Capitolo 19
Adeline's pov
<<Siamo giunti a destinazione. Preghiamo i gentili passeggeri ad abbandonare la carrozza in fretta.>> ripete un paio di volte la voce metallica proveniente dall'alto, interrompendo il mio momento di quiete.
Afferro velocemente il mio bagaglio a mano e mi dirigo verso l'esterno, assaporando l'odore della mia città.
Mi volto spaesata prima a destra e poi a sinistra, alla disperata ricerca di qualche indicazione da parte dei tabelloni appesi per aria per raggiungere l'uscita più vicina a me, dato che regna il caos generale nella stazione.
Le persone camminano spedite, spingendo prepotentemente chiunque le circondi stia ostacolando il passaggio. Che nervi.
Continuo a dare un'occhiata alla schermata del cellulare, sperando che da un momento all'altro un nome - non proprio a caso - appaia sullo schermo.
Sbuffo rumorosamente al quarto tentativo fallito miseramente, perciò infilo il cellulare dentro alla tasca dei jeans, infastidita e delusa allo stesso tempo.
Sistemo con fare nervoso i capelli tutti da un lato, cominciando a sentire caldo.
Procedo con passo spedito tra i corridoi della stazione, raggiungendo l'ultima sala, nonché la più grande.
Mi faccio spazio tra la gente, che incontra i propri cari e si lascia andare in pianti e lunghi abbracci, senza curarsi del fatto che gli altri devono passare.
Come biasimarli, potessi avere anche io la stessa fortuna!
Tutta questa confusione, però, cessa nel giro di qualche secondo.
Bastano solo un paio di occhi scuri, un sorriso smagliante e un mazzo di fiori tra le sue mani.
Ho sempre visto nei film questa scena e, aggiungerei, mi sono sempre chiesta se qualcuno avrebbe fatto un gesto così bello per me... e Cameron l'ha fatto.
Porto le mani sul viso, non credendo ai miei occhi.
<<Non può essere... >> sussurro a me stessa <<È pazzo>> continuo a ripetere senza sosta.
Il suo sorriso aumenta con il passare dei minuti e giuro di non aver mai visto nulla di più bello in tutta la mia vita.
Accelero il passo, trascinando con me la mia valigia stracolma di vestiti e souvenir vari, e mi affretto a raggiungere il castano.
Non ci vuole molto: in un attimo i nostri corpi si uniscono tra di loro come se fossero gli ultimi pezzi mancanti per completare il puzzle, dando vita a tante emozioni nel mio petto.
Inspiro profondamente di continuo: mi era mancato quel profumo di felicità.
Stringo leggermente le braccia attorno al suo collo e lui, di conseguenza, fa lo stesso sui miei fianchi.
Lascio una serie di baci sul suo collo, ma non in modo provocante.
Dopodiché mi allontano con il busto, in maniera tale da poter osservare meglio i suoi lineamenti.
Mi perdo in ogni singolo particolare, cercando di trovare un minimo difetto in quel viso adorabile ma allo stesso tempo da prendere a schiaffi.
All'interno del mio stomaco ormai tutto è in subbuglio, altroché le solite due o tre farfalle.
Ho commesso tanti errori nella mia vita e altrettante sono le cose di cui posso rimproverarmi, ma sicuramente non sono una ragazza timorosa... perciò agisco.
Massaggio il viso di Cameron dolcemente e mi faccio coraggio, avvicinando le labbra verso le sue una volta per tutte.
La mia bocca si modella lentamente sulla sua in un primo momento, ma Cameron - da maschio alfa - prende le redini della situazione tra le mani e guida questo momento.
Poco dopo schiudo le labbra, lasciando il via libera al castano per poter approfondire il bacio.
Il più bello arriva nel momento in cui la mia lingua calda entra in contatto con la sua, accendendo il fuoco della passione.
Ho aspetto questo momento per così tanto tempo e, a quanto pare, sembra valga lo stesso per Cameron.
Porto le mani tra i suoi capelli ed accarezzo il suo ciuffo, mentre le nostre labbra si continuano ad assaporare più lentamente.
Non volendo dare maggiormente spettacolo ai presenti, decidiamo di staccarci.
Mi rivolge un sorriso compiaciuto non appena incrocio il suo sguardo e scendo dalle sue braccia, che hanno dovuto sopportare il mio peso per un lungo intervallo di tempo.
<<Bentornata a casa>> mi dice flebilmente, porgendomi il mazzo di fiori.
Arrossisco e mostro un sorriso, presa dall'imbarazzo.
Annuso i fiori ed intanto sento la sua mano tra i miei capelli, che mi rilassa lentamente. Nel giro di qualche si avvicina e mi stampa un bacio sulla tempia, stringendomi poco dopo nuovamente tra le sue braccia.
<<Ti stavo aspettando con ansia>> mormora <<Anche io>> aggiungo.
Sento le sue dita vagare lungo i miei fianchi per raggiungere le mie e, dopo essersi incastrate tra di loro, mi fa cenno di dover abbandonare la sala centrale per avviarci verso l'esterno.
...
<<Adeline! Mi sei mancata da morire!>> esclama emozionata Marilyn, abbracciandomi senza esitare neanche un secondo <<Anche tu, davvero tanto>> rispondo emozionata.
Sono veramente grata di aver trovato una persona disponibile e comprensiva come Marilyn... è diventata ormai una seconda mamma per me.
<<Hai mangiato? Hai bevuto? Mi sembri così sciupata, tutto bene?>> ed è così che partono le sue domande a raffica, che mi fanno sorridere <<Eccome, dovrei mettermi leggermente a dieta perché in questi giorni ho esagerato con i fast food... sarà che non ci vediamo da un po'>> presumo, ammettendo la verità.
<<Ed io che volevo portare sia te che Cameron a cena fuori stasera... >> sussurra tristemente.
<<Be', in caso si comincia direttamente lunedì! Ormai siamo a venerdì, tanto vale concludere la settimana in bellezza>> esordisco, ridacchiando <<Questa è esattamente la Adeline che conosco>> dice, puntandomi il dito contro e ridendo insieme a me.
<<Ma che fine ha fatto Cameron?>> domanda Marilyn poco dopo, sentendo la mancanza del figlio <<Ha detto che avrebbe sistemato i miei bagagli, ma penso che sia il caso che io vada a dare un'occhiata perché non sta dando segni di vita>> commento in modo ironico, strappando una risata alla mamma del diretto interessato.
Detto questo mi avvio verso le scale e, una volta raggiunta la fine della rampa, giro a destra e cammino lungo il corridoio, raggiungendo la mia cara e vecchia stanza.
Non appena apro la porta vengo accolta da un Cameron stremato, che cerca disperatamente di capire come aprire la valigia.
<<Io te lo giuro che non sono così incapace come sembra... insomma, è una stupidissima valigia!>> esclama ed intanto continua a litigare con la cerniera che non accenna alcun movimento.
<<Cameron, hai mai sentito parlare del lucchetto?>> chiedo, trattenendo per quanto sia possibile la mia risata con il palmo della mano.
<<Ah, cazzo>> afferma, grattandosi nervosamente il retro della nuca, sicuramente sentendosi un idiota.
Fallisco nel mio tentativo precedente e scoppio in una fragorosa risata, che rimbomba in tutta la stanza... anzi, in tutta la casa, dato che Marilyn dal piano di sotto fa un commento - come al suo solito - sulla mia risata silenziosa.
<<150918>> detto il codice <<Provaci adesso>> continuo, stuzzicandolo.
Ricevo da parte sua un ghigno divertito, che non mi fa altro che sorridere ulteriormente.
<<Scegli il mio outfit per stasera>> dico, prendendo posto sul pavimento <<Stasera?>> domanda confuso <<Sì, Marilyn ci porterà a cena>> spiego velocemente <<Hai capito la mamma.... va bene, ci penserò io.>>
Porta la mano sul mento e fa finta di massaggiarsi la barba - che non ha - , strappandomi una risata.
<<Questo abito assolutamente no, poi avresti tutti gli occhi puntati su di te e non è questo che vogliamo, giusto?>> alza lo sguardo per incrociarlo con il mio, beccandosi da parte mia un cenno positivo con il capo e un ghigno <<Giusto... >>
È palesemente in difficoltà, lo posso notare dalla serie di rughe che occupano la sua fronte, perciò mi affretto ad aiutarlo.
<<Io opterei per qualcosa di non troppo elegante, ma nemmeno banale... perciò un blazer rosa abbinato ad un paio di jeans skinny ed un canotta bianca. Semplice e, soprattutto, non volgare>> mostro i capi citati e il castano si mostra subito entusiasta all'idea.
Si alza e mi raggiunge rapidamente, stampando un bacio sulla punta del mio naso.
<<Aspetto di vederti ancora più bella del solito, preparati in fretta.>>
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