Capitolo 72
"Tu sai chi è l'accompagnatore di Mary, vero Herm'?" Hermione e Lily erano rimaste le ultime in camera e, di fronte a quella domanda diretta, la riccia fu certa che la compagna avesse volutamente perso tempo con la scusa di parlarle in privato.
Hermione la osservò attentamente, perdendosi per un momento nei suoi occhi verde smeraldo. Gli stessi occhi che aveva visto per cinque lunghi anni. Deglutì a vuoto, cercando di concentrarsi solamente su Lily come sua coetanea e amica e non come la futura madre del suo migliore amico. Il suo tono di voce non era arrabbiato né tanto meno accusatorio, sembrava solamente teso e diffidente. L'espressione del viso era leggermente accigliata ed era evidente il suo leggero disappunto. Sicuramente aveva capito tutto.
"Sì, so chi è e so anche che vorrete delle spiegazioni. Ma questa sera lasciamo che si goda la serata. Mary sa quello che fa." Cercò di tranquillizzarla con voce pacata, temendo una sua reazione negativa. In quelle settimane avevano legato molto e la riccia aveva avuto modo di scoprire di avere molte cose in comune con lei. Ma aveva anche scoperto quanto fosse terribilmente testarda, a volte diffidente e permalosa. Quest'ultima rilasciò rumorosamente il respiro, stringendo le labbra in una linea sottile, per niente convinta di fronte alle parole della sua nuova amica.
"Non posso stare tranquilla sapendo che Mary andrà al ballo con Flint. Non penso affatto che sia una sprovveduta, ma non pensavo le piacesse un serpeverde e non capisco perché non ce ne abbia mai parlato." Asserì Lily secca, con voce tagliente, arrivando dritta al sodo puntando il suo sguardo in quello della riccia, senza distoglierlo mentre parlava. Quest'ultima restò alcuni secondi in silenzio. Ovviamente Lily aveva capito tutto, sicuramente fin da quando Mary aveva fornito le prime informazioni.
"Perché l'amore è cieco Lily. Ci si innamora, ci si innamora e basta. A volte delle persone più impensabili, ma ci si innamora. Mary non ve l'ha detto per non farvi preoccupare...Temeva il vostro giudizio. Io non ho motivo di essere prevenuta perché non conosco Flint, quindi le è stato più facile confidarsi con me. Spero tu non sia arrabbiata per questo." Lily stette in silenzio, le labbra tese sempre nella solita linea sottile e le parole dell'amica che le rimbombavano in mente.
Hermione era così saggia, riusciva sempre a dire le cose giuste al momento giusto. Era nella sua indole aiutare gli altri, l'aveva capito fin dall'inizio, fin dal loro primo bizzarro incontro sul treno dell'andata, iniziato per niente bene eppure...Sentiva che in lei c'era una nota stonata, ma non sapeva dire cosa. Ovviamente conosceva la sua storia, ma aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di più e raramente si sbagliava. Ma la domanda che le era balzata in testa dopo quelle parole era se davvero fosse possibile innamorarsi così, senza un vero e proprio motivo apparente. E Mary, la sua dolce amica, si era davvero innamorata di un serpeverde? Era molto prevenuta, lo ammetteva. Se avesse saputo fin dal principio che sarebbe andata al ballo con Flint probabilmente avrebbe cercato, ipocritamente, di farla desistere. Quindi capiva perché l'amica avesse taciuto, ma sotto sotto si sentiva tradita, perché avrebbe voluto saperlo da lei piuttosto che scoprirlo ad effetto sorpresa. Una sorpresa che probabilmente non sarebbe piaciuta alle amiche. Inoltre Mary era così buona e fiduciosa nei confronti del prossimo che temeva che potesse lasciarsi ingannare da un sorriso accattivante in un momento di debolezza. Lei conosceva molto bene i serpeverde e pur quanto Mary fosse in gamba, lei aveva capito a sue spese quanto quest'ultime fossero in grado di raggirarti con uno schiocco di dita.
"Non sono arrabbiata, ma non amo le sorprese e so anche per certo che Alice e Marlene daranno filo da torcere per questa improvvisata. Per lo meno tu ed Emmeline siete più ragionevoli, spero che il danno si possa contenere." Sospirò Lily amareggiata. Non si sarebbe mai dimenticata della lite epica scoppiata tra Marlene e Alice lo scorso anno. Ed era stata causata da una sciocchezza. Le due avevano passato ore a urlarsi contro gli insulti più coloriti della storia per una stupida divisa da quidditch macchiata dagli stupidi trucchi di Marlene, quando il tutto alla fine si era risolto con poco. Ma le due per orgoglio e testardaggine non si erano parlate quasi per un mese, finché tra tutte non erano riuscite a convincerle a riconciliarsi. Ma adesso, da quando era accaduto lo scontro tra Potter, Black e i serpeverde le compagne erano ancora più accanite nei confronti della casa avversaria quindi, considerando tutto il quadro generale, sperava seriamente che non ne uscisse il finimondo perché questa volta non sarebbe stato un litigio per una cavolata e lei non voleva schierarsi con o contro Mary. Non l'avrebbe sopportato...Così come non avrebbe sopportato di vederla soffrire per una serpe.
Pochi minuti dopo, una volta che Hermione ebbe finito di rassicurare nuovamente la rossa, entrambe si ritrovarono fuori dal dormitorio impegnate a guardare la sala decorata e addobbata a puntino per la festa di halloween. La riccia strinse le labbra scettica, pensando con disapprovazione a tutto il lavoro extra che sicuramente avevano avuto da fare i poveri elfi del castello per riuscire ad allestire tutto quanto. Le decorazioni erano curate ed impeccabili, niente a che vedere con quelle cianfrusaglie babbane che si potevano trovare in qualsiasi negozio della Londra babbana, per non parlare anche dei costumi. Buona parte degli studenti che avrebbero partecipato alla festa in sala grande aveva optato per costumi di halloween realistici piuttosto che per abiti eleganti.
Lily era tesa per la decisione che aveva preso, improvvisamente tutto il suo coraggio e la sua sicurezza avevano preso a traballare. Non era certa che quella fosse una buona idea, ma ormai era tardi per tirarsi indietro e, soprattutto, il suo istinto le diceva che doveva lasciarsi andare. Ma come mai allora si sentiva così insicura e spaventata? Eppure era una stupida festa e Potter era sempre l'idiota di Potter...Che però aveva volontariamente deciso di invitare, le ricordò fastidiosamente la sua vocina interiore.
"Sei...Bellissima." Lily sentì un brivido scorrerle lungo la spina dorsale al suono di quella voce. Della sua voce. James Potter era in fondo alle scale, fasciato in un completo nero super elegante e sicuramente anche super costoso, che lo calzava a pennello. Ma fu un dettaglio a lasciare Lily interdetta per trenta secondi abbondanti.
"Potter...Dove sono i tuoi occhiali?" Chiese sconvolta, osservandolo attentamente. Inizialmente non l'aveva quasi riconosciuto ma poi i capelli ribelli e neri come l'ebano, il sorriso malandrino dipinto sulle labbra e il fisico atletico, insieme agli sguardi adoranti di svariate ragazzine le avevano dato la conferma che fosse proprio lui. Potter si passò una mano tra i capelli, vizio che solitamente le faceva salire un tic nervoso ma quella sera non ci fece quasi caso, troppo rapita dal suo sguardo. Gli occhiali nascondevano i dettagli dei suoi occhi, come le sfumature dorate che si mescolavano a piccole pagliuzze verdi che davano luminosità al suo sguardo, rendendo i suoi occhi di base marrone cioccolato più luminosi ed affascinanti.
Per Merlino, aveva definito Potter affascinante? Deglutì nervosamente, cercando di mantenere la calma. Non significava niente di niente. Non intendeva dire che Potter era affascinante, aveva osservato i suoi occhi trovandoli discreti. Tutto molto semplice. Poteva capitare, giusto?
"Se ci sto male me li vado a rimettere. Volevo solamente farmi vedere senza, per una volta. Ho fatto un incantesimo temporaneo alla vista. Devo dire che è molto comodo." Farfugliò il moro, osservando Lily in tutto il suo splendore con il cuore che gli scalpitava nel petto. Per l'amor di Merlino, quella donna l'avrebbe fatto morire di crepa cuore. La diretta interessata lo guardò per alcuni secondi, mordendosi il labbro nervosamente. La Lily anti-Potter gli avrebbe rifilato una risposta acida e offensiva, ma in quel momento proprio non le andava di insultarlo. Perché non se lo meritava, ragionò onestamente. Quante volte lo aveva ingiustamente insultato, per il puro gusto di farlo? Quella domanda la fece sentire terribilmente in colpa, quindi si limitò a rivolgergli un piccolo sorriso rassicurante. O almeno sperava che lo fosse.
"Stai bene Potter, anche se sono abituata a vederti con gli occhiali." La sua fu una risposta impacciata ma che fu in grado di illuminare il volto del giovane di un sorriso radioso, che la lasciò imbambolata per alcuni secondi. Davvero bastava così poco per far sorridere Potter? Nei suoi libri aveva letto e riletto scene del genere e...Deglutì. Possibile che Potter provasse dei sentimenti per lei? Un brivido freddo le scese lungo la spina dorsale una seconda volta. Santa Morgana! In quel momento non ci voleva nemmeno pensare.
"Grazie Lily... Tu sei sempre bellissima, ma questa sera lo sei ancora di più." Ammise James dolcemente, con un sorriso così puro e gentile da lasciare la ragazza quasi ammaliata. Perché il suo cuore aveva preso a battere più velocemente? Nessun ragazzo le aveva mai rivolto complimenti così diretti e soprattutto sinceri. Ciò la fece sentire un po' più speciale e, questa volta, un sorriso ampio e sincero le nacque sulle labbra.
"Grazie Potter." Mormorò, afferrando con più sicurezza il braccio che il compagno le aveva galantemente offerto. Dai...Alla fine doveva ammettere che per il momento non stava andando poi così male. Ciò la fece arrossire leggermente, ma decise di non farsi suggestionare come una ragazzina in piena crisi ormonale. Anche perché lei non lo era, giusto? Giusto. Il fatto che si facesse delle domande e si desse delle risposte da sola per cercare di auto convincersi era alquanto stupido.
Vicino al buco del ritratto si trovava invece Sirius, bello ed elegante come un principe. Quando Hermione lo vide il cuore le schizzò letteralmente fuori dal petto. Per tutte le grazie di Merlino...Cosa aveva fatto di tanto speciale per meritarsi Sirius come accompagnatore? Lui poteva avere tutte le ragazze che voleva eppure, aveva scelto lei, di nuovo. Certo, negli anni era cambiata e il suo aspetto era notevolmente migliorato rispetto a quando era una ragazzina di undici anni, ma non credeva nemmeno di essere chissà quale bellezza per potersi permettere di uscire con un ragazzo bello come il malandrino. Stavano uscendo in amicizia, niente di più...Però tanto tra tutte aveva scelto lei.
Il ragazzo le rivolse un sorriso smagliante, terribilmente seducente, che la fece sciogliere come burro al sole.
"Ben arrivata, mia regina. Sei a dir poco incantevole." Imitando un vero e proprio reale, Sirius le prese la mano delicatamente per farle il bacia mano. Hermione, di fronte a quelle parole e a quel gesto, boccheggiò cercando di ritrovare fiato. O per Godric e tutti i suoi discendenti. Certo che così non l'aiutava affatto.
"G-grazie Sirius. Anche tu sei molto incantevole sì, insomma, stai molto bene." Farfugliò senza respiro, ammirandolo in tutto il suo splendore. Era ferrata in tutti i campi, tranne che in quello amoroso. Non era abituata a civettare con i ragazzi, anche se per gioco, e ciò la faceva sentire terribilmente in imbarazzo portandola a dire cose stupide e fare figuracce una dietro l'altra. Non aveva niente a che vedere con le oche giulive che circondavano ogni giorno i malandrini e ne andava anche piuttosto fiera, però ogni tanto non le sarebbe dispiaciuto avere un po' di malizia in più per essere meno impacciata e ridicola.
"Questa sera sono a vostra completa disposizione. Una missione speciale e una serata di baldoria ci stanno aspettando." Mormorò sotto voce, offrendole galantemente il braccio, al quale la ragazza praticamente si artigliò e mentre uscivano dal buco del ritratto quest'ultima fulminò con lo sguardo alcune ragazzine piene di invidia che si erano messe a bisbigliare al loro passaggio. Colte sul fatto, di fronte alla sua occhiata di fuoco distolsero velocemente lo sguardo, facendola sorridere sotto i baffi. Non sarà stata maliziosa, ma era pur sempre l'accompagnatrice di Sirius Black, invitata personalmente da lui.
Radunato nel corridoio il gruppetto chiacchierava allegramente. All'appello mancavano Emmeline e Mary, entrambe andate alla ricerca dei loro accompagnatori e Alice e Frank che avevano deciso di andare un po' prima. La più chiacchierona del gruppo era ovviamente l'esuberante Marlene, che non vedeva l'ora di scoprire chi Lumacorno avesse invitato di esterno.
"Ma secondo voi chi può essere l'accompagnatore misterioso di Mary?" Chiese ad un tratto la mora, richiamando l'attenzione di tutti. Hermione e Lily si scambiarono una breve occhiata, James e Sirius inarcarono le sopracciglia.
"Mary ha un accompagnatore segreto?" Domandarono i ragazzi a pappagallo, incuriositi.
"A quanto pare si! Ma non ci ha voluto dire chi è. Spero non sia un tassorosso, sono così noiosi." Ammise Marlene trepidante, non vedendo l'ora di scoprire chi fosse il ragazzo misterioso.
"Ma voi ragazze di solito non vi dite ogni sacrosanta cosa, confrontandovi anche sul colore delle mutande da abbinare al vestito del giorno?" Chiese Sirius ironico, facendo alzare gli occhi al cielo a Lily, ancora a braccetto con James. Quel contatto caldo le sembrava stranamente rassicurante e piacevole.
"Molto spiritoso Black, davvero. Ma non funziona esattamente così." Rispose la giovane, lanciando al ragazzo un'occhiata obliqua.
"Ma almeno vi ha dato qualche indizio?" Chiese a quel punto James, a sua volta incuriosito. La sua espressione serena e a suo agio si poteva intercettare da metri di distanza. Ma, soprattutto, si poteva captare la sua felicità. Finalmente era in compagnia di Lily e, per la prima volta in sei anni, lei aveva accettato il suo invito ad uscire e lo stava pure tenendo per braccio di sua spontanea volontà e quel calore, era il più bello e piacevole che avesse mai sentito. Non sapeva come si sentisse lei, ma il fatto che fosse ancora lì e che non lo avesse ancora insultato o picchiato o entrambi, gli suggerì la sua coscienza, gli lasciava ben sperare.
"Che vecchie pettegole che siete." Sospirò Lily esasperata.
"Ha detto che gioca a quidditch, è alto, muscoloso ed ha i capelli neri e corti." Elencò velocemente Marlene, rivolgendo tutta la sua attenzione a James. Forse lui avrebbe saputo svelare il mistero. Dopo tutto era il capito della squadra di quidditch più forte di tutta la scuola.
"Questo è il tuo campo amico mio, ti viene in mente nessuno?" Chiese Sirius. James, sentendosi osservato, si passò velocemente la mano libera tra i capelli neri, scompigliandoli ancora di più. Quidditch equivaleva ad avversarsi e lui conosceva ogni suo singolo avversario, riserve comprese. Sicuramente non era un grifondoro.
"Mmh, allora...Possiamo escludere la nostra casa e tassorosso. Nessuno della loro squadra rispecchia quelle caratteristiche. Malcom ha i capelli neri ma il taglio che ha lo fa sembrare un frate. Quindi il campo si restringe a corvonero e...Serpeverde." Borbottò James, ragionando tra sé e sé. Due volti gli erano balzati in testa ma, sinceramente, sperava che non fosse nessuno dei due. Il primo era un insopportabile so tutto io, nonché il capitano della squadra di corvonero e l'altro...Beh l'altro era un serpeverde taciturno che non gli ispirava niente di buono. Ma essendo un serpeverde non gli piaceva a prescindere.
"Per Merlino, pensate che Mary abbia potuto accettare l'invito di un..." Ma Marlene tacque, seguita dal silenzio generale dei compagni. Si trovavano di fronte all'ufficio del professore il quale, fasciato in un completo nero con una cravatta di seta verde stava accogliendo gli invitati tra i quali c'erano Mary accompagnata da...
"Quello è Flint...Ma cosa diavolo..." Sibilò James incredulo.
"Un serpeverde?" Chiesero all'unisono Sirius e Marlene, il primo scandalizzato e la seconda incredula. Le uniche che restarono in silenzio furono Lily ed Hermione. Lily osservò Flint in silenzio, ancora molto poco convinta. Mentre Hermione cercò di decifrare le varie espressioni dei compagni. Sirius sembrava profondamente oltraggiato, James turbato e Marlene...
"Flint? Un serpeverde? Ma per Merlino! Ok, è un gran figo, ma è un serpeverde! Come può piacerle quel tizio? Mette i brividi solo a vederlo, mi sono sempre chiesta come facesse a fargli da compagna a pozioni e questo proprio non me lo aspettavo! Perché non ce l'ha detto?" Chiese a raffica la giovane, incredula e a bocca aperta.
"Credo che le spiegazioni ce le darà domani." Borbottò Lily, mantenendo un tono di voce pacato.
"Ma Lily...Aspetta! Tu, voi, sapevate non è vero? Altrimenti non mi spiego la vostra assoluta calma!" Sbottò puntando il dito accusatori verso Lily e la riccia. Entrambe sospirarono, guardandosi nuovamente.
"Dalla descrizione me lo aspettavo che fosse lui." Ammise Lily, sotto lo sguardo accusatorio dell'amica.
"L'ho scoperto per caso, ma non potevo fare la spia. Non sarebbe stato giusto." Mormorò Hermione, sperando che Marlene non andasse su tutte le furie.
"Ma siamo sue amiche! Pensava che l'avremmo giudicata?" Chiese Marlene offesa, guardando nuovamente Mary e Flint che, in disparte parlavano tra di loro in tutta tranquillità, sotto vari sguardi curiosi. Dopo tutto ciò che era successo era insolito vedere una coppia formata da una grifondoro e un serpeverde.
"Perché, non lo stai facendo?" Chiese Lily asciutta, fissando Marlene con un sopracciglio alzato. Quest'ultima aprì e chiuse la bocca più volte, finché Hermione fiutando il litigio nell'aria non le interruppe bruscamente.
"Ragazze lasciamo perdere per favore. Siamo qua per divertirci, lasciamo che Mary si goda la sua serata. Non deve rendere conto a noi e se vorrà, domani ci darà delle spiegazioni." La riccia chiuse bruscamente il discorso, cercando sostegno anche nei ragazzi, entrambi a loro volta ancora a bocca aperta. Quest'ultimi però annuirono d'accordo con lei, e in questo modo il discorso venne momentaneamente chiuso anche se Marlene era ancora imbronciata e poco intenzionata a restare zitta fino al giorno seguente.
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Lumacorno non si era proprio fatto mancare niente per quella festa speciale. Aveva magicamente ingrandito l'ufficio, adesso grande quasi quanto la sala grande, adornandolo con decorazioni realistiche di ogni genere. Aveva ingaggiato camerieri per allestire il buffet e servire gli ospiti. Un'orchestra dal vivo composta da scheletri animati stava movimentando la festa mentre, più tardi, sarebbero arrivati i fratelli rock, un gruppo musicale molto famoso del tempo e, per non far mancare proprio niente di niente, ci sarebbe stato anche uno spettacolo di danza organizzato da un gruppo di veele. Lumacorno accolse il gruppetto calorosamente, elogiando le ragazze con complimenti pomposi e congratulandosi con i ragazzi per le loro scelte. Dai pomelli rossi che gli spiccavano sulle guance era evidente che fosse già abbastanza alticcio.
"Cibo!" Sussurrò Marlene, scrutando il buffet disposto su lunghe tavolinate in fondo alla sala, con gli occhi che le brillavano di fronte a tutte quelle delizie.
"Ma tu mangi sempre? Non capisco come tu possa essere così magra." Mormorò Lily, seriamente colpita dalle quantità di cibo che riusciva ad ingurgitare l'amica senza ingrassare.
"A pancia piena riuscirò ad individuare meglio qualche ragazzo carino ed interessante. Inoltre per Merlino, ci saranno i fratelli Rock! La mia concentrazione dovrà essere al massimo, chissà che non riesca a fare amicizia con uno di loro." Cinguettò civettuola, sparendo in un lampo in direzione del cibo senza aggiungere una parola. Tra tutti era decisamente la più euforica di trovarsi lì. E anche la più lunatica, considerando che aveva cambiato umore nell'arco di pochi minuti come se niente fosse.
"Andiamo ragazzi, prima che non ci resti niente." Aggiunse James, scuotendo il capo. Lily lo seguì, guardandosi attorno lievemente a disagio. Al loro passaggio le persone li guardavano a bocca aperta, soprattutto perché si tenevano a braccetto come una coppia di fidanzati e ciò era decisamente anomalo da parte loro. Le persone erano abituate alle loro sfuriate, non a vederli girare a braccetto come una coppia. Che non erano, fosse chiaro. Ma ciò che più temeva era di incontrare Piton. Era stata chiara nei suoi confronti, ma era una ferita fresca e profonda che sinceramente non sapeva se si sarebbe mai rimarginata del tutto. Ma era ad una festa, e per una sera voleva cercare di dimenticarsi dei problemi e di ciò che l'aveva ferita. Per una volta, se ce l'avesse fatta, voleva divertirsi come tutte le sue coetanee. James, che nel frattempo si era allontanato per prendere del cibo e delle bevande, tornò da lei sgomitando facendo fluttuare di fronte a sé due piatti carichi di cibo e due burrobirre fumanti. Vedendola sorrise calorosamente, facendola sorridere a sua volta mentre le porgeva elegantemente il suo piatto.
"Sei pensierosa Lily?" Le chiese, osservandola attentamente. Era così bella e la sua mano, che aveva perso il suo contatto, la sentiva improvvisamente così fredda e vuota. Ma la sua bellezza riusciva ad irradiare calore in tutta la stanza, a lui in particolar modo. Lily Evans era lì con lui, gli aveva finalmente dato una possibilità e non voleva sprecarla per niente al mondo. La ragazza lo osservò in silenzio, non sapendo né da dove iniziare né tanto meno cosa rispondergli. Più lo guardava e più domande e dubbi le venivano in mente mentre si perdeva nei suoi occhi caldi color cioccolato.
"Perché insisti tanto con me, Potter? Insomma, hai decine di ragazze che ti vengono dietro e tu, nonostante tutto, continui a voler uscire con me nonostante io non abbia mai voluto avere a che fare con te. Ti ho odiato, insultato, umiliato, rifiutato decine e decine di volte eppure...Non hai mai smesso di invitarmi e di girarmi intorno. Perché, Potter?" Gli chiese con voce spezzata, mentre James le rivolgeva una sorriso caldo e carico di significati nascosti.
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"Sei pronta Herm'?" Sirius, elegante e bello come un principe, stava facendo volteggiare la riccia sopra le note della melodia che invadeva dolcemente la stanza. Quest'ultima, dopo l'ultima piroetta, si fermò di fronte al giovane con le gote arrossate e il cuore che batteva velocemente.
"Non lo so se sono pronta, ma dobbiamo farlo." Mormorò assorta, senza lasciare la sua mano. Quel calore le piaceva, il rapporto che aveva instaurato con lui le piaceva. Sirius le piaceva. Quant'era sbagliato da uno a dieci? Cento, senza ombra di dubbio. Ma non era riuscita ad impedirlo e si stava rendendo conto solamente adesso di quanto in realtà il tempo dei malandrini la stesse assorbendo. Era partita con l'intento di portare a buon fine la sua missione restando nell'ombra senza farsi coinvolgere più di tanto. Ma non aveva fatto i conti con la realtà...Perché tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, era il detto che le avevano insegnato fin da bambina e adesso, più che mai, si rendeva conto di quanto fosse veritiero e di quanto quel mare fosse vasto ed intrigante.
"Hai paura?" Le chiese più serio, girando lentamente in cerchio in quella che doveva essere una specie di danza. Di fronte ai suoi occhi in quel momento esisteva solamente lei, nessun'altra ragazza. Ed era una sensazione strana, che non aveva mai provato prima e che non sapeva ancora dirsi con esattezza se gli piaceva oppure no.
"Se sono con te non ho paura. Non per me stessa per lo meno." Ammise la riccia con sincerità, notando con il cuore che le batteva forte lo sguardo inizialmente sorpreso ma poi limpido e luminoso di Sirius. Aveva forse parlato troppo? La burrobirra le stava forse dando alla testa?! Non era di certo quello il momento adatto per ubriacarsi e fare figuracce come una ragazzina in preda agli ormoni.
"Allora fidati di me. Lumacorno è là, vedi?" Mormorò Sirius, guardando in direzione del professore con molta cautela, evitando di dare nell'occhio. La riccia annuì, osservando l'omone panciuto ridere di gusto insieme a giovanotti sulla ventina ed altri uomini vestiti elegantemente più o meno suoi coetanei. Sicuramente ex studenti e personaggi di rilievo. Chissà se Marlene aveva già fatto conoscenza con qualcuno, le venne da pensare.
"È già piuttosto alticcio e tra un po' la festa si movimenterà ulteriormente, questo significa che noi potremo sparire indisturbati. Non appena vedremo Lumacorno ben impegnato in qualche pomposa e noiosa discussione, ci intrufoleremo nelle sue stanze. Non dovrebbe essere difficile trovare la pozione." Spiegò brevemente il ragazzo. Ma Hermione corrugò le sopracciglia, perché in quel piano che piano non era vedeva falle ovunque. Forse entrare sarebbe stato anche abbastanza semplice, ma trovare la pozione e recuperarla cosa gli garantiva che fosse altrettanto semplice? Magari l'aveva ben nascosta e protetta con incantesimi che lei poteva non conoscere. Dopo tutto Lumacorno era un professore e pur quanto lei fosse una studentessa eccezionalmente brillante e competente, in base agli incantesimi utilizzati, non poteva avere la certezza di essere in grado di riuscire a scioglierli in un tempo limitato e, soprattutto, una volta abbattute le protezioni poi le avrebbe dovute innalzare di nuovo perché in caso contrario Lumacorno se ne sarebbe accorto. E se fosse partita una caccia al ladro di felix felicis sarebbe stato un bel problema.
"Herm'...Fidati di me." Le rispose Sirius con voce sicura, stringendo tra le sue mani quelle pallide della riccia quando intuì i suoi dubbi e le sue paure. Quest'ultima, invasa dal calore rassicurante del compagno, restò incantata dal suo carisma e dalla sicurezza delle sue parole. Non poteva non chiedersi come facesse ad essere, almeno all'apparenza, sempre così calmo e tranquillo.
"Mi fido di te, ma non di me stessa Sirius. Non so agire senza un piano e ho paura di fallire e non me lo posso permettere." Mormorò quasi assorta, ignorando tutto ciò che li circondava per concentrarsi solamente sulla figura di Sirius Black. Più lo guardava e più scorgeva dettagli del suo viso e della sua figura che non aveva mai notato o ai quali molto semplicemente non aveva mai dato importanza. E poteva dire che era terribilmente bello ed affascinante, una bellezza che non si poteva non ammirare e, soprattutto, che non ci si stancava mai di osservare perché ogni volta si scorgeva qualcosa di nuovo, qualcosa di bello ed affascinante. Sirius Black aveva mille sfaccettature e la riccia era certa di conoscerne meno di un decimo eppure, quelle che aveva visto le erano piaciute tutte.
"E noi non falliremo, te lo prometto." Le promise seriamente, facendole battere ancor più forte il cuore. Si fidava di lui, si fidava davvero. Era una promessa importante quella che le aveva appena fatto, ma sapeva che Sirius l'avrebbe mantenuta, a costo di qualsiasi cosa. Ma lei non gli avrebbe permesso di compiere sciocchezze per portare a termine quell'impresa perché era pur sempre la sua battaglia e, quella consapevolezza, le fece tirar fuori una nuova grinta e convinzione. Lei era Hermione Granger e come tale non era da lei demordere alla prima paura e debolezza. Soprattutto se ne andava della sicurezza di persone alle quali teneva.
La festa dopo una mezzora abbondante dal loro arrivo iniziò a movimentarsi al punto da far si che il gruppo si dividesse, cosa che si rivelò essere un bene per il piano di Hermione e Sirius. Lily e James erano finiti in mezzo alla folla e il giovane era riuscito a convincere la rossa a ballare che, incredibilmente, non aveva fatto molta resistenza e si stava in realtà divertendo, anche se ovviamente con James non si era ancora pronunciata e la discussione non era andata avanti. Marlene era sparita praticamente da quando erano arrivati e probabilmente aveva conosciuto qualcuno di interessante. Alice e Frank li avevano incontrati poco prima ed erano stati insieme finché Alice non era voluta andare a ballare non appena il famoso gruppo musicale aveva fatto il suo ingresso sotto le urla eccitate dei presenti. Mary si era fatta viva insieme a Flint, lei leggermente in soggezione e lui silenzioso e indifferente di fronte all'evidente mancanza di fiducia da parte dei grifondoro. E infine erano rimasti I due complici, che per un po' avevano cercato di godersi la serata come due normali studenti, cercando di mettere da parte il pensiero costante che di lì a breve avrebbero derubato un professore.
"Ci siamo Herm'. La gente è talmente presa dalla festa che non si accorgerebbe nemmeno dell'arrivo di tu-sai-chi in persona. Lumacorno invece non si è mosso dalla sua postazione e continua a bere e brindare come una spugna. Quindi adesso tocca a noi, non potremmo aspettare occasione migliore." Mormorò il giovane alla compagna, che sentì un brivido freddo scenderle lungo la schiena. Quante missioni aveva compiuto con Harry e Ron tra le mura del castello? Quante volte aveva rischiato la vita? Ne aveva affrontate di cotte e di crude, quindi rubare una pozione in confronto sarebbe dovuta essere una bazzecola ma il problema, ciò che alla fine davvero la spaventava, era il fatto che lei aveva sempre avuto in mano le redini delle situazioni. Lei era sempre stata la mente del gruppo, colei che organizzava i piani e che rimediava alle falle altrui. Ma con Sirius era diverso...Era lui a fare le regole del gioco e lei, se voleva proseguire, doveva fidarsi totalmente di lui, abbandonando il suo porto sicuro. Un mondo fatto di schemi, piani e regole ben elaborate. per passare ad un mondo fatto di improvvisazioni e pura adrenalina. Era pronta? Non lo sapeva, ma stava ugualmente per scoprirlo.
"Non dobbiamo abbassare la guardia Sirius. So che può sembrare un gioco da ragazzi, ma Lumacorno potrebbe aver messo degli allarmi. Insomma, non è stupido, sa di avere con sé pozioni ed ingredienti che potrebbero far gola a molti studenti che potrebbero cercare di impossessarsene." Ragionò la riccia, guardandosi intorno discretamente. E se altri studenti avessero avuto la loro stessa idea? Magari dei serpeverde...Il solo pensiero le fece venire i brividi. Cosa sarebbe successo se quella pozioni fosse finita tra le mani di un qualsiasi serpeverde mal intenzionato? Qualsiasi sua azione sarebbe andata a buon fine e Godric solo poteva sapere cosa avrebbe potuto fare.
"Entrare non sarà difficile, ma dovremo sicuramente un po' cercare. Il vecchio Luma è molto affezionato ai suoi gioielli, sicuramente non la terrà in bella mostra sulla scrivania." Le rispose Sirius seriamente, spostandosi i capelli dal viso accaldato. Le persone intorno a loro urlavano e si dimenavano a ritmo della musica rock. Quella missione lo stava elettrizzando, perché il brivido del pericolo era la sua adrenalina e il suo pepe quotidiano e per quell'anno si stava comportando anche fin troppo bene. Per essere a fine ottobre era finito troppe poche volte in punizione, aveva fatto decisamente troppi pochi scherzi a Gazza e ai serpeverde e per la barba di Merlino, a volte sembrava quasi un bravo ragazzo. Lui e James si stavano forse rammollendo? Ma poi ripensò con un ghigno a tutti gli scherzi che avevano in progetto e, in fin dei conti, si disse che se fossero andati tutti a buon fine si sarebbero rifatti con i contro fiocchi. Ma quella sera era diverso, perché non era con James, era con Hermione. E quello non era uno scherzo, ma una missione che per la ragazza sembrava essere di vitale importanza e per questo non poteva lasciare niente al caso.
"Per scoprirlo non ci resta che provare. Dobbiamo renderci invisibili, daremo meno nell'occhio." Mormorò la riccia in risposta, guardandosi attorno con circospezione. Le persone non facevano caso a loro, troppo impegnate a divertirsi, ma non dovevano escludere nessun sospetto, soprattutto i pettegolezzi. Erano comunque circondati da decine e decine di adolescenti sempre in cerca di nuovi scoop, che non si lasciavano mai sfuggire niente e se qualcuno di loro li avesse visti sparire insieme nelle stanze del professore, sicuramente le malelingue si sarebbero sparse a macchia d'olio nell'arco del giorno successivo. E se le voci avessero raggiunto anche i professori, sarebbero stati guai grossi. Non avrebbero avuto un alibi e sarebbe stato difficile da spiegare. Non potevano rischiare.
{Vigilanza costante} Pensò Hermione con un leggero sorriso, ripensando a Malocchio. Se fosse stato con loro avrebbe sicuramente detto quelle parole.
A passo di danza, fingendo di godersi la festa come tutti gli altri, raggiunsero un angolo dell'ufficio più tranquillo e soffuso dove riuscirono a disilludersi senza dare nell'occhio. La riccia fece l'incantesimo prima su Sirius e subito dopo su sé stessa. Tenendosi per mano onde evitare di perdersi, si fecero largo tra la folla, stando attenti a non picchiare addosso a nessuno per evitare malintesi e sospetti. La fortuna aveva voluto che il palco del gruppo rock fosse stato montato proprio di fronte alle scale che portavano alle stanze private del professore e forse, pensandoci, quella era stata una mossa strategica proprio per evitare che qualcuno cercasse di sgattaiolarne all'interno. Ma ovviamente quella era una regola non valida per Sirius Black ed Hermione Granger. I due giovani non potevano vedersi in faccia, ma la loro stretta salda e rassicurante li faceva avanzare più serenamente. Il professore era impegnato in un goffo ballo con una vecchia strega, mentre ridevano a crepapelle per chissà quale stupida battuta con in mano due calici di idromele barricato. Era talmente ubriaco che non si sarebbe accorto nemmeno di un ippogrifo sopra la sua testa.
"Eccoci di fronte alla porta...Adesso cosa facciamo?" Mormorò la riccia, sentendo l'adrenalina che si impossessava via via di lei. Non poteva crederci, stava veramente per impossessarsi illegalmente della felix felicis, la pozione che forse avrebbe rimediato a tanti suoi problemi, in primis il recuperare il ricordo di Lumacorno.
"Io ti faccio da palo mentre tu apri la porta. Se c'è qualcosa di strano ti stringo la mano, capito? Tengo d'occhio il vecchio Luma." Bisbigliò Sirius in risposta, tenendo ancora per mano la ragazza. Quest'ultima gli strinse leggermente le dita per comunicargli di aver ricevuto il messaggio. Osservò la porta per alcuni secondi, ragionando su come agire.
Niente di affrettato e di azzardato. Quella era la regola fondamentale.
"Revelio incantatem" La riccia puntò la bacchetta contro la porta, dopo aver trovato saggio assicurarsi che non ci fossero incantesimi di protezione prima di provare ad entrare. Quando quest'ultima vibrò senza però illuminarsi, tirò un sospiro di sollievo. Significava che Lumacorno non aveva innalzato alcuna barriera protettiva. Forse era davvero convinto che nessuno dei suoi studenti avrebbe mai osato intrufolarsi per derubarlo di qualcosa. Usò quindi un semplice alohomora per far scattare la serratura.
"Via libera, non ci sono incantesimi di protezione." Annunciò la riccia soddisfatta, sentendo il cuore rallentare la sua corsa. Il piano era entrato in azione e lei stava prendendo il controllo sulla situazione e su sé stessa. La sua grinta e la sua intelligenza, uniti alla furbizia e alle mosse strategiche di Sirius, avrebbero fatto si che tutto andasse per il meglio. Ormai se ne stava convincendo.
"Ottimo! Andiamo a caccia allora." Esclamò Sirius allegramente, scoccando un'occhiata veloce al professore, attualmente seduto su un divanetto in lontananza, con la pelata in bella vista e la pancia prorompente che sobbalzava ogni volta che l'uomo rideva di fronte a chissà quale battuta pomposa. La brezza del pericolo era terribilmente suadente ed esaltante. Scassinare l'ufficio di un professore, per Sirius, non era niente di chissà quanto esaltante, come se non lo avesse mai fatto, ricordò a sé stesso. Ma ciò che lo faceva fremere d'impazienza era la motivazione che lo stava spingendo a compiere l'azione. Rubare una pozione così potente, come la Felix felicis, non era cosa da niente. Una fialetta di quella pozione avrebbe potuto salvar loro la vita o chissà cosa...Hermione era geniale, ma sembrava che ci tenesse in particolar modo. Era decisamente la ragazza più particolare ed enigmatica che avesse mai conosciuto. Sentiva che in lei c'era molto più di quello che dava a vedere e di ciò che aveva detto, ma non aveva la più pallida idea di cosa si potesse trattare. Lui non era bravo con quelle cose...Eppure quella missione se l'era presa a cuore. Non poteva e non voleva fallire, perché voleva aiutarla davvero, non solamente per un suo tornaconto, come avrebbe fatto con qualunque altra ragazza, probabilmente.
Hermione Granger, inspiegabilmente, si era guadagnata un posto speciale nel suo animo malandrino e ribelle.
Con il cuore in gola, la riccia, dopo essersi guardata nuovamente alle spalle, nonostante sapesse che c'era Sirius a fare da palo, spinse leggermente la porta per aprirla e quest'ultima non oppose resistenza, aprendosi leggermente facendole trattenere il fiato. Istintivamente strinse la mano di Sirius talmente forte che temette di avergliela stritolata.
"Presto Sirius, apriamo leggermente la porta ed entriamo. Questa attesa mi sta uccidendo." Mormorò la riccia ansiosamente, non ancora del tutto tranquilla. Avrebbe tirato un sospiro di sollievo solamente una volta dentro, lontani da occhi indiscreti.
"Si tratta bene il vecchio Luma." Fischiò Sirius una volta che si furono chiusi la porta alle spalle. Hermione si guardò velocemente attorno, ancora sugli attenti, ma infine dissolse l'incantesimo di disillusione che li nascondeva. Tornare visibili fece tirare ad entrambi un sospiro di sollievo, perché potersi vedere in faccia era decisamente meglio che tenersi solamente per mano. La riccia infatti sciolse delicatamente la presa, arrossendo leggermente, per guardarsi a sua volta intorno. Se l'ufficio fuori era elegante, l'interno delle stanze private lo erano ancor di più. Mobili eleganti e raffinati di legno scuro erano ben disposti nella stanza, una scrivania di marmo, con sopra un calamio in oro, una piuma d'aquila reale, ed altri oggetti personali del professore si trovavano proprio nel centro della stanza. I loro piedi poggiavano sopra un prezioso tappeto persiano e sulla loro destra era allestito una specie di secondo salottino, con divanetto e poltroncine ricoperte di seta verde scura e un basso tavolinetto di fumo in bella vista. Una vetrina di cristallo, nella parte in alto conteneva rinomati liquori, che probabilmente Lumacorno collezionava, mentre la parte inferiore, in mogano massiccio, era chiusa da due sportelli intarsiati dello stesso materiale. Un altro mobiletto ospitava oggetti di fattura elfica molto curati e sicuramente costosi. Una grande e variegata libreria svettava imponente sulla parete dietro la scrivania, sulla quale erano riposte cornici in argento e altri oggetti personali e alle pareti, foderate di lussuosa carta da parati, erano appesi quadri, attestati e riconoscimenti che Lumacorno aveva ottenuto durante la sua lunga carriera. Mentre, una porta sulla destra, doveva portare alla camera da letto e al bagno personale del professore.
"Speriamo che tutta questa sua mania di grandezza la riservi solamente all'arredamento. Se si impegnasse altrettanto per nascondere i suoi oggetti personali, si prospetta una lunga serata." Borbottò la riccia, guardandosi attorno accigliata. Quella maledetta pozione poteva trovarsi ovunque e, soprattutto, il professore non essendo di certo uno stolto, poteva aver trovato il modo di camuffarla.
"Sii ottimista, guardandoci un po' intorno non è detto che non si possa trovare facilmente. Ma sia chiaro, non frugherò tra la sua biancheria." Esclamò Sirius, storcendo il naso disgustato alla sola idea. Se si fosse trovato tra le mani un paio di vecchi mutandosi a pois, la sua mascolinità sarebbe andata a farsi benedire nell'arco di pochi secondi.
Maledizione. Perché si era messo a pensare a degli stupidi mutandoni a pois, magari rossi e verdi, proprio in quel momento?
La faccia di Hermione, a dir poco scandalizzata, valeva più di mille parole.
"Per Merlino Sirius! Non ci voglio nemmeno pensare. Mi auguro che non nasconda seriamente le sue cose tra la biancheria intima." Mugugnò la riccia, improvvisamente più pallida. Perché Sirius aveva la pessima abitudine di uscire con battute infelici nei momenti peggiori? Per Godric, non era il momento adatto per mettersi a pensare a degli stupidi mutandoni. Dovevano recuperare la pozione, e anche velocemente. Non avevano la garanzia che Lumacorno stesse fuori a lungo o che fosse abbastanza ubriaco da crollare su un divanetto nel bel mezzo della festa.
"Era per sdrammatizzare Herm', non ci pensare. Comunque sei tu il capo, come ci muoviamo?" Chiese Sirius ghignando malandrino, aspettando nuovi ordini. La riccia lo guardò alcuni istanti, pensierosa, mordicchiandosi il labbro inferiore. Impartire una specie di ordini a Sirius Black in persona era a dir poco qualcosa di assurdo. Ma il fatto che non avesse intenzione di agire di testa propria senza prima confrontarsi con lei era al tempo stesso rassicurante. Ciò le permetteva di avere sotto mano la situazione senza doversi preoccupare che Sirius facesse qualche follia o malandrinata. Ma visto che non avevano un piano, e il compagno stava aspettando, doveva improvvisarne uno nella speranza che fosse quello giusto. Deglutì, leggermente agitata. Odiava improvvisare, ma non le restava altra scelta.
"Allora...Lancerò un incantesimo di allarme alla porta, così se qualcuno si avvicinasse lo sapremo. Ovviamente l'allarme lo sentiremmo solamente noi. Poi dobbiamo lanciare alcuni incantesimi per scoprire se Lumacorno ha sparso per l'ufficio incantesimi di protezione. Se così fosse dovremmo trovare i contro incantesimi, cosa che ci farebbe perdere un sacco di tempo. Se invece tutto andrà bene non ci resterà che trovare e recuperare la pozione. Due fialette Sirius, non di più. E alla fine basterà rimettere tutto al suo posto ed uscire di qua prima che qualcuno si accorga della nostra assenza." Spiegò velocemente la riccia, cercando di elaborare il da farsi passo per passo. Il fatto che Sirius la stesse guardando come un ebete però non la rassicurò affatto.
"Sirius...C'è qualche problema? Devo ripeterti qualcosa?" Chiese dubbiosa, inarcando le sopracciglia.
"Mmh...Non sono molto ferrato in incantesimi." Rispose il ragazzo, grattandosi leggermente la nuca con fare colpevole.
"Ma...Sarai in grado di eseguire gli incantesimi base. Quelli che vengono insegnati al primo e secondo anno." Squittì la riccia, sconvolta. Per Merlino, era abituata ad essere lei la mente del gruppo. La più abile ed intelligente in campo magico. Ma non ci credeva che Sirius non fosse in grado di eseguire incantesimi tanto elementari. Che la voglia di studiare non facesse parte del suo DNA non era di certo un mistero, ma se era arrivato al sesto anno e aveva passato pure i G.U.F.O, qualcosa doveva pur saper fare.
"Beh si...Ma ecco, non sempre vanno a buon fine. Quello intelligente del gruppo è Remus. Io me la cavo bene in difesa, così come James." Si giustificò il moro.
"Ma sono incantesimi utili ed importanti da conoscere. Per Merlino Sirius, non ci voglio credere." Pigolò la riccia, fissandolo come se fosse un alieno.
"Ma sono noiosi e inutili per fare scherzi." Ribadì il giovane Black. Hermione lo fissò in silenzio, decidendo saggiamente di tacere di fronte a quell'affermazione tanto stupida.
"Ho capito...ci penso io. Tu stai fermo, una volta che avrò fatto gli incantesimi valuteremo il da farsi." Sospirò esasperata. Per Merlino, c'era una guerra in corso, possibile che Sirius non fosse in grado di eseguire dei banalissimi incantesimi di base? Aveva chiesto il suo aiuto, ma aveva capito che il grosso sarebbe spettato tutto a lei. O quasi, per lo meno.
"Herm'...Tu sei la mente, ma io sono il braccio. Ti ho promesso che prenderemo quella pozione e manterrò la mia promessa, hai la parola di un malandrino. E un malandrino fa sempre ciò che promette. Siamo una squadra, e ognuno ci mette il suo. Tu metti l'intelligenza e le abilità, io metto l'ingegno e lo sprezzo delle regole se necessario. Fidati di me...Non falliremo." Le parole, mentre osservava la compagna concentrata, gli uscirono di bocca spontaneamente. Non seppe spiegarsi il motivo, ma sentiva che doveva giustificarsi, rassicurarla e incoraggiarla. Voleva davvero che lei avesse fiducia in lui perché per Merlino, quella missione era diventata anche la sua missione e inoltre voleva davvero aiutarla. Quella ragazza aveva smosso in lui delle nuove emozioni che non sapeva identificare ma che lo spingevano ad avere nei suoi confronti delle premure che gli venivano spontanee. E renderla felice con poco, vedere il suo sorriso sincero e grato, come in quel momento, lo facevano stare incredibilmente bene.
"Grazie Sirius e...Scusami, non volevo sottovalutarti o offenderti. Tu sei in gamba, e so che manterrai la tua parola. Mi fido di te però dovresti davvero riprendere in mano qualche libro. Gli incantesimi sono importanti." Hermione lo punzecchiò leggermente, rivolgendogli però un sorriso dolce e sincero. Per il santo Godric, il batticuore ormai non sapeva più a cosa associarlo. Ma di una cosa era certa...Il sorriso di Sirius Black era una delle cose più belle che avesse mai visto in tutta la sua vita. Dopo quel pensiero sdolcinato, la sua coscienza le suggerì che stava diventando una patetica ragazzina dagli ormoni impazziti e che doveva decisamente smetterla.
"Se tu sarai la mia insegnante valuterò l'opzione. Ma adesso ti lascio all'opera." Sogghignò il malandrino, facendosi da parte. Hermione annuì, nuovamente concentrata sulla missione. Non potevano continuare a perdere tempo, perché ogni minuto era prezioso. Eseguì i primi incantesimi base, come lo specialis relevio, ma non accadde nulla di nulla.
"Cos'era quell'incantesimo?" Chiese Sirius dubbioso, osservando interessato la compagna.
"Volevo verificare che non ci fossero degli incantesimi di protezione, solitamente questo incantesimo funziona. Ma non ho ottenuto risultati e potrebbe essere una cosa positiva come negativa. Positiva perché potrebbero non esserci incantesimi, come negativa perché potrebbero esserci ma ben nascosti e questo incantesimo potrebbe non essere sufficientemente potente da rivelarli." Spiegò brevemente, aguzzando mentalmente il suo ingegno per decidere quale incantesimo lanciare per secondo.
"Mmh e quindi cosa proponi di fare?" La riccia ci pensò alcuni secondi, ripassando ogni incantesimo che le sarebbe potuto essere utile in quell'occasione. E alla fine optò per quello che sicuramente sarebbe stato il più efficace e veloce tra tutti
"Proverò ad appellare la pozione, sperando nella buona sorte, penso che non possa esserci rimedio migliore e più efficace di questo. Se la pozione si trova qua dovrebbe almeno indicarci dove si trova. Voglio pensare positivo e credere che non ci siano incantesimi nascosti che non sono riuscita ad individuare" Mormorò la riccia concentrata. Ci aveva pensato, prima di entrare, di provare subito con l'incanto di appello, ma poi la sua meticolosità le aveva ricordato di agire con prudenza. Se ci fossero stati degli incantesimi di protezione, un incantesimo come quello di appello, li avrebbe forzati e avrebbe fatto scattare un eventuale allarme mettendo a repentaglio la loro copertura e la missione stessa. Dovevano agire un passo alla volta, pur quanto questo significasse far perdere loro del tempo prezioso.
"Sei sempre geniale Herm', lo sapevo che avresti trovato la soluzione." Esultò il giovane Black, con gli occhi che gli brillavano per l'entusiasmo. Sinceramente aveva sperato in qualcosa di più movimentato, perché si stava sentendo piuttosto inutile a stare lì fermo impalato come uno stoccafisso mentre faceva tutto Hermione. Solitamente durante le missioni dei malandrini, tra lui e James, erano quelli che non stavano mai un secondo senza fare niente e per ciò era qualcosa di insolito starsene fermo a guardare. Ma in quella circostanza, dopo tutto, non gli dispiaceva che il suo intervento non fosse necessario perché significava che la missione stava proseguendo senza intoppi, come Hermione aveva tanto sperato, e quello era l'importante. Inoltre trovava interessante osservarla all'opera, seguendo le sue mosse e scoprendo via via le sue abilità e doti. Le avventure cariche di adrenalina le avrebbe compiute in un secondo momento con James, Remus e Peter. Adesso l'importante era riuscire a recuperare la pozione e tornare alla festa senza essere scoperti.
"Accio felix felicis." Hermione agitò prontamente la bacchetta in aria, concentrandosi intensamente sulla pozione. Sapeva che l'incantesimo non avrebbe mostrato alcuna scia luminosa o bagliore identificativo, se non un leggero sibilo nell'aria che le avrebbe indicato la riuscita di quest'ultimo. Fu per questo che aguzzò lo sguardo per accertarsi di avere un quadro generale di tutta la stanza. Dubitava che la pozione sarebbe volata tra le loro mani così facilmente. Non aveva rilevato incantesimi di protezione, ma sicuramente Lumacorno qualcosa si era inventato per custodire gelosamente le sue preziose pozioni. Ne era certa.
"Guarda! la vetrina dove si trovano i liquori, ha vibrato!" Sbottò Sirius eccitato, indicandola alla riccia. Il moro era un po' deluso, perché aveva sperato di poter prendere la pozione più facilmente ma, pensandoci meglio, forse poteva essere un bene. Magari avrebbero avuto un po' di azione. Fino a quel momento la missione si era rivelata una vera noia. Ma Hermione sbuffò irritata, lanciando un'occhiataccia al povero mobile, come se la colpa fosse sua.
"Come temevo. Lumacorno non ha utilizzato incantesimi di protezione ma bensì qualche trucchetto, probabilmente un tranello. Ha nascosto la pozione tra i liquori, forse l'ha trasfigurata... Oppure può avergli dato una consistenza diversa, da liquida a solida per esempio." Mormorò scocciata, più a sé stessa che a Sirius, cercando di concentrarsi per elaborare ogni possibile ipotesi. Quello sarebbe stato un grattacapo in più e la cosa non le piaceva affatto. Era certa che non sarebbe stato facile recuperare la pozione nell'immediato, Lumacorno non era uno sprovveduto. Ma dover risolvere eventuali indovinelli avrebbe richiesto tempo prezioso che loro non potevano sprecare e ciò le urtava terribilmente il sistema nervoso, mandando a farsi benedire la poca pazienza che le era rimasta. Odiava non avere un piano e dover improvvisare non le piaceva affatto però, per assurdo, grazie alla presenza di Sirius si sentiva molto meno inquieta di quello che si era immaginata. Pur quanto per il momento avesse messo lei tutto in pratica, la presenza del ragazzo era stata in grado di farla sentire al sicuro, perché sapeva che se qualcosa fosse andato storto, lui avrebbe trovato una scappatoia.
"Io non sono ferrato in queste cose. Per Godric, mi sento veramente inutile." Borbottò Sirius imbronciato. Hermione era veramente la strega più brillante che conoscesse, forse anche più della Evans. Ma le sue competenze erano così elevate da riuscire ad azzerare addirittura il suo ego smisurato. Da quando erano entrati nell'ufficio non era stato utile in niente, aveva fatto tutto da sola e la cosa sotto sotto lo turbava perché odiava starsene con le mani in mano. Non era una cosa da lui e ciò lo faceva sentire spiazzato e irrequieto. Non voleva che qualcosa andasse storto, ma non voleva nemmeno fare la parte dell'armatura arrugginita.
"Non dire sciocchezze Sirius, se siamo qua è anche e soprattutto merito tuo, che mi hai incoraggiata ad andare avanti e che sei disposto a rischiare per me nel caso qualcosa andasse storto. Siamo una squadra, e mentre io mi occupo delle cose tecniche, tu pensi alla sicurezza. La tua presenza per me è molto significativa. Adesso seguimi, proverò ad aprirlo con un incantesimo, anche se dubito che possa funzionare. Ma forse ci darà un indizio in più." Gli rispose Hermione dolcemente, incoraggiandolo anche a seguirla fino a raggiungere il mobile incriminato. Di fronte a quelle parole così pure, Sirius sentì nascere nel suo cuore uno strano calore mai provato, che lo spinse a sorridere come un ebete. Se lei non lo considerava inutile, ciò gli bastava e avanzava per farlo sentire immediatamente meglio. Ma, smancerie a parte, adesso che era giunto il momento cruciale, doveva lasciarla concentrare.
"Ciò mi rincuora, ma adesso lascio a te campo libero. Sbalordiscimi come solo tu sai fare, Granger." Ghignò il malandrino, facendola leggermente arrossire. Quest'ultima però non si lasciò distrarre e dopo essersi leggermente schiarita la voce, puntò con sicurezza la bacchetta contro il mobile.
"Alohomora." L'incantesimo che solitamente serviva ad aprire ogni serratura, come la riccia aveva purtroppo previsto, quella volta fallì. Ma il mobile vibrò intensamente, facendo trattenere il fiato ad entrambi i ragazzi, che si guardarono preoccupati, con il cuore che batteva all'impazzata. E adesso cosa sarebbe successo? Forse c'erano incantesimi di sicurezza che non era stata in grado di rilevare e a quel punto sarebbe arrivato il professore? Hermione sudava freddo, preoccupata a morte. Non poteva fallire, quella pozione le serviva a tutti i costi!
"Ma cosa diavolo..." Mormorò Sirius accigliato, scrutando sorpreso il mobile di fronte ai suoi occhi. Le ante che lo tenevano chiuso avevano iniziando a muoversi, ruotando su di loro fino a formare un'apertura molto simile a una bocca che, per assurdo, dopo quello che sembrò un colpetto di tosse, iniziò a cantare
- Oggetti pericolosi,
oggetti misteriosi,
custodisco al mio interno lontani da occhi curiosi
e da cuori bramosi.
ma aprirmi impossibile non è,
a patto che la magia più oscura e terribile al mondo
sappiate dirmi qual è.
Una sola possibilità avrete,
quindi rispondete quando sicuri vi sentirete. -
"Una filastrocca che funziona da indovinello." Sussurrò la riccia, sentendo il cuore batterle a mille. Per Merlino, allora Lumacorno aveva davvero pensato ad eventuali furti. Possibile che qualcuno prima di loro ci avesse già provato? E magari ci fosse pure riuscito?
"Astuto Lumacorno, davvero astuto, non c'è che dire. Ma in pratica questo trabiccolo vuole che gli si dica qual è la magia più pericolosa e malvagia che esista al mondo?" Borbottò Sirius, grattandosi la nuca. Hermione scrutò a fondo la vetrina, ragionando. Effettivamente sembrava che l'indovinello chiedesse proprio quello. Ma la risposta non poteva essere scontata, perché altrimenti tutti sarebbero stati in grado di risolverlo.
"A quanto pare sì...Ma la risposta non può essere scontata. Sicuramente non si tratta delle tre maledizioni senza perdono...Troppo banale. Inoltre esistono sicuramente cose ben peggiori." Rispose la riccia convinta, mentre Sirius la guardava deluso.
"Come non detto, io avevo pensato proprio a quelle. Insomma, la maledizione avada kedavra ti lascia secco senza che nemmeno tu te ne accorga. Cosa può esserci di peggiore di un incantesimo in grado di ucciderti? Per non parlare delle altre due. Una potrebbe obbligarti ad uccidere qualcuno e a fare chissà quali altre cose orribili e l'ultima può torturarti fino alla follia e forse fino alla morte stessa. Davvero esiste qualcosa di peggiore?" Borbottò deluso, sentendosi un emerito idiota. Effettivamente Hermione non aveva tutti i torti a dire che la risposta non poteva essere scontata. Ma a meno che Lumacorno non praticasse la magia oscura e quindi fosse a conoscenza di chissà quale diavoleria, cosa poteva esserci di peggiore della morte stessa e delle tre terribili maledizioni senza perdono? Non erano già abbastanza brutte e spaventose?
Hermione si accigliò, pensierosa e dubbiosa, con il cuore che le batteva a mille. Cosa poteva esserci di peggiore della morte? Sirius non aveva tutti i torti, ma lei era sicura che non fosse quella la risposta. Veramente troppo banale. Le maledizioni senza perdono le si studiava a scuola, lei insieme ad Harry e Ron le aveva addirittura studiate al loro quarto anno quando un mangiamorte pazzo e assassino aveva preso le sembianze di Malocchio. Tutti le conoscevano e l'inganno stava proprio lì. Lo scopo degli indovinelli era quello di ingannare e stava a chi voleva risolverli essere più astuti dell'inganno stesso.
"Pensaci Sirius...La morte è terribile. Ma non è ancora più orribile che qualcuno possa cercare un metodo per aggirarla? Un modo che potrebbe renderti immortale pagando con la tua stessa anima?" Chiese la riccia in un sussurro, deglutendo un boccone acido. Possibile che la risposta fossero gli Horcroux? Possibile che il segreto che doveva prelevare a Lumacorno fosse il suo peggior demone? Sirius sgranò gli occhi, incredulo.
"Andiamo Herm'...Non può esistere una magia del genere. Nemmeno la magia può niente contro la morte...Non si può essere immortali. Altrimenti ci sarebbero tantissime persone che sarebbero ricorse a questi mezzi, pur di non invecchiare e morire." Le rispose Sirius, cercando di restare tranquillo. Ma in realtà le parole della ragazza gli avevano messo i brividi e quando la vide sorridere amaramente, sentì altri brividi freddi scuoterlo come una foglia nel bel mezzo di una tempesta.
"In realtà esistono dei modi per rendersi immortali. Il primo è l'utilizzo della pietra filosofale, ma è molto rara e vincolante. Se quest'ultima andasse persa, rubata o distrutta e non la si potesse più assumere, si diventerebbe nuovamente mortali. Questa però in fin dei conti è innocua. Ma c'è una magia molto più oscura, orribile e potente...È una magia talmente malvagia ed estrema che in pochi, veramente in pochi, sono disposti a pagarne il prezzo per ottenere l'immortalità." Gli spiegò brevemente, sentendo i brividi attraversarla. Ovviamente non aveva parlato degli Horcroux a nessuno, sia per non rischiare che la sua missione venisse scoperta, sia perché parlarne le faceva venire i conati di vomito. Ma lo sguardo stralunato di Sirius le fece capire che avrebbe dovuto dargli delle spiegazioni. E avrebbe dovuto mentire ancora.
"E...Di cosa si tratta? Ma soprattutto, per Merlino, tu come ne sei a conoscenza?" Biascicò Sirius sconvolto, incredulo di fronte a simile rivelazione. Davvero esisteva una magia del genere? Come aveva fatto l'essere umano a generare qualcosa di tanto orribile? E nemmeno sapeva di cosa si trattasse. Ma soprattutto, come diavolo faceva Hermione a conoscere anche la magia oscura? Non che la praticasse ovviamente, o almeno così sperava, ma per il santo Godric, ne sapeva una più del diavolo.
"Ormai dovresti aver capito che la mia voglia di sapere e scoprire è illimitata. E quando ho scoperto di essere una strega ho iniziato a studiare di tutto e di più per essere sempre aggiornata e avere una conoscenza più ampia possibile, convinta che un giorno mi sarebbe potuto essere utile. Per questo ho voluto studiare anche alcuni manuali di magia oscura...Ho pensato che mi sarebbe potuto servire per sapere a cosa sarei potuta andare in contro, per potermi un giorno difendere da eventuali attacchi. È così che ho scoperto dell'esistenza degli... Horcroux." Bisbigliò, rabbrividendo solamente a pronunciare il loro nome. Sirius pendeva dalle sue labbra, incredulo e a bocca aperta.
"Non li ho mai sentiti nominare...Di cosa si tratta?" Chiese lentamente, osservandola seriamente. L'espressione della riccia era così colma di orrore e paura che ciò gli fece capire quanto quella magia dovesse essere terrificante e disumana.
"Un mago o una strega può decidere di creare uno o più horcoux per rendersi immortale ovvero, se il suo corpo venisse annientato, il suo spirito o ciò che ne resterebbe continuerebbe a vivere attraverso questi ultimi. Ma questa magia è così orribile che veramente in pochi sono disposti a praticarla. Per creare un Horcroux si deve spezzare e dividere la propria anima, racchiudendo un pezzo di quest'ultima tramite un incantesimo che ovviamente non conosco, in un oggetto. Ma questa pratica richiede un sacrificio umano...È qualcosa di veramente orrendo. E inoltre spezzare e dividere l'anima rende una persona instabile e piano piano la priva della propria umanità sotto ogni punto di vista. Credo che sia questa la magia più orribile che esista al mondo." Di fronte a quella spiegazione Sirius trasalì, sentendo il colore abbandonare il suo volto. Per Merlino...Di cose orrende, con la famiglia che si ritrovava, negli anni ne aveva viste e sentite in abbondanza. Ma quella le superava tutte.
"Per la barba di Merlino...È orribile." Gracchiò sconvolto, cercando di riassumere un minimo di contegno dopo lo shock iniziale.
"Lo so...E sinceramente se questa non è la magia più orribile che esista al mondo, non so cosa possa esistere di peggiore per Lumacorno." Mormorò agghiacciata, puntando nuovamente lo sguardo sul mobile. Doveva provare, anche perché era l'unica cosa che potesse fare.
"A questo punto nemmeno io...Tanto vale provare. Dici che basti pronunciare il nome di quella...Roba?" Chiese Sirius turbato, seguendo a sua volta lo sguardo della riccia.
"Penso che basti formulare una risposta un minimo articolata e il gioco è fatto. O la va o la spacca." Mormorò la riccia con il batticuore. Per la barba di Merlino, sentiva le gambe tremare come gelatina, il cuore battere impazzito quasi come se volesse spaccarle le costole e fuggire a gambe levate dal suo petto e la gola secca per l'agitazione. Scambiò un ultimo sguardo con Sirius per cercare coraggio e forza da parte sua, che non tardò ad arrivare. Il ragazzo le rivolse un sorriso incoraggiante e, spinto da una forza invisibile, sentì che la cosa giusta da fare era afferrare nuovamente la sua mano e sentire ancora una volta il suo calore. A quel contatto forte, caldo e rassicurante, la riccia sentì la tensione allentarsi fino a sciogliersi. Sirius era con lei, non l'avrebbe abbandonata, indipendentemente dall'esito della risposta. E ciò le bastava per sentirsi al sicuro e più tranquilla.
"La magia più oscura esistente al mondo è la creazione degli Horcroux." La voce le uscì di bocca incredibilmente decisa e limpida, ma strinse ugualmente di più la presa sulla mano di Sirius. I ragazzi si guardarono, cercando di capire cosa stesse accadendo. Sembrava che il mobile fosse rimasto fermo al suo posto...Nessun movimento, nessuna luce, niente di niente. La riccia sentì il cuore sprofondarle nel petto e gli occhi inumidirsi. Se aveva fallito ci sarebbero state sicuramente delle conseguenze negative ma, cosa ancor più grave, non avrebbero recuperato la pozione, che per lei era di vitale importanza.
"Non accade niente..." Mormorò sconfortata, con gli occhi che le pizzicavano di lacrime a fatica represse.
"Ho fallito...Mi dispiace Sirius." Aggiunse, sentendo una lacrima solitaria solcarle una guancia. Sirius le accarezzò dolcemente il palmo della mano, avvicinandola a sé per stringerla in un caldo abbraccio di conforto ma, quando ormai pensavano che tutto fosse finito, Sirius vide un bagliore verdastro provenire dal mobile farsi sempre più intenso.
"Aspetta Herm'...Guarda!" Sussurrò, indicandole la direzione giusta. La riccia, che aveva affondato il viso nel petto del compagno per cercare conforto, convinta di aver fallito, si staccò da lui con il cuore nuovamente in gola. Costa stava per succedere? Forse un incantesimo di protezione prima ben nascosto che avrebbe avvertito Lumacorno di avere degli intrusi nel suo ufficio?
La luce verde si intensificò ancora, fino ad illuminare l'intera stanza come se fosse giorno e quando fu arrivata al massimo della sua potenza, le ante del mobile si aprirono con uno schiocco.
"Herm...Per la barba di Merlino, ce l'hai fatta!" Ululò Sirius al settimo cielo, sentendo il peso che aveva sul petto scivolare via così come si era creato. La riccia guardò il mobile a bocca aperta, spostando lo sguardo da Sirius al mobile, ancora incredula ma, quando si fu resa conto di non aver fallito come aveva creduto, gettò le braccia al collo a Sirius per la ritrovata felicità. Non era ancora finita, ma per lo meno non tutto era andato perso come aveva disperatamente creduto in quei minuti appena passati.
"Ce l'ho fatta Sirius, ce l'ho fatta." Sussurrò entusiasta, staccandosi lentamente da lui per asciugarsi velocemente le lacrime che si era lasciata sfuggire poco prima. Odiava mostrarsi debole, ma il peso che le era calato sul petto per aver creduto di aver fallito, aveva superato qualsiasi altro sentimento.
"Ci siamo lasciati ingannare troppo presto. Mi sembrava impossibile che un genio come te non avesse azzeccato la risposta." Le rispose Sirius con un ghigno malandrino e un sorriso orgoglioso incorniciato sul volto avvenente, facendola arrossire compiaciuta per quel complimento improvviso.
"Ma non è ancora finita. Adesso dobbiamo prenderla, sperando che non ci siano altre maledette filastrocche di mezzo." Ammise la riccia, nuovamente seria. Il mobile si era per fortuna aperto, quando aveva creduto che tutto fosse perduto. Ma adesso dovevano sperare che Lumacorno non avesse inventato qualche altra diavoleria. Chissà cosa nascondeva lì dentro, oltre alla felix felicis, se aveva messo una filastrocca così difficile da risolvere come protezione. In fin dei conti lei sapeva dell'esistenza degli horcroux solamente per via della missione, altrimenti pure lei avrebbe pensato alle tre maledizioni senza perdono, pur quanto scontate fossero. Ma dopo tutto ad Hogwarts non veniva di certo spiegata una magia tanto oscura, nemmeno accennata al settimo anno probabilmente e altrettanto probabilmente nemmeno nel reparto della sezione proibita della biblioteca si potevano trovare informazioni dettagliate a riguardo. Solamente dei veri devoti alle arti oscure o persone molto colte e con molta esperienza alle spalle, come Silente, Lumacorno e i professori potevano esserne a conoscenza, non di certo dei semplici studenti adolescenti. A cose normali nemmeno lei avrebbe potuto risolvere quella filastrocca.
"Per Merlino, se ci fossero altre filastrocche giuro che lo faccio saltare in aria." Esordì Sirius minaccioso, guardando il mobile accigliato.
"Non mi sembra una buona idea Sirius. Fammi ripetere gli incantesimi, prima di provare a mettere mano lì dentro. Non mi fido affatto." Mormorò la riccia in risposta, prendendo nuovamente la bacchetta. In poco tempo eseguì gli incantesimi di sicurezza, ma quest'ultimi non rilevarono alcun incantesimo di protezione, cosa che gli fece tirare un momentaneo sospiro di sollievo.
"Sembra che si abbia via libera. Forse Lumacorno è convinto che nessun studente possa essere a conoscenza di magia tanto oscura e questo l'ha reso abbastanza sicuro da non fargli utilizzare altri incantesimi di sicurezza." Comunicò Hermione, sentendosi segretamente soddisfatta. Pur quanto avrebbe fatto volentieri a meno di conoscere quella magia tanto orribile, non poteva non sentirsi gratificata dall'essere comunque un passo avanti a tutti, anche ai professori stessi. Prima si era lasciata momentaneamente scoraggiare, dopo tutto non era tanto arrogante da pretendere di sapere sempre tutto, ma era però perfettamente consapevole di essere di gran lunga superiore rispetto a tutti i suoi coetanei e anche rispetto a tanti maghi e streghe adulti.
"Ottimo direi. Provi ad appellarla di nuovo?" Le domandò Sirius, lasciando alla riccia carta bianca sulle decisioni tecniche. Dopo tutto se non fosse stato per lei, lui non avrebbe nemmeno lontanamente pensato all'idea di procurarsi un po' di felix e, anche se ci avesse pensato, non sarebbe riuscito a prenderla in quanto non avrebbe saputo risolvere l'indovinello. Però non le aveva ancora detto che voleva prendere in totale tre fiaschette. Sapeva che sicuramente si sarebbe agitata, perché il piano era di prenderne solamente due, ed erano già tante, come gli aveva ribadito anche poco prima. Una a testa. Ma l'idea di non averne una di scorta anche per James e i malandrini era una cosa che lo faceva impazzire, Era vero che per bisogno avrebbe ceduto la sua fila a James ad occhi chiusi, che a sua volta non avrebbe esitato a dividerla con i malandrini. Ma una sola fiala era troppo poca...Per tutti non sarebbe mai bastata. Ovviamente sperava che non ce ne fosse mai bisogno di utilizzarla, ma viste le circostanze...Era sempre meglio mettere le mani avanti.
"sì, è il metodo più veloce. Ma dobbiamo sbrigarci adesso. Riempiamo le fialette, rimettiamo tutto in ordine e poi filiamo via da qua. E' già passata quasi un'ora, non possiamo perdere ancora più tempo." Mormorò la riccia sbrigativa, ignara che alle sue spalle Sirius si stava mordicchiando nervosamente il labbro inferiore.
"Herm', aspetta un attimo per favore." Sirius si avvicinò alla compagna, posandole delicatamente il palmo della mano sulla spalla. Hermione corrugò le sopracciglia, confusa, cercando di decifrare l'espressione del compagno. Erano a un passo dal prendere la pozione, mancava veramente un soffio e all'improvviso, Sirius le sembrava strano. Veramente molto strano. Sembrava che stesse lottando contro sé stesso per riuscire a dire qualcosa che lo stava mettendo in difficoltà. La mano sulla sua spalla era calda, ma poteva sentire la sua tensione fin sotto la pelle.
"Cosa succede Sirius? Ormai manca poco, non possiamo perdere tempo. Siamo arrivati fin qua, non possiamo correre rischi inutili. Le ante potrebbero chiudersi, Lumacorno potrebbe arrivare e coglierci sul fatto e io voglio sbrigarmi per evitare tutto ciò." Ammise la riccia perplessa, fiutando nell'aria la sensazione di qualcosa che non le sarebbe piaciuto. L'espressione che aveva assunto Sirius non lasciava molto all'immaginazione e di fatti assottigliò lo sguardo pericolosamente.
"Io...Ho pensato a una cosa Herm'." Iniziò ad ammettere Sirius, cercando di mantenere il contatto visivo con la compagna. Ma il suo sguardo ambrato in quel momento accusatorio lo fece deglutire.
"Se ha a che fare con la pozione Sirius, ti dico già di no a prescindere. Ne abbiamo parlato e pensavo di essere stata chiaro riguardo alle condizioni." Sbottò immediatamente, incrociando le braccia al petto con fare risoluto. Per Merlino, possibile che Sirius ne dovesse inventare sempre una più del diavolo? E proprio in quel momento dove erano a un passo dal concludere la missione?
"Per favore Hermione. Solamente una fiala in più, una sola." La supplicò, facendole aprire e chiudere la bocca più volte, incredula. Era forse impazzito? Forse avrebbe fatto meglio a cavarsela da sola, considerando che Sirius aveva tutta l'intenzione di agire di testa propria, nonostante ne avessero parlato. Stavano rubando nell'ufficio di un professore, rischiando di essere scoperti da un momento all'altro, per prendere una pozione estremamente preziosa e al tempo stesso pericolosa se messa nelle mani sbagliate e Sirius Black, quel pezzo di zucca vuota, si comportava come se fossero al mercato delle spezie a fare la spesa, convinto di poter prendere ciò che volevano nelle quantità desiderate. Eppure era stata ben chiara e lui aveva accettato le condizioni. Perché adesso voleva ritrattare?
"Assolutamente no Sirius! Ne abbiamo parlato. Per me questa missione non è un gioco e avevamo stabilito due fiale, non di più. E' già rischioso prenderne due, tre è decisamente troppo. Cosa succederebbe se Lumacornoo scoprisse che qualcuno è entrato nel suo ufficio ed ha rubato la pozione? Se cercasse il colpevole e ci scoprisse, saremmo rovinati. Verremmo espulsi o, nel migliore dei casi, messi in punizione fino alla fine del settimo anno e penalizzati con i voti in tutte le materie. Non permetterò una cosa del genere." Sibilò la riccia, sentendo il panico assalirla al solo pensiero. Quello che stavano facendo era terribilmente illegale, anche se lei lo faceva a fin di bene, ma questo Lumacorno non lo sapeva e mai l'avrebbe dovuto scoprire. Sirius voleva sfidare troppo la buona sorte e il suo menefreghismo nei confronti della legge e delle regole prima o poi lo avrebbe messo in guai grossi, molto grossi, se non avesse messo un po' la testa a posto.
"Senti Herm'...So che ne abbiamo parlato e so anche che è pericoloso. Ma pensaci, se succedesse qualcosa non pensi che sarebbe giusto far avere una fiala anche a James e ai ragazzi? Una fiala per tutti non basterebbe e anche se io cederei la mia a James ad occhi chiusi, so che lui la cederebbe agli altri e per tutti non sarebbe mai a sufficienza. Io non mi sento a posto con me stesso nel fare una cosa del genere. Mi dispiace Herm', so che non sei d'accordo, ma cerca di capirmi. Se qualcosa andasse storto sono disposto a prendermi tutte le responsabilità e conseguenze delle mia azioni." Le rispose velocemente, cercando di convincerla. Ma Hermione strinse gli occhi duramente, fulminandolo con lo sguardo.
"Maledizione Sirius, pensi davvero che ti lascerei nei guai fino al collo? Io non sono una vigliacca, non ti permetterei mai di addossarti tutte le colpe. Ma è pericoloso e due fiale sono più che sufficienti, ce le faremo bastare. Pensi che io non sia preoccupata per le ragazze? Anche se sono qua da poco mi sono affezionata a loro e credimi, non vorrei mai che gli accadesse qualcosa di brutto. Ma la felix non è la soluzione ad ogni male e problema. Non possiamo abusarne e, anche se richiede molto tempo, ricordati che possiamo fabbricarla con le nostre mani. Non serve rubarla a Lumacorno. Finché siamo a scuola siamo al sicuro. La mia è pura precauzione e... Accidenti, non avrei dovuto coinvolgerti." Sbottò esasperata, senza perdere d'occhio le ante dell'armadio ancora spalancate. Stavano perdendo un sacco di tempo. Non le ci voleva anche Sirius con le sue idee strampalate.
"Herm', non ti stavo chiedendo il permesso. Mi dispiace, credimi... Immaginavo che non avresti reagito bene, ma devo farlo. Per me stesso e per loro, i miei migliori amici, i miei fratelli. Ti ho promesso che sarebbe andato tutto bene e manterrò la mia promessa ad ogni costo. So che adesso sarai furiosa con me, so che in questo momento mi starai odiando e maledicendo, ma non sono completamente idiota come può sembrare. So quello che faccio e non ti metterei mai in pericolo. Prendiamo le fiale ed usciamo di qua. Ti prometto che andrà tutto liscio com'è stato fino ad adesso. Ti chiedo solamente di fidarti di me." Le rispose lentamente, guardandola negli occhi con determinazione.Odiava vederla arrabbiata, ma non poteva fare altrimenti. Un modo per farsi perdonare lo avrebbe trovato. La riccia lo fissò in silenzio, con il cuore che le batteva furiosamente nel petto.
Era un maledetto idiota. Un perfetto scellerato senza un briciolo di razionalità all'interno di quella scatola vuota che aveva al posto della scatola cranica. Il suo orgoglio le gridava di non dargliela vinta, che quella era una follia ed era lei ad essere nella ragione, perché lei aveva sempre ragione, ovviamente. Soprattutto in circostanze come quelle. Ma l'istinto le suggeriva di acconsentire, perché tanto Sirius non avrebbe mollato e sarebbero finiti a litigare perdendo altro tempo prezioso. Ma quella mossa idiota e azzardata se la sarebbe legata al dito, perché Sirius era davvero un perfetto imbecille. Un perfetto imbecille incredibilmente bello ed affascinante, le sussurrò la vocina della sua coscienza, facendola indispettire ulteriormente. Non era giusto che pensasse cose belle di lui anche quando sarebbe dovuta essere solamente arrabbiata nei suoi confronti. Per Merlino, si stava ammorbidendo fin troppo. Sirius Black le avrebbe fatto perdere la testa...O per lo meno le avrebbe fatto perdere quel poco che le era rimasto da quando l'aveva conosciuto e le era entrato in testa senza più uscirne.
"Sappi Sirius che se Lumacorno dovesse accorgersene e scoppiasse un casino, ti infliggerò le peggio torture che mi verranno in mente. Potrei valutare l'opzione di infrangere la legge e testare la maledizione cruciatus su di te. Uomo avvisato mezzo salvato." Mormorò a denti stretti, fulminandolo un'altra volta non appena vide il suo ghigno malandrino aprirsi vittorioso sul volto fiero ed affascinante.
"Fai paura quanto un folletto della Cornovaglia." La prese in giro divertito, punzecchiandola leggermente con un sorriso però grato stampato sulle labbra. Sapeva di averla fatta arrabbiare, ma alla fine aveva messo da parte l'orgoglio per assecondarlo, fidandosi di lui ancora una volta, nonostante fosse una calamita vivente per i guai, i casini e le punizioni. Sapeva quanto le stesse costando non avere un piano e affidarsi all'istinto, motivata anche da lui e ciò non faceva che aumentare la sua stima e il suo rispetto nei suoi confronti. Non poteva e non doveva deluderla per nessuna ragione al mondo.
"Sei un idiota Sirius. Sappi che sono molto arrabbiata e che non sono per niente d'accordo con questa tua follia. Ma non abbiamo tempo da perdere per discutere, quindi muoviamoci." Sbottò inviperita, concentrandosi finalmente sull'armadio aperto. Adesso non le restava che appellare la pozione, controllare che fosse tutto apposto, riempire le fialette che da due erano stupidamente diventate tre e infine risistemare tutto e uscire da lì. Potevano farcela, giusto? Sirius le rispose qualcosa che a malapena ascoltò, troppo concentrata su quello che doveva fare.
"Accio felix felicis." La riccia pronunciò l'incantesimo muovendo dolcemente la mano in un complicato movimento fluido e veloce e quando quest'ultimo andò a buon fine, dalla parte bassa del mobile un recipiente di cristallo elegante e ricolmo della sostanza densa e dorata schizzò fuori da quest'ultimo, lasciando i due studenti ad osservarla incantati, con il viso contratto in espressioni cariche di emozione.
Eccola, finalmente. Il recipiente levitò dolcemente davanti ai loro occhi, finché Hermione non lo afferrò saldamente, terrorizzata alla sola idea che potesse cadere e andare in mille pezzi. Quando toccò il cristallo freddo trattenne leggermente il respiro, preoccupata che potesse accadere qualche imprevisto ma, fortunatamente, non accadde niente di niente.
"Eccola...Non credo ai miei occhi." Mormorò Sirius incantato, avvicinandosi per osservarla meglio da più vicino.
"Sì...Ma non tocchiamola. Prima devo controllare che non sia protetta da incantesimi. Il fatto che abbia potuto toccare il recipiente non significa che non vi siano incantesimi di protezione per impedire che chiunque possa immergervi dentro qualcosa per raccoglierla e rubarla." Spiegò velocemente, impedendo a Sirius di sfiorarla con le dita. Quest'ultimo si ritirò immediatamente, maledicendosi mentalmente per la sua stupidità. Possibile che non ci arrivasse mai da solo, una volta ogni tanto? Hermione doveva proprio insegnargli tutto...Avrebbe dovuto rivalutare il suo ego, almeno in sua presenza, gli mise in mente la vocina della sua coscienza. Dopo quelle parole Hermione eseguì meticolosamente i precedenti incantesimi scoprendo che fortunatamente avevano il via libera. Un profondo sospiro di sollievo le sfuggì dalle labbra, così come a Sirius. Ormai il peggio sembrava essere veramente passato.
"Sembra che abbiamo il via libera. Gli onori alle signore." Esultò Sirius eccitato, fremendo dalla voglia di avere le due fialette tra le mani. Le avrebbe custodite con cura nel suo baule, senza parlarne a nessuno come aveva promesso. E se mai si fosse presentata la necessità di utilizzarla, le spiegazioni le avrebbe date in un secondo momento. Hermione gli lanciò un'occhiata obliqua, ma si limitò ad estrarre dalla borsetta due fiale di vetro infrangibile, facendo apparire dopo un momento di cruciale esitazione, anche la terza. Stappò la prima con mano tremante, avvicinandosi lentamente al recipiente che aveva posizionato sul tavolo presente nella stanza. Facendo attenzione a non toccare la pozione con la mano scoperta, per non rischiare di contaminarla ed alterarne la formula, la riempì velocemente per poi ritapparla e nasconderla in fretta nella borsetta. Stessa cosa fece con la seconda fiala, sotto lo sguardo incantato di Sirius, che fino a quel momento non aveva più aggiunto una sola parola.
"Bene...Adesso direi che è il tuo turno. Stai attento a non toccare la pozione, potrebbe alterarsi." Mormorò dopo alcuni secondi di esitazione in cui aveva pensato di posare la fiala per opporsi nuovamente a quell'idea folle. Ma alla fine cedette, decisa a non rimangiarsi la parola, passando quindi il turno al compagno. Quest'ultimo afferrò la fiala nella mano calda, provando un brivido di emozione lungo tutta la schiena. Con una mossa decisa la immerse nel liquido dorato fino a riempirla completamente. E fu a quel punto che il cuore gli palpitò forte nel petto mentre un sorriso vittorioso gli si apriva sul volto. Alla fine ce l'avevano veramente fatta e l'idea di avere tra le mani una pozione così potente e perfetta, con la quale avrebbe potuto realizzare qualsiasi cosa, gli faceva scorrere l'adrenalina in tutto il corpo come se fosse fuoco liquido. Ma l'occhiata di Hermione lo riportò con i piedi per terra.
Aveva promesso.
"Sirius, promettimi che le conserverai con cura e che non la userai per cose stupide. Ti prego, è veramente importante per me." Hermione gli parlò seriamente, mentre con cura rimetteva tutto minuziosamente al suo posto. Fortunatamente non si notava molto che mancava della pozione e probabilmente Lumacorno non se ne sarebbe nemmeno accorto. O almeno ci sperava.
"Hai la mia parola Hermione. Te lo giuro sulla mia amicizia con James, la cosa più cara che ho in questa vita." Quella promessa così importante e seria lasciò la riccia a bocca aperta per alcuni istanti, profondamente colpita.
"Non serve che tu giuri su qualcosa di così importante Sirius, a me basta la tua parola. E anche se non ero e continuo a non essere d'accordo su quello che abbiamo fatto, sappi che mi fido di te. E notizia ancora più importante...La missione è andata a buon fine e qua abbiamo finito. Ho rimesso tutto al suo posto e credo che sia proprio il caso di andarsene." Sorrise dolcemente, porgendogli la mano. Tutto era andato bene, la pozione era finalmente nelle sue mani e lei non poteva essere più euforica di così. Nonostante il piccolo cambio di programma che ancora la lasciava poco convinta, alla fine il peso che portava sul petto se ne era completamente andato. Adesso avrebbe dovuto organizzare con cura e dovizia il piano per recuperare il ricordo, ma a quello avrebbe pensato dall'indomani in poi. Sirius afferrò la sua mano senza la minima esitazione, sorridendole in rimando e insieme si disillusero nuovamente grazie all'incantesimo della riccia.
"Allora Herm', la strategia migliore è uscire velocemente senza indugiare troppo a lungo. Siamo invisibili, la musica là fuori è alta, ci sono tantissime persone e nessuno si accorgerà di una porta leggermente aperta per pochi secondi se per l'appunto ci muoviamo velocemente. Vado avanti io e poi ti do il via libera. Tu non mi lasciare la mano." Mormorò Sirius concentrato. Di piani di fuga ne era super esperto ma se con i malandrini di scrupoli non se ne faceva e anzi, provare il brivido del rischio lo esaltava ancor di più, con Hermione era ben diverso. Voleva che fosse al sicuro e voleva portarla fuori di lì al più presto. Anche se si era rivelato poco utile il suo aiuto, non voleva abbassare la guardia proprio all'ultimo perché anche se il grosso era stato fatto, mai dire l'ultima parola prima di aver messo il punto.
"E se qualcosa andasse storto?" Chiese la riccia allarmata, aggrappandosi alla mano di Sirius con tutte le sue forze. Per Merlino, era al settimo cielo per aver recuperato la pozione, ma la paura di essere scoperta era alle stelle. Si sarebbe calmata solo una volta tornata alla festa, lontana dall'ufficio e dai rischi che comportava il trovarsi lì. Quest'ultimo però le strinse a sua volta la mano con fare rassicurante, sorridendo leggermente anche se sapeva di non essere visto.
"Sii fiduciosa Granger, sei con Sirius Black, non con un babbuino qualunque. In mia compagnia niente può andare storto." Ghignò divertito, cercando di rassicurarla. Hermione ridacchiò divertita, ma preferì tacere per non dire quello che pensava realmente. Sirius e i malandrini erano la versione antecedente ai due gemelli Weasley e ciò significava che stare in compagnia anche di uno solo di loro equivaleva ad essere esposti a qualsiasi diavoleria possibile e inimmaginabile. Ma al tempo stesso si fidava di lui, sapeva che voleva rendersi utile e che non era da lui stare con le mani in mano come quella sera, quindi preferì affidarsi al buon destino e sperare che tutto filasse liscio come fino a quel momento.
Avvicinandosi alla porta la musica proveniente dalla festa che fino a quel momento non avevano sentito iniziò a farsi man mano più forte. Il professore aveva isolato le sue stanze private dall'ufficio aperto agli studenti e agli ospiti con una mossa intelligente ed un incantesimo relativamente semplice, ragionò la riccia.
"Apro la porta Herm', stai pronta." Mormorò Sirius concentrato, posando la mano sulla maniglia, ma la riccia improvvisamente lo bloccò, ricordandosi di dover togliere l'incantesimo di allarme che aveva messo alla porta non appena entrati.
"Ecco, adesso possiamo andare. Dovevo togliere l'incantesimo e...Secondo te è tutto apposto?" Chiese la riccia, leggermente dubbiosa. Aveva guardato e riguardato la stanza e tutto le sembrava che fosse al suo posto, esattamente com'era quando erano appena entrati. Ma il suo lato ansioso e meticoloso non ne voleva sapere di lasciarla in pace nemmeno per pochi secondi.
"Sì Herm', è tutto al suo posto. Andiamo." Bisbigliò il ragazzo, stringendole la mano e aprendo di scatto la porta, facendola sussultare per quella mossa azzardata e repentina.
"Per Merlino Sirius, tu sei pazzo!" Squittì la riccia, sentendo il cuore schizzarle in gola mentre la musica alta e le urla provenienti dalla festa la investirono in pieno. Ma nonostante il frastuono riuscì a sentire la risata simile a un latrato di Sirius che, tirandola leggermente per la mano, la costrinse ad uscire chiudendosi velocemente la porta alle spalle. Il tutto accadde nell'arco di pochi secondi e quando finalmente furono fuori, tutta la tensione gli scivolò di dosso come se si fossero tolti un pesante mantello invernale. Gli studenti ballavano scatenati a ritmo di musica, il palco copriva le scale e impediva quasi completamente la vista e loro avevano finalmente concluso la missione, andata egregiamente a buon fine.
"Io direi che adesso possiamo andare a goderci la festa, non credi? E' quasi mezzanotte e direi che ce lo siamo meritati." Sogghignò Sirius malandrino, spronandola nuovamente a seguirlo. Gli era piaciuta quell'avventura in compagnia della riccia...A dire il vero gli piaceva proprio la sua compagnia. Era strano, perché non era il prototipo di ragazza delle quali solitamente si circondava eppure, lei aveva qualcosa di speciale. Ogni esperienza in sua compagnia gli lasciava qualcosa di diverso, come quella missione. Aveva avuto un ruolo secondario, il suo punto di vista, eppure a detta di Hermione lui, con la sua presenza e le sue parole di incoraggiamento, senza nemmeno rendersene conto le era stato fondamentale.
Insieme scesero velocemente le scale, tornando nel loro angolo nascosto per annullare l'incantesimo di disillusione e non appena se ne furono liberati, ancora per mano, la riccia gettò le braccia al collo di Sirius per la felicità. L'ansia, la paura, la rabbia e ogni dubbio se ne erano andati, lasciando spazio alla felicità e all'euforia per la buona riuscita della missione. Per Morgana, aveva agito senza un piano, si era lasciata trasportare dalle emozioni e dal suo ingegno senza essersi programmata nulla e, nonostante ciò, tutto era filato liscio. Solo in quel momento si rese conto di come Sirius l'avesse involontariamente messa alla prova per farle provare il brivido e l'adrenalina del pericolo. Quest'ultimo sorrideva sornione, stringendola a sé per inebriarsi del suo profumo. I sensi li aveva annebbiati ed alterati dalla musica alta e dai sentimenti contrastanti che lo stavano attanagliando ma su una cosa era certo, stringere a sé quel corpo caldo e femminile lo mandava in estasi.
"Tu sei completamente pazzo, Sirius Black." Mormorò la riccia ridacchiando, sentendo il battito vigoroso del suo cuore pompare sangue contro il suo orecchio appoggiato sul petto del ragazzo, parecchi centimetri più alto di lei.
"Lo so...E c'è una cosa che desidero fare. Non so se è giusto o se forse è una follia." Biascicò Sirius con voce roca, staccandosi leggermente da lei per immergere le sue pozze azzurre in quelle ambrate della ragazza, al momento lievemente dilatate per la sorpresa. Era così dannatamente bella, così dannatamente caparbia e diversa da qualsiasi essere di sesso femminile che avesse mai conosciuto, che era diventato quasi insopportabile resistere. Forse la sua era una follia, forse avrebbe mandato tutto a monte...Ma lui non si smentiva mai. Amava osare, amava sfidare la sorte e cavalcare l'onda del brivido.
"Cosa vorresti dire?" Chiese la riccia in un sussurro con la voce mozzata per l'emozione. Solo in quel momento si rese conto di quanto lei e Sirius fossero in una posizione intima, terribilmente vicini e con i volti a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altro.
"Voglio dire che io adesso al tre ti bacerò e tu, sarai libera di scegliere se rispondere al bacio o se tirarmi uno schiaffo." Sussurrò con voce roca, facendole spalancare gli occhi per la sorpresa. Le gambe le tremarono improvvisamente come gelatina, il cuore iniziò a battere più velocemente e il cervello, mentre Sirius si avvicinava sempre di più, sorreggendola per impedirle di cadere, le si annebbiò completamente.
"...Tre" Mormorò Sirius a un millimetro dalla sue labbra prima di posare le sue su quelle della riccia. Quest'ultima credette di svenire dall'emozione a quel contatto. Le labbra erano calde, morbide ed invitanti. I capelli lunghi di Sirius le solleticavano il volto accaldato mentre, completamente assorbita, si lasciava completamente andare a lui. Le labbra iniziarono a muoversi insieme, prima dolcemente, poi sempre più bisognose, desiderose di scoprirsi e assaggiarsi, finché un bacio passionale e liberatorio non li assorbì totalmente, isolandoli da tutto e da tutti. C'erano solamente loro due, uniti dalla passione di quel bacio mozzafiato che nessuno dei due se la sentiva di interrompere. Perché troppo bello, troppo perfetto quasi per essere vero. Hermione sentiva il cuore scoppiarle nel petto per la felicità. Non aveva mai provato niente di simile e per Merlino e tutti i suoi discendenti, stava baciando Sirius Black...ed era la cosa più bella che avesse fatto in tutta la sua vita fino a quel momento. Interrompere quel bacio sarebbe stato un sacrilegio ma, d'altronde, la necessità di respirare, dopo quelli che sembrarono secoli, i secoli più belli che si potessero immaginare, si staccarono con il respiro corto e le labbra gonfie e sempre desiderose di baci. Hermione non sapeva cosa sarebbe successo dopo quel bacio...Ma quello era stato sicuramente l'halloween più bello della sua vita.
"Non dire niente...E' tutto troppo perfetto. Ma nel frattempo baciami ancora." Mormorò la riccia, tirando fuori una sfrontatezza che non aveva creduto di possedere. Sirius sorrise sornione, tornando a bearsi di quel contatto caldo, piacevole ed inebriante senza pensaci due volte. Non sapeva se avesse fatto la cosa giusta...Ma quel bacio era dannatamente bello e perfetto...Quello era il bacio più bello che avesse mai dato in vita sua.
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SBOOOOOOOM!
Ragazzi, sono tornata! Dopo un'attesa infinita, secolare, dove ho sclerato, ho cercato le parole giuste, ho avuto momenti di buio totale perché non riuscivo a scrivere quando per mancanza di tempo, quando per qualsiasi altro motivo, adesso sono finalmente qua e sono letteralmente esaltata 🤪😁
Io non so se ve lo aspettavate, ma vi giuro che fremevo dal desiderio di aggiungere e descrivere la parte del bacio tra Sirius ed Hermione. Aspettavo questo momento da non so nemmeno io quanto tempo e adesso, finalmente, eccolo qua 😍. Spero davvero che vi abbia sorpresi, emozionati e coinvolti come ha coinvolto me e, soprattutto, spero che con questo mia sia fatta perdonare per la mia lunga assenza ma ragazzi...Questo capitolo l'ho diviso in tre parti e, nonostante ciò, questo è il più lungo che io abbia mai scritto, Conta la bellezza di quasi 15000 parole 😂😂😂.
Ci ho messo l'anima, ma ne è valsa la pena e adesso davvero, non potrei essere più felice di così 😍. Questo per il momento è il mio regalo di Natale fatto con impegno, sacrificio e tanta passione ❤ .
Da domani si inizia con un nuovo capitolo e...Tenetevi pronti amici. Ce ne saranno di belle 😎. Nel frattempo vi auguro buone feste miei cari lettori 🎄❤!
Ricordo a chi fosse interessato il gruppo whatsapp che ho creato. Se qualcuno si volesse aggiungere, siete i benvenuti 😘.
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