capitolo 22
Ormai Lily era chiusa in bagno da almeno un'ora, raggomitolata su sé stessa, con la schiena poggiata contro la lamiera vibrante del treno in movimento, la testa sulle ginocchia e i lunghi capelli vermigli sparsi ovunque a solleticarle le mani che teneva incrociate sotto le ginocchia.
Lacrime silenziose le rigavano le guance e un sentimento opprimente e fastidioso che non aveva mai provato, le appesantiva il cuore, disarmandola. Cosa le stava succedendo?. Lei, Lily Evans, stava piangendo per James Potter in uno squallido bagno dell'espresso per Hogwarts, e non sapeva spiegarsi il motivo. Lo odiava, da cinque lunghi anni per ragioni più che valide e di conseguenza, non capiva perché improvvisamente stesse piangendo proprio per lui.
Perché quel ragazzo doveva sempre essere un vertice all'interno della sua vita? Perché non poteva semplicemente lasciarla stare? Cosa voleva da lei? Perché non le dava mai un attimo di tregua, smettendola ogni tanto di fare il pagliaccio esibizionista per essere sempre al centro dell'attenzione? Per colpa sua aveva perso il suo migliore amico...Aveva perso Severus, perché non sarebbe mai riuscita a perdonarlo. Un singhiozzo spezzato le uscì dalle labbra mentre altre calde lacrime le rigarono nuovamente il viso, lievemente abbronzato dopo un'estate passata sotto il sole cocente. L'estate più triste della sua vita, però, ricordò amaramente.
Ma tornando a Potter...Perché mai doveva star così male per le parole che le aveva detto lui poco prima? Lo aveva insultato centinaia e centinaia di volte e quella era stata una delle tante. Se c'era rimasto male, cosa assurda da parte di uno come lui, secondo lei, affari suoi. Non le sembrava proprio il caso che lui si mettesse a fare la vittima, dopo tutto quello che aveva fatto a lei. Ce l'aveva fatta, finalmente, a rovinare tutto. Aveva acceso la miccia finale, facendo esplodere tutto in mille briciole. Era riuscito nel suo intento e quella che ne era uscita distrutta, era lei. Cosa voleva, quindi? Cosa si aspettava? Aveva rovinato tutto, le aveva scavato dentro una ferita troppo grande per poter credere che un giorno si sarebbe rimarginata e lei non poteva non incolparlo. Era stato Severus ad insultarla, senza alcun motivo apparente, ma Potter l'aveva nuovamente provocato e se solo per una volta non si fosse comportato da ragazzino immaturo, forse in quel momento lei e Severus sarebbero stati a chiacchierare in uno scompartimento vuoto in santa pace. Poi lei avrebbe raggiunto le amiche e lui i suoi compagni.
Con amarezza fu però costretta ad ammettere che le cose con Severus non funzionavano più perfettamente da un po'. Alcuni incastri si erano allentati tra loro, viste le scelte che ultimamente aveva intrapreso Severus ma lei, non si era mai arresa e in cuor suo, aveva sempre creduto di potercela fare a salvarlo. Era sempre stata convinta al cento per cento che Severus fosse buono, che anche lui credesse ciecamente nella loro amicizia e che se si era unito a quei disgraziati dei suoi compagni, era perché ce l'avevano trascinato con l'inganno, ammaliandolo con chissà quale fesseria. Ma dopo quello che era successo, ogni sua convinzione si era distrutta. Non si era mai sentita tanto ferita e al tempo stesso umiliata. Si era sentita violata, sporca e fuori luogo. Lily Evans era crollata, il tempo si era fermato e il suo cuore si era sbriciolato come un bicchiere di delicato cristallo a contatto con il pavimento.
Ma al tempo stesso non aveva mai odiato così tanto Potter ed era per quello che adesso non capiva per quale motivo stesse piangendo per lui. Una vocina nella testa, forse la sua coscienza, le suggerì che forse, provare per una volta cosa si prova ad essere insultati, ci fa aprire gli occhi su tante cose. Forse ciò che era successo con Piton l'aveva cambiata in quei mesi e improvvisamente, le venne spontaneo chiedersi se Potter stesse così male ogni volta che lei gli rispondeva male.
Seppur non lo sopportasse, non era sua intenzione essere la causa della sofferenza di qualcuno. Ma lui era così arrogante e pieno di sé, così sicuro di essere il migliore in tutto perché il capo della banda dei malandrini e bravo a quidditch, con un'orda di oche in calore al seguito che gli morivano dietro e non facevano altro che aumentare il suo ego smisurato. E lei non ce la faceva a sopportarlo, a vederlo con occhio diverso, perché era più forte di lei. Ma allora perché c'era rimasta così male? Con Severus nemmeno a parlarne...Era stato una delle persone più importanti della sua vita e ciò che le aveva fatto, l'aveva distrutta, ma perché era una persona alla quale teneva. A Potter invece non teneva per niente, quindi perché ci stava così male? E soprattutto, anche Potter, perché sarebbe dovuto restar male per i suoi insulti? Se li cercava...Che colpa ne aveva lei.
...
Aveva sempre fatto di tutto per farsi prendere sulle scatole da lei, tormentandola e attaccando per puro divertimento Severus. Perché proprio lui? Perché in quegli anni aveva fatto di tutto per di farli litigare? avevano retto per quasi cinque anni ma alla fine, potter aveva vinto. Nuove lacrime le solcarono le guance lentigginose. Il suo migliore amico, quel bambino dolce e timido che l'aveva introdotta e seguita passo passo nella sua scoperta del mondo magico, con il quale aveva condiviso tutto e passato tanti bei momenti insieme, fino a considerarlo come un fratello, quello che non aveva mai avuto e che compensava il vuoto lasciato da Petunia, l'aveva perso alla fine e la disperazione che provava per ciò, era straziante.
Nell'esatto momento in cui l'aveva insultata così crudelmente, il loro legame si era spezzato, era morto, era stato reciso alla radice, letteralmente sradicato. Non voleva ripensarci, perché faceva troppo male, ma quelle parole le tornavano in mente, ferendola lentamente e senza pietà. Quindi era quello ciò che aveva iniziato a pensare o forse, aveva sempre pensato, Severus? Anche lui era disgustato dai nati babbani e dai mezzosangue? Anche lui era convinto che fossero sbagliati e che dovessero essere eliminati e banditi dal mondo magico? Eppure, si ritrovò a pensare con cattiveria, pure lui era un mezzosangue quindi, da quale pulpito si prendeva la briga di insultarla con così tanta cattiveria? Nemmeno nelle sue vene scorreva quel sangue puro che i suoi compagni tanto elogiavano. Possibile che con loro si spacciasse per purosangue? Impossibile...La storia della sua famiglia era conosciuta un po' da tutti, sapevano che era un mezzosangue. Eppure lo accettavano, nonostante tutto. Pure lei lo aveva sempre accettato, lo aveva sempre difeso e protetto, quando lui non aveva mai mosso un dito per difenderla dalle cattiverie dei suoi amici e alla fine, come ben servito, l'aveva pugnalata alle spalle nel peggiore dei modi e lei, ci soffriva come un cane. Poteva dare la colpa a Potter, a chi voleva, ma non poteva perdonarlo, non poteva difenderlo, non più. Quello non era più il suo Sev', il suo migliore amico. Erano cresciuti, e lui era cambiato. Aveva preso la sua strada, la sua decisione, e aveva deciso di abbandonarla e pur quanto facesse male, non poteva soffrire così tanto per lui, non era giusto.
E anche se a malincuore, doveva ormai dare ragione a Emmeline, Mary, Alice e alla fine pure a Potter. Severus non era l'angelo incompreso che lei aveva voluto così a lungo dipingere. Dentro di lui c'era sempre stato un lato oscuro pronto a prendere il sopravvento e ad oggi, le faceva paura. Doveva dimenticarlo e farsene una ragione, anche se avrebbe fatto terribilmente male. Per tutta l'estate aveva ignorato le sue lettere, dove la implorava di perdonarlo, di poter almeno parlare faccia a faccia ma lei, le aveva sempre strappate e cestinate perché la rabbia e il dolore erano troppo forti per poterlo affrontare. Rivederlo di persona, in quei luoghi dove erano cresciuti insieme e avevano condiviso così tanto, anche fuori dalle mura di Hogwarts, le avrebbe fatto troppo male.
Lui ci aveva provato, più volte, a venire a casa sua ma lei aveva espressamente chiesto a tutta la famiglia, Petunia compresa, pur quanto le fosse costata un'altra pugnalata al petto la sua espressione di sufficienza e il suo sorrisetto compiaciuto, che lo mandassero via con qualche scusa oppure, anche dicendogli la verità.
"Lily non ti vuole vedere, ha chiesto espressamente di non farti entrare e credo che sia giusto rispettare il suo volere. Per favore, non tornare più."
Aveva anche smesso di frequentare il parco, sapendo che lui sarebbe stato lì ad aspettarla. Ma aveva fatto di tutto pur di non vederlo, in quelle poche settimane che aveva trascorso a casa prima di partire per andare a casa di Marlene e passare le vacanze insieme alle amiche in modo da distrarsi il più possibile. Sapeva che rivederlo e d'ora in avanti ignorarlo le avrebbe sicuramente fatto male, ma doveva essere forte, doveva farlo per sé stessa.
Ma se lui l'avesse nuovamente insultata? Un brivido freddo lungo la schiena la fece leggermente tremare e nuove lacrime le solcarono le guance. Severus che le dava della sporca mezzosangue e Potter che le dava della stronza. Ormai credeva di aver raggiunto il limite dell'assurdo e per questo, nuove lacrime le inondarono il viso. Stupido Potter... Cosa le stava facendo pure lui?
-Un capitolo dedicato anche alla nostra Lily, visto che per il momento ho incentrato tutto il racconto su Hermione. Spero che la storia vi piacciaaa, fatemi sapere, a prestooo 😙😙😙❤❤❤.-
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