Capitolo 60
Incantesimi era volato. Il professor Vitious li aveva fatti esercitare a coppie con gli incantesimi che avevano imparato nelle ultime settimane e aveva fatto varie domande, alle quali avevano principalmente risposto Lily e Hermione, guadagnando una cinquantina di punti per Grifondoro, per assicurarsi che tutti fossero alla pari in modo da non rischiare che qualcuno restasse indietro in prossimità dei M.A.G.O l'anno successivo. Quella lezione ad Hermione aveva messo un po' di dubbi e malinconia. Per prima cosa, significava che la sua carriera scolastica si stava avvicinando, pur quanti avesse ancora due anni ma soprattutto, si chiedeva dove e se li avrebbe svolti i M.A.G.O. Sapeva di dover essere fiduciosa, ma le cose da fare erano tante, troppe, e lei anche se affiancata da Silente, era una sola. Avrebbe concluso la missione distruggendo in tempo Voldemort? Ce l'avrebbe fatta a tornare nel suo futuro? Non aveva idea di come si sarebbe svolta la sua vita e non avere certezze, in fin dei conti era una cosa che la spaventava e dopo tutto, pensava che fosse abbastanza normale.
Gli studenti parecchie volte avevano bisbigliato indicando James e Lily la quale, aveva borbottato frasi sconnesse ed era diventata rossa tanto quanto i suoi capelli fino alla punta delle orecchie. Le voci sul loro conto non si erano ancora espanse in lungo e in largo ma sapevano che era questione di poche ore. Nel mentre la riccia si era accorta che Piton, in quanto seguivano la lezione con i serpeverde, non aveva quasi mai staccato gli occhi di dosso da Lily, schiumante di gelosia e rabbia nei confronti di James, il suo acerrimo nemico. Eppure Hermione non aveva provato nemmeno un briciolo di pietà per lui perché in quelle poche volte a che aveva avuto modo di starci a contatto, si era dimostrato una persona veramente sgradevole e nonostante ci si fosse lambiccata a lungo il cervello, nin aveva ancora trovato una risposta alla sua domanda. Come aveva fatto Lily ad essergli amica per tutto quel tempo?
Ad un certo punto della lezione James e Sirius avevano fatto uno scherzo a un serpeverde, facendogli impazzire la bacchetta che aveva iniziato a sparare scintille rosse e blu sui compagni serpeverde. Lo scherzo, individuato dal professore, era costato a Grifondoro cinque punti in meno, che avevano fatto diventare Lily livida di rabbia.
"Bambini. Non metteranno mai un briciolo di cervello quei due. Come hanno fatto a superare i G.U.F.O fino ad arrivare al sesto anno?" Aveva sibilato furiosa, scoccando un'occhiata di fuoco a James. Ma quando la campanella aveva suonato, tutti avevano raccolto velocemente le loro cose e se ne erano andati, comprese le ragazze e i malandrini. I Grifondoro avrebbero avuto Storia della magia mentre i Serpeverde, sarebbero andati ad erbologia.
"Perché non saltiamo questa stupida materia e torniamo in dormitorio?" Si lamentò James, stiracchiandosi le braccia.
"Il nostro cornuto ha avuto un'ottima idea, devo raccontarvi anche delle cose, ricordate?" concordò Sirius.
"Siete pazzi? Io sono ancora un aiutante prefetto, non posso saltare le lezioni a casaccio perché voi due siete dei fannulloni!" Sbottò Remus, guardandoli scandalizzato.
"Io sono un po' stanco." Si intromise innocentemente Peter.
"Tre contro uno Remus, la maggioranza vince." James si aprì in un sorriso smagliante e aspettò che l'amico, rosso in faccia, rispondesse.
"Andiamo Moony, Ruff potrebbe trovare la classe vuota e nemmeno se ne accorgerebbe. Non ci farà caso se i posti in fondo saranno vuoti." Lo adulò Sirius.
"La classe sarebbe stranamente silenziosa e Lily capirebbe che abbiamo saltato la lezione." Sibilò Remus, guardando James con occhi fiammeggianti, che improvvisamente vacillò.
"Beh lei ti passerà gli appunti e tu le dirai che io e James siamo dovuti andare in infermeria perché ci siamo sentiti male e tu e Peter, per accompagnarci avete ritardato e a quel punto sapendo quanto possa essere fastidioso Ruff, avete deciso di restare a farci compagnia." Lo bloccò subito Sirius.
"Ma certo, alla prima ora stavate benissimo e improvvisamente, al suono della campanella, vi siete sentiti male entrambi." Lo apostrofò Remus, incrociando le braccia al petto.
"Le dirai che Peter ci ha offerto delle caramelle che gli erano rimaste nella tasca del mantello senza rendersi conto che erano scadute e che per questo siamo stati male. Scusa perfetta, stava male anche Peter e non potevi lasciarci soli ed abbandonati." Rispose pronto Sirius, con un sorriso smagliante.
"Peter che si dimentica delle caramelle? Non ci credi nemmeno tu." Remus assottigliò lo sguardo, facendo sbuffare Sirius indispettito.
"Bene, allora dirai che le caramelle erano di James, sbadato com'è sicuramente risulterà più credibile. Così potrai dirle che sei stato male anche te." Riprovò Sirius, di nuovo allegro.
"Ei, io non sono sbadato! Però, in compenso siamo già in ritardo di dieci minuti.Proporrei di tornare in dormitorio prima che qualche professore ci becchi." Esclamò James divertito. Sirius guardò Remus in segno di vittoria, quest'ultimò fulminò gli amici con lo sguardo e Peter si pregustò di mangiare altre caramelle, tutt'altro che scadute. La possibilità che con lui delle caramelle scadessero, era qualcosa di impossibile.
"Letto dolce letto, quanto mi sei mancato." Sospirò James estasiato, dieci minuti più tardi, buttandosi sul suo letto a baldacchino. Esclusi gli studenti che avevano ore buche, la sala comune era vuota.
"Siete degli incoscienti e degli sfaticati! Il prossimo anno abbiamo i M.A.G.O! Perché mi faccio sempre coinvolgere da voi? Sarei dovuto andare a lezione." Piagnucolò Remus, chiudendosi la porta del dormitorio alle spalle.
"Rilassati Moony, quella materia è inutile. Mi chiedo perché io non l'abbia mollata." Bofonchiò Sirius, a sua volta svaccato sul letto con tanto di scarpe. Remus lo guardò schifato, ma evitò di commentare.
"Perché anche se con accettabile, sei riuscito in qualche assurdo modo a copiare passando l'esame." Lo accusò il giovane licantropo. La luna piena era sempre più vicina, così come la sua ansia. Ogni giorno, ogni mese, ogni anno, ad ogni luna piena...Aveva sempre paura che qualcuno, oltre ai suoi fidati migliori amici, scoprisse chi era lui in realtà e lo dicesse a tutta la scuola. Tutti lo avrebbero odiato e avrebbero avuto paura di lui e come conseguenza, la sua vita sarebbe stata rovinata per sempre, come se già non fosse abbastanza compromessa. Ma la cosa che più lo preoccupava, era la consapevolezza che Piton, per colpa di Sirius, ne era a conoscenza. Silente gli aveva fatto giurare di mantenere il segreto ma nessuno, poteva garantirgli che lo avrebbe fatto. Quella cosa, doveva ammetterlo almeno a sé stesso, a Sirius non l'aveva mai perdonata del tutto. Per la sua incoscienza avrebbe potuto uccidere un essere umano, un loro compagno di scuola e pur quanto Piton fosse una persona sgradevole di certo non meritava una fine del genere e soprattutto, lui non voleva macchiarsi di una simile colpa a causa dell'incoscienza di uno dei suoi migliori amici.
"Basta voi due battibeccare! Piuttosto, Io Remus e Peter siamo interessati a quello che avevi da dirci prima di incantesimi." Entrò nell'argomento James. A quelle parole Remus smise di pensare, raddrizzò la schiena e tacque. Anche Peter mise momentaneamente da parte i dolciumi che stava mangiando per concentrare la sua attenzione su Sirius.
"Si tratta di Hermione." Disse Sirius, dopo alcuni secondi passati in silenzio.
"Quella ragazza ha qualcosa che non mi convince." Si ostinò improvvisamente a dire Remus, guardando accigliato gli amici. Non diceva che fosse cattiva, nemmeno la conosceva dopo tutto, ma dentro di sé sentiva che quella ragazza non era capitata ad Hogwarts, al loro sesto anno, così per caso. Sentiva che c'era molto da scoprire sul suo conto. I suoi sensi di lupo non mentivano mai e in lei, aveva captato qualcosa di anomalo. Qualcosa che non conosceva, ma che lo aveva messo in allerta.
"Remus, quella ragazza sta solamente soffrendo. E' una ragazza in gambe e ha un carattere forte ma quello che ha passato lei, io non vorrei viverlo nemmeno nei miei peggiori incubi." Mormorò Sirius talmente serio da far calare il silenzio più assoluto nella stanza. Ripensare a ciò che gli aveva raccontato la sera precedente gli metteva i brividi. Non sapeva se era giusto oppure no parlarne ai suoi migliori amici, ma sentiva che in qualche modo doveva giustificarla dai sospetti infondati di Remus. Non gli era mai importato granché delle ragazze, se non delle sue amiche più strette, come potevano essere Marlene od Emmeline e dopo tutto anche delle altre sue compagne. Anche di Lily Evans, anche se non lo avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura. Se la Evans si fosse trovata in difficoltà, non avrebbe esitato un secondo ad aiutarla. Non la sopportava ma di certo non la odiava e soprattutto, sapeva che James non glielo avrebbe mai perdonato se in caso di pericolo non avesse almeno provato ad aiutarla. Ma quella nuova ragazza riccia, così intelligente e coraggiosa ma anche così triste e fragile, stava smuovendo qualcosa in lui. Era diversa dalle altre ragazze...Era...Vera. Quella mattina, quando Camilla si era seduta sulle sue gambe per flirtare con lui, la cosa non lo aveva minimamente infastidito, anzi. Ma poi, quando si era accorto della presenza di Hermione, si era quasi sentito in colpa nei suoi confronti. Alla fine l'aveva solamente invitata ad una stupida festa, mica le aveva fatto delle promesse. Ma con lei era stato bene, lei si era confidata con lui e avevano ballato abbracciati insieme.Si conoscevano da poco eppure gli sembrava di conoscerla già da tanto. Ma soprattutto dopo quello che gli aveva confessato, si sentiva in dovere di starle accanto. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per vederla sorridere perché era inaccettabile che una singola persona potesse soffrire così tanto ed era per quello che quella mattina, si era sentito in colpa. In parte, gli sembrava di aver tradito la sua fiducia nel farsi vedere avvinghiato ad un'altra ragazza dopo averla tenuta stretta tra le sue braccia solamente poche ore prima. Aveva trovato ingiusto che quell'oca di Camilla, pur quanto fosse carina e ben disposta, sedesse sulle sue gambe come se niente fosse ed era stato felice e per niente turbato quando se ne era andata, seppur in lacrime, a piangere lontana il più possibile da lui.
"Felpato mi stai facendo preoccupare." Disse James serio, mettendosi completamente a sedere sul letto.
"Lei non è venuta ad Hogwarts perché non aveva niente di meglio da fare o perché aveva semplicemente voglia di cambiare aria. Se lei è qua... E' perché i suoi migliori amici sono tutti morti in un incidente stradale, poco prima del Natale dello scorso anno..." Prese una pausa, osservando cupo le espressione sconvolte degli amici.
" Avrebbero dovuto passare la vacanze natalizie tutti insieme a casa sua ma loro, non sono mai arrivati e per lei è stato uno shock orribile. In poche ore aveva perso metà delle persone alle quali teneva di più nella sua vita. Per lei i suoi amici erano parte integrante della sua famiglia e il fatto che fossero morti per andare da lei l'ha sempre fatta sentire, ingiustamente, in colpa, nonostante la colpa sia solamente di quel verme che non ha rispettato quel dannato stop. Ma questo shock l'ha talmente devastata da farla cadere in depressione per mesi e mesi finché, consultando degli specialisti, i suoi genitori non sono giunti alla conclusione che cambiare aria e tornare a frequentare dei suoi coetanei le avrebbe fatto bene. Per questo si è iscritta ad Hogwarts solamente al sesto anno... E lei adesso si sta facendo forza per andare avanti perché ha capito che i suoi amici vorrebbero questo per lei e di conseguenza, ce la sta mettendo tutta per rifarsi una vita e al tempo stesso continuare a vivere anche per loro. Non voglio nemmeno immaginare come ci si possa sentire a vivere una tragedia del genere. Io...Io se perdessi voi tre, che siete i miei migliori amici, i miei fratelli, non credo che riuscirei a sopravvivere." Sussurrò Sirius. Nella stanza regnò il silenzio assoluto per un tempo indefinibile. James si sentì profondamente colpito dalla storia di Hermione così come Peter che per la prima volta, invece di pensare al cibo, si concentrò su quella nuova ragazza dallo sguardo velato da un sottile velo di malinconia. Non si era mai sentito così tanto dispiaciuto per qualcuno. Se lui avesse perso i suoi migliori amici... Come sarebbe andato avanti? Il suo cuore era ancora puro...
"Che storia terribile..." Mormorò Remus, abbassando lo sguardo con vergogna. Aveva dubitato di quella ragazza fin dall'inizio e forse, qualcosa nascondeva realmente oppure, ciò che nascondeva non era altro che il profondo dolore mischiato alla malinconia che le attanagliava il cuore. Questo lui non poteva saperlo, ma gli dispiaceva terribilmente e si sentiva in colpa. Si rese conto di non essere stato molto gentile con lei in quelle settimane e forse, avrebbe dovuto provare a conoscerla concedendole la sua amicizia, sempre se lei avesse voluto accettare. Giustamente, doveva essersi resa conto che lui le era sempre stato un po' ostile e ciò non doveva averla incoraggiata a diventargli amica.
"È terribile...Dobbiamo coinvolgerla per farla sentire parte del gruppo. Non deve sentirsi sola, deve capire che d'ora in avanti ci saremo noi con lei. La aiuteremo a vivere anche per i suoi amici tutti insieme." Sorrise James, alzandosi dal letto. Il suo buon cuore e la sua estrema positività fecero sorridere gli amici, soprattutto Sirius. Suo fratello era la persona migliore che conoscesse sulla faccia della terra e gli facevano rabbia le persone che continuavano ad avere il prosciutto sugli occhi, come la Evans, senza rendersi conto del tesoro prezioso che si stavano facendo sfuggire di mano. Ramoso poteva fare lo stupido, poteva essere fin troppo esuberante e casinista ma sotto quelle qualità che lo caratterizzavano, c'erano un cuore d'oro e una bontà e un altruismo strepitoso. Se fosse stato donna e non fosse stato decisamente più bello di lui, probabilmente se ne sarebbe innamorato. La sua vocina interiore alzò gli occhi al cielo e sussurrò "Megalomane".
"Le chiederò scusa per il mio comportamento sgarbato. Sono stato tutt'altro che un signore nei suoi confronti." Mormorò Remus a testa bassa. James aveva ragione, l'avrebbero dovuta far sentire parte del loro gruppo. Tra compagni dovevano aiutarsi a vicenda.
"Io Potrei offrirle qualche dolcetto. I dolci mettono sempre di buon umore." Si intromise Peter, facendo sgranare gli occhi al resto dei malandrini.
"Puoi ripetere Peter?" Chiese Remus sconvolto.
"Tu che offri i tuoi dolci?" Biascicò James quasi sotto shock
"Razza di topastro ruffiano!" Borbottò Sirius torvo.
"Ei! Io volevo solamente essere carino nei suoi confronti. Le ragazze non sono felici se gli vengono offerti dei dolci quando sono tristi?" Chiese perplesso, spostando gli occhi sui tre amici.
"B-Bhe...Presumo di si." Mormorò Remus stralunato.
"Bene ragazzi, shock a parte per Peter che decide volontariamente di condividere i suoi dolci, direi che è deciso!" Riprese in mano la situazione James, mentre Peter continuava a guardarli dubbioso, chiedendosi se fossero normali oppure no. Era più propenso per la seconda opzione.
"Ei ei ragazzi! Frenate l'entusiasmo però. Deve essere una cosa graduale, senza sembrare organizzata e soprattutto forzata. Lei non deve sapere che io vi ho detto del suo passato...Non so se voleva perché insomma... Non è una cosa facile da confessare. Quindi andateci piano, capito?" Li ammonì Sirius, puntandogli il dito contro.
"CERTO." Esclamarono in coro, cosa che fece chiudere gli occhi a Sirius. Tutto ciò non prometteva niente di buono...
-Ciao a tutti ragazzi e ragazze, eccomi qua con un nuovo capitolo questa volta, finalmente a breve distanza, come promesso! Il prossimo capitolo è già in stesura 🔝. C'è una frase in mezzo al capitolo molto importante, che sarei curiosa di sapere se riuscite a capire qual è 😎. Fatemi sapere giù nei commenti, coraggio! Io nel frattempo torno a studiare che domani ho un esame 😱. Un bacione enorme, grazie per le visualizzazioni e per le stelline, vi aspetto giù nei commenti 💕. A prestissimo ❤.-
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