Bölüm 6
"But it's not the end
I'll see your face again"
-Walking in the Wind, One Direction
Scappare è un vero e proprio mestiere, non tutti sarebbero capaci di correre il più lontano possibile, lasciarsi tutto dietro e non porsi mezza domanda. A me veniva spontaneo, quando era troppo fuggivo, potevo fuggire il più lontano possibile o chiudermi nella mia stanza e ringhiare a tutti di non rompermi i coglioni, testuali parole, ma lo facevo, scappavo e lo facevo dannatamente bene ignorando gli odori di preoccupazione, ansia e frustrazione che mi lasciavo dietro; perché non me ne importava assolutamente niente. Semplicemente dovevo fuggire, fuggivo di continuo, fuggo di continuo, non mi pongo domande, scappo solo, proprio come l'egoista che sono. Sono sempre stato egoista, a memoria d'uomo, sono stato egoista quando ho fatto di tutto per uscire con Paige solo per dimostrarle un punto, che non tutti i giocatori della squadra erano palloni gonfiati, dimostrarle che si sbagliava e lei era morta solo perché io volevo essere considerato diverso, invece ero esattamente come tutti loro, guardavo gli altri con superiorità, li ignoravo e andavo avanti per la mia strada. Ero stato egoista con Kate, avevo ignorato mia madre, mio zio, mio padre che non aveva mai provato a dirmi la sua idea sulla mia vita, e io avevo dovuto dimostrare di essere adulto, quando a 16 anni non si è adulti per niente, avevo dovuto dimostrare che potessi scegliere da solo le mie compagnie e loro erano tutti morti, avevo perso un branco, la mia famiglia e me stesso. Ero stato egoista quando Laura ci aveva chiesto di scappare con lei, ero fuggito anche in quel caso, eravamo corsi a New York e avevo iniziato a studiare come un'automa ignorando il resto del mondo, avevo sovraccaricato Laura, ignorato Victoria e ignorato il dolore sordo al centro del petto, ero stato egoista però e non avevo detto mai, nemmeno una volta che mi dispiaceva, se non anni dopo quando eravamo tornati a Beacon, avevamo lasciato Laura e Victoria mi singhiozzava di fianco ogni notte. Ero stato egoista con il branco di ragazzini che mi aveva invaso la vita, dopo il morso di Peter, ero stato egoista con Peter e l'avevo ucciso dandogli tutta la colpa, non mi ero nemmeno preso questa responsabilità, ero stato egoista a trascinare il ragazzino umano negli affari del branco, ero stato egoista e avevo sfruttato il suo cervello, la sua intuizione e la sua lealtà, ero stato egoista e mi ero innamorato di lui, il mio lupo l'aveva scelto e io ero stato così tanto egoista da pensare prima a quanto mi facesse bene quel ragazzino e poi al branco, ero stato così tanto egoista che l'avevo posto di fronte alla cosa quando non c'era più niente da poter fare; quando era diventato un dato di fatto, era il mio compagno, niente di più niente di meno. Ed ero stato egoista ancora una volta quando mi ero buttato nella sfida alpha contro alpha per dimostrare di poter essere un buon alpha, ripensandoci ho sempre voluto dimostrare qualcosa anche quando nessuno mi chiedeva niente, dovevo sempre mostrarmi migliore, quindi mi ero buttato in questa sfida e l'avevo persa. Avevo perso tutto, cosa avrei dovuto fare adesso? Fuggire dove? Essere egoista come? Chiedere perdono a chi? Risolvere le questioni irrisolte in quale modo?
Erano tutte domande che mi ero posto troppo tardi, non potevo più farci nulla ormai, il sipario era calato, il film era finito, lo schermo era diventato nero, quindi decisi di restare fedele a me stesso per l'ultima volta e lasciarmi andare nel buio che stava cercando di sopraffarmi; sospirai e il buio mi avvolse, ero stato egoista fino alla fine, l'ultima cosa che riuscì a distinguere erano dei singhiozzi, percepii una lacrima che mi cadeva sul petto, poi il nulla. Era fatta, tutto era concluso, avevo messo fine a tutto, proprio come avevo vissuto, egoisticamente.
Stiles era arrivato al loft e si era buttato su Victoria, l'aveva stretta al petto e lei si era aggrappata alle sue spalle, si era allontanati solo quando Lydia era entrata nel salone e aveva spiegato loro cosa era successo, aveva raccontato del suo piano con Derek, aveva raccontato di Derek che le chiedeva di urlare il suo nome qualunque altro nome a lei fosse venuto in mente, racconta della pozione che hanno dato, lei e Deaton, a Derek prima dello scontro e racconta loro che Derek è bloccato in un limbo tra la vita e un sogno eterno. Stiles non riesce nemmeno a sentirsi furioso per il piano che avevano architettato all'oscuro di tutti loro; Victoria invece sembra pronta a distruggere tutto ma è Scott a frenarla ponendo la domanda che sta assillando tutti i presenti
-perché se l'intruglio ha fatto effetto Derek non si è ancora svegliato?
Deaton scuote la testa
-è una sua scelta, da adesso in poi, tutto dipende da lui- e si lancia in una spiegazione dettagliata mentre Stiles si sente cadere in una sorta di trans che lo porta ad accasciarsi sul divano e piangere, ancora, fino ad esaurire le lacrime; nessuno di loro cerca di consolarlo, Stiles sta perdendo la sua anima gemella ha la libertà di piangere e disperarsi quanto vuole.
Ailell esce dalla stanza di Derek e annuisce verso Lydia, aveva sistemato Derek sul letto ore prima e avevano iniziato il rito per risvegliarlo mentre lui stava cercando Victoria, poi si era unito a loro una volta tornato al loft ma tutti i tentativi erano stati vani; Derek continuava a restare immobile, il battito si era regolarizzato dopo una serie di scariche elettriche, continuava ad essere caldo ma era dormiente, sapevano che solo Stiles poteva riportarlo indietro, quindi avevano deciso insieme a Victoria che aveva accuratamente evitato di guardarlo e non era ancora al corrente di tutto che dovevano farlo venire a casa il prima possibile e così era stato, ora dovevano solo farlo entrare nella stanza e sperare.
Stiles era entrato in camera di Derek solo quattro volte, la prima volta aveva curiosato in giro e la seconda volta mentre rovistava per una maglietta aveva trovato un'agenda, la stessa che tiene tra le mani e che sfoglia leggendo qualcosa a Derek, agenda che solo dopo aveva saputo essere l'agenda di Talia, e che loro avevano preso l'abitudine di scrivere frasi, frasi di qualunque tipo, proprio come faceva lei. Stiles le leggeva tutte, si allungava sul letto e le leggeva ad alta voce sperando di avere una reazione ma non cambiava niente e non succedeva mai niente, erano scritte frasi di ogni tipo, in modo casuale, cose da fare, appunti di vita quotidiana, ma la cosa che aveva fatto impazzire Stiles era una nota a fine pagina, scritta il giorno dell'incendio "dire a Derek di-" ed era interrotta e Stiles non riusciva a capire cosa fosse, dire a Derek di fare cosa? O di non fare che cosa? Dire a Derek di lottare per i suoi sentimenti? Dire a Derek di non perdere il sorriso? Dire a Derek di vivere a pieno? Dire a Derek di continuare ad amare? Stiles non era riuscito a capirlo ma aveva detto tante cose a Derek, pertinenti e non sull'agenda mentre era sdraiato al suo fianco, immobile come una statua ma ancora caldo, Stiles sa che è tutta questione di volontà della persona, quindi fa di tutto per stimolare Derek ad aprire gli occhi e sa che il branco farà la stessa cosa. Dice a Derek di essere amato, che alla fine è l'unica cosa che conta davvero, amato da tutti, dal branco, dalle sorelle, da lui, e gli dice di perdonarsi; lo fa in una sera tre giorni dopo la lotta, in lacrime mentre stringe convulsamente la sua mano e Derek ricambia la stretta e cerca di aprire gli occhi.
"Dire a Derek di non mollare, mai."
Victoria guarda la scena appoggiata allo stipite della porta, fanno i turni, ma molto spesso si trovano insieme sdraiati intorno a Derek e si raccontano delle storie di prima, quando tutto andava bene; Stiles parla spesso di sua madre e lei racconta della vita del branco, spesso gli racconta degli episodi imbarazzanti di Derek e si diverte ad immaginare le reazione che Derek potrebbe avere, ma subito l'aria si riempie di tristezza quindi cambiano velocemente argomento.
Stiles la nota e le fa cenno di entrare, si siede al suo fianco e li osserva, quei due la fanno sentire così bene quando sono insieme, la fanno sperare ancora nell'amore,nel futuro, nella felicità, le fanno credere che tutto è possibile; quindi smette di frenare le proprie emozioni e racconta, si mette a nudo e si scusa con Stiles per non averli avvicinati diversi anni prima.
-Stiles- lo richiama -quando vi siete baciati la primissima volta da ubriachi...quando Peter aveva portato quegli alcolici speciali per i mannari, ti ricordi?-
-Intendi quando lui è fuggito senza motivo dai vostri amici?-
-Era nella fattoria di famiglia, da Laura e dal suo compagno, dai suoi cuccioli- lo corregge -abbiamo sempre tenuto Laura nascosta, tre alpha nella stessa famiglia sono troppo succosi per chiunque, nessuno sa che Laura è un alpha, nessuno lo saprà mai perché Laura resta ben nascosta a chiunque e ha un branco gigantesco dietro, una gilda che la protegge e che la difende da chiunque-
Stiles la guarda sconvolto, Victoria sa che sta pensando al fatto che tutto il branco l'avrà sentita ma lei non se ne preoccupa, si fida di tutti loro indistintamente, certo di Ailell no ma lui non ha il super udito quindi Laura è al sicuro
-Era andato da Laura?-
Victoria annuisce -Era venuto da me distrutto-
E Victoria si perde tra i ricordi, era nuvoloso quel giorno e Derek si muoveva nel loft come un animale in gabbia avanti e dietro la vetrata.
-Voglio solo-
-Vuoi cosa? Vuoi fuggire? Bene sali in macchina guido io. Vuoi andare a caccia? Andiamo. Vuoi piangere? Puoi inzupparmi tutta la maglia se vuoi. Vuoi un abbraccio? Io sono qui. Ma non puoi semplicemente fare così, voltare le spalle a tutti, soffrire e non parlarmi perché lo odio quando mi tieni fuori, parlami maledizione Derek- il petto le si alzava e abbassava velocemente, sapeva che l'aveva portata allo stremo scappando in quel modo, così la guardò negli occhi
-Mi sono innamorato-
-Oh der..-
-E finirà male, lo sai, finirà malissimo è un umano, e io distruggo tutto quello che tocco e rovinerò lui e tutto il branco e devo andarmene- aveva preso a muoversi freneticamente sul posto, solo lo sguardo della sua gemella fisso su di se lo teneva fermo lì, la stessa gemella che non aveva spostato di un secondo gli occhi dai suoi mentre si avvicinava e poi lo stringeva forte in un abbraccio, per paura di vederselo scomparire davanti
-Der- sussurrò -non finirà male. E sai perché? Perché non hai 15 anni, non sei un ragazzino, sei un uomo, un alpha che comprende i propri sbagli e non li commette due volte; non hai nessuno che ti spinge a prendere una determinata scelta e sei innamorato di un ragazzo che darebbe la vita per te e che ha già messo in chiaro che non vuole il morso e tu non gli mancheresti di rispetto in nessun modo. Devi solo scegliere se stargli vicino in questo modo e tenerlo al sicuro per quanto possibile oppure tenerlo lontano da te e rischiare di perderlo senza aver fatto niente per salvargli la vita; lo sappiamo entrambi che non si allontanerà mai da noi, o da Scott, devi solo scegliere cosa vuoi da te stesso, e da voi- poi si staccò dall'abbraccio e si allontanò di un solo passo, stringe il suo polso nella mano destra mentre un piccolo sorriso le spuntava sulle labbra -devi scegliere se vuoi restare e combattere o scappare Derek, se vuoi andartene voglio saperlo prima va bene? Ma non posso lasciare il branco, Cora verrà con te o andrai alla fattoria dove ti saprò al sicuro d'accordo?- gli lasciò un bacio sulla fronte e si allontanò di un altro passo -scegli bene Derbear- e poi gli voltò le spalle ed uscì dalla stanza a grandi passi, Derek sospirò sconfitto, lei aveva ragione doveva solo decidere cosa fare.
Victoria intanto, dopo aver lasciato Derek era arrivata davanti Villa Hale per l'allenamento giornaliero, si era seduta sugli scalini bruciati e aveva arricciato il naso sentendo l'odore di muffa e fumo, l'avrebbe rasa al suolo lei stessa se non si fosse sentita così svuotata, aveva praticamente lasciato libero l'unica persona che non aveva mai lasciato il suo fianco, ed era consapevole che Derek sarebbe scappato e chissà quando sarebbe tornato o se sarebbe mai tornato, non si accorse nemmeno del branco posto davanti a lei, quando uno di loro si schiarì la voce alzò lo sguardo e ordinò loro di iniziare a correre, il branco si guardava in faccia confuso perché Derek non si perdeva mai un allenamento, fu Stiles a non resistere più.
-Non aspettiamo Derek?- chiese fingendo noncuranza mentre un sopracciglio schizzava in alto in un modo così tanto da Derek che Victoria dovette fare forza su se stessa per non alzare gli occhi al cielo
-No.- rispose secca ma Stiles non demorse, non lo faceva mai
-No?-
-No, non viene._
-Non viene? Che ha? Che succede Vic?-
-Sta poco bene.-
-Poco bene? Cos'ha la febbre mannara? Voi non vi ammalate non mentirmi-
Victoria sbuffò sonoramente a quel punto
-Non ti sto mentendo, sta poco bene, fine della questione- il branco alzò le spalle ed iniziò a correre mentre Stiles si sedette al suo fianco
-Allora? Vuoi dirmi che succede o?-
-Non succede niente, nessuna minaccia mortale, Derek sta poco bene, vuole stare da solo, pensare e-
-Sta scappando quindi- schioccò la lingua contro il palato, asserendo l'ovvio -sai dove sta andando?-
-Gli ho detto che o si porta Cora o va alla fatt..- si fermò giusto in tempo- o va da degli amici, non voglio che stia solo- Stiles la guardò curioso ma non fece domande annuendo mestamente e poi
-Quindi sta davvero scappando-
-È Derek, per quel che vale mi dispiace- e si alzò in piedi
-Mica è colpa tua, lui è fatto così-
-Mi avevi detto che non era colpa mia, ma lo era, avevo appoggiato Laura a scappare anni prima, dopo l'incendio io e Derek ci allenavamo di nascosto per scappare senza lasciare traccia, io li avevo fatti trasferire per settimane prima di arrivare a New York ed io non ho fermato Derek quel giorno ma non te l'ho mai detto e mi dispiace, davvero tanto Stiles, se avessi insistito magari lui non sarebbe scappato e voi due sareste stati felici fin da subito e ora non saremmo in questa situazione.-
Si fermò Victoria con gli occhi lucidi
-Quando sono tornata a casa, non mi sono scomposta per nulla realizzando di essere sola, con un solo biglietto sul tavolo "mi dispiace, sono al sicuro, mi faccio sentire io" era stato scritto velocemente e tanto velocemente l'avevo distrutto con gli artigli; quella notte non ho chiuso occhio per quanto sono stata male,devi credermi.-
-Non ho dormito nemmeno io- rispose Stiles dopo minuti di silenzio, fuori dalla porta Ailell schiarendosi la voce si intromise nella conversazione.
-Nemmeno io ho dormito quella notte. Ti ho sentita dall'altra parte della costa e ho passato la notte in bianco chiedendomi cosa ti facesse stare così male, non avevi mai avuto problemi a tenermi fuori, riuscivo a sentire la delusione che provavi verso te stessa, la rabbia, la rassegnazione e l'amore; sono stato così geloso credendo ti fossi innamorata e ho deciso quella stessa notte che dovevo tornare a riprenderti in un modo o nell'altro, e che non avrei mai permesso a qualcun'altro di averti; è colpa mia tutto questo. Sono io che li ho spinti verso Beacon perché ti rivolevo, io ho avvisato Derek, io l'ho portato a scegliere, è tutta colpa mia-
Lo sguardo di Victoria si fece glaciale, si alzò di scatto, lo afferrò per il collo e lo lancio al di la della porta e al piano di sotto facendolo cadere addosso ad Isaac pronto ad afferrarlo al volo, guardò Stiles di sfuggita e si lanciò di sotto, pronta a dare battaglia.
-Non combatterò contro di te- proclamò Ailell dopo alcuni minuti di staticità assoluta
-Allora morirai- ringhiò Victoria semi trasformata
-Ti amo, ti ho sempre amata e mi dispiace- venne interrotto bruscamente da un pugno sul volto
-Non osare dirmi che ti dispiace, te ne sei andato, ci hai abbandonati, hai abbandonato Derek, Laura, Cora, me, mi hai lasciata non ti sei voltato indietro, noncurante dei miei singhiozzi e delle mie preghiere e ora scopro che è tutta colpa tua? Non ti perdonerò mai per quello che hai fatto, per tutto il male che ci hai causato, mai.- Victoria venne bloccata in quel momento da tutti i suoi beta ma solo Stiles che era sceso frettolosamente le si pose davanti, prendendole la faccia con le mani e costringendola a guardarlo
-Victoria basta, è sufficiente, non ti farà più del male, andrà tutto bene, sei al sicuro, stai bene, noi stiamo bene, il tuo compagno sta bene, è tutto finito. Per favore, calmati, non posso farcela senza di te, respira con me e focalizzati su tuo fratello che va risvegliato a costo di prenderlo a sberle.-
Victoria si scrollò il branco di dosso e fece dei respiri profondi, poi annuì guardando Stiles e risalì al piano di sopra, senti distintamente il dolore del suo compagno come se fosse proprio ma non aveva tempo per pensare a quel legame che ormai le stava solo procurando dolore.
Riportata Victoria in se stessa Stiles l'aveva mandata a letto, non dormiva decentemente da 4 giorni, da quando Derek aveva combattuto e aveva bisogno di riposare, Stiles aveva tirato un sospiro di sollievo quando tutti erano tornati a dormire e si era sdraiato al fianco di Derek, quando era affianco a lui tutto perdeva importanza, tutto il resto del mondo tornava al proprio posto da solo, non aveva bisogno di nient'altro, stava bene, anche se non poteva guardare gli splendidi occhi verdi del suo compagno; riusciva comunque a sentire il suo cuore veloce e istintivo, proprio come lui, forte.
Prima di dormire prende l'agenda di Talia e la apre al giorno della battaglia, 4 giorni prima e vicino alla data una frase, scritta da Derek, in maniera veloce, quasi frenetica "Io non ho nessun problema con il mondo, è il mondo ad avere un problema con me" e a Stiles manca quasi l'aria nel leggerla, quindi passa diverse ore a sussurrare all'orecchio di Derek che deve perdonarsi di tutto il prima possibile, perché nessuno lo incolpa e perché gli manca da morire, manca a tutto il branco da morire.
La mia vita ha sempre avuto come punto fermo il senso di colpa, il senso di colpa che provavo facendo un dispetto a Laura per qualche stupido motivo, il senso di colpa che provavo quando mia madre mi sgridava, il senso di colpa quando non ero riuscito a difendere Victoria il primo giorno d'asilo, il senso di colpa per aver pensato, dopo aver saputo della gravidanza di Cora, che non ne volevo un'altra mi bastavano le due che avevo, mentre sentivo già i battiti del suo cuore, il senso di colpa per aver lasciato sola Victoria il primo giorno delle superiori, il senso di colpa per la morte di Paige, il senso di colpa per la morte della mia intera famiglia, il senso di colpa per aver quasi perso Cora, il senso di colpa dopo aver visto Peter bruciare vivo, il senso di colpa per aver visto quel piccolo bambino pieno di nei circondato dalla puzza di morte e dolore, anche se in quel caso non avevo fatto nulla, il senso di colpa nel nascondere Cora dagli zii troppi piccola per seguirci, il senso di colpa per aver costretto Laura a lavorare in uno stupido bar per mantenere me e Victoria, il senso di colpa per quel ragazzino che era stato morso quella notte nel bosco, anche in quel caso non era colpa mia ma lo provavo comunque perché quell'odio e quella pazzia venivano fuori da un mio gesto, il senso di colpa per aver costretto un branco di ragazzini a combattere ogni giorno create sovrannaturali e la morte, il senso di colpa per essermi innamorato di un ragazzino, il senso di colpa per aver allontanato Victoria dal suo compagno per puro egoismo, il senso di colpa per aver riavvicinato Cora dopo parecchi anni, forse troppi. In pratica, il senso di colpa è sempre stata una costante nella mia vita, sempre, quella puzza acre era diventata parte di me, del mio odore, quindi sentire un odore totalmente diverso quella mattina, svegliarmi per colpa di un raggio di sole, mi lasciò sconvolto, guardai Stiles tra le mie braccia e gli lasciai un bacio tra i capelli, mi aveva guarito tutte le ferite, anche quelle nascoste dal mondo, aveva guarito ogni singolo senso di colpa che mi portavo dietro da sempre, per la prima volta dopo anni, mi sentivo bene, finalmente in pace con me stesso, con al mio fianco il mio compagno che mi aveva salvato la vita.
-Stiles- lo scosse piano -svegliati ragazzino.-
-Altri cinque minuti Der, ho sonno-
-Ragazzino-
Gli occhi di Stiles si spalancano e Derek ci trova l'intero universo dentro
-Derek oh mio Dio- Stiles in due secondi e mezzo è aggrappato a lui, lo stringe in modo convulsivo e sta annusando il suo odore e sta toccando le sue braccia non capacitandosi di averlo lì davanti a lui, vivo e sorridente
-Dio Derek ti odio da morire non farlo mai più, appena mi sarò ripreso ti prenderò a calci in culo ti avviso-
Stiles sente distintamente le urla del branco dal piano di sotto e due secondi dopo se li ritrova davanti, tutti in lacrime, lacrime di gioia, felici di vederlo vivo davanti a loro, non ci mettono molto ad entrare e buttarsi chi al loro fianco e chi sulle varie poltrone sparse per la camera, stare tutti insieme li fa stare bene.
Victoria non si rende conto di niente, si alza, scende di sotto e grida di scendere per aiutarla con la colazione, non si aspetta di trovarsi Derek in perfetta forma alla fine delle scale con tutto il branco dietro, non se lo aspettano nemmeno le uova che aveva in mano che si frantumano al suolo mentre lei scoppia in lacrime e impatta contro di lui stringendoselo forte contro, sa che litigheranno a breve, perché Derek ha fatto una stronzata e ha rischiato la sua vita ma ora conta solo che sia vivo.
Il litigio si scatena dopo che la tavola viene sparecchiata, quando tutti hanno la pancia piena e Derek decide di fare il simpatico e di ringraziare Ailell per il suo gesto, Victoria va a fuoco, lo insulta e gli grida dietro, gli urla che è un'idiota, che è un egoista, che non ha pensato nemmeno per un istante a tutti loro. Stiles la appoggia in tutto, si alza insieme a lei e gli grida contro tutta la sua frustrazione, la sua rabbia e tutta la paura di perderlo; per tutto il tempo però resta indeciso se baciarlo o prenderlo a pugni, non ne è sicuro ma crede anche di averglielo detto ad un certo punto perché Derek aveva ghignato, lo stronzo, aveva avuto il coraggio di morirgli davanti e poi aveva ghignato dopo 5 giorni di assoluto niente, quindi Stiles aveva esclamato un sonoro -Fottiti- rivolto al suo compagno e si era chiuso in un silenzio ostinato. Silenzio che Derek aveva usato a suo vantaggio per spiegare loro che non poteva permettere che sua sorella morisse, che il branco perdesse un Alpha e tante altre scuse buttate a caso, Victoria gli aveva risposto duramente e Derek si era semplicemente scusato, aveva smesso di cercare scuse e aveva chiesto scusa affermando che avrebbe sempre fatto l'impossibile per tenerli tutti al sicuro, poi si era girato verso Stiles e lo aveva baciato, fregandosene di chiunque altro, perché Stiles non l'aveva ne baciato ne picchiato e lui aveva scelto la cosa che più gli faceva comodo.
Allison aveva scosso la testa nel guardarli, non capiva cosa provavano, non aveva un compagno, non era un lupo mannaro ma riusciva chiaramente a vedere una lotta, era una guerra aperta; non se ne intendeva d'amore ma riconosceva una guerra quando ne vedeva una. Non lo credeva possibile, ma si fa la guerra anche mentre si fa l'amore. È un paradosso, è ridicolo ma è proprio così. Si erano dichiarati guerra, in silenzio, anni prima senza dirselo, giocavano con i loro cuori una partita a carte e ora erano in guerra. Perdeva chi capitolava prima a terra. Perdeva chi si abbassava per primo. Perdeva chi rincorreva l'altro. Perdeva chi ammetteva tutto prima dell'altro. E per quanto il suo Alpha possa essere forte, non ha dubbio che questa guerra avrà solo vincitori ma nessun vinto, Stiles batterà Derek in astuzia ma Derek ha solo da guadagnarci dalla sua vittoria; ormai niente può mettersi tra loro, sono legati a doppio, triplo filo tra loro. Allison guardandoli spera di trovare quella persona, la stessa persona che ti fa sorridere proprio come Stiles stava sorridendo a Derek, pur essendo furioso con lui.
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