La bacchetta di Nadia
Avevo il fiatone per tutta la foga con cui avevo cercato di battermi e il cuore pulsava così forte che lo sentivo rimbombare nelle orecchie. Tra le mani stringevo quella bacchetta di legno e vi facevo una leggera pressione per incurvarla e rendere la mia minaccia di spezzarla più credibile. Sentii le fibre che produrre un lieve rumore di sofferenza.
"Non ti azzardare, non ci provare!" Mi disse Nadia, cercando di riprendere il controllo sulla situazione, ma invano.
"Ferma i tuoi amici o questo bastoncino lo potrai buttare via." Ringhiai in risposta.
Nella mia mente sentii Malik esultare con un: "Grandiosa, ce l'hai in pugno."
Sorrisi con malignità, consapevole che in quel momento comandavo io.
Nadia, infatti, richiamò Aaron e Otto, perché smettessero di combattere. Malcolm era riuscita ad attirare Aaron vicino ad una delle trappole che avevamo predisposto in precedenza e il mago si era ritrovato investito da una serie di pietre che gli avevano provocato qualche danno fisico. Nonostante ciò, non si era arreso ed era riuscito a colpire Malcolm con una delle sue magie, immobilizzandolo definitivamente. Salvatore e Otto, invece, si erano dati pugni, calci, morsi e si erano avvinghiati tra loro usando delle tecniche di combattimento che avrebbero fatto impallidire i più bravi lottatori di Wrestling. Appena videro che io avevo in mano la bacchetta della donna russa, i due Cacciatori cambiarono espressione e posero fine alla battaglia.
Malcolm ne approfittò subito per afferrare Aaron per un braccio, contorcerglielo dietro alla schiena e costringerlo a terra, facendolo urlare di dolore. Gli prese la bacchetta anche lui, seguendo il mio esempio. Salvatore era invece troppo esausto per continuare e sanguinava da diverse ferite. So sedette a terra, ansimante. Otto era anche provato dalla lotta e si accasciò abbastanza vicino a lui. Entrambi sembravano in un certo senso felici di non dover più combattere.
Erano quasi le due di notte e presto tutti e tre avremmo potuto trasformarci di nuovo in lupi.
Toccava a me condurre le sorti di quello scontro e porvi fine.
"Avanti, ragazzina, non fare l'imprudente. Se spezzi quella bacchetta, causerai dei disastri che non coinvolgeranno solo noi, ma anche tutto ciò che ci circonda." Provò a dissuadermi Nadia.
"Non ti avvicinare. Adesso questa è mia e ne farò ciò che voglio." Intimai.
"Ascolta, sei una ragazza intelligente e ti piace integrarti nella società, andare a scuola con i tuoi coetanei e vivere una vita normale. Forse la situazione ci è un po' sfuggita di mano, ma noi siamo venuti per aiutarvi."
"Non ti credo. Non metteremo mai quelle collane maledette e non diventeremo i tuoi cagnolini."
Nel profondo del mio cuore mi sorpresi un poco dispiaciuta per le parole che avevo appena pronunciato, infatti a me sarebbe piaciuto per lo meno provare una volta come ci si sente a essere un normale essere umano. Nel mio branco, tuttavia, ero l'unica a pensarla così e quindi dovevo rispettare la decisione della maggioranza.
"Va bene, non volete tenere a freno i vostri istinti, ma ne converrete che è meglio se diventiate nostri alleati invece di combatterci." Disse Aaron, con la voce sforzata per il dolore che aveva al braccio, ancora tenuto dietro la schiena da Malcolm.
In effetti erano forti, se non fosse stato per le trappole che avevamo creato, loro ci avrebbero già battuti da un pezzo. Esitai per un momento.
"Che cosa ne ricaveremmo?" Domandai.
Sembrò che Nadia non aspettasse altro, infatti rispose: "In tutto il mondo ci sono uomini che si tramutano in animali, ci sono i vampiri, gli usufruitori di magia e le creature leggendarie. Grazie all'Ordine dei Cacciatori Arcani, tutti coloro che potrebbero ledere alle persone, oppure voglio farlo di loro volontà poiché animati da odio e cattiveria, sono sorvegliati, tenuti a bada e, quando necessario, abbattuti. Tuttavia, anche noi Cacciatori non siamo invincibili e può accadere che qualcuno perda la vita per svolgere la missione affidatagli."
"Per questo ci fa comodo reclutare nuove persone, come voi. Siete un piccolo gruppo, ma affiatato. Potreste imparare a sorvegliare la zona imparando a individuare le creature sovrannaturali che la abitano e tenerle d'occhio." Concluse Aaron, prima di rivolgersi solo a Malcolm: " Potresti allentare un po' la presa? Non ce la faccio più..."
"Neanche per sogno, sei mio prigioniero." Rispose schietto il ragazzo.
"Allora, che ne pensate?" Sollecitò Nadia.
Esitai e cercai una soluzione, parlando mentalmente con il mio gruppo. Naturalmente nessuno di noi sapeva se i Cacciatori ci stavano dicendo la verità o cercavano una scusa per farci abbassare la guardia, quindi era difficile raggiungere una decisione sul da farsi.
Nel frattempo, Aaron dette uno scossone violento a Malcolm, ruggendo: "Falla finita, hai già la mia bacchetta, è inutile che mi stacchi anche un braccio."
Stavano scoccando le due di notte e Malik ci aveva raggiunti. Se ne stava acquattato nella boscaglia, seguendo la scena attraverso i nostri occhi e aspettando il momento giusto per darci una mano, sempre che ce ne fosse stato il bisogno.
"Stai buono o la bacchetta te la spezzo in due, insieme a quella di Nadia." Ribatté l'alpha.
"Non te lo permetterò." ringhiò il mago.
La sua voce stava cambiando e si faceva roca, cupa, animalesca. I suoi due compagni lo fissarono increduli, allarmati, quasi spaventati.
"Aaron, la tua faccia ha uno strano colorito..." Mormorò Nadia.
Aveva ragione, perché il ragazzo stava diventando verdognolo in volto. La risposta del mago fu solo più un rantolo animalesco. Il suo corpo cominciò a crescere, facendosi muscoloso e peloso. Malcolm fu costretto a lasciare la presa e indietreggiò. Aaron divenne alto due metri, la larghezza delle spalle si duplicò e il suo viso si allungò, assumendo forme serpentesche. Anche la sua coda era lunga, sottile e coperta di squame, mentre gli arti erano identici a quelli dei lupi mannari. Gli abiti si squarciarono e il corpo del ragazzo si ricoprì di piume grigie e marroncine. Un paio di ali spuntò dalla sua schiena e il sibilo della sua lingua biforcuta risuonò minaccioso nell'aria.
"Che cosa è?" Chiesi spaventata. Non avevo mai avuto così tanta paura in vita mia e tremai, incapace di reagire.
"Il tuo morso da femmina alpha ha avuto effetto, a quanto pare. Se non mi ridai la bacchetta, questa mattina nessuno di noi potrà vedere sorgere il sole." Rispose Nadia con risolutezza.
La sua freddezza mi stupì. Sembrava che lei, di mostri simili, ne aveva già visti a bizzeffe.
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