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Capitolo 7

La mattina seguente mi svegliai con un messaggio di Nikolas dove mi chiedeva se volevo andare al mare con lui. Ormai ero sveglio e non avevo niente da fare se non quello di piangermi addosso, quindi gli risposi di si. "Okay ti passo a prendere fra qualche minuto." mandò lui, ancora. Corsi in bagno a sciacquarmi la faccia e poi a mettermi il costume. Nikolas arrivò dopo dieci minuti e, quando uscii dalla porta di casa rimasi spaesato. L'unica cosa che riuscii a dire era "Maxxie" mentre mi avvicinavo. "Maxxie? Chi è?" disse Nikolas riportandomi alla realtà. Cavolo, vedere Nikolas su una moto ad aspettarmi mi aveva fatto ricordare Maxxie. "No scusa, niente." dissi frettoloso. "Non pensavo che avessi una moto." aggiunsi. "Infatti non è mia ma di mio fratello maggiore. Oggi me la sono fatta prestare." rispose. Prima che salissi mi diede un bacio sulla guancia e solo in quel momento mi ricordai di quel bacio sulla spiaggia. Gli circondai i fianchi con le braccia e a quella sensazione, ancora una volta mi venne in mente Maxxie. I fianchi di  Nikolas  erano più snelli  rispetto a quelli suoi. Quando arrivammo in spiaggia, lui si tolse la maglietta per prima e il suo fisico era meno tonico di quello di Maxxie. "Cazzo devo smetterla di fare questi stupidi paragoni, non fanno altro che mettermi angoscia" mi ripetei nella mente. Notai che aveva una collana al collo, erano due anelli conficcati tra loro. Mi venne la curiosità di chiedergli che significato avessero ma preferii non dirgli niente per ora. Mi tolsi anch'io la maglietta e ad un tratto Nikolas mi sollevò da terra e mi buttò in acqua. Mentre risalivo in superficie, sentivo lui ridere e guardarmi dalla spiaggia. Feci finta di non saper nuotare muovendomi come un pazzo e lui si fiondò da me prendendomi in braccio. Eravamo lì, in acqua, io sopra di lui con i nostri visi a pochissima distanza. I miei occhi ormai vagavano alla deriva nei suoi, la voglia di premergli le mie labbra sulle sue e sentire il suo piercing graffiarmi, era troppa per resistere. Sfiorai il suo naso con il mio, la mia fronte con la sua, volevo assaggiare di nuovo quelle labbra. Mi avvicinai lentamente alle sue labbra e gli lasciai un bacio che di casto non aveva proprio nulla, ma lui si staccò subito. Perchè l'aveva fatto? Abbassai la testa, mi liberai dalla sua presa e nuotai fino alla riva. Andai a distendermi sulla tovaglia e lui fece lo stesso avvicinandosi a me. Il mio sguardo era rivolto verso il cielo mentre lui era su un fianco e mi fissava. "Scusami per prima." disse lui. Io non  risposi ma mi limitai a fargli un sorrisetto forzato. Alzò la mano e cominciò a sfiorarmi il braccio con le dita. Pian piano, dal braccio scivolarono sul petto; era come se cercava di dirmi qualcosa. Fissavo il suo dito che in un attimo si ritrovò sul mio mento, girandomelo verso di lui. Con gesto improvviso mi ritrovai le sue labbra sulle mie ed un attimo dopo le nostre lingue erano diventate un tutt'uno. Mi prese e mi mise su di lui mentre una sua mano era sprofondata nei miei capelli e l'altra era intrecciata con una delle mie. Il mio corpo premeva sul suo e le proporzioni coincidevano perfettamente come due pezzi di un puzzle. All'improvviso sentii un dolore al petto e mi staccai veloce da lui. "Hei che ti succede?" chiese lui. Sul mio petto c'era un piccolo graffio da cui usciva un po di sangue. "Scusa deve essere stata la collana." aggiunse, avvicinandosi al taglio con la sua bocca per poi leccarlo con la lingua. A quel contatto mi fece sussultare. Si mise a ridere per la mia reazione che avevo fatto. Io offeso, mi distaccai da lui e ritornai sulla mia tovaglia. "Dai stavo scherzando." si affrettò a dire. " E' molto bella."dissi indicando la collana. "Si lo è. " Rispose guardandola  facendo un sorriso amaro. "Deve avere un significato molto importante." la sua faccia si rabbuiò all'improvviso. "Si." io annui semplicemente. "Vuoi saperlo?" non sapevo che cosa rispondergli. Non erano affari miei. "Se me ne vuoi parlare io ti ascolterò, ma se non vuoi non fa niente. " Alzò il suo sguardo verso il celo e poi comincio a giocare con le dita. " Un anno fa è morto il mio migliore amico. Si chiamava Joshua e..." si fermò, prese un respiro e ricominciò: "Lo amavo. Avevo una cotta per lui e volevo confessargli quello che sentivo dandogli quest anello ma, il giorno in cui dovevo farlo venne investito da un camion che correva ad alta velocità. I medici dissero che non c'era più niente da fare." gli cadde una lacrima sul viso e gliela asciugai con il dito.  Lo abbracciai forte e lui fece lo stesso. Un abbraccio che avrei voluto che non finisse mai.  Dopo ciò, ci rimettemmo le magliette e ce ne andammo. Stavolta però, quando mi lasciò a casa, mi diede un bacio sulle labbra senza pensarci due volte. 

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