Capitolo 27
Adeline's pov
*Un mese dopo*
<<Hai fatto veramente la lista della spesa?>> domanda Cameron, seduto sul sedile dell'auto di fianco al mio <<Anzi, la vera domanda è: chi fa ancora la lista della spesa?>> continua, strappandomi un sorriso.
<<Oggi ci sarà il cenone di Natale, non posso permettermi di dimenticarmi qualcosa>> dico, alzando le spalle verso l'alto.
Svolto a sinistra, imboccando la strada diretta verso il supermercato.
<<Fa sempre male rivedere questa zona... >> sussurra Cameron, portando la sguardo verso il basso.
Osservo il luogo dell'incidente e sento come un groppo alla gola.
<<Ehi, è tutto finito ormai... adesso stai meglio, l'incidente è solo un brutto ricordo. Sono stati dei mesi terribili per quanto ci riguarda, ma ne sei uscito sano e salvo ed in fondo è questo ciò che conta.>> mormoro, spostando una mano dal volante verso la mano di Cameron, facendo comunque attenzione al percorso davanti ai miei occhi.
Cameron solleva le nostre mani intrecciate e le avvicina alle sue labbra, stampando un bacio delicato sul mio palmo.
Sorrido.
<<Mi sei mancato>> sussurro <<Lo so che ormai è passato quasi un mese da quando ti sei svegliato, ma volevo dirtelo comunque... tutti i giorni trascorsi senza di te sono stati un inferno, la tua mancanza si è fatta sentire a livelli esponenziali giorno dopo giorno, unita ai sensi di colpa. Mi sono ripromessa che ti avrei fatto sentire importante ed essenziale nella mia vita, ed è proprio per questo che ti ho detto ciò poco fa.>>
Al solo ricordo di tutto il dolore che ho passato, una lacrima riga il mio volto. E Cameron se ne accorge.
<<Amore, va tutto bene, è passato... >> dice in un flebile sussurro, asciugandomi la lacrima con le dita <<Non piangere... >> aggiunge.
<<Sono lacrime di gioia, non ti preoccupare>> rispondo sorridendo.
Arriviamo al parcheggio e scendiamo dall'auto.
<<Vado a prendere il carrello, ti raggiungo dentro>> annuncia Cameron, prima di allontanarsi, dopo aver ricevuto un cenno positivo da parte mia con il capo.
Mi avvio all'interno del supermercato e noto la presenza di un sacco di gente: allora non sono l'unica che si ritrova il giorno di Natale con ancora la spesa da fare!
Sorrido tra me e me per poi dirigermi verso il terzo reparto, visto che una delle cose essenziali nella nostra tavola sono i biscotti profumati di zenzero e cannella.
Purtroppo gli scaffali non sono pieni come al solito - visto che qualcuno di organizzato esiste - , perciò mi dovrò arrangiare con quello che riesco a trovare.
Fisso le file di prodotti, ma non riesco a trovare la cannella.
Non appena accenno l'inizio di una lamentela a me stessa, scorgo in alto il prodotto che mi interessa.
E come ci arrivo io con "il mio metro e tanta voglia di crescere" di altezza?
Volto lo sguardo a destra e a sinistra, notando la presenza di due ragazzi della mia età che mi squadrano dall'alto verso il basso, notando il fatto che sono in difficoltà.
<<Vuoi una mano?>> domanda uno di loro, mordendosi subito dopo il labbro. Odio i ragazzi troppo convinti di se stessi, ma al momento ho bisogno del suo aiuto.
<<Potresti prendere la cannella? È posizionata troppo in alto... >> spiego <<Certo>> dice, eseguendo la mia richiesta.
Fa per porgermi il barattolo, ma tira la mano indietro subito dopo.
<<In cambio?>> mostra uno sguardo malizioso, squadrandomi dall'alto verso il basso.
Schifata, do uno sguardo prima a lui e poi all'amico dietro, per poi andarmene.
<<Tieni, dai>> mi blocca il braccio, dandomi il barattolo subito dopo.
Gli lancio uno sguardo ancora più schifato di prima e, dopo aver afferrato la cannella, giro i tacchi e me ne vado.
Alzo gli occhi al cielo, tornando alla prima corsia, in attesa del mio ragazzo, che non esita a farmi segno con la mano per farsi riconoscere tra la folla.
<<Dov'eri finita? Saranno passati dieci minuti da quando ho cominciato a cercarti>> domanda <<Scusa, avevo una missione da portare a termine>> dico, scuotendo la cannella.
Cameron sorride, stampandomi un bacio sulle labbra poco dopo.
<<Andiamo, non abbiamo tempo da perdere>> affermo, facendo strada verso le corsie in cerca del necessario.
Col passare dei minuti il carrello si fa sempre più pieno.
Siamo giunti nella corsia riservata alle bevande e mi abbasso per prendere qualche bottiglia di sprite, ma vengo brutalmente interrotta da un fischio.
Mi giro, seguita dal mio ragazzo, e ritrovo alle nostre spalle i due trogloditi di poco fa mentre ridacchiano tra di loro, facendo apprezzamenti al mio lato b.
Cameron accenna di voler andare a risolvere la situazione in un modo tutto suo - visto che ha sempre odiato questo tipo di atteggiamento da parte di alcuni ragazzi - , ma lo fermo.
<<Lasciali perdere, non ne vale la pena>> commento, afferrando con entrambe le mie mani il suo viso.
<<Dillo a tutti>> queste parole escono come un flebile sussurro dalle sue labbra, che inumidisce con un gesto veloce della lingua, segno che è evidente infastidito dalla situazione.
<<Cosa?>> domando confusa, non capendo a cosa sta alludendo probabilmente perché la mia attenzione è attirata da tutt'altro.
<<Che sei mia. Che perdono il loro tempo. Di loro di rassegnarsi, devono farsene una ragione.>>
Sorrido. Amo questo suo lato geloso, sempre rimanendo nei limiti.
Avvicino il mio viso al suo e diamo inizio ad un lungo bacio, coronato anche dall'unione delle nostre lingue.
Cameron porta una mano sul mio fianco, mentre io rimango con le mani ancorate ai lati del suo viso.
Un suo bacio per me vale quanto una boccata d'aria.
<<Oh, prendetevi una stanza!>> esclama il ragazzo dall'altra parte della corsia, beccandosi una risata da parte del suo amico.
Io e Cameron ci stanchiamo.
<<Non ti preoccupare, sarà fatto>> esordisce Cameron, mostrandogli il dito medio, per poi unire le nostre mani e continuare con la spesa.
...
<<Mamma mia, sono piena come non mai!>>
Mi butto sul divano, esausta, raggiungendo il mio fidanzato.
<<Ti faccio un massaggio alla pancia, se vuoi>> si offre Cameron, pronto a braccia aperte per avvolgermi in un caldo abbraccio.
Non me lo faccio ripetere due volte, mi sdraio su di lui e mi faccio cullare dal movimento lento delle sue dita, che scorrono su tutta la mia pancia.
<<Grazie ancora per il regalo di Natale... >> aggiungo all'improvviso tenendo gli occhi chiusi, cogliendo alla sprovvista pure Cameron.
Sollevo la mia mano e bacio il mio stesso palmo, nella zona in cui giace l'anello regalato poco fa dal castano.
<<Sai che avrei voluto dartelo la mattina dell'incidente? Avevo organizzato tutto, mancava la colazione e l'anello come tocco finale. Volevo segnare l'inizio della nostra relazione in questo modo, nonostante io sia del tutto consapevole che preferisci l'amore che ci lega rispetto agli oggetti materiali. Ma, ora più che mai, te lo meriti, perché non ti sei mai arresa in nessuna situazione. Nessuno avrebbe mai scommesso su di me, ma tu l'hai fatto e non ti sarò mai grato abbastanza. Mi hai dato la forza giusta per andare avanti. D'ora in poi toccherà a me trattarti un po' come una principessa, visto che hai già lottato abbastanza in questa vita... ora ci sono io.>>
Detto ciò mi stampa un bacio sulla fronte, che non fa altro che far colare altre lacrime dai miei occhi.
<<Sei tutto ciò che ho sempre desiderato... anzi, forse, anche di più>> sussurro al suo orecchio, ricambiando il suo bacio sul collo.
Ci stringiamo in un forte abbraccio... non servono altre parole.
Porta il suo viso al lato del mio collo e stampa leggeri e piccoli baci sulla mia spalla scoperta.
<<Ragazzi, è arrivato il momento della tombola!>> esclama Marylin dalla cucina.
Mi volto e lancio uno sguardo al mio ragazzo, il quale annuisce e si solleva, afferrando la coperta per poi avvolgere i nostri corpi infreddoliti.
<<Stiamo nel nostro mondo, ancora per un po'... >> sussurra con voce roca, stringendomi forte e cullandomi tra le sue braccia.
<<Buonanotte principessa... >>
Un ultimo sussurro, seguito da un bacio sulla tempia, segna la fine della nostra cena di Natale.
FINE.
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