Capitolo 16
Adeline's pov
I raggi solari filtrano dalla finestra e la sveglia del mio cellulare disturba imperterrita, interrompendo il mio sonno profondo: non sono pronta ad affrontare una nuova giornata, soprattutto in una nuova scuola e con gente nuova.
Rilascio un sospiro pesante e sollevo le lenzuola calde dal mio ventre, cercando con tutta la mia forza di volontà di alzarmi dal letto.
Riesco nel mio intento e, non appena mi rendo conto di essere in ritardo, filo in bagno e comincio a prepararmi.
Le lancette dell'orologio scorrono rapidamente e nel giro di venti minuti abbandono la stanza, scendendo al piano inferiore per fare colazione.
Non appena raggiungo la cucina, trovo Bryan impegnato a preparare il frullato.
<<Buongiorno>> sussurro, sorridendo <<Ciao Adeline>> risponde <<Vuoi del succo di frutta?>> continua.
<<Sì, grazie>> ammetto a voce alta, avvicinandomi a lui <<Per qualsiasi altra cosa, dai un'occhiata allo scaffale in fondo a destra... >> mormora, mentre cerca di capire come far partire il frullatore, apparentemente bloccato.
<<Ehm, la spina... >> suggerisco, trattenendo una risata.
Il ragazzo strabuzza gli occhi e mi fissa incredulo.
Non riesco a trattenermi, infatti comincio a ridere di sottofondo.
<<Non infierire>> commenta, fingendosi ferito <<Scusa>> alzo le mani e, ancora sorridente, mi volto in cerca dei biscotti.
Non appena riesco nel mio intento, prendo posto attorno al tavolo e contemporaneamente Bryan fa lo stesso, appoggiando i due rispettivi bicchieri sul piano.
<<Ecco a lei, signorina>> pronuncia <<Ti ringrazio>> dico ancora una volta.
Comincio subito a consumare il pasto, temendo di non riuscire ad arrivare in orario per l'inizio delle lezioni.
<<Sei agitata? Penso non sia facile ricominciare tutto da capo, di nuovo... >> chiede curioso, scrutandomi attentamente <<Mi sono abituata ad avere una vita movimentata, tutto qua... é una questione di giorni e tutto risulterà normale>> spiego.
<<Ti invidio un sacco, davvero>> dice prima di sorseggiare del succo <<In senso positivo ovviamente>> aggiunge, evitando fraintendimenti.
Sorrido, non sapendo cosa dire, e continuo a mangiare.
Una volta saziata, mi alzo dal tavolo e - dopo aver messe il bicchiere in lavastoviglie - cammino verso l'uscita.
<<Dove vai?>> domanda Bryan d'un tratto, interrompendomi <<A scuola>> rispondo con tono ovvio.
<<Sai la strada?>> chiede ulteriormente, sbalordito.
Come non detto.
<<Ehm, no... >> sussurro sincera <<Due minuti e partiamo, guido io>> valuta, prima di voltarsi ed avanzare verso il bagno.
<<Dovrei fidarmi o sei più un tipo da guida spericolata?>> il mio punto interrogativo è un tentativo per stuzzicarlo, giusto perché amo mettere quel giusto velo di ironia nelle conversazioni <<Lo scoprirai vivendo>> comunica, sparendo dietro alla porta del bagno.
Bene, non vedo l'ora.
...
<<Tutto sommato è stata una giornata poco impegnativa, ma ho bisogno di un letto... all'istante>> annuncio a gran voce, rientrando nell'autovettura di Bryan.
<<Ed io che volevo portarti a fare un giro in centro... >> sussurra, diminuendo sempre di più il tono della voce.
Mi volto a guardarlo e sorrido <<In effetti, però, il sonno mi è passato>> dico, con fare ironico.
Il castano mi lancia un'occhiata fugace prima di portare tutta l'attenzione sulla strada, sfoggiando un sorriso raggiante.
<<Ti vedo un po' pensierosa>> mormora diretto, senza tanti giri di parole <<Potrò sembrarti troppo invasivo, ma tendo a dire sempre ciò che penso... se non ti va di parlarne non è un problema, che sia chiaro.>>
Sistemo una ciocca di capelli dietro all'orecchio e mi schiarisco la voce.
<<In realtà avrei tantissime cose da dire - logorroica quale sono - , ma non riesco a capire cosa mi sta succedendo>>
<<Come si chiama?>>
<<Cameron... >> balbetto con un filo di voce, portando lo sguardo fuori dalla finestra <<Vi conoscete da tanto?>>
<<No, è questo il punto... è entrato a far parte della mia vita per puro caso ed è proprio lui il motivo che mi ha spinta a venire qui. Pensavo di aver trovato una persona veramente interessata a me e scoprire, per di più da vanti ai nostri rispettivi genitori, che ero solo vista come la povera ragazza rimasta senza madre mi ha ferita parecchio.>>
Bryan si limita a spostare la sua mano destra dal volante al mio ginocchio scoperto, accarezzandolo con fare dolce e premuroso.
<<Mi dispiace tanto, davvero.>>
Mi limito a sollevare le spalle e rilascio un sospiro pesante, sentendo gli occhi farsi sempre più lucidi.
Trattengo il labbro inferiore con i denti, cercando di tranquillizzarmi e chiudo le mie iridi azzurre, lasciando scivolare involontariamente una lacrima amara - che mi affretto ad asciugare - .
<<Ehi... >> Bryan, non appena mi vede in questo stato, accosta la macchina e si volta verso la mia direzione <<Non volevo farti piangere>> sussurra addolorato, sentendosi il colpevole del mio pianto.
<<Stai tranquillo, era tutto quello di cui avevo bisogno.>>
<<Posso darti un consiglio?>> domanda successivamente, mentre sistema i miei capelli all'indietro, lasciando libero il mio viso.
<<Dimmi>>
<<Chiamalo, anche subito.>>
<<È tutto troppo affrettato! Ci conosciamo da poco tempo, non posso già definirmi "innamorata". La verità dei fatti è che non ho mai avuto un ragazzo prima d'ora - scelta mia, ero focalizzata solo sulla scuola e sul mio successo personale - e ricevere un certo tipo di attenzioni da Cameron mi ha fatto perdere il controllo. Ma ciò non significa nulla.>> mi giustifico, cercando di essere il più realista possibile.
<<Non conta da quanto tempo conosci quella persona, bensì come ti fa sentire... quante volte nei film la protagonista si invaghisce del ragazzo nel giro di qualche secondo, delle volte pure tramite un solo sguardo? Adeline, la chimica è fondamentale, è il filo immaginario che lega due persone... chi sei tu per giudicare le tempistiche di quest'ultima? Sii serena ed accetta emozioni, come e quando arrivano.>>
Le parole di Bryan mi colpiscono particolarmente, soprattutto perché tutto quello che ha detto - in fondo - è vero, semplicemente non riuscivo ad accettarlo.
<<Il mio è solo un consiglio... ora sta a te prenderlo in considerazione o meno>> conclude, girando la chiave per far partire la macchina e sfrecciare lungo la strada trafficata.
...
<<Un ghiacciolo al limone e una granita alla menta>> pronuncia Bryan, passando lo scontrino al gelataio.
L'uomo dall'altra parte del bancone prepara la nostra ordinazione in pochi minuti e - dopo poco - riprendiamo la nostra passeggiata.
<<Io ti ho raccontato qualcosa di me, tu invece cosa mi dici? Fatti conoscere un po'>> domando in un secondo momento, dopo aver addentato il ghiacciolo con morsi piccoli.
<<Cosa vuoi sapere di preciso? Non me la cavo bene con le presentazioni>> afferma, alzando le mani in segno di arresa <<Vita, passioni, hobby, situazione sentimentale... >>
<<Mio padre ha abbandonato mia madre non appena ha scoperto della gravidanza, per questo motivo sono molto legato a mia madre, è la donna più importante della mia vita... subito dopo c'è la mia ragazza, Catherine. La mia più grande passione è il football, ci gioco da quando ho ricordo: spero di riuscire a realizzarmi nello sport, è il mio obiettivo principale.>>
Fisso Bryan sorpresa.
<<Ti auguro il meglio, sinceramente... verrò a tifare per te nelle tribune prima o poi, me lo sento!>> esclamo contenta <<Comunque, ora si spiega il discorso e la tua comprensione di prima, sei fidanzato... >>
<<Ho imparato a capire le donne, dopotutto sono cresciuto con solo una figura femminile al mio fianco>> commenta.
Non sapendo cosa dire, continuo a mangiare il mio ghiacciolo ed osservo il panorama che mi circonda: i mercatini, le vetrine piene di qualsiasi tipo di souvenir e le caffetterie colme di gente.
Cerco di rimanere il più tranquilla possibile, ma ripenso continuamnete al fatto che Bryan - grazie al suo discorso - ha scaturito in me una serie infinita di pensieri sovrastanti tra loro.
In questo momento, la nostra conversazione è l'unica cosa che mi tiene con i piedi per terra, perché la mia mente viaggia e si collega ad un solo punto interrogativo: è veramente questo il posto in cui devo stare?
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