I
t a l ì a
La stazione di King's Cross è super affollata di babbani che si affrettano a salire o scendere dai treni. Alcuni guardano me, papà, e il mio carrello che ai loro occhi sembra davvero insolito.
Non li biasimo, quasi quasi non ci credo nemmeno io.
«Talìa, aumenta il passo, siamo in ritardo!» lascio perdere i babbani e seguo il consiglio di papà, camminando più veloce.
Hogwarts.
Sto andando ad Hogwarts, wow.
Non vedo l'ora di scoprire a che casa appartengo. Papà era un Serpeverde, appartiene ad una potente e antica famiglia di maghi purosangue e blablabla.
Durante la seconda guerra magica, papà ha preferito lasciare la sua famiglia e andare via dall'Inghilterra. Nonostante sia un mago purosangue, ha sempre detestato le discriminazioni, così vent'anni fa si è trasferito nel sud dell'Italia, dove ha conosciuto la mia mamma. Si sono innamorati, e papà l'ha sposata nonostante non fosse una strega, ha rinunciato alla sua famiglia per lei, e non potrei essere più fiera di lui.
Purtroppo qualche anno fa la mamma si è ammalata e adesso non può uscire di casa perché i dottori non riescono a capire cosa abbia, e mi manca tanto. Avrei voluto che ci fosse anche lei qui con noi, anche se non avrebbe potuto oltrepassare il passaggio.
Il passaggio che adesso si trova di fronte a me, tra il binario nove e il binario dieci.
Il binario 9¾.
«Papà... sicuro che non ci schianteremo?» lo guardo preoccupata, lui mi sorride teneramente e mi stringe la mano.
«Ti fidi di me?» mi dice e io gli regalo un enorme sorriso, annuendo raggiante.
«Certo che mi fido di te.»
«Al mio tre corriamo, d'accordo? Uno... due... tre!» e qualche secondo dopo siamo oltre il muro.
Tiro un sospiro di sollievo e mi guardo intorno, felice come non mai. Guardo l'Hogwarts Express che sbuffa e inizio a ripensare in quale casa finirò.
«Papà, so quanto ci tieni ma non penso che Serpeverde faccia per me.» abbasso lo sguardo per non incontrare quello di papà.
«Talìa, so già in quale casa finirai... dopo che hai preso tra le mani quel ragno gigante che c'era nel mio studio e l'hai portato fuori con... con quell'immenso coraggio.» dice, mentre un brivido gli percorre la schiena.
«Andiamo papà, era un innocuo ragnetto.» ruotò gli occhi divertita.
«I-innocuo ragnetto?! Era più grande del mio dito!» protesta «Ed era sulla mia scrivania, avrebbe potuto spargersi tra i miei fogli e me lo sarei ritrovato nell'ufficio Auror e-»
«E ti saresti messo ad urlare come una ragazzina spaventando a morte il signor Potter.» lo guardo, ridendo. «Quando andate in missione e dovete dormire all'aperto come fai?»
«Gli faccio la guardia, ovviamente.» una risata profonda risuona alle nostre spalle e mi volto ritrovandomi davanti all'intera famiglia Potter.
«Potter, non dire scemenze.» papà ruota gli occhi mentre il signor Potter si abbassa alla mia altezza.
«Sai Talìa, una volta eravamo insieme di pattuglia, e ad un certo punto tuo padre ha iniziato a urlare dicendo "Oh per Salazar, togliermelo di dosso AAAH, MOSTRO"» il signor Potter fa maledettamente bene il verso a papà, tanto che inizio a ridere senza controllo.
«Harry Potter non-» papà cerca di protestare, ma il signor Potter lo interrompe di nuovo.
«Sai cos'era successo? Aveva un insetto grande quanto un sassolino sulla spalla. Ed io che avevo già pronta la bacchetta per correre in suo soccorso.» finito il suo racconto non riesco più a fermarmi, ho quasi le lacrime agli occhi da quanto sto ridendo.
«Dovevi proprio raccontarglielo?» borbotta papà, rosso in viso.
«Nott, penso che tua figlia ti apprezzi per la checca che sei-AHI!» papà gli ha appena tirato un pugno sul braccio «Intendevo, per la persona un po' fifona che sei, Theodore, scusa.» ridacchia il signor Potter.
Da dietro le sue gambe vedo spuntare una testa con un ammasso di capelli neri e due occhioni verdi si rispecchiano nei miei dello stesso colore, solo un po' più scuro.
«Albus!» sorrido a trentadue denti, correndo ad abbracciare il mio migliore amico che quasi non cade per terra.
«Ciao Talìa.» dice mentre mi abbraccia, poi mi sussurra all'orecchio «Hai ancora quella tua cotta per James? Perché quest'anno è più insopportabile del solito.»
«N-no io... Io non ho una cotta per lui!» gli rispondo, staccandomi dal suo abbraccio, e sento le guance riscaldarsi.
«Certo, come dici tu.» ruota gli occhi, trattenendo un sorrisetto.
«Harry, che fine ha fatto James? Il treno parte tra cinque minuti e lui non-» la moglie del signor Potter, Ginny, sussulta quando vede spuntare dal nulla la testa di suo figlio proprio sotto il suo naso.
«Ah! Pensavi mi fossi perso, eh? Mamma, mi deludi, io sono responsabile!» dice il ragazzo, togliendosi il mantello.
«Certo James, certo... Harry, non dovevi dargli il tuo mantello.» Ginny scuote la testa, aggiustando i capelli di James.
Ed io mi incanto a fissarlo come una scema. Non è che lo fisso perché mi piace o qualcosa del genere, è che... no okay, è il ragazzo della mia vita lo so.
«No, non ho una cotta per lui, gne!» mi fa il verso Albus, attirando l'attenzione di James, che non appena mi vede mi sorride.
Oh Merlino, quello era il mio cuore?
«James, ti avevo detto di usarlo solo in caso di necessità.» lo riprende il signor Potter, e una parte di me pensa che lo abbia fatto solo per sua moglie, anche lui era visibilmente divertito qualche minuto fa.
«Si papà, va bene.» James ruota gli occhi, ripiegando il mantello dell'invisibilità e in quel momento l'Espresso per Hogwarts sbuffa.
«Beh, è ora.» papà mi guarda tristemente ed io corro ad abbracciarlo.
«Mi mancherai tanto, papà.»
«Anche tu, Talìa. Mi raccomando, studia, fa la brava, e non stare troppo vicina ai Potter se non vuoi attirare guai. I Potter sono una calamita per i guai.»
«Nott, ti ho sentito.» borbotta il signor Potter e io ridacchio stringendo papà ancora più forte.
«Sarò brava, promesso.» detto questo mi stacco e sorrido a papà che cerca di non far notare gli occhi lucidi.
Saluto i signori Potter e la piccola Lily che non ha spiaccicato parola per tutto il tempo, sorrido un ultima volta a papà e poi assieme ad Albus e James ci incamminiamo verso il treno. Veniamo raggiunti da una bambina con degli indomabili capelli rossi.
«Albus, James, aspettate!» la sento chiamare il mio migliore amico e il mio futuro mar-e James, emh.
«Rose!» la saluta James.
«Ciao Rose, sei pronta?» dice Albus un po' agitato mentre saliamo sul treno.
«Certo, so che sarò una Grifondoro al cento per cento, non sono preoccupata.» dice tranquilla e con molta sicurezza nella voce, poi mi guarda. «Oh, tu devi essere Talìa! Albus ha tutte quelle foto con te nella sua camera.» ride Rose e io guardo Albus, sorridendogli dolcemente.
«Si, sono io.» le sorrido, ma non faccio in tempo a dirle più niente che siamo già sul treno.
«Io vado dai miei amici, devono avermi tenuto sicuramente un posto. Sbrigatevi a trovare uno scompartimento!» esclama James per poi sparire tra la folla.
«Andiamo di qua!» Albus prende il comando e percorriamo tutto il corridoio del treno, fin quando troviamo uno scompartimento con solo due bambini, i due bambini più biondi che io abbia mai visto.
Il loro colore di capelli quasi mi fa diventare cieca. Albus spinge la porta scorrevole e i due bambini si voltano verso di loro. Uno ci sorride mentre l'altro mette su un'espressione abbastanza antipatica.
«Ciao... possiamo entrare? È tutto occupato.» chiede Albus un po' imbarazzato. Il bambino biondo più simpatico gli sorride.
«Certo, ci siamo solo noi e ci entriamo tutti, se vo-»
«No, cerchiamone un altro, Albus.» dice Rose, lanciando uno sguardo molto intimidatorio al ragazzo che ha parlato, che abbassa lo sguardo afflitto.
«E perché? Non abbiamo mica il vaiolo di drago.» interviene l'altro in tono antipatico, lanciando un'occhiataccia a Rose.
«Il problema non sei tu, simpaticone.» dice Rose sdegnata, poi torna a guardare l'altro biondino con ancora la testa china.
«A me sembra a posto.» mi intrometto nella conversazione, ma me ne pento subito dopo un'occhiata infuocata di Rose.
«Sai cosa dicono della sua famiglia?! Lui è...»
«Che stupidaggini vai dicendo!» scatta l'altro biondo, guardando male Rose.
«Rose, io non credo a quello stupide voci.» mormora Albus e Rose lo guarda per qualche secondo.
«Bene. Io mi cerco un altro scompartimento. Talìa?» mi guarda.
«Umh io... io resto con Albus.» le sorrido con sguardo di scuse e lei mi guarda indifferente.
«Bene, ci vediamo tra qualche ora.» detto questo va via.
Guardo Albus che a sua volta guarda me, poi dice «Possiamo ancora entrare?»
Il biondino antipatico volta lo sguardo sdegnato verso la finestra, l'altro invece sorride felice e annuisce.
«Certo, accomodatevi!» sorride e noi facciamo come dice.
«Io sono Albus.» sorride il mio migliore amico, porgendo una mano al biondino sorridente.
«Ciao, Scorpius. Cioè, io sono Scorpius. Tu sei Albus. Io sono Scorpius.» dice e inizio a ridacchiare mentre il biondino arrossisce.
«Io sono Talìa, piacere di conoscerti Scorpius.» gli sorrido e lui prova a tranquillizzarsi. Lo sguardo mi cade sul biondino accanto a lui.
«Oh, lui è Drew, mio cugino. Le nostre mamme sono sorelle.» dice Scorpius e Drew si volta verso di lui.
«Non ho intenzione di parlare con queste persone, Scorpius. Hanno appena detto che...»
«Io non ci credo.» dice Albus. «Che tu sia il figlio di Voldemort, intendo.» gli sorride. «Andiamo... non gli assomigli per niente!»
«Figlio di Voldemort? Ma come! Cioè guarda... tu hai il naso!» dico quasi sconvolta e Scorpius ride.
«Che grande scoperta.» mormora Drew e gli lancio un'occhiataccia che non tarda ad essere ricambiata.
«Ed è uguale a quello di mio padre! Ho il suo naso, i suoi capelli e il suo cognome. Non che sia poi questa gran cosa. Avete presente il conflitto padre-figlio? Ce l'ho. Ma tutto sommato preferisco essere un Malfoy che, cioè, il figlio del signore oscuro.»
«Aspetta, Malfoy! Sei il figlio di Draco Malfoy? Il mio papà è un suo caro amico!» gli sorrido «Andavano a scuola assieme, sai?» sorrido a Scorpius che mi sorride a sua volta.
«Invece mio padre e il tuo non andavano molto d'accordo a scuola.» dice Albus, un po' a disagio.
«Oh, un Potter.» dice l'altro biondino. «Un favoloso inizio dell'anno, direi.»
«Cos'hai che non va?!» sbotto guardandolo il più male possibile.
«Nulla.» dice con sguardo di indifferenza, iniziando a mangiare dei dolcetti sparsi sul tavolo.
«Drew... Scusatelo, mio cugino è un po'...» sussurra «irascibile?»
«Direi che è più antipatico di Rita Skeeter.» dico, tenendoci a farmi sentire dal mittente che mi lancia uno sguardo gelido nel vero senso della parola, perché sento un brivido di freddo percorrermi la schiena, come se qualcuno avesse messo dei cubetti di ghiaccio nella mia maglietta,
I suoi occhi sono azzurri a differenza di quelli grigi di Scorpius, i capelli un po meno biondi. È carino, ma è insopportabile.
«Spero che tu non finisca in Serpeverde.» mi dice.
«Per la tua gioia non credo che Serpeverde sia la mia strada.» ribatto.
Albus e Scorpius si scambiano un'occhiata.
«Meglio per l'intera casata, allora.» mormora e assottiglio lo sguardo.
«Vuoi dire povera la casa di Serpeverde se si ritroveranno un individuo come te.» mormoro guardandolo sempre più male.
«Emh... chi vuole una cioccorana?» dice Scorpius, scartandone una. «Guarda Albus, ho trovato tuo padre!»
Rivolgo un'ultima occhiataccia al biondino antipatico e poi mi volto verso Albus.
La rabbia mi passa non appena noto la distesa di dolcetti sul tavolino.
Inutile dire che mi lancio sul cibo.
Capitolo corretto il 16.07.2018
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