Capitolo quattro
(Rachel)
"I don't care about my make-up, I like it better with my jeans all ripped up..." aprii lentamente gli occhi e spensi faticosamente la sveglia. Non avevo proprio voglia di alzarmi vista l'ora in cui ero rientrata. Con tanta buona volontà mi alzai dal letto e mi preparai per andare a correre. Vidi che stavano ancora tutti dormendo quindi molto silenziosamente m'infilai le scarpe da corsa, uscii di casa infilandomi le cuffiette e accessi la musica: "I've gotta keep the calm before the storm. I don't want less, I don't want more. Must bar the windows and the doors. To keep me safe, to keep me warm..."
Di ritorno vidi Will trafficare con la sua Kawasaki mi disse che Jenn era già andata, ma non lo guardai neppure. Ero frustrata a causa della stanchezza perché avevo fatto un tempo pessimo rispetto al mio solito. Andai affamata in cucina e mi preparai uno yogurt greco con cubetti di mela e miele per poi andare a farmi la doccia e ributtarmi a letto. Il mio telefono iniziò a vibrare e arrivarono diversi messaggi dalla mia migliore amica. Mi chiedeva di Ryan e cosa ne pensavo di lui. Risposi frettolosamente che non avevo un grande interesse nei suoi confronti e le ricordai che non stavo cercando qualcuno con cui impegnarmi per creare una relazione seria ora che c'erano le selezioni per gli europei. Preferivo starmene per conto mio senza farmi influenzare dall'amore. L'essere innamorata mi distraeva troppo e il mio umore dipendeva troppo da come si sarebbe comportata la persona di cui ero innamorata.
*
Il weekend era terminato in modo tranquillo. Non avevo fatto nulla di speciale: allenarmi, studiare e guardare qualche film con Will.
Le lezioni erano terminate e oggi ci sarebbe stato un allenamento un po' speciale perché vista l'imminente partita della maschile l'allenatore ci aveva chiesto di giocare contro di loro dopo la nostra sessione. Arrivai lì poco prima del riscaldamento. Mi cambiai velocemente e andai fuori. Una volta che la squadra era al completo andammo a correre. Ci fece fare un allenamento molto tecnico per non stancarci troppo prima della partita contro la maschile. Era quasi ora, li vedevo cominciare a fare riscaldamento. Noi intanto eravamo divise per ruolo e facevamo degli esercizi specifici. Io da attaccante stavo facendo dei tiri in porta. Sentii il fischio dell'allenatore e potemmo andare a bere.
"Ciao" mi disse Flurin esitando.
"Ciao" gli risposi.
"Pronta per la partitella?" chiese.
"Sì" risposi in fretta per continuare a bere dalla borraccia.
"Avete cinque minuti per organizzare le squadre. Giochiamo quattro tempi da quindici" urlò l'allenatore.
"Meglio andare dalle nostre squadre e fai attenzione a non farmi segnare" dissi scherzosamente.
"Ehm... sì, stai tranquilla non ti farò passare nemmeno una pallina" disse con aria poco convinta. Mi faceva quasi tenerezza non sapevo di cosa si preoccupasse tanto. Secondo me era un bravo giocatore, ma a quei livelli era davvero difficile spiccare. Però era decisamente uno dei più belli, questo non glielo poteva togliere nessuno.
Mi avviai verso le altre ragazze, ci mettemmo in cerchio con le teste tutte vicine e la nostra capitana iniziò a parlare: "Allora, visto che siamo qui per preparare i ragazzi alla partita, direi che il primo tempo lo giochiamo offensivo per metterli subito un po' sottopressione e vediamo come si comportano. Poi possiamo sempre cambiare schema nei prossimi tempi. Ora andiamo e facciamogli vedere cosa sappiamo fare" concluse per incitarci.
"Fiiiuuu" con il fischio da parte dell'allenatore era iniziata l'amichevole. Come aveva detto Flavia, la nostra capitana, partii a fare pressione sui difensori tra cui anche Milo. La partita non sembrava tanto difficile per il momento, la maschile era un po' fuori allenamento. Non stavano giocando molto coordinatamente come doveva fare una squadra. Fortuna loro era che fisicamente erano più forti e riuscivano a seminarci più in fretta una volta scartate. Avevamo una buona difesa che non lasciava passare niente. Noi eravamo comunque abituate che a ogni pallina persa saremmo tutte tornate indietro a difendere. Alla fine del primo tempo stavamo ancora a zero a zero.
"Direi che continuiamo a far loro pressione se non siete troppo stanche" disse Flavia.
"Fiiiuuu" era partito il secondo tempo. Malgrado la nostra pressione in attacco e la nostra buona difesa, Elias iniziò a segnare qualche volta. Non c'era nulla da dire, era proprio bravo a tirare. Sia di dritto che di rovescio. Probabilmente era l'asso nella manica della squadra. Non ci demmo per vinte. Partì un'ottima azione dal nostro fronte. Partite sul nostro rovescio con un veloce cambio campo per ripartire velocemente sul dritto. Passaggio sul lungo linea di drive, corsi all'esterno per ricevere. Passaggio a triangolo per scartare il povero Milo e goal. Avevo segnato. Ora la partita stava solo 3-1 per loro. Provammo differenti schemi per andare a segnare e i goal continuarono a salire. 3-2, 3-3, 4-3 per loro.
Una volta finito anche il secondo tempo ci godemmo la nostra pausa di dieci minuti. Andai a bere ed ecco che arrivò Milo con gli altri suoi due amici.
"Che golasso" mi disse sorridendo.
"Già molto buono, una buona angolazione" disse Elias, l'esperto.
Flurin rimase a guardarmi con grande ammirazione senza dire una parola.
Via con il terzo tempo. Notai in particolare Flurin che si stava dando molto da fare da centrale, la partita stava diventando più difficile con la sua presenza dominante. Riuscivamo a fatica a passare: spesso scartava Nina e Pamela. Anche lui fece qualche goal, ora la partita stava 5-3. Poi riuscimmo a prendere piede in area, cioè a far toccare il piede di un avversario con la palla facendogli così commettere un fallo, alla fine del tempo. In questo modo guadagnammo un corto, cioè un vantaggio di tiro. Nina batté dal fondo e io tirai. Decisi di provare il drag flick che avevo tanto allenato. Goal di nuovo.
Ultimo tempo eravamo un po' stravolte così Flavia decise di farci giocare in modo difensivo e aspettarli dietro alla metà campo. Riuscimmo a tenergli testa per il resto della partita ed essa finì 5-4 per i ragazzi.
L'allenatore radunò la maschile per dirgli ancora due parole e si congratulò con i giocatori che si distinsero di più tra cui Elias, che orami era abituato, e Flurin che sorrideva fiero.
Decisi dunque di andare da lui a dirgli che aveva giocato molto bene, forse sarei riuscita a renderlo meno rigido. Ci tenevo particolarmente a diventargli più amica. Milo mi parlava sempre molto bene di lui quindi mi avvicinai per congratularmi.
"Ehi Flurin, hai giocato davvero molto bene stasera" gli dissi.
"Grazie, pure tu non eri niente male. Non sapevo che sapessi fare il drag flick" mi rispose sorpreso.
"In effetti l'ho allenato molto durante l'estate, ma devo ancora perfezionarlo" dissi imbarazzata.
"Se vuoi... ti posso aiutare, io so farlo bene diciamo. Oppure possiamo solo allenarci un po' così andando a correre insieme o..." si sentiva dalla voce che era un po' esitante.
"Mi sembra una buona idea allenarci insieme, perché no. Accetto più che volentieri la tua proposta. Fammi sapere quando sei libero" gli feci un grande sorriso e me ne andai.
(Flurin)
Mi avviai verso le docce dello spogliatoio. Era stata una bella partita. Avevo cercato di dare il massimo per impressionare Rachel. Speravo di esserci riuscito. Ero anche riuscito a chiederle di allenarci insieme. Ero davvero impressionato dalla sua dedizione per l'hockey. Si impegnava sempre molto. Mi feci una doccia fresca, era una splendida sensazione.
Una volta pronto uscii dallo spogliatoio e andai verso il parcheggio delle bici. Probabilmente lei era ancora allo spogliatoio perché vidi la sua bicicletta ancora legata. Mi sembrava un po' un'esagerazione aspettarla e quindi decisi di andare senza fare il solito tratto con lei.
Arrivai a casa, vivevo in un appartamento con mia madre, ero figlio unico e i miei genitori erano divorziati. Vedevo mio padre ogni due settimane perché comunque non abitava molto lontano. Salutai mia madre e mi avviai in camera. Presi l'agenda di scuola e cominciai a riflettere su quale giorno avrei avuto tempo per vedere Rachel. Mercoledì della settimana prossima mi sembrava una buona scelta altrimenti le avrei chiesto per sabato. Richiusi l'agenda e la misi sulla scrivania. Sentii mia madre chiamarmi dalla cucina, mi aveva preparato la cena prima di andare al lavoro, era infermiera e questa settimana era di picchetto la notte. Mi diede un bacio sulla guancia dal quale io provai a ritrarmi invano. Presi una forchetta e il mio piatto e mi spostai sul divano, accesi la televisione e iniziai a guardare qualcosa mentre mangiavo.
Finito di mangiare spensi il televisore e riposi il piatto in lavastoviglie. Andai in camera e vidi che avevo un messaggio, era Milo.
"Ho sentito che hai chiesto a Rachel di uscire... è uno pseudo appuntamento il vostro? ;-) metterò una buona parola per te".
"Sì, certo, appuntamento... l'aiuto solo con il drag" risposi.
"È sempre un inizio. Ci vediamo domani, notte bro" scrisse ancora.
"Notte man, e non mettermi in imbarazzo se parlate ancora di me" e così si chiuse la nostra conversazione.
Mi preparai per dormire e ripensai a un vecchio consiglio di mia madre che mi aveva detto in una situazione un po' imbarazzante. Quello che mi disse fu Se vuoi conquistare una ragazza devi farti vedere sicuro di te stesso e poi ti verranno tutte dietro ricordo anche che poi scoppiai a ridere. Tutto sommato non era un cattivo consiglio. Probabilmente sarebbe stata ora di metterlo in pratica visto che con la mia ex ragazza non l'avevo fatto e potrebbe essere stato il motivo per cui mi piantò dopo qualche mese. Non avevo grandi rimpianti di quella relazione. Ora la mia testa pensava solo a Rachel e con lei in mente mi addormentai.
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