Capitolo 32
La scalinata di marmo non le era mai sembrata così lunga da percorrere, ma forse perché non si era mai pienamente soffermata ad osservare ciò che la circondava quando saliva. Da lì poteva vedere tutto ciò che si estendeva oltre quei manti erbosi, scossi dalla brezza notturna che smuoveva le altrimenti placide acque nere del lago che si estendevano a vista d'occhio, che sprofondavano in un mondo marino molto più complesso e più popolato da creature magiche e segreti di quelli che in tanti avrebbero potuto anche solo immaginare. Per un momento le venne da pensare se i malandrini avessero mai commesso qualcuna delle loro che avesse a che fare proprio con quest'ultimo. Forse se lo sarebbe dovuta far raccontare, un giorno... In modo da scoprire ancora qualcosa in più su di loro.
Ma al momento le sembrava tutto troppo amplificato per poter credere che fosse reale. Le sembrava di saper distinguere i suoi passi pesanti e insicuri calpestare quelle gradinate già percorse da altre migliaia di studenti prima di lei eppure, era circondata da un'altra ventina di paia di passi diversi e da voci che parlottavano tra di loro. Si rese conto che nessuno si era avvicinato a lei per stringere amicizia, se non quella ragazzina così strana all'andata del viaggio in barca. Ma si rese conto che forse incuteva timore, seppur fosse strano anche solo pensare ad una Hermione Granger aggressiva o intimidatrice. Eppure si rese conto che era così...Si percepiva nell'aria che lei era diversa, era nuova. Con quei lineamenti già troppo marcati e adulti per essere una ragazzina del primo anno, l'espressione seria e troppo controllata per essere seppur apparentemente nuova, alle prime armi. Ma era anche il modo di porsi a farla sentire diversa... Sentiva che dove si trovava tutto era diverso, anche il suo abbigliamento era diverso, la sua divisa scolastica appariva diversa, più nuova, più moderna. Chiunque di molto astuto e attento ben presto avrebbe capito che in lei c'era qualcosa di strano, che nascondeva degli enormi, abissali segreti. Ma lei avrebbe proprio dovuto evitare questa cosa e avrebbe dovuto pensare ad ogni minimo dettaglio. E possibilmente si sarebbe dovuta creare meno paranoie.
E doveva stare attenta, molto attenta. Perché era nella tana del lupo e doveva tenere gli occhi costantemente aperti. Lì, davanti ai suoi occhi, al momento nascosti da quelle possenti mura magiche, si nascondevano quelli che un giorno sarebbero diventati i più spietati e pericolosi mangiamorte di Voldemort e lei doveva fermali, prima che loro lo raggiungessero, prima che lui li marchiasse a fuoco per sempre.
"Stateci attenti ragazzi, adesso la professoressa McGranitt ci verrà a prendere." La riccia si accorse a mala pena che Hagrid aveva nuovamente rivolto loro la sua attenzione e il suo sorriso di incoraggiamento che tanto le era mancato. In quel momento era l'unica persona che le ricordava il suo futuro, che la faceva sentire a casa seppur ancora non la conoscesse. Anche il suo italiano sgrammaticato le era mancato, seppur sotto sotto sperava che non le offrisse mai uno dei suoi dolcetti rocciosi. Non si sarebbe dimenticata facilmente di come Harry avesse rischiato di spezzarcisi un dente parecchi anni prima della sua scelta di tornare nel passato. Sospirò ancora, osservando con il cuore che batteva furiosamente, Hagrid bussare sonoramente al portone maestoso in quercia per richiamare la professoressa.
Erano cambiate così tante cose in così poco tempo. Gli ultimi ricordi che aveva lei di Hogwarts non erano dei migliori. La tanto amata scuola sotto la tirannia della Umbridge e del ministero, il ministro che tentava di screditare Harry e Silente in ogni modo possibile e inimmaginabile, Hagrid che tornava da una missione suicida alla ricerca dei giganti insieme a madama Maxime, l'esercito di Silente, le punizioni, la lotta al ministero dove tutti loro erano stati a un passo dalla morte, la profezia... Che doveva essere di vitale importanza, infatti avrebbe dovuto far in modo di farla vedere, attraverso la sua mente, a Silente. Era certa che facesse parte della magia dell'incantesimo... Infine la vera ammissione del ritorno di Voldemort da parte del ministro a tutto il mondo magico e la conseguente morte di Sirius, che l'aveva spinta definitivamente a compiere quel gesto forse tanto folle quanto sconsiderato. Tutto quell' insieme di fattori l'avevano convinta a sacrificare la sua vita per tornare vent'anni indietro nel passato.
Si rese conto che in cinque anni d'istruzione magica ne aveva già passate di cotte e di crude, quando in realtà il suo unico compito sarebbe dovuto essere quello di studiare e passare il tempo in compagnia dei suoi migliori amici, senza doversi preoccupare di avere il peso delle sorti del mondo magico sulle spalle, compito che fino a quel giorno era spettato ad Harry, che al momento nemmeno sapeva se, da qualche parte nel mondo, stesse continuando a vivere normalmente la sua vita oppure ancora non esistesse.
Si sentiva quasi in colpa ad essere lì per invadere la vita di quelle persone, di quegli sconosciuti che non avevano la più pallida idea di ciò che gli stava riservando il destino. Lei lo faceva per salvarli da un futuro, non troppo lontano, decisamente orribile, ma era anche vero che intromettendosi nel loro presente, gli avrebbe totalmente stravolto la vita.Tornando indietro avrebbe smosso una guerra prima del tempo, perché seppur le facesse paura, lo sapeva. La sua intromissione così invadente, così sconsiderata, avrebbe avuto enormi conseguenze. Presto, troppo presto, avrebbe dovuto lottare per restare aggrappata alla vita e, al tempo stesso, per salvare quella delle persone alle quali si sarebbe affezionata, a coloro per i quali era tornata indietro nel tempo.
La soluzione era una e una sola... Voldemort doveva morire, doveva essere sconfitto una volta per tutte. Quel pensiero le metteva i brividi più della guerra stessa perché uccidere Voldemort, imprese tutt'altro che semplice, sempre se possibile, significava in ogni caso compiere un omicidio, macchiarsi le mani del peggiore dei crimini. Voldemort si poteva definire un essere umano? Non sapeva rispondersi, sinceramente. Ma si sarebbe comunque sempre trattato di omicidio e in cuor suo... Sentiva di dover essere lei a compiere tale gesto.
Perché se lei era lì, c'era per cambiare il futuro, per recidere alle radici le piante velenose che avrebbero avvelenato e distrutto il suo mondo. Significava che quest'ultimo non sarebbero semplicemente potuto finire ad Azkaban. Lui, così come i suoi seguaci più fedeli e spietati, sarebbero dovuti morire e qualcuno, li avrebbe dovuti uccidere. Era sempre più convinta della terribile verità che, per ottenere del bene, fosse purtroppo necessario versare sangue e compiere stragi e sacrifici.
Il portone si aprì in tutta la sua maestosità e una figura alta e sottile, avvolta in un abito verde e un cappello da strega, rigorosamente a punta, che Hermione fu certa nascondesse una crocchia ben ordinata, poggiato sulla testa, si mostrò alla piccola cerchia di ragazzini, più Hermione, con espressione severa che non ammetteva repliche, che incuteva timore a prima vista ma che la riccia, sapeva bene essere un'ottima professoressa e una grande donna. Minerva McGranitt era arrivata, riportandola al suo presente, passato e futuro. La sua nuova vita stava definitivamente per iniziare...
-Capitolo finitooo, spero che la storia vi piaccia😄😄😄! Mi rendo conto che ho già scritto tanti capitoli, anche se abbastanza corti, e che non è successo ancora niente di particolarmente degno di nota, che riguardi i malandrini intendo, infatti vedrò di fare capitoli più lunghi e di dare una svolta alla storia. Al momento ho già altri capitoli pronti, che via via pubblicherò, però i prossimi che preparerò vedrò di farli più lunghi e di entrare nel cuore della storia! Voi nel frattempo fatemi sapere le vostre impressioni. Bacioni enormi a tuttiii❤❤❤😙😙😍!-
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