Capitolo 9
Con un dolore alla fronte mi svegliai di soprassalto. Mi trovavo sul divano, con solo dei boxer e con la testa poggiata sul petto di Nikolas, ancora dormiente. Mi grattai la testa nel punto dove mi faceva male e mi si intrecciò nelle dita la sua collana: ecco cos'era stato a farmi male. Mi misi a fissarla, era davvero bella ed il significato la rendeva ancora più preziosa. Una nota di malinconia mi attraversò la mente, chi sa se un giorno potrò diventare così importante per Nikolas come lo era Joshua. Chi sa se riuscirò a renderlo felice come lo rendeva Joshua. E soprattutto, chi sa se riuscirò ad essere alla sua altezza e renderlo felice come Joshua. Un grugnito mi fece trasalire, Nikolas stava sbadigliando sonoramente. Dopo essersi stropicciato gli occhi, il suo sguardo cadde su di me e la collana, sulla mia mano. Di scatto la lasciai andare, e diventai nervoso come se mi avesse colto con le mani nel sacco. Si alzò mettendosi a cavalcioni e avvicinò il suo viso al mio. Premette la sua fronte sulla mia e in quel momento i nostri occhi erano persi l'uno nell'altro. Si morse il labbro, quasi cercando di trattenersi dal baciarmi. " Mirko... " il mio nome uscì dalla sua bocca con un tono amaro. "... per caso ti da fastidio che, insomma io porti questa collana? " mi chiese, gli occhi ora erano pieni di angoscia come se stesse ricordando momenti brutti, e anche un cieco avrebbe capito di cosa si trattava. " cosa? No, certo che no. La stavo solo guardando " cercai di essere più convincente possibile. Beh ovvio che un po mi desse fastidio ma potevo capire cosa si provava a perdere qualcuno ed essere legato a qualcosa che ce lo ricorda. Un sorriso pieno di amarezza gli si formò sulle labbra, dopodiché mi baciò, un bacio casto e lungo. Da quella volta non tornammo più sull'argomento, avevo capito che quando si parlava di Joshua lui si sentiva a pezzi. E non potei fare a meno di arrivare ad una conclusione terribile. Fin quando non supererà questo accaduto, non potrà mai andare avanti e ricominciare di nuovo. E questo, lui, ancora non se n'era reso conto. Ma allo stesso tempo non potevo farci nulla, non era una cosa che gli dovevo dire io ma bensì doveva arrivarci lui. Passarono i giorni e arrivammo all'ultimo mese delle vancanze estive. Il nostro rapporto non aveva avuto altri svolgimenti se non le solite passeggiate sul lungo mare. Ci stavamo allontanando ma stavolta il dolore che provavo era diverso, mentre quello con Maxxie era successo tutto in un botto. E parlando di quest'ultimo, non l'avevo più visto in giro. Chiesi per pura curiosità a Lukas ma mi disse che non era più in città, era partito per un po a Roma da sua madre. I suoi genitori erano separati così lui viveva qui a Monza con suo padre mentre nelle feste, quando poteva, andava a trovarla. Ne approfittò per chiedermi come stavo da quando ci eravamo lasciati ed altre sue domande. La cosa che mi fece più piacere sentire era stato " quando mi ha detto cosa ti aveva fatto, gli ho sferrato un gancio in pieno viso " e mi ero messo a ridere; e credo che il suo scopo era proprio questo.
Una sera calda e afosa, mentre navigavo per la rete, ricevetti un messaggio da parte di Nikolas dove mi scriveva che doveva parlarmi. Già sapevo di cosa si trattava, voleva prendersi una pausa, che da piccola sarebbe diventata grande per poi finire tutto nella pattumiera. Ma d'altronde ci stavamo solo frequentando, c'era quell'attrazione ma non più di quella o niente di concreto. Gli risposi di sì per poi dirmi che ci saremmo incontrati all'entrata del parco. Una cosa un po bizzara, poiché il parco d'estate fosse sempre deserto e leggermente tetro. Balzai dal letto, chiusi il computer, presi il cellulare e mi infilai le scarpe. Subito dopo uscii fuori cominciando a ripetermi di non piangere quando avrebbe pronunciato quelle parole. Dopo una decina di minuti credo, vidi qualcuno all'entrata ma ero ancora lontanto per sapere se fosse lui. Pian piano che mi avvicinavo il morale diminuiva: ora che avevo confermato le mie supposizioni, la sagoma che si muoveva era prorpio lui. Quando mi vide arrivare corse ad abbracciarmi, sarà l'abbraccio di compassione, pensai. Entrammo dentro e seguimmo il percorso fatto dalle mattonelle color senape con alcuni ciuffi d'erba tutt'intorno. " Allora, scusa se ti ho fatto venire qui ma almeno potrò parlare senza abbassare la voce o voltarmi per vedere se ci fosse qualcuno " iniziò. Io annuì, le parole cominciavano già a mancarmi ed eravamo solo all'inizio. " non so da dove cominciare e non sono bravo con le parole quindi dirò tutto un po incasinato... " wow tutte queste parole per dirmi solo scusa ma non mi va di iniziare qualcosa di serio con te o più diretto non voglio stare con te. Mi guardò ma quando capì che non avrebbe ricevuto risposta continuò
" lo prendo per un si. Bene. In questi giorni ci siamo un po allontanati, non so se, forse, te ne sarai reso conto ma è così. E la colpa è mia, ho capito che sono bloccato. Non so come spiegarmi, ma con la storia di Joshua pensavo che fosse tutto finito ma invece... e quindi ci ho riflettuto e riflettuto su questo e devo trovare il modo di dimenticarlo, di lasciarmelo alle spalle. Ecco perché ho bisogno di qualcuno al mio fianco, ma non di una persona qualunque ma di una che riesca a trovare il meglio di me in ogni cosa che faccio. Una che non mi tradirebbe mai e mi supporterebbe sempre: e io quella persona, forse, l'ho trovata... " il cuore cominciò a battere all'impazzata, le mie gambe tremavano. Si inginocchiò davanti a me con il bagliore della luna che gli illuminò il viso. Strappò via la collana dal suo collo e ne estrasse i due anelli conficcati tra loro. Ne prende uno e lo avvicinò alla mia mano " Mirko, vuoi essere il mio ragazzo? " a quelle parole tutte le cose brutte che avevo pensato, mi scivolarono dalla mente. Non riuscivo a crederci che fosse davvero successo. Con le lacrime agli occhi mossi il capo in segno di sì e di conseguenza mi infilò l'anello al dito, quello stesso anello che era destinato a Joshua. Per altri poteva sembrare una cosa brutta ma per me no, sapevo che per Nikolas lui significasse molto e lavermi dato ciò, voleva dire solo una cosa: che ero riuscito ad entrare nel suo cuore. Si alzò da terra e mi cinse in un abbraccio mentre la luna piena ci faceva da sfondo per quella magica notte.
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