Jamila sostava sulla soglia della cucina, vestita con abiti brutti e sporchi di vernice. Aveva del colore anche sulla mani e un poco sul viso, però la sua bellezza statuaria non ne era affatto intaccata.

"Mordi me, ti prego", disse a Malcolm.

"Cosa stai dicendo, Jamila?" Intervenne sua madre, guardandola severamente.

"Voglio potermi trasformare anche io, così posso andare a correre libera nella natura insieme a Malik. Non ce la faccio più a restare tutte le notti a casa, mentre lui va insieme a loro. Voglio anche io diventare selvaggia e potente", spiegò la ragazza.

"Non ti morderò, non ci sperare", rispose Malcolm, "Non mi va di condannare te o qualcun altro a ciò che sto passando io. Da quando mi sono trasformato per la prima volta, è tutto cambiato e non so cosa accadrà quando tornerò a scuola. Ho anche evitato di fare sport in questi giorni, ma prima o poi devo tornare a fare allenamento. Spero di non trasformarmi davanti a tutti".

"Ti staremo accanto, vedrai che alla fine andrà tutto bene", lo confortò Malia.

"Questa è una cosa su cui sto cercando di discutere con voi da tempo", riprese a parlare Salvatore, "Perché nascondere così la nostra natura? Chi se ne importa della società, dei doveri e obblighi, di quello che la gente potrebbe pensare di noi. Andiamo via da qui e viviamo tra le montagne, procurandoci la cacciagione e non preoccupandoci più di niente".

"Perché prima di tutto siamo persone e come tali abbiamo bisogno di sviluppare la nostra intelligenza, creare armonia nella nostra famiglia e nella cerchia di amici e vivere secondo la società di cui facciamo parte".

"Questo è il tuo problema, Malia, vedi la tua natura animalesca come un difetto, invece non ti sei mai accorta che hai dei super poteri e non usarli è un grande spreco. Da quando sono diventato un lupo, vedo più lontano, sento meglio suoni e rumori, il mio olfatto si è raffinato, il mio corpo sta bene e ha molta più forza e vigore e se guardo negli occhi una persona la piego secondo le mie volontà. Potrei fare grandi cose con queste mie nuove facoltà".

"In effetti, anche io sono più forte, ho gli addominali scolpiti e quando cammino per strada molte ragazze e donne mi guardano in viso, impressionate. Leggo nei loro sguardi la libidine nei miei confronti. Prima ero un ragazzo qualunque, invisibile agli occhi di tutti".

"Questo non è niente. Io nel tempo ho sviluppato la consapevolezza di essere superiore agli umani e sono anche capace di battere il record mondiale dei cento metri di corsa. Potrei fare l'atleta olimpico senza passare un solo minuto ad allenarmi. Invece, eccomi qui a recitare la parte del comune ragazzo straniero emigrato per la guerra. Mi consola solo il fatto che anche la mia ragazza è sopravvissuta e non vedo l'ora che diventiamo entrambi maggiorenni per poterci sposare", concluse Malik.

Jamila gli sorrise e si sedette sulle sue gambe, per abbracciarlo e baciarlo. Sentii nella mente di Salvatore risvegliarsi il suo appetito sessuale. Con gli occhi intravidi invece dei graffi in via di guarigione sotto la maglietta della ragazza. Evidentemente aveva di recente fatto l'amore con Malik e lui, pur trattenendosi dal farle male sul serio, l'aveva graffiata tutta.

Falala mi distolse dalle mie considerazioni con una domanda molto impegnativa: "Malia, come lo vedi il tuo futuro?"

Ci pensai un attimo e poi risposi: "Sono molto indecisa. La proposta di Salvatore è allettante, ma dentro di me so che la scelta giusta è quella di vivere la mia vita principalmente come una persona. Inoltre vorrei scoprire di più sul libro nero che ho visto mentre facevo la meditazione, la volta scorsa in cui ci siamo trovati assieme, e approfondire l'argomento sulle masche. Potevano trasformarsi in animali, proprio come noi, quindi può darsi che potrei trovare qualche risposta alle mie domande su chi sono veramente e come mai sono nata con questi poteri".

"Sagge parole le tue e spero che ci riuscirai. Ora, se mi date tutti l'attenzione, faremo una piccola meditazione per trovare dentro di noi l'equilibrio e la motivazione per proseguire sulla strada della nostra vita", disse la sciamana, dando un colpetto sulla schiena di Jamila, perché smettesse di baciare Malik e lo lasciasse in pace.

La ragazza non aveva affatto voglia di muoversi da lì, ma lo fece lo stesso, rialzandosi in piedi e sedendosi su una sedia libera, assistendo così alla meditazione.

Falala accese delle candele sul tavolo, oscurò la stanza e poi cominciò a guidarci nella meditazione. Con gli occhi chiusi e il corpo rilassato, mi ritrovai in una radura bellissima, affiancata da un ghepardo, un lupo nero e un lupo grigio. Camminavamo tranquillamente, quando all'improvviso mi ritrovai da sola nel mezzo di un bosco intricato e spinoso. Spezzai rami e spostai fronde e alla fine giunsi a un ruscello dall'acqua molto limpida. Seduta sulla riva c'era una donna vestita di stracci neri, con i capelli lunghi e cespugliosi e un'espressione che faceva paura. Mi fermai a guardarla, terrorizzata dal suo sguardo. "Nelle tue vene scorre sangue di streghe. Trova le streghe e troverai te stessa", mi disse con voce rotta e sussurrata. Poco alla volta svanì tutto e il richiamo di Falala mi riportò alla realtà da cui ero partita. Sconvolta e con il fiatone, rimasi seduta sulla sedia molto a lungo.