L'amore è una cosa bella.
"Perchè?! Dimmi solo il perchè! Ho bisogno di sapere il motivo anche se mi ucciderà ancor di più di come lo sto provando in questo momento. Voglio che me lo dici!" dissi urlandogli contro, abbandonandomi sul pavimento mentre le lacrime avevano già invaso il mio viso.
"Non lo so il perchè l'ho fatto. Ti chiedo scusa, perdono e pietà. Ma io ti amo!"disse avvicinandosi a me ma, lo respinsi. Mi aveva tradito con un altro, dopo tutto quello che c'era stato tra noi. Cazzo, quattro fottuti anni. "Vattene via! Non voglio più sentirti e né vederti!" mi fissò negli occhi per qualche secondo, poi si avvicinò al tavolo, prese le chiavi della sua auto e, prima di andarsene uscendo da quella maledettissima porta, disse: "Okay".
Al rimbombo della porta che sbattè, i singhiozzi fecero compagnia alle lacrime che aumentavano velocemente. Come aveva potuto farmi una cosa del genere. Stavamo insieme da quando avevamo sedici anni. Un po' del suo amore bastava a riempirmi la vita. Ora che non c'era più, il mio viso si riempiva di lacrime. Solo l'anno scorso abbiamo deciso di uscire allo scoperto fregandocene della gente stupida che ci disprezzava solo perchè eravamo due maschi. Ce n'eravamo fregati anche dei nostri genitori che non avevano accettato la cosa, e avevamo deciso di prendere un appartamento scappando di casa; e così facemmo. Per non restare al verde cercammo un lavoro. Io avevo trovato lavoro in una pizzeria mentre William come commesso in un centro commerciale. Purtroppo io lavoravo di sera mentre lui aveva il turno di mattina e così non avevamo molto tempo per parlare o semplicemente per scambiarci qualche coccola. Però più il tempo passava e più la passione per noi cresceva. A volte litigavamo per cose stupide altre serie ma, bastava solo che ci guardassimo negli occhi e cominciavamo a ridere.
Le ore passavano e io ero ancora lì a terra con l'unica differenza: non piangevo più. Avevo finito le lacrime. Me ne stavo lì a fissare un punto morto della stanza. Sentì il telefono squillare dalla mia stanza molte volte, ma non andai a vedere chi fosse. Non volevo parlare con nessuno. Ripensai al nostro primo appuntamento, la nostra prima volta ed infine quel meraviglioso giorno del mio diciannovesimo compleanno. Avevo come una voragine, un buco nero, una bufera dentro il mio stomaco. E come se non bastasse avevo anche un senso di nausea che mi percorreva tutto. Avevo bisogno di sfogarmi e l'unico modo che conoscevo si trovava in bagno. Mi alzai goffamente da terra e, barcollando un po' comincia ad attraversare il corridoio. Aprii lo sportello del mobile e presi la lametta. Aprii il rubinetto, sentire il rumore dell'acqua mi distraeva un po'. Mi alzai le maniche e lentamente appoggiai la base della lametta sul polso e con gesto dritto, tagliai. Ne feci molti altri, uno tirava l'altro. Il sangue ormai usciva a dirotto dalle mie braccia. Vedendo tutto quel liquido mi scese una -e forse ultima- lacrima. Provai a farne un altro ma all'improvviso mi mancò il respiro, vidi tutto girare e caddi a terra perdendo i sensi. Quando mi svegliai mi ritrovai in ospedale. Avevo una flebo attaccato al braccio e delle fascette a coprire i tagli. Notai subito una persona a me famigliare seduto sulla sedia accanto a me. Mi stropicciai gli occhi e vidi che c'era lui, William. Vedendolo lì mi fece un effetto strano. Non sapevo se essere felice o arrabbiato del fatto che fosse lì. Cercai di alzarmi ma, appena lo feci Will mi abbracciò.
" Alex! Alex! " disse mettendosi a piangere e stringermi sempre più forte.
"Che ci fai qui?" era l'unica cosa che volevo sapere.
"Perchè ero preoccupato per te. Non è ovvio?! Sei stato in ospedale per quattro giorni." cavolo quattro giorni. "Amore so di essere stato uno stronzo per quello che ti ho fatto e non merito il tuo perdono, ma ti giuro che mi manchi. Vedendoti in quelle condizioni mi ha fatto un male inimmaginabile ed è per colpa mia. So già che non torneremo come prima e ti posso assicurare che non ti rifarei mai più una cosa del genere. Non voglio perderti per sempre, sei l'unica persona importante della mia vita. Preferisco morire che non averti più al mio fianco. Mi sento una merda al solo pensiero di quello che ti ho fatto. Vorrei che mi perdonassi ma so già che non lo farai e hai tutte le ragioni. " aggiunse. Le lacrime tornarono su ma cercai di non lasciarle uscire.
"Vuoi che ti perdoni?! Dimostramelo. Fai qualcosa che mi provi il tuo amore. " forse avevo un po' esagerato ma in quel momento mi sembrava la cosa più giusta.
"Vuoi che ti provi quando ti amo? ecco..." disse inginocchiandosi e aprire una scatoletta nera che aveva tirato fuori dalla tasca.
"Alex, amore, vuoi sposarmi?" a quelle parole le lacrime scesero da sole. Con voce strozzata dalla gioia gli dissi: "Si". Si alzò in piedi di scatto e mi baciò. Un bacio pieno di passione. Anche se mi aveva tradito io lo amavo ancora, anche se era uno stupido. Il mio stupido, solo il mio.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro