Capitolo 11
Adeline's pov
<<Due menù medi con hamburger, patatine e... da bere cosa preferisci?>> Cameron si volta verso di me, facendomi segno di parlare <<Una sprite>> esordisco rapidamente, senza rallentare l'ordinazione.
<<Ottimo, per me un tè al limone>> dice il castano, prima di estrarre il portafoglio.
<<Mi sei caduto veramente in basso... >> canzono a bassa voce, trattenendo una risata con entrambe le mani.
Il ragazzo - sentendosi preso in causa - si volta di scatto e mi fulmina con lo sguardo.
Paga il conto e ci spostiamo leggermente a destra, in attesa dei vassoi contenenti la nostra cena.
<<Sei del team 'tè alla pesca' a quanto vedo>> borbotta il castano, facendo una smorfia alla fine della frase <<E tu limone... ma fai sul serio? Ecco spiegata la tua acidità iniziale!>>
Strabuzza gli occhi e punta il dito contro.
<<Sper - >>
<<Serviamo l'ordinazione numero 17!>>
La voce squillante della ragazza mora che si trova dietro al bancone non dà a Cameron la possibilità di concludere la sua frase.
Il castano si dirige proprio verso quest'ultima e le mostra lo scontrino, in modo da poter ritirare quanto pagato.
Faccio strada al ragazzo dietro di me, prendendo posto in uno dei tavolini situati all'estero del locale.
<<Ecco a te... >> appoggia il mio vassoio davanti a me <<Ti ringrazio>> mormoro, sorridendo.
Mentre il cibo piano piano comincia a diminuire, la tensione tra di noi si eleva al massimo.
<<Levami una curiosità... perché mi hai definito acido poco fa?>> domanda curioso, mentre succhia la sua bevanda tramite la cannuccia <<Devo ricordarti come ci siamo incontrati la prima volta?>>
Mostra un'espressione confusa.
<<Chi sei e cosa ci fai qui?>> scimmiotto, cercando di imitare la sua voce <<Scusa se non sono abituato alle visite inaspettate>> si difende, alzando le braccia in alto.
<<Ma ti assicuro che non sono per niente acido con le persone a cui voglio bene>> balbetta con un filo di voce, quasi vergognato dalle sue stesse parole <<Lo scopriremo soltanto vivendo... >>
Detto questo, termino la manciata di patatine che mi mancano e la mia bevanda preferita.
<<È davvero un posto carino>> osservo.
Ruoto lo sguardo a destra e a sinistra, notando numerosi locali ed attrazioni.
<<Vorrei farti vedere un altro paio di cose, sempre in questa zona. Sei pronta a divertiti?>>
...
<<Due biglietti>> riferisce Cameron, porgendo di conseguenza la banconota <<Ecco a voi, buon divertimento.>>
Il castano mi porge il mio gettone.
<<Solitamente non va particolarmente in alto... ma, mai dire mai>> scoppia a ridere, prendendosi gioco delle mie paure <<Ricordami perché ho accettato di salire insieme a te?>>
Mostra ancora un volta il suo bel sorriso, luminoso e pieno di vita.
<<Perché siamo qui per divertirci>> commenta <<Bene, non per morire! Guai a te se ti salta in mente di prendere posto nell'ultima fila.>>
Lo metto in guardia sin da subito, onde evitare incomprensioni.
<<Diciotto anni decisamente buttati nel cesso, mia cara Adeline>> ribatte, alzando gl'occhi al cielo.
Faccio finta di nulla e continuo a torturare le mie dita, in preda al panico.
Il castano si accorge del mio stato d'animo e congiunge le sue dita con le mie.
<<Ci sono cose peggiori da affrontare nella vita, vedrai... >> sussurra al mio orecchio, sovrastando la confusione presente.
Annuisco, non volevo aggiungere altro, e rilascio un profondo sospiro.
Posso farcela.
Il turno finisce e tutte le persone scendono dalla giostra, lasciando spazio al nuovo gruppo.
Mi precipito a riservare i posti centrali, pensando astutamene che in quella posizione sentirò di meno l'altezza... ma qualcuno lassù ha deciso bene di giocarmi un brutto scherzo.
Solo l'ultima fila è libera.
<<Ti ho già riferito quanto sono fortunata nella vita?>> domando nervosa, rivolgendomi a Cameron <<Non sarà poi così male.>>
Prende la mia mano e mi trascina su per le scale.
Cerca di staccare la mano, ma faccio di tutto per fargli capire che non deve azzardarsi a lasciarmi andare.
Abbasso lo sguardo, imbarazzata, e noto con la coda dell'occhio che mi sta fissando.
La barca comincia ad oscillare lentamente, aumentando velocità sempre di più col passare dei secondi.
<<Chi me l'ha fatto fare!>> urlo terrorizzata nel momento in cui mi trovo sospesa nell'aria <<Ci sono io qui, stai tranquilla... >> ripete Cameron.
Alterno dei respiri profondi ad espiri ogni qualvolta la giostra scende, rendendo i fatidici due minuti una vera e propria agonia.
Il ragazzo al mio fianco sembra non avere alcun problema, infatti si gode la giostra nel migliore dei modi.
Trovo pace con la mia paura nel momento in cui la giostra comincia a rallentare, tanto da cessare ogni movimento.
<<I soldi peggio spesi nella mia vita>> confesso a gran voce, rivolgendomi al castano <<Non fare la melodramatica! È stato pazzesco!>>
Scuoto la testa, contrariata.
<<Mi devi un cuore nuovo, sappilo.>>
...
<<Ora che hai un cuore nuovo di zecca, sei felice?>> domanda Cameron, riferendosi al peluche che è riuscito a vincere ad una gara di colpi.
<<Felice, ma allo stesso tempo preoccupata... hai una mira a dir poco perfetta, devo cominciare a sospettare del tuo bel faccino?>> chiedo ironica, strappandogli una risata <<Non sabotarmi!>> ribatte, facendomi un occhiolino.
Arrossisco, senza controllo.
Percorro il breve tratto che separa la macchina dalla porta e successivamente suono il campanello... ma non ottengo alcuna risposta.
<<Hai una copia delle chiavi, vero?>> domando fiduciosa, unendo le mani come si fa durante le preghiere <<Ovvio che no.>>
Spinge le labbra in fuori, com'è solito fare quando è in una situazione difficile e si trova impreparato.
<<Potrei avere un'idea>> sbotta all'improvviso, cogliendomi di sorpresa <<Ma potrei beccarmi una denuncia, pure da mia madre>> continua, perplesso e preoccupato.
<<Tanto, peggio di così non potrà andare>> commento tra le risate.
Concorda con me tramite un cenno con il capo e si avvia verso il tettuccio del garage: comincia ad arrampicarsi con l'aiuto di uno sgabello, trovato casualmente al di là del recinto che porta allo scantinato.
Dopo aver provato diverse mosse marziali riesce a superare il suo primo ostacolo... ora manca solo la finestra ed il gioco è fatto.
Sono sul punto di arrendermi e cominciare a prendere posto sulle scale dell'entrata di casa Dallas, ma con grande stupore mi accorgo che la finestra non è stata chiusa in precedenza.
<<A volte, il mio essere disordinato, ha dei pregi>> borbotta <<Salta su, Adeline>> comanda infine, facendomi strabuzzare gli occhi.
<<Ma sei matto? Potrebbe vedermi chiunque!>> rispondo <<Non puoi venire ad aprirmi la porta?>>
Esasperato, solleva lo sguardo verso il cielo.
<<Certo che sei noiosa, non vuoi mai rischiare... >>
Queste parole - e il tono che usa, principalmente - scaturiscono in me qualcosa.
<<Fermo, ti raggiungo io.>>
Sono disposta a scommettere su tutto ciò che ho più caro che sul bel faccino di Cameron Dallas si è dipinto un ghigno.
Con tutta la mia forza di volontà, mi alzo ed avanzo verso lo sgabello: appoggio il mio piede sopra il ripiano e successivamente spingo il mio corpo verso l'alto, buttandomi a peso morto tra le mattonelle del tettuccio.
<<Com'è? È morbido?>> la sua domanda non tarda ad arrivare, fiscale come un orologio svizzero <<La simpatia è in saldo al supermercato?>>
Scoppia in una fragoroso risata, portando entrambe le mani dietro arrivare la nuca.
<<Non mordo sai, ho mangiato abbastanza per oggi... puoi avvicinarti>> il suo tono ironico mi fa sorridere come sempre, perciò colgo la palla al balzo e mi avvicino.
Accomodo il mio dolce peso sul marmo della finestra decisamente fresco e rilascio un sospiro.
Cameron porta il capo verso il basso e continua a chiudere ed aprire la cerniera della tasca dei suoi jeans, non sapendo cosa fare.
<<Ti annoio così tanto?>>
Inizialmente è disorientato, ma - dopo avergli indicato l'oggetto che attira la sua attenzione - capisce a cosa mi riferisco e sorride, ancora una volta.
<<Sono solo leggermente in imbarazzo, tutto qui>> comunica <<Wow, ho fatto imbarazzare Cameron Dallas? Questa notizia farà scalpore tra i corridoi della nostra scuola... >> lo sfido, sapendo che ama le mie provocazioni.
<<Meglio di no, altrimenti le mie ammiratrici potrebbero ingelosirsi>> si difende.
Ed è in questo momento che non capisco se sta scherzando, oppure è serio.
<<Oh giusto... lontano dai guai>> alzo le mani e mi limito a fissare il paesaggio di fronte a me.
Alla mia frase segue un momento di silenzio, finché non si decide a parlare nuovamente.
<<Ormai ci sei dentro fino al collo.>>
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