Capitolo 39
"Potrei esplodere da un momento all'altro." Si lamentò Alice, massaggiandosi la pancia. Le lunghe tavole imbandite si erano da poco ripulite anche dalle ultime pietanze e tutti i ragazzi, sazi fino quasi a scoppiare, erano pronti per tornare nelle loro sale comuni.
"A chi lo dici Ali, dovrò mettermi a dieta al più presto di questo passo." Mugolò anche Mary, alzandosi a fatica dal suo posto.
"Spero di non cadere dalle scale, potrei rotolare e anche rimbalzare da quanto sono piena." Bofonchiò a sua volta Marlene, facendo ridacchiare Emmeline, Lily e anche Hermione.
"Io ho bisogno di una doccia calda e di una bella dormita invece." Commentò Lily, tappandosi la bocca con la mano per nascondere uno sbadiglio.
"Se vuoi possiamo fare entrambe le cose insieme, dolce Lillina. Intendo sia la doccia che la dormita... Poi se ci incastra anche altro..." La bella rossa socchiuse gli occhi irata, prendendo un respiro profondo per cercare di reprimere il rossore che le aveva colorato il viso e soprattutto, per evitare di schiantare quell'idiota davanti a tutta la sala grande e ai professori. Quel ragazzo per lei era un tormento... Era il diavolo in persona che si divertiva a perseguitarla da cinque lunghi anni e quello, purtroppo, sarebbe stato il sesto.
"Sei un maiale Potter, e non utilizzare questi nomignoli con me. Piuttosto usali con le gallinelle che vi passate tu e Black." Sbottò rossa in faccia, lasciando James momentaneamente a bocca aperta. Lo guardò con disprezzo e tornò a rivolgersi alle amiche, cercando di evitare lo sguardo del ragazzo che pensieroso, la stava osservando. Quanto sapeva Lily delle sue tresche? Forse fin troppo, a tal punto da far si che lei fosse ancor più disgustata da lui. Il fatto che lui e suo fratello, gli veniva spontaneo considerarlo tale, visto che ormai il ragazzo si era trasferito a casa sua e convivevano esattamente come una famiglia, fossero dei rubacuori non era di certo un segreto... Ma non sapeva cosa potesse aver scoperto in quegli anni la sua bella e fino a quel momento, irraggiungibile Lily. L'unica ragazza che voleva veramente era lei, solo ed esclusivamente lei, Lily Evans. Infatti in quegli anni non si era mai concentrato seriamente su nessun'altra ragazza, anche se doveva ammettere che non si era nemmeno mai comportato in modo particolarmente casto. Ma questo lei non lo capiva... Continuava a volerlo vedere come l'odioso, arrogante, pallone gonfiato che si credeva il padrone di Hogwarts... E faceva male. In quell'ultimo anno era cambiato, durante l'estate era cambiato... Da quando Piton aveva insultato Lily, dopo che lui e Sirius si erano divertiti a provocarlo e lei aveva cercato di intervenire per difenderlo, era cambiato. Aveva visto tutto il dolore negli occhi della ragazza e tutta la rabbia e l'odio nei suoi confronti per quell'episodio. Lei lo considerava colpevole... E forse lo era, in parte. Aveva capito che non poteva più continuare così. Certo, sarebbe rimasto il solito James... Battutine, scherzi e tutto il resto... Ma avrebbe cercato in tutti i modi di far capire a Lily che lui era anche maturato e che era disposto ad esserci per lei, sempre e comunque e che l'avrebbe amata e protetta dal mondo, se necessario, se solo lei glielo avesse permesso...
"Una battutina innocente... Non essere sempre così aggressiva." Scherzò infine, cercando di buttarla sul ridere. Finiva sempre così... Ogni volta un minuscolo frammento del suo cuore si incrinava, faticando poi a rimarginarsi, perché aveva sperato che quella fosse la volta buona dove lei non lo avrebbe insultato e allontanato ma per l'ennesima volta si era sbagliato. Però la buttava sul ridere, per non abbattersi, per non farsi vedere debole, per avere la forza di non arrendersi. Sul treno aveva perso il lume della ragione, era rimasto sorpreso dalla reazione di Lily e non si era saputo spiegare cosa le fosse preso ma adesso,pure lei sembrava essere tornata la solita Evans.
"Non voglio avere a che fare con i tuoi così detti... Scherzi. Non voglio avere a che fare nemmeno con te, a dirla tutta. E adesso muoviti, visto che purtroppo sei un prefetto, devi aiutarmi a dare le indicazioni ai ragazzini del primo anno." Gli rispose gelida. Le amiche si guardarono sconsolate, e Hermione guardò la scena pensierosa. Come avrebbe fatto a cambiare le cose se quei due si odiavano così tanto? O per meglio dire... Se Lily odiava così tanto James? Non sarebbe stato affatto facile. James sbuffò deluso, lanciando un'occhiata ai malandrini. Remus lo guardò con un'aria di rimprovero, Peter si guardava attorno perso nel suo mondo incantato e Sirius era intento a fare l'occhiolino a qualche ragazza che a Hermione, osservando scettica la scena, sembravano in procinto di avere un orgasmo. Assurdo... Davvero assurdo. Ma dove cavolo era finita?
"E va bene, va bene... Su piccoli gnomi, seguiteci!" James richiamò ad alta voce i piccoli ragazzini disorientati, che si guardarono in soggezione tra di loro. Lily lo fulminò con un'occhiata furibonda.
"Questo idiota, in realtà, voleva gentilmente invitarvi a seguirci. Noi siamo i prefetti di Grifondoro, e saremo a vostra disposizione per ogni informazione che vorrete ricevere riguardo al castello e le lezioni. Potrete rivolgervi a noi, senza timore, per qualsiasi problema, noi vi aiuteremo." Si affrettò a dire la ragazza, mettendosi davanti a un James fintamente offeso.
"Non apprezzi nulla Evans, sei insensibile." Sbottò James, mentre i ragazzini si guardavano tra il divertito e il preoccupato.
"Taci Potter! Seguitemi, vi porterò sani e salvi alla nostra sala comune. Viene anche te Hermione, non vorrei che ti ti perdessi." Aggiunse Lily, improvvisamente gentile e cordiale, sorridendo alla nuova arrivata e compagna di stanza. La riccia le sorrise a sua volta.
"Grazie Lily, ma devo andare a parlare con il professor Silente. Dobbiamo chiarire insieme alcune cose." Le rispose altrettanto cordiale.
"Ma ti perderai, da sola. Hogwarts è molto grande e tu non conosci il castello e non sai dove si trovano né l'ufficio di Silente né la sala comune. Inoltre entrambe hanno una parola d'ordine per accedervi." Le spiegò Marlene, premurosa, mentre anche Emmeline e Alice annuivano. La riccia si maledì mentalmente... Erano tutti quanti molto svegli. Sapeva perfettamente come raggiungere l'ufficio del preside e la sala comune, ma questo loro non lo sapevano e nemmeno dovevano saperlo. Evitò di sbuffare e con un sorriso disse
"Chiederò indicazioni a qualche passante o fantasma, ti ringrazio Marlene. Non preoccupatevi per me, dovrò imparare a cavarmela da sola qua dentro, non posso sfruttarvi come accompagnatori in eterno." Cercò di scherzare, sperando che mollassero l'osso.
"Ma è la prima sera Hemione, magari dal professor Silente potresti andare domani, così ti accompagniamo noi." Insistette Emmeline premurosa,mentre Lily controllava che tutti i ragazzini del primo anno fossero radunati in torno a lei e James.
"Davvero Emmeline, non vi preoccupate. Se non vi scoccia di accompagnarmi, domani preferirei visitare il castello, piuttosto." Le rispose la riccia, iniziando a sentire l'ansia risalirle fino allo stomaco, facendoglielo contorcere fastidiosamente. Aspettava quel momento da lunghe ed estenuanti ore, aveva bisogno di risposte e per Merlino, seppur apprezzasse tantissimo che si preoccupassero così tanto per lei, l'unica cosa che desiderava era che la lasciassero andare e l'aspettassero piuttosto in dormitorio. Più aspettava, più l'ansia aumentava e non ce la faceva veramente più.
"Volentieri, e se vuoi possiamo dirti anche qualche ripostiglio strategico dove rinchiudere Mr Purr, l'orribile gatta del nostro amorevole, dolce, custode, Argus Gazza, che odia gli studenti e se potesse li frusterebbe a sangue al primo passo falso. Poi lascia stare, noi vorrebbe spellarci vivi, ma questi sono dettagli." Scherzò James, che stava pazientemente aspettando che Lily finisse, con un sorriso che andava da un orecchio all'altro. La rossa, come attratta dalle parole di Potter, sibilò furiosa
"Potter, non osare traviare questi ragazzini del primo anno con le tue follie da immaturo privo di coscienza. Tu e quello scavezzacollo di Black quest'anno non avrete pace."
"Ma loro non hanno sentito niente, vero piccoletti?" Chiese ai ragazzini, facendogli un occhiolino furbo. Quest'ultimi sorrisero divertiti, facendo imbufalire ancora di più la ragazza.
"Cielo, Potter! Com'è possibile che tu sia un prefetto? Sei uno smidollato, uno..."
"Uno scavezzacollo, senza cervello, irresponsabile, odioso sbruffone viziato, uno che si crede il padrone del mondo e si diverte a pavoneggiarsi, ti odio, sei insopportabile, egocentrico, maleducato e poi potrei aggiungerne a migliaia, ormai li conosco a memoria i tuoi amorevoli insulti. Ma adesso, quando vuole, principessa dell'ordine e della magnificenza, possiamo andare." Concluse la frase James, sorridendo noncurante a tutte le offese che si era appena rivolto da solo nell'interpretare il pensiero di Lily e lasciando tutti a bocca aperta. Hermione scosse il capo, lasciando ondeggiare la lunga chioma riccia, mentre le sue compagne sbuffarono esasperate, per l'ennesima volta, già sfinite da quella prima sera.
"Complimenti Potter, per lo meno ascolti ciò che ti dico." Gli rispose acida la ragazza, lanciandogli un'occhiataccia.
"Ma certo, mio dolce giglio, come potrei non ascoltare le tue soavi urla di guerra nei miei confronti a partire dalle sette del mattino. Non che non mi faccia piacere che tu ti rivolga a me però insomma, domanda un po' scontata, non credi?"Ironizzò James.
"Dio Potter, non sai quanto ti odio." Sbuffò Lily, facendo segno ai primini di seguirla, mentre il ragazzo le andava dietro divertito.
"Già sentita, qualcosa di più innovativo?" La stuzzicò, beccandosi un'occhiata inviperita, mentre si incamminavano verso l'uscita della sala grande.
"Spero ti vada di traverso il tuo tanto amato boccino alla prima occasione buona. Magari smetteresti di darmi il tormento." Sbottò, camminando a passo di marcia.
"Brava Lillina, questa mi è piaciuta..." Sentirono trillare in lontananza.
Emmeline, Alice, Mary e Marlene alzarono gli occhi al cielo in un unico, disperato, appello di speranza a Godric Grifondoro.
"Povera Hermione, dovrai farci l'abitudine. " Le disse Emmeline.
"Oh credimi...Ne so qualcosa." Le scappò un sorrisetto, anche se malinconico, ripensando a tutte le sue bisticciate con Ron. Loro invece che odiarsi erano migliori amici, però bisticciavano ugualmente e continuamente come una vecchia coppia di sposi, dando il tormento al povero Harry che per non fare un torto a nessuno, subiva in disparte, cercando conforto negli altri compagni. Scacciò quei pensieri, non intenzionata a farsi attaccare nuovamente dalla tristezza. Doveva andare da Silente, subito.
"Ma quindi sei sicura di voler andare da Silente, da sola?" Le chiese ancora Marlene. La riccia annuì decisa.
"Si, certo... Riuscirò a cavarmela, non preoccupatevi. Al massimo, se entro le due di stanotte non sarò ancora arrivata, vorrà dire che mi sono persa e che voi avrete tutto il diritto di darmi dell'irresponsabile, sempre che riusciate a ritrovarmi. Al massimo potrei rivolgermi a qualche fantasma di passaggio, magari al nostro di grifondoro." Rispose la riccia, buttandola sullo scherzo.
"Il buon vecchio Nick. Se ti rivolgerai a lui, preparati a sentirti raccontare nei minimi dettagli il giorno della sua decapitazione. Se ne esci viva, sarò lieto di ascoltare la tua esperienza a riguardo." Sirius le fece nuovamente l'occhiolino, mentre Hermione inarcava le sopracciglia, guardandolo allontanarsi insieme a Remus e a Peter, confabulando tra di loro. Probabilmente stava cercando di convincere gli amici ad organizzare qualche scherzo di inizio anno.
"Lascia perdere Hermione, Sirius fa il cascamorto con tutte le ragazze carine che incontra, cerca di non cascarci." Sbuffò Mary, alzando gli occhi al cielo.
"Confermiamo con lei." Aggiunsero in coro le altre ragazze.
"Non vi preoccupate, datemi il tempo di ambientarmi, e vi farò vedere di che pasta sono fatta." Rispose convinta la riccia. Figuriamoci se si sarebbe mai presa una cotta per Sirius, il padrino del suo migliore amico.
"In caso contrario, ti aiuteremo a maledirlo. Comunque la parola d'ordine della nostra sala comune è civetta. Ci vediamo più tardi allora, cerca di non perderti... E sappi che se tu ti dovessi rivolgere a Nick, devi fare molta attenzione. A volte si fa prendere dall'esuberanza e rischia di mandarti da tutt'altra parte rispetto a dove devi andare. Se ti trovassi in difficoltà piuttosto chiedi aiuto a qualche quadro." Le consigliò Marlene, anche se ancora un po' contrariata all'idea di abbandonarla a sé stessa.
Dopo altri minuti di saluti e raccomandazioni, che a Hermione parvero infiniti, finalmente le ragazze si decisero ad allontanarsi per raggiungere la sala comune. La riccia, però, per essere più prudente decise di aspettare alcuni minuti nell'atrio per essere sicura che si fossero allontanate. Ovviamente non avrebbe chiesto né a Nick né tanto meno a qualche studente, in quanto sapeva perfettamente dove si trovava l'ufficio del preside.
Alcuni studenti più grandi stavano ancora ridendo e scherzando tra di loro, dilungandosi nei corridoi, visto che mancava ancora un po' allo scattare del coprifuoco. La riccia però continuava a sentirsi un pesce fuor d'acqua, tra tutte quelle facce sconosciute. In ogni momento si aspettava di veder spuntare qualche suo ex compagno per rendersi conto di essere finita in uno strano sogno ad occhi aperti.... Eppure sapeva di trovarsi nella realtà, quella che lei si era scelta di vivere e affrontare.
L'agitazione era tornata a farsi sentire con prepotenza, facendole addirittura pensare che qualcuno potesse seguirla. Decise quindi di nascondersi dietro una colonna per disilludersi, giusto per non correre rischi. Forse stava diventato paranoica... La vecchia Hermione doveva sbrigarsi a tirare fuori gli artigli, se non voleva passare per una rammollita. Avrebbe dovuto anche rispondere a Sirius e alle sue provocazioni, invece era rimasta lì, zitta, a pendere dalle sue labbra come una di quelle ragazze in sala grande che gli avevano fatto gli occhi a cuoricino per uno stupido occhiolino... Probabilmente tutte sue future conquiste... Ma aveva dovuto ammettere a sé stessa che quando l'aveva visto, ne era rimasta incantata. Sirius sembrava veramente un principe di altri tempi... Con quei capelli neri ed ondulati, gli occhi vispi e azzurri come il cielo e il fisico snello ma piazzato. Anche Remus era bello al suo tempo, pur quanto particolare e già segnato da profonde cicatrice. Aveva capelli di un color miele più o meno della stessa lunghezza di come li aveva portati ad Hogwarts e occhi dolci ma vigili ed intelligenti di un caldo color cioccolato mentre il piccolo Peter, quella che più l'aveva scossa... Era un ragazzotto grassoccio dagli occhietti di un celestino chiaro e i capelli di un biondiccio scuro. Tra i quatti, era sicuramente il più bruttino e messo in ombra, era evidente anche a primo impatto.
Una volta invisibile, si sentì molto più tranquilla, anche se nervosa per ciò che doveva affrontare. Il preside sapeva che stava per andare da lui? sicuramente l'aveva già inquadrata e molto probabilmente, aveva già capito tutto. Anche se nessuno sapeva come ciò fosse possibile, Silente sapeva sempre tutto. Di sicuro la sua visita non l'avrebbe stupito... Ma tra un pensiero e l'altro, si rese conto di aver superato i due gargoyle di pietra che difendevano l'accesso alle scale per salire nell'ufficio del preside. Aveva percorso la strada senza la minima esitazione, senza nemmeno rendersi conto di quanto tempo ci avesse impiegato. Per un momento le era sembrato davvero di essere nel suo tempo... Era tutto troppo, spaventosamente, uguale a ciò che aveva salutato, forse per sempre, nel suo futuro. Le armature cigolanti, le figure dei quadri che si scambiavano di ritratto in ritratto, parlottando tra di loro come tante piccole personcine in miniatura, le molteplici scale alle quali piaceva cambiare e tanto, tanto altro.
Con un sospiro pesante tornò sui suoi passi, annullando l'incantesimo che aveva fatto a sé stessa dopo essersi assicurata che non ci fosse nessuno nei paraggi. Le due statue la guardavano imponenti, bloccando l'entrata e come un fulmine a ciel sereno, si rese conto di non conoscere la parola d'ordine... Maledizione.
"Parola d'ordine?" Chiese infatti una delle due statue in pietra. La riccia cercò di ragionarci su...Nel suo tempo le parole d'ordine dell'ufficio di silente erano sempre corrisposte ad uno dei suoi dolci o caramelle preferiti e probabilmente era così anche nel passato. L'unica cosa, era che non sapeva i suoi gusti anche se forse...
"Ehm... Sorbetto al limone." Provò a dire, ricordandosi che quella era una delle parole d'ordine che al tempo il preside aveva utilizzato. Magari, negli anni, le riciclava e infatti, con sua enorme gioia, vide che il suo tentativo era andato a buon fine.
"La parola d'ordine è giusta, puoi passare." Le due statue si spostarono di lato, lasciando libero il passaggio al centro. La riccia, senza pensarci due volte, iniziò a salire le scale a chiocciola che l'avrebbero condotta davanti alla porta dell'ufficio del preside, ancora troppo incredula per la sua smisurata fortuna. La parola d'ordine sarebbe potuta essere qualsiasi cosa e lei avrebbe potuto passare anche tutta la notte davanti ai due gargoyle, senza riuscire ugualmente ad indovinarla e invece aveva indovinato al primo colpo... Se non era fortuna quella...
- Nuovo capitolooo, fatemi sapere se la storia vi piace! Purtroppo sono poco presente perché ho ritmi di studio serrati visto che il 21 mi inizia la maturità, ma faccio del mio meglio per continuare a scrivere, anche se mi rendo conto di essere in ritardo mostruoso con gli aggiornamenti O.O. Cercherò di aggiornare il prima possibile, promesso, tra una materia e l'altra XD. A voi com'è andata invece?-
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