Capitolo 5
Leggete lo spazio autrice, è super importante! Buona lettura❤
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Adeline's pov
Il mio corpo viene percorso da un brivido nel sentire quelle parole.
<<Perché dovrei venire con te?>> domando confusa, alzando le braccia in alto.
<<Non stai bene, perciò il minimo che posso fare è proprio questo>> commenta, battendo le mani - senza fare troppa pressione - sul volante.
<<Cameron, io... >>
<<Santo cielo, voi donne delle volte siete così testarde!>> esclama, sollevando lo sguardo verso l'alto <<Forza, prepariamo i bagagli insieme>> pronuncia mentre esce dalla sua vettura, richiudendola infine.
Mi spinge dalle spalle in modo da riportarmi all'interno della mia abitazione.
<<Dov'è la tua camera da letto?>> come primo impatto scoppio a ridere, riferendomi al doppio senso <<Insomma, andiamo a preparare la valigia.>>
Noto che il suo viso assume una colorazione leggermente rosata e sorrido, proprio come fa il ragazzo.
Gli faccio strada verso il piano superiore e spalanco la porta di camera mia, fecendogli segno di entrare.
Afferro con estrema difficoltà la valigia, incastrata all'interno dell'armadio, e comincio a sistemare i vestiti all'interno.
<<Io potevo farcela... >> sussurro demoralizzata, lanciando al castano uno sguardo fulminante <<Lo facciamo per il tuo bene, Adeline: non è facile come sembra. All'inizio potrai convincere te stessa e ripetere nella tua mente per un miliardo di volte che hai le capacità per farlo, ma la realtà dei fatti è un'altra e nessuno riuscirebbe a cavarsela al tuo posto>> spiega, avvicinandosi lentamente a me.
<<Apprezzo il gesto>> affermo convinta <<Non conosco per niente n'è te, n'è tua madre, ma nonostante ciò avete intenzione di prendervi cura di me>> concludo, tenendo lo sguardo rivolto all'ammasso di indumenti che sto accumulando.
<<Non è da tutti>> valuto infine, racimolando nel mentre altre cose sparse per la stanza.
<<Avremo tempo per approfondire la conoscenza>> borbotta, abbandonando la stanza subito dopo.
Mi lascia perplessa la sua uscita di scena, perciò lo seguo.
Scorgo in lontananza il ragazzo scrutare attentamente ogni angolo della casa, soffermandosi sulle fotografie incorniciate poste sopra alla credenza che occupa un piccolo pezzo del corridoio.
Non parlo, bensì mi metto da parte e fisso le azioni di Cameron: guarda minuziosamente ogni particolare della foto, passando anche il dito lungo la figura di mia madre e - per concludere - sorride, mentre una lacrima di commozione riga il suo viso.
Tossisco lievemente, così per fargli capire che sono presente al suo fianco.
Ruota lo sguardo verso la mia direzione <<Hai preso tutto il necessario?>> annuisco <<Perfetto, andiamo allora>> mi dirigo velocemente in camera per afferrare il trolley e dopodiché mi precipito al piano inferiore.
<<Ti aspetto in macchina>> mormora Cameron, prima di lasciarmi sola.
È arrivato il momento di andare, penso tra me e me.
Anche se solo temporaneamente, devo abbandonare la casa che mi ha accolta sin dalla nascita.
Sono molto legata alle mie cose e dover lasciare questa abitazione è uno di quei passi più lunghi della gamba, come si suol dire.
Rilascio un respiro profondo e mi faccio forza: alzo lo sguardo verso la foto appesa al muro del salotto, che ritrae me e mia madre il giorno del mio diciottesimo compleanno.
Felici e spensierate, ecco come eravamo.
Con gl'occhi pieni di lacrime ed un sacco di ricordi nel cuore, mi avvio all'uscita.
Richiudo accuratamente la porta dietro alle mie spalle ed abbozzo un sorriso al ragazzo che mi sta aspettando in macchina, pronto per sfrecciare nella direzione giusta per iniziare una nuova vita.
...
<<Adeline, ho appena finito di ripulire la stanza degl'ospiti, che ovviamente da oggi in poi diventerà la tua... spero che ti piaccia>> afferma Marilyn.
<<Sicuramente, grazie mille>> dico prima di afferrare la valigia ed entrare all'interno dell'abitazione che mi ospiterà da oggi in poi.
<<Cameron, potresti accompagnarla? Ho da sbrigare un lavoro al computer>> ammette la donna, ricevendo un accenno positivo con il capo da parte del figlio.
Fatichiamo un po' per passare, dal momento che ci sono vari scatoloni a terra, ma alla fine riusciamo a raggiungere il secondo piano.
<<Scalare un montagna sarebbe stato più facile>> borbotta il castano, facendomi scoppiare in una fragorosa risata.
Poco dopo raggiungiamo la camera da letto e comincio a sistemare le mie cose.
<<Vuoi una mano?>> chiede premuroso Cameron <<Non ti preoccupare, non ho preso poi così tanta roba>> ammetto <<Penso che tornerò a casa almeno una volta alla settimana>> concludo.
<<Come preferisci>> solleva le spalle <<Be', ci vediamo più tardi allora>> dice, prima di lasciarmi sola nella stanza.
Sono sul punto di chiedergli dove ha intenzione di andare, ma mi fermo nel momento in cui valuto ed arrivo alla conclusione che non sono affari miei.
Sbuffo rumorosamente e riprendo il mio lavoro, finché il mio telefono squilla.
Noto il nome di Sophia, la mia migliore amica, sullo schermo e subito un sorriso si dipinge sul mio volto.
<<Pronto?>>
<<Tesoro, come stai? È un sacco che non ci sentiamo!>> esclama, allarmata <<Sophia, non ci vediamo da circa ventiquattro ore>> ribatto, ridendo di sottecchi.
<<In ogni caso sto bene, grazie... e tu?>>
<<Come ogni domenica, stanca ed assonnata>> annuncia <<Ti va di uscire? Ci facciamo una partitella a biliardo e poi una cenetta in qualche fast food>> propone <<Certo! Soprattutto perché devo raccontarti un paio di fatti accaduti recentemente>> suggerisco.
<<Passerò a prenderti tra mezz'ora>> decide di sua spontanea volontà.
<<A proposito, quando ci degneremo a prendere la patente mia cara signorina?>> continua, punzecchiandomi come al suo solito.
<<Tra poco>> rispondo vaga.
<<Sono mesi che dici la stessa cosa, lo sai vero?>> mi riprendere ed immagino che avrà dipinto sul suo viso un ghigno divertito <<Questa volta sarà per davvero.>>
...
<<E com'è questo Cameron?>> oltre a farmi questa domanda, solleva ed abbassa le sopracciglia a ritmo, facendomi arrossire <<Un ragazzo come tutti gli altri, niente di più e niente di meno>> rispondo brevemente.
<<Oh, e come si comporta con te? Spero non sia uno dei soliti arroganti, quelli proprio non li sopporto>> ammette, sorseggiando successivamente il suo frappè alla fragola <<Sa il fatto suo, diciamo così.>>
<<Descrivimelo>> sbotta d'un tratto, curiosa come non mai <<Allora... >> faccio in tempo a prendere una bocca d'aria perché poi la figura slanciata del diretto interessato entra nella sala da biliardo, seguito da un gruppo di amici.
<<Ore dodici, maglia bianca e sorriso smagliante>> sussurro alla mia amica, ruotandomi con il corpo dalla parte opposta a quella di Cameron.
A questa mia azione segue un silenzio imbarazzante e con calma il commenta da parte di Sophia arriva forte e chiaro.
<<Prova a lamentarti e ti disintegro.>>
Detto questo, scoppio a ridere seguita a ruota dalla mora che si accascia su di me come al suo solito.
<<Guarda chi c'è qui... che coincidenza>> canzona Cameron, avvicinandosi a me. Mi riprendo e mi volto, in modo da poterlo guardare negl'occhi <<Anche voi volete siete qui per il biliardo?>>
<<Noi siamo i re del biliardo, se dobbiamo proprio mettere i puntini sulle 'i'>> afferma convinto Cameron, con fare superiore.
<<Sarà tutto da vedere>> lancio la bomba e di conseguenza prendo posto attorno al tavolo, pronta per stracciare ad uno ad uno la squadra dei ragazzi insieme alla mia migliore amica.
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Buonasera!
Ed ecco a voi anche il quinto capitolo... che ve ne pare?
Vi ricordo di lasciare un commento, così da farmi sapere cosa ne pensate della storia finora❤
COMUNQUE, se siete amanti come la sottoscritta del disagio e delle storie non scontate passate a leggere "Can't stop the feeling" della mia cara amica ChiccaBi ... non ve ne pentirete!😍
Detto questo, vi mando un bacio! Al prossimo capitolo, Ale❤
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