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Capitolo 12

Arrivò appena in tempo per vedere Lily che stava per imbastire una nuova sfilza di accuse contro James, e quella vista le fece tremare le ginocchia. Averli a così pochi metri di distanza da lei era qualcosa di assurdo.

Una figura minuta dai lunghi capelli di un rosso fiamma, più scuri ma così simili a quelli di Ginny, troneggiava davanti a un ragazzo alto e muscoloso davanti a lei che, seppur molto più alto, sembrava piccolo piccolo davanti alla ragazza che lo fronteggiava.

Non riusciva ancora a vederli in faccia, ma sapeva che avrebbe rivisto la copia del suo migliore amico e ciò, la fece tremare come una foglia scossa da una tremenda burrasca in pieno inverno. Per un folle istante fu tentata dal chiamarlo a gran voce per attirare la sua attenzione e salutarlo solo, che invece che chiamare James, avrebbe chiamato Harry e con un profondo moto di tristezza, fu costretta a ricordarsi che nessun Harry moro, dagli occhi verdi e con una cicatrice a forma di saetta sulla fronte si sarebbe voltato. Quello era James Potter, suo padre. Se lo sarebbe dovuto ricordare e avrebbe dovuto smetterla il prima possibile di illudersi che i suoi amici fossero lì, con lei però...

"Potter, sei un decerebrato!"  Strillò la ragazza, ammonendolo con un dito accusatore. James si passò una mano tra i capelli scuri, arruffandoli più del dovuto e Hermione si sentì svenire. Quello non era James... Quello era Harry. Forse stava sognando, forse da un momento all'altro si sarebbe svegliata e avrebbe visto Harry, Ron, Ginny e tutti gli altri Weasley sorriderle e dirle che a breve sarebbero partiti per recarsi alla stazione. Ma non in quella del 1976, bensì in quella del 1996.Sì, doveva essere per forza così. Pur quanto si sforzasse di ricordarsi che si trovava vent'anni nel passato, le era difficile se in James rivedeva in tutto e per tutto Harry. Anche lui aveva l'abitudine di passarsi spesso la mano tra i capelli.

"Dai Evans, non è successo niente di grave." Rispose James innocentemente. Hermione trovò buffo il loro chiamarsi per cognome...Le sembrava assurdo che quei due si fossero sposati.
"Niente di grave, niente di grave? Hai fatto apparire a un ragazzino di tredici anni un grugno di maiale!" Ululò Lily, quasi isterica.

Hermione strabuzzò gli occhi per l'incredulità. Cielo, ma seriamente? Per Godric, Harry caratterialmente doveva per forza aver preso dalla madre a quel punto. Fisicamente era sicuramente la copia spiccicata di James, a parte gli occhi che erano quelli di Lily, ma caratterialmente... Erano proprio diversi, fortunatamente.
"L'ho già risistemato, ed è quasi più carino di prima!" Si difese James, gesticolando con le mani. Hermione si avvicinò ancora un po', con il cuore che le batteva forte per l'emozione.

"Cielo Potter, quel ragazzino è terrorizzato! La trasfigurazione sugli studenti è proibita e dovresti saperlo." Sibilò la ragazza, incrociando le braccia al petto arrabbiata.
"È un piccolo serpeverde insolente, almeno ha imparato la lezione." Si difese ancora una volta James.
"Silente non può averti seriamente scelto per diventare prefetto!" Gemette Lily quasi sull'orlo della disperazione. Suo malgrado ad Hermione venne da ridere, quei due dovevano essere davvero uno spasso, nonostante le tremende litigate quasi quotidiane.
"Dai Evans, passare le ore in mia compagnia ti allontana dalla noia del tuo forsennato studio." Le rispose con un sorriso sfacciato. Da quell'angolazione la riccia riusciva ad intravedere solo il viso in scorcio, ma un paio di occhiali facevano capolino, proprio come quelli di Harry.

Al tempo stesso però la sua attenzione fu catturata da Lily. Pure lei era una studiosa? Forse non erano poi così diverse, magari sarebbero andate d'accordo. Prima però il cappello parlante l'avrebbe dovuta smistare in Grifondoro, si trovò costretta a ricordare, suo malgrado.
"Meglio studiare per un mese di fila ininterrottamente, piuttosto che stare in tua compagnia." Sbottò Lily inacidita.
"Sono disposto a chiedere scusa al ragazzino." Disse a un tratto James, in tono solenne.

Hermione non poteva vedere Lily in faccia, ma era quasi certa che avesse inarcato un sopracciglio per lo scetticismo.
"Sii serio Potter, non ci credi nemmeno tu." Rispose con fermezza.

"E invece si, ma a una condizione..." Sorrise il giovane Grifondoro. Lily, ancora voltata di spalle, restò in silenzio per qualche secondo e infine sbraitò, con quanto fiato aveva in gola
"NON USCIRÒ CON TE, POTTER!"

Il ragazzo fece una piccola smorfia scontenta.
"Dammi una possibilità, Evans." Le chiese. Hermione sentì il cuore stringersi di fronte a quella scena. James si atteggiava da super uomo, ma ogni rifiuto da parte di Lily doveva fargli un gran male, anche se era molto bravo a nasconderlo.
"Scordatelo Potter! Sei solo un pallone gonfiato, un presuntuoso e un arrogante. Ti diverti a bullizzare le persone per farti idolatrare da stupide ochette. Ma con me non funziona." Strillò la rossina, più arrabbiata che mai.

Intorno a loro iniziavano a sollevarsi un coro di risatine. Una piccola folla di persone stava ancora assistendo alla lite con aria curiosa e interessata, quasi come se stessero guardando la proiezione di un film al cinema.
"Sempre gentile, Evans." Borbottò James a bassa voce. Questa volta Hermione fu certa di aver riconosciuto la sfumatura triste nel tono di voce del ragazzo. Le parole di Lily lo ferivano seriamente e in quel momento si sentì dispiaciuta per lui... Forse, sapendo che era il futuro padre del suo migliore amico, in qualche modo si sentiva già legata a lui. Nessuno avrebbe mai preso il posto di Harry e dei suoi amici, ma forse loro avrebbero potuto compensare la voragine che aveva nel petto, diventando i suoi amici del passato.
"È la verità, Potter. E voi, tornate nei vostri scompartimenti. Non c'è niente da vedere." Rispose freddamente Lily, lanciando un'occhiata truce a dei ragazzini Serpeverde che stavano ancora ridacchiando.

Pian piano la folla scemò via e nel corridoio restarono Lily, James ed Hermione. Nessuno dei due si era ancora accorto della sua presenza, troppo impegnati ad osservarsi in silenzio. Hermione sentiva il cuore batterle a mille, poteva andarsene senza farsi notare o restare, con la possibilità di vederli in faccia una volta per tutte.

"Buon viaggio Potter, io torno nel mio scompartimento." Disse Lily, interrompendo il contatto visivo.
"Dammi una possibilità, Evans." Mormorò nuovamente James. Hermione si sentì inadeguata, doveva andarsene di lì. Tanto quella sera li avrebbe visti, non erano due fenomeni da baraccone e farsi scoprire ad origliare non era sua intenzione. James stava mettendo a dura prova il suo orgoglio e lei, stava invadendo un momento troppo delicato ed intimo.

Si rigirò lentamente e con la speranza di non essere vista, tornò piano piano indietro
"No Potter, te l'ho già detto milioni di volte." Rispose Lily freddamente.
"E io continuerò a chiedertelo altrettante volte Evans, finché non accetterai." Le rispose il ragazzo, tirando fuori tutta la sua fierezza grifondoro.

Hermione molto maldestramente andò ad inciampare nei suoi stessi piedi, perdendo l'equilibrio e cadendo a terra come un sacco di patate. Immediatamente si sentì andare a fuoco per la vergogna bruciante. Lily e James si sarebbero sicuramente accorti di lei a quel punto. Infatti, subito dopo, una voce femminile esclamò
"Ei, tutto bene?" Chiese, avvicinandosi leggermente a lei.

Come biasimarla, alla fine vedere una persona sdraiata in mezzo al corridoio di un treno, da un momento all'altro, non è da tutti i giorni. Hermione però non rispose. Sentiva la testa girarle e un senso di nausea attanagliarle lo stomaco. Sia James che Lily si erano avvicinati e la riccia, ancora a terra, non riusciva ad alzare lo sguardo su di loro. Una vocina nella sua testa le ripeteva di mostrare il suo coraggio e farsi avanti, ma il suo cervello le dava ordini ben diversi.

"Ti sei fatta male?" Le chiese ancora Lily, utilizzando un tono di voce dolce che non aveva niente a che fare con quello riservato prima a James. La riccia cercò di parlare, ma il risultato non fu sicuramente dei migliori. Doveva alzarsi da lì, ma una forza maggiore la teneva incollata al pavimento e la vergogna tornò ad assalirla. Non era partita per niente bene.

"Non starle con il fiato sul collo Evans, la spaventi." La prese in giro James.
"Santo Godric Potter! Non è il momento di fare ironia, questa ragazza sta male." L'apostrofò Lily agitata. Era nella sua natura mantenere il controllo della situazione, ma quella ragazza a lei sconosciuta le trasmetteva un sentimento a lei sconosciuto, provando l'impellente desiderio di aiutarla.

"Noiosa. Magari riesco a farla ridere." Commentò James con un sorriso a trentadue denti. Lily lo fulminò con lo sguardo e tornò a rivolgersi a Hermione.

Si accovacciò accanto a lei e molto delicatamente le sfiorò la spalla, facendola sussultare. La riccia si sentì sciocca, cosa si aspettava? Per caso credeva che il tocco di Lily l'avrebbe attraversata da parte a parte come se fosse stata un fantasma? Lei era lì, viva e in perfetta saluta e il suo compito era salvarle la vita, non stare stravaccata a terra.

"Ei, io sono Lily, il prefetto di Grifondoro. E lui è James, l'altro prefetto. Vogliamo aiutarti." Le disse cordialmente. Sotto il suo tocco sentiva la ragazza tremare come una foglia. Le sembrava spaventata, e ciò le strinse il cuore. Nemmeno la conosceva, ma sentiva che quella ragazza aveva qualcosa di diverso, doveva solamente capire se in positivo o negativo.

Hermione prese un respiro tremulo e molto lentamente, si voltò...

- Capitolo finitooo! Grazie davvero a tutti, vedo con piacere che la storia, seppur all'inizio, sta crescendo e non sapete quanto io ne sia felice. Quindi un bacione enorme a tutti e a presto!!! ❤❤❤😙😙😙 -

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