Capitolo 6
Sono una stupida! Cosa pensavo? Mi chiedo davvero cosa mi passa per la testa in questi momenti. Credevo davvero di essere alla sua altezza? Sono solo una povera ragazzina che vive di illusioni.
Zhhhh
"Ehi Marti, che ne dici di uscire? Non perdiamoci in parole!"
Tutto qua? Forse dovrei accontentarmi già del fatto che abbia risposto. Io gli ho aperto il mio cuore, ho espresso i miei sentimenti ...
E lui?
Guardiamo i lati positivi, presto usciremo insieme con un vero appuntamento.
Un altro giorno. Un' altra giornata di merda davanti. Anzi no, dovrebbe andare meglio oggi. Finalmente usciremo insieme. Finalmente potrò stare sola con Jordan.
Arrivo a scuola. Oggi vedo tutto con un aria diversa. Più allegra oserei dire. Ecco Rebecca. È l'unica che sa del messaggio che ho inviato a Jordan, anzi me l'ha quasi dettato lei direi.
Ultimamente mi fido solo di lei. Non mi fido più molto di Lucy, abbiamo uno dei soliti alti e bassi, forse questo è più basso del solito. Per fortuna ho Rebecca vicino, con lei non ho problemi, c'è sempre, mi ascolta sempre e mi sa dare consigli, è una vera amica. Anche Tom ultimamente è poco presente, ha anche lui i suoi problemi poverino. Non trova il coraggio di dire a Luky ciò che prova e ci sta molto male. Ma ognuno ha la propria Croce..
«Ehi Marti.»
«Ciao Reb.»
«Pronta per un' altra estenuante giornata di scuola?»
«Si si ahahahah!»
Entriamo in classe. Ci sediamo al penultimo banco. Ora è lei la mia nuova compagna di banco da qualche settimana. Mi trovo molto meglio, mi fa ridere sempre, mi ricorda che la vita non è così brutta come sembra. Lucy si è seduta con Tom, sperando cambi qualcosa.
È iniziata la lezione. Oggi inizieremo a preparare i percorsi per l'esame. Dobbiamo scegliere un tema su cui farla e io non ne ho la minima idea. Mi sta salendo il panico, ma devo restare calma c'è ancora molto tempo...giusto?
Tutti discutono su cosa farla ma io ho la mente bloccata..
«Marti? Ci sei?»
Rebecca mi sta passando la mano davanti al viso da qualche minuto e non me ne sono accorta, ero così presa dai miei pensieri.
«Si si scusa, dimmi!»
«Hai deciso l'argomento da cui partire? Io penso di portare la rivoluzione francese. È un argomento che si collega con tutto...»
Ecco da qui in poi non ricordo cosa abbia detto. La mia mente è tornata ai suoi pensieri. Potrei scegliere di portare la seconda guerra mondiale, o la prima. Anche se la rivoluzione industriale forse è un argomento che si avvicina di più al mio stile. Si forse porterò quella.
«Marti? Mi stai ascoltando?»
Povera Rebecca, la sto totalmente ignorando.
Usciamo da scuola. Si sta avvicinando sempre di più il momento in cui uscirò con Jordan. Cosa mi metto? Meglio chiedere consiglio a Rebecca.
«Re, secondo te, cosa posso mettere pomeriggio per uscire con Jordan?»
«Allora seconde me... mhhh... una gonna o uno short con un top!»
La enfasi che usa nel dirlo mi spaventa. Non sono il tipo da short, nè tanto meno da gonne.
Forse potrei fare un eccezione per una volta.
Domani sarà un mese che papà non c'è più e io non faccio altro che pensare a pomeriggio e Jordan. A volte penso di essere egoista, ma non è colpa mia. Dovrò pure andare avanti con la mia vita.
Mamma è di nuovo chiusa in se stessa con lo sguardo perso. Più le ore passano, più ci avviciniamo a domani, più lei sembra spegnersi. Ma oggi non voglio rattristarmi guardandola. Devo pensare a me.
Apro l'armadio. Inizio a togliere fuori ogni tipo di cosa che assomigli a dei vestiti. Non c'è molto colore. Sembra che io fossi in lutto già da prima di papà...
Non c'è nulla che mi piaccia più di tanto ma per oggi mi devo accontentare. Prendo un top rosso e uno short nero. Vado sul sicuro.
Sono le quattro. Ci siamo dati appuntamento per le sei. Sono in ansia. Non riesco a stare ferma, cammino avanti e indietro, mi siedo e mi alzo. Almeno ancora non ho vomitato. Come non detto.... Che modo orribile di sfogare l'ansia... eppure subito dopo averlo fatto mi sento benissimo.
Fisso l'orologio. Le lancette si muovono, anche troppo lentamente. Vado allo specchio. Controllo che il trucco sia apposto, poi abbasso gli occhi... No oggi no! Non ci voglio pensare!
Cinque e mezza. È ora di scendere.
Saluto mamma velocemente e mentre tiro la porta sento ancora che mi chiede dove vado e a che ora torno, ma tanto ormai sono già fuori.
Scendo le scale saltellando come una bambina. Chissà cosa succederà. Magari ci fidanzeremo....
Martina stai correndo troppo. Stai calma. Ci siamo dati appuntamento in piazza. Speriamo non faccia ritardo.
Sono le sei meno cinque. Sono seduta su una panchina. L'ansia mi sta divorando. La gamba ormai ha preso vita, non fa più parte del mio corpo, fa quello che vuole.Prendo una sigaretta, almeno smorzerò l'ansia. Eccolo. Lo vedo arrivare. Devo avere gli occhi a cuoricino. Ma non gli resisto. È inutile.
«Ciao piccola!»
Queste parole, quest'insieme di suoni, mi manda in estasi.
Non riesco più a decifrare ciò che sento nello stomaco, se siano farfalle, mostri o altro. Ora c'è lui e non mi interessa di nient'altro.
«Non sono piccola!»
gli strillo.
Eccolo si è seduto accanto a me. Riesco a sentire il suo odore, il suo profumo. Vorrei tenerlo per sempre addosso.
«Tu sei la mia piccola!»
Dio quanto amo il suo sorriso e le sue fossette. Vorrei mettermi a saltellare dalla felicità, ma mi prenderebbe per matta probabilmente... Aspetta, ho usato la parola amo. Sto correndo troppo, decisamente.
Sto facendo la figura dell'idota con il mio solito mutismo selettivo.
Ho le mani fredde. Mani fredde, cuore caldo...
«Dobbiamo parlare Jo..»
«Abbiamo molto tempo per parlare, ora...»
La sua voce è così calda, pendo dalle sue labbra. Sento le sue mani sulle spalle. Prova a baciarmi, ma giro la testa. Vorrei che parlassimo prima, non può andare avanti così. Non può comparire e sparire quando vuole dalla mia vita e pensare che tutto rimane uguale.
Mi sta già baciando e tutti i miei pensieri sono spariti. Vedo solo un'esplosione di colori. Ha le labbra così morbide. Provo a morderlo. È così bello. Sento le sue mani salire al collo. Provo a parlare ma è inutile. Lui mi comanda. Sono bloccata. È come se mi facesse un incantesimo e io non fossi capace di comandare me stessa.
Forse dovrei lasciarmi andare e non farmi troppe paranoie. Si forse è così.
Adoro stare tra le sue braccia. Mi danno un senso di sicurezza. Mi sento bene e non ho bisogno di altro ora. Sono in un vortice di emozioni, forse anche contrastanti. Vorrei chiarire la situazione ma non posso. Sprecherei solo minuti a farfugliare. Preferisco sentire le sue labbra su di me e affondare le mie dita nei suoi bellissimi capelli. Quando sono con lui sembra fermarsi il tempo e nello stesso tempo scorrere veloce. Sembra di essere bloccati in un frammento dello spaziotempo.
«Jo, devo chiederti una cosa..»
Sento la sua lingua sul collo, ho un brivido.
«Non parlare piccola, dai!»
«Ma è importante! Domani verrai? Verrai alla messa di papà ? Come hai fatto la volta scorsa! Ho bisogno di te!»
Si è bloccato. Si è alzato tutto ad un tratto. Sembra infastidito, forse non avrei dovuto dirglielo ora.
« Jo?...»
Mi trema la voce.
« Sono le otto. Andiamo o perderemo il pullman.»
E' freddissimo. Non sembra più lui. Fino a cinque minuti fa era seduto affianco a me e mi baciava sul collo e ora mi cammina cinque metri lontano.
Non capisco.
Cosa ho detto di sbagliato?
Stava andando tutto bene, avevamo passato un bel pomeriggio insieme... perchè rovinarlo proprio ora?
«Jo che è successo? Ho detto qualcosa di sbagliato? Sei freddo...»
«Non ho nulla. Hai una sigaretta?»
Gli passo il pacchetto senza risponderlo e ne accendo una anche io. Di solito mi piace il silenzio, ma non questo.
Finalmente siamo arrivati alla fermata, spero passi presto il pullman. No, non è vero. Non vorrei mai staccarmi da lui.
« Eccolo è arrivato Martì!»
Mi accingo a salire, ma mi accorgo che lui non lo fa. Mi lascia qui sola, senza una riposta. Una spiegazione. Un ciao. Un bacio.
Corro su per le scale del palazzo di casa. Ho i lacrimoni che stanno per scendere, ma non posso farmi vedere così da mia madre.
Faccio un respiro profondo ed entro ian casa. Eccola. Si è addormentata come sempre sul divano con la televisione accesa. Spengo la tv, prendo una coperta e gliela metto sopra e le do un bacio. Ti voglio bene mamma.
Sono così stanca, non tanto fisicamente, ma mentalmente. Entro in camera mia, chiudo la porta. Ho bisogno di parlare con qualcuno, devo sfogarmi.
Lucy?
No, meglio di no, sopratutto se si tratta di Jordan.
Tom?
Meglio lasciarlo stare, ha già i suoi problemi.
Rebecca, si!
«Pronto!»
Ha la voce assonata, forse la ho svegliata. Lei va a dormire presto e sono le undici. Vabbè ormai il danno è fatto.
« Ehi Reb, scusa se ti disturbo ma avevo bisogno di parlare con qualcuno!»
« Tranquilla Martì, come è andata con Jordan?»
Boom! Solo a sentire il suo nome mi risale la malinconia. Sospiro.
« Eh... sembrava andare tutto benissimo.. eh..eh..eh poi...»
Scoppio a piangere come un'idiota. Non so più gestire le mie emozioni, ansia, felicità, tristezza, rabbia. E' tutto un mix, esplosivo!
« Marti, non piangere, non ce ne è il bisogno. Ora ti calmi e mi racconti per bene cosa è successo. Vedrai che tutto si risolverà!»
«Lo spero proprio..»
Ho ancora la voce impastata ma provo a spiegarle cosa è successo.
«Wow! E' stato un pomeriggio intenso per te Martì! Non so che dirti. Non ho capito perchè si è comportato così, lo facevo un tipo strano, ma non fino a questo punto!»
Già lo penso anche io... Si è fatta mezzanotte.
« Dai Reb ora vai che è tardi. Grazie di tutto! Ah io domani non vengo a scuola, ci vediamo direttamente pomeriggio in chiesa! A domani!»
« Ah mi lasci sola al banco? Brutta stronza! Vabbè buonanotte tesoro e a domani!»
Ringrazio di averla sempre al mio fianco. Ogni giorno che passa la sento sempre più vicina, più come una sorella! Ora dovrei andare a dormire anche io.
Mi corico, ma la mia testa è da un'altra parte ovviamente. Provo a non pensarci ma è inutile. Non riesco a darmi una spiegazione valida. Non mi ha neanche mandato un messaggio. E' scomparso. PUFF! Dovevamo parlare, lo sapevo. Non posso continuare a vivere nell' incertezza. Mi distruggerò così!
"Aiuto! Aiuto!"
"Papà, papà che succede? Cosa ti hanno fatto! NO!NO! Ahhhhhh!"
« Svegliati, svegliati Martì! Era solo un incubo!»
Apro gli occhi. Vedo mamma in piedi davanti al mio letto che tenta di tranquillizzarmi. Devo aver fatto un altro incubo. Stavolta sembrava davvero reale.
C'era papà... e gridava, gridava di aiutarlo... ma io... io non potevo fare nulla, non ho potuto salvarlo! Mi manchi così tanto papà. A volte penso di voler provare a raggiungerti, ma poi penso alla mamma e non lo sopporterebbe, non sopporterebbe di perdere anche me, non potrei mai lasciarla sola in questo inferno chiamato mondo...
Se il buongiorno si vede dal mattino è evidente che non fa per me. Sono più o meno le dieci. Stanotte ho riposato malissimo. Troppi pensieri, troppe persone, papà, Jordan, e la giornata è appena cominciata.
«Buongiorno ma!»
Devo dire che oggi siamo entrambe euforiche... anche lei ha una faccia...
« Ehi piccola..»
Vorrei mandarla a fanculo... "PICCOLA" ... ma in fondo lei che ne sa, non è colpa sua.
Alle quattro ci sarà la messa, non vedo l' ora di rivedere tutti i parenti e le persone che non conosco. Che strazio. Non so neanche se quell'idiota verrà.
Sono già le tre. Indosso un abito nero. Mi dona, anzi mi sfila. Il mio viso si riflette in quello di mia madre. Entrambe abbiamo lo sguardo perso. Da un mese a questa parte succede spesso. Abbiamo un vuoto incolmabile dentro, e fa male. Mi chiedo cosa si prova nel perdere l'amore della propria vita, la propria metà. Io non sarei in grado di andare avanti, di riprendermi, preferirei seguirla all'inferno più tosto che rimanere qui da sola.
Arriviamo in chiesa, stavolta ci sono solo i parenti più stretti per fortuna. Vedo Rebecca, che cosa farei senza di lei? Sarei persa, indubbiamente.
«Rebecca!»
Per la prima volta nella mia vita salto al collo di una persona. Non sono solita abbracciarla, invece oggi sono addirittura felice di vederla. Sarei ancora più felice di vedere qualcun'altro...
« Ma Lucy? E Tom? Dove sono?»
Rebecca mi guarda imbarazzata, già la cosa non mi piace. Okay in quest' ultimo periodo io e Lucy non saremo attaccatissime, però cazzo sei una delle mie migliori amiche e manchi nel momento di vero bisogno? Mah!
«Veramente Martì, Lucy mi ha detto che non sarebbe venuta, invece Tom farà un po' tardi, ma verrà, verrà!»
Come non detto...
«Usciamo fuori per favore? Ho già la nausea di tutto ciò!»
Mi accompagna fuori. Ho bisogno di fumare sennò inizio ad urlare stavolta.
«Ne vuoi una? Anzi la smezziamo dai!»
Rebecca mi guarda annuendo.
«Allora? Si è fatto sentire Jordan?»
Dio lui no! Non ora! Sto per avere una reazione isterica! O piango, o grido!
«Lascia stare va!»
Deve aver notato il mio sguardo fulminante...
«Ehi ragazze! Marti scusa il ritardo..»
Ecco Tom. Non parlo con lui da quando mi ha raccontato di quel tipo che aveva picchiato per Lucy, che spreco.
«Tranquillo. Ora entriamo, stavolta voglio esserci per mia madre!»
Ed in effetti è così. Al funerale non sono stata capace di starle accanto, ed anzi ero qui fuori con Jordan! Meno sto qui fuori e meno me lo ricorderò!
Anche se vorrei che ora lui fosse qui con me, qui fuori a stringermi per farmi sentire a casa.
Sono affianco a mamma, il prete parla da una decina di minuti, dice qualche cosa di cui non mi interessa nulla e che non intendo ascoltare.
Noto che mamma ha gli occhi lucidi, probabilmente li ho anche io ma non me ne rendo conto. Le prendo la mano e gliela stringo forte, voglio che capisca che io ci sono e ci sarò sempre al suo fianco, la sorreggerò nei momenti più bui.
C'è una foto di papà davanti all'altare. Una lacrima mi riga la guancia... ogni tanto mi prende il terrore, mi assale il pensiero che io possa scordarmi del suo viso, di non riuscire più a ricordarlo. Non penso potrà mai accadere, non mi scorderò mai di te papà!
Sento la mano di mamma asciugarmi il volto. Forse anche lei vuole farmi capire qualcosa. Forse vuole dirmi che anche lei ci sarà sempre per me, nei momenti miei più fragili.
Finalmente la messa é finita e sono libera di poter tornare a casa. Nessuna traccia di Jordan. Non un messaggio, non una chiamata. Non si è nemmeno degnato di venire oggi. Mi fa molto male. Non può spezzarmi il cuore, poi ricomporlo e poi di nuovo divertirsi a rispezzarlo. Ho perso già una parte di me, non voglio perderne un'altra.
Torniamo a casa. Stasera abbiamo deciso ci mangiare una pizza e vedere un film sul divano con mamma. Abbiamo bisogno di passare del tempo da sole in tranquillità.
Mezzanotte e mezza, mi ero addormentato sul divano con mamma, meglio che me ne vada a letto. Controllo il telefono prima di addormentarmi.
Jordan.
"Dobbiamo parlare!"
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Ciao ragazzi, è la prima volta che pubblico la mia storia su wattpad e sono felice dei primi risultati ottenuti, mi farebbe molto piacere se lasciate un commento e mi diceste cosa ne pensiate fino ad ora. Se vi piace lasciate una stellina ❤❤❤
Grazie di tutto e al prossimo capitolo con nuove sorprese!
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