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Capitolo quattordici

(Rachel)

Erano finite le vacanze autunnali ed era quindi tempo di riprendere con le lezioni. Alle prime due ore del mattino avrei avuto la doppia ora di filosofia, una materia che detestavo e quindi avrei potuto sfruttare quel tempo per chiede a Tamara come fosse poi andata alla festa con Christian, visto che non l'ho quasi più vista da quando li ho lasciati andare in giro assieme.

Arrivai in aula e iniziai a sistemare il mio astuccio e la mia mappetta sul banco, entrò Tamara che si sedette accanto a me. Suonò la campanella e in quell'esatto istante entrò Milo di corsa, era in ritardo, si scusò con il professore e si mise a sedere davanti a me. I banchi erano a ferro di cavallo e visto che noi tre eravamo seduti in un angolo era la posizione perfetta per poter chiacchierare sottovoce mentre il docente leggeva le sue dispense.

"Tami, allora com'è andata alla festa con Christian?" chiesi sottovoce.

"Sì, bene" rispose lei noncurante.

"Solo sì bene? Noi vogliamo i dettagli" faceva sempre la riservata quando si trattava delle sue cose.

"Quindi a che punto siete?" provai a insistere.

"Questa settimana usciamo, viene a prendermi a scuola con l'auto e andiamo in città".

"Questa sì che è un'informazione di grande valore! Sono contenta per te, poi raccontaci tutto".

"E la mia privacy?" sembrava un po' scossa, ma se non si confidava con noi con chi l'avrebbe fatto?

La lezione era più noiosa del solito se non avessi parlato con i miei amici mi sarei di certo addormentata, il professore sapeva che nessuno ascoltava mai le sue lezioni tranne i pochi quattro o cinque che cercavano disperatamente di trovare la risposta giusta alle sue domande senza speranza, quindi non provava nemmeno a richiamare l'attenzione, visto che sapeva che era inutile. Non eravamo proprio una classe d'oro, anzi.

"Tu con Ryan invece?" mi chiese Milo, non aspettavo altro che qualcuno me lo chiedesse avevo bisogno di sfogarmi e raccontare tutto.

"Allora... abbiamo ballato assieme, eravamo a un palmo di distanza, era stupendo, poi è così un bravo ballerino, avremmo potuto baciarci, ma nessuno ha osato. Non sapevo se gli andasse e probabilmente ha pensato anche lui lo stesso".

"Respira, calma" mi disse la mia migliore amica.

"Scusate, ma queste cose mi agitano".

"Quindi ti piace?" mi chiese severo il mio migliore amico.

"Non lo so" non lo conoscevo ancora bene, ci eravamo incontrati per caso qualche volta, ma senza mai parlare veramente. Avevamo il numero dell'altro, però non ci scrivevamo mai.

"Ti conviene scoprirlo" aggiunse ancora con tono distaccato e freddo. Non capivo del perché si stesse comportando così, ma decisi di non pensarci ulteriormente, forse era solo una giornata storta o stava diventando come mio fratello, quindi eccessivamente protettivo.

Dopo scuola avevo allenamento, non vedevo l'ora almeno potevo dimenticarmi di tutte quelle strane rispostine che mi avevano dato i miei due amici durante la giornata. Andai sul campo, Pamela e Nina stavano facendo dei passaggi, mi unì a loro e iniziammo a chiacchierare, mentre aspettavamo di dover iniziare con il riscaldamento.

"Rachel, ma con chi eri alla festa quando Flurin è venuto a cercarti? Perché quando è tornato aveva una faccia" mi chiese Pamela.

"Ero con Ryan e Leon due ragazzi del gruppo di vela, sono molto simpatici ci siamo conosciuti per caso a inizio anno" risposi, effettivamente loro non li conoscevano.

"Flurin avrà esagerato come al solito, se la prende facilmente, non era necessario andarsene dalla festa per questa cosa, poi sei tornata non sei mica spartita tutto il tempo" s'intromise Nina.

"Mi dispiace che Flurin se la sia presa, ma stavamo solo ballando e niente di più" effettivamente nel mio cuore sapevo che non stavamo solo ballando e che tra di noi c'era una certa attrazione e intesa.

"Gli passerà in fretta, solo se non vi vedrà più assieme" aggiunse Nina mettendosi a ridere.

"Non può vietarmi di stare con altri amici, questo suo comportamento è sbagliato nei miei confronti" dissi innervosita.

"Hai ragione, ma devi anche capire che ci sta male a vederti con un altro, è un po' geloso" disse Pamela.

"Cosa?!" io e Nina parlammo in coro e ci girammo verso di lei guardandola stupite.

"Dico solo che ci tiene molto a te, o almeno è quello che mi ha detto il mio ragazzo. Purtroppo è è molto insicuro e quindi ci rimane subito male. Prima s'ingelosisce, poi ci rimugina sopra e infine si sente in colpa per come si è comportato" aggiunse dandoci spiegazioni.

"Cavolo, come lo conosci bene" Nina non credeva a cosa aveva appena sentito.

"In realtà mi ha detto tutto Elias, volevo sapere il perché si fosse comportato così e ho pensato che lui lo sapesse infatti mi ha raccontato queste cose".

L'allenatore richiamò la squadra per iniziare il riscaldamento. Subito dopo facemmo una parte fisica di corsa per poi passare a una parte più tecnica dove eravamo divisi per ruolo, poi passammo alla parte tattica di situazioni di gioco e infine la partitella su tre quarti di campo. Alla fine dell'allentamento ero esausta, ma volevo allenare ancora il tiro per il corto, il drag flick. Chiesi all'allenatore se potessi mettermi sull'ultimo quarto di campo o se serviva per l'allenamento della maschile, lui rispose che non davo fastidio per la prima mezz'ora, visto che avrebbero incominciato con una parte fisica pure i ragazzi, e che ammirava la mia dedizione. Così presi una decina di palline e a raffica una in fila all'altra iniziai a tirarle.

(Flurin)

"Ora che avete visto gli esercizi mettetevi a coppie, una coppia per postazione visto che sono nove, saranno sempre quarantacinque secondi di lavoro e quindici di pausa, il circuito lo facciamo tre volte. Pronti?" iniziammo così l'allenamento fisico. Durante questa parte potevo guardare Rachel mentre si allenava, stava migliorando sempre di più, secondo me avrebbe potuto iniziare a provarlo qualche volta anche in partita, anche perché spesso lo allenava senza portiere e senza difensori. Più guardavo Rachel più mi veniva in mente la festa. Mi sentivo uno stupido, mi ero comportato come un bambino, ma quando una cosa non mi va giù mi comporto in modo irrazionale, è uno dei miei grandi difetti, come se non ne avessi già abbastanza.

"Ehi Flurin, dobbiamo cambiare esercizio" Milo mi risvegliò dai miei pensieri.

"Sì, scusa mi sono distratto".

"L'ho notato e so anche cosa ti distrae".

Passammo al prossimo esercizio e senza controllo i miei occhi si riposarono sulla ragazza che tanto mi piaceva e la mia testa ricominciò a pensare da sola.

"Dieci minuti di pausa, potete andare a bere, preparo il campo per la prossima parte" disse l'allenatore e così la squadra si avviò alle panchine per andare a prendere le borracce. Anche Rachel andò alle panchine, avevamo finito la parte fisica e quindi doveva liberare il campo e comunque mezz'ora a provare il drag flick senza interruzioni era più che sufficiente.

La maschile stava sempre sulla prima panchina; la femminile invece sulla seconda, presi quindi tutto il mio coraggio e andai da Rachel.

"Ciao, come stai?" chiesi con tono disinvolto.

"Ciao, sono stanca, l'allenamento è stato faticoso, però volevo allenare il tiro".

"Sì ho visto e sta diventando sempre più buono, sai ho pensato che potresti iniziare a metterlo in pratica nelle partite" avevo la sensazione che non mi stesse proprio ascoltando, solitamente cercava sempre di mettermi a mio agio e parlavamo bene insieme, ma questa volta sentivo qualcosa di strano e stavo quasi iniziando a parlare a scatti, non sapevo più cosa dirle. Probabilmente voleva solo tornare a casa e aveva ragione, ma era comunque sempre stata gentile e aperta nei miei confronti.

"Mercoledì ci alleniamo ancora insieme?" chiesi pieno di speranze.

"No, scusa ho da fare. Devo andare, ci vediamo" ricambiai il saluto e tornai verso la mia squadra per continuare l'allenamento.

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