998. E fin qui ci siamo.

Tutta Hogwarts, o meglio, tutto il sesto anno è in fermento perché oggi il celebre Harry Potter ci farà visita, come tutti gli anni, per dirigere una lezione di difesa.

"Quando arriva tuo padre?"
"Davvero oggi ci insegnerà a evocare un patronus?"
"Potresti chiedergli di firmarmi le mie mutande con i fenicotteri rosa?"
Albus è assalito da questo genere di domande da tutte le direzioni.

«Cosa ci fate in corridoio? In classe, forza!» per fortuna arriva la professoressa McGrannit, nonché la preside, a salvarci.
Amo quella donna.

Albus fa un respiro di sollievo, così ci incamminiamo velocemente verso la classe. Nel mentre prego Godric che la scuola non impazzisca di nuovo per l'arrivo del signor Potter.

«Che fatica la tua vita, Albus.» mi siedo al mio posto e Albus si accomoda vicino a me.

«Già... e pensare che James sfrutta questa cosa a suo vantaggio.» alza gli occhi al soffitto, poi scuote la testa «Aspetta, poi com'è finita l'uscita con mio fratello?» mi chiede e mi parte il sorriso ebete.

«Beh-»
«Ciao spazzacamino!» qualcuno si siede accanto a me con la delicatezza di un elefante, e non c'è bisogno che mi giri per capire di chi si tratti.
«Ti ho già detto di non chiamarmi spazzacamino!» mi volto verso di lui e lo guardo male.

La cosa che mi fa innervosire di più è che se ne sta lì tranquillo a fissarmi con il mento poggiato sulla mano e con quel sorriso irritante che ha sempre sulla faccia.
«Già, me l'hai detto, ma ovviamente io continuerò a farlo solo perché ti irrita...» mi sorride «... spazzacamino.»

Gli sorrido a mia volta mentre stringo le dita e carico Evaristo, il mio gancio sinistro.
Proprio quando è a metà dal colpire la sua faccia per togliergli quello stupido e irritante ghigno dalle labbra, Albus mi afferra il braccio e mi costringe a stare ferma, tenendomi la mano immobilizzata.

In quel momento entra il signor Potter. Guardo malissimo Drew e lui ricambia il mio sguardo soffocando una risata.
Ma perché non ti fai esplodere?

«Buongiorno, ragazzi!» dice il signor Potter, guardandoci uno per uno, e il suo sguardo si ferma su Albus.
«Al... non pensavo che tu e Talia... beh.» dice e lo guardo confusa.

«Cosa?» dice Albus, confuso quanto me.
Il signor Potter fa un cenno verso la mano di Albus che tiene il mio polso per evitare che il mio pugno rovini il bel faccino di Davis.
La classe si riempie di brusii.

«M-ma papà!» Albus lascia la presa, diventando completamente rosso per l'imbarazzo, inizia poi a parlare cercando di spiegargli.
Il signor Potter non deve essere molto sveglio per non aver capito che suo figlio non è lontanamente interessato alle donne, e finalmente capisco perché nessun Potter fino ad ora sia stato smistato in Corvonero.

Mentre Albus balbetta e arrossisce parlando con suo padre, non so se ridere o se approfittarne per picchiare Davis.
Nel dubbio, faccio entrambe le cose.
Scoppio a ridere come la maggior parte della classe e ne approfitto per colpire Drew, che guarda corrucciato Albus.
Il mio pugno parte alla velocità della luce, e finalmente lo sento contro la pelle di quell'odioso...

Drew mi guarda con un sopracciglio alzato mentre con la sua mano tiene ferma la mia chiusa a pugno.
Ma che cazz?
Che riflessi ha?!
Come...
Non é possibile, non mi stava nemmeno guardando!

«Ci hai provato, Nott.» dice e improvvisamente sento la mia mano stretta nella sua congelarsi. Drew mi lascia immediatamente e scorgo nei suoi occhi una strana scintilla.

Abbassa lo sguardo e lo sento borbottare qualcosa mentre strofina la mano contro il legno del banco, come per riscaldarla.

Il signor Potter riporta l'ordine in classe, scusandosi con me e Albus per l'inconveniente.
Albus scuote la testa ancora imbarazzato, e io per metà della lezione continuo a lanciare sguardi indagatori al biondo accanto a me, soprattutto alla sua mano.
Non è stata solo una mia sensazione, ne sono convinta.

«Allora, adesso alzatevi e facciamo un po' di spazio.» dice il signor Potter, e tutti si alzano. Albus mi scuote il braccio «Talìa? Sei con noi?» mi chiede e io scatto in piedi.
«Si, si Al.» annuisco, voltandomi verso Drew che raggiunge un gruppo di Serpeverde mentre il padre di Albus fa sparire un po' di tavoli.

«Ciao Scorpius.» lo noto solo adesso, accanto ad Albus come i vecchi tempi, finalmente.
Ricambia il saluto, poi la nostra attenzione è attirata da signor Potter.

«Allora, vi ho già spiegato cosa sono esattamente i Patronus, ora, chi è in grado di produrne uno qui dentro?» dice, guardando di sottecchi suo figlio che alza timidamente la mano assieme a Rose che mi ha raggiunta qualche minuto fa.

«Perfetto, perché non iniziate voi?» il signor Potter incita Albus e Rose che nel giro di pochi minuti evocano i loro patronus.
Quello di Rose è un bellissimo puma.
Rose mi aveva detto che i suoi genitori le avevano insegnato come evocare un patronus, ma Albus non me lo aveva nemmeno accennato!

E rimango completamente a bocca aperta ​quando vedo in cosa si trasforma il filo d'argento che esce dalla sua bacchetta.
«Cavoli! Un Ippogrifo!» dice Scorpius, sconvolto forse quanto me.

L'aula si riempie di "ooh" e di applausi verso Albus e Rose, poi ognuno inizia a provare ad evocare il proprio patronus.
Mi avvicino ad Albus.

«Perché non me l'hai detto?!» alterno lo sguardo tra lui e il suo patronus.
«Papà me l'ha insegnato quest'estate, mi è passato di mente.» dice imbarazzato e Scorpius gli mette un braccio attorno alle spalle.

«Non avevo mai sentito di un patronus Ippogrifo! Ora voglio scoprire il mio, che ne dici di farci da tutor?» fa Scorpius tutto eccitato.

«Fate voi, io devo chiedere una cosa a Rose.» mi invento una scusa per lasciarli soli.

Albus si volta verso di me con gli occhi spalancati che mi implorano di non lasciarlo solo con Scorpius ma ovviamente io mi allontano e raggiungo Rose.
Li farò sposare un giorno.
Otp.

«Hey Rose, ragazze.» sorrido al gruppo di ragazze che chiedono consigli a Rose.
«Talìa, ciao. Ci hai provato?» mi sorride mentre il suo puma corre attorno a lei.

«Non ancora, adesso provo...» chiudo gli occhi e penso ad uno dei ricordi più felici che ho: quando è arrivata la mia lettera, a 11 anni.
«Expecto patronum.» dico e la mia voce si mischia a quella degli altri ragazzi.
Non succede nulla.

Penso alla prima volta che mamma mi ha portata nella sua vecchia casa in riva al mare, in Italia.
«Expecto patronum!» solo una nebbiolina argentea.
Ci riprovo diverse volte, e la nebbiolina diventa più densa man mano i miei tentativi.
«Expecto...» sospiro, stanca.
«Riposati, Talìa.» mi sorride il signor Potter e io ascolto il suo consiglio.

«Per evocare un patronus non dovete pensare per forza ad un ricordo reale. Potete pensare a qualcosa che, anche se immaginaria, possa rendervi felici. Davvero felici.» dopo le sue parole la classe ci riprova, ma nessuno riesce ad evocare un patronus in forma corporea.
Solo scudi e nebbie argentate.

Mi guardo intorno mentre recupero un po' di energie e vedo Davis talmente concentrato che ha lo sguardo fisso soltanto sulla sua bacchetta. Continua a ripetere la formula e ogni volta che lo fa la sua nebbia è sempre più densa.

«Expecto patronum!» quasi urla e dalla sua bacchetta si sprigiona qualcosa di grande, non si capisce bene cosa. L'unica cosa che riesco a distinguere sono delle grandi ali. Resto stupita per qualche secondo, finché la figura non scompare del tutto.
«Wow, bravo Drew!» esclama il signor Potter.

Forse Davis avrebbe voluto rispondere, solo che dopo l'esclamazione del signor Potter è caduto per terra come un prosciutto.
Svenuto.
Wow, che macho.

—Coso autrice.—

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COS?!

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