2. Il registro degli endar
La mattina dopo, quando fu di ritorno, trovò l'imperatore sveglio ad aspettarlo.
Appariva molto meno debole della sera precedente: il solo fatto di non aver assunto altro veleno e di aver dormito un sonno tranquillo quella notte sembrava avergli fatto miracoli. Evander sperò che si sarebbe ripreso presto.
«Perché indossate il mantello degli endar?» gli chiese l'imperatore, dopo aver bevuto e mangiato in silenzio, con sete ed appetito.
«Sono un endar, sì, ma solo nell'abito, maestà».
«Zadok,perché fate questo per me, se siete al servizio di Vlastamir?».
Evander rimase un momento in silenzio. Poi, a denti stretti per la rabbia, disse: «Vlastamir non è il mio imperatore, maestà. Il mio imperatore siete voi. Ma, anche se non lo foste, io cercherei a tutti i costi di impedire ad un figlio di avvelenare suo padre!».
L'imperatore fece un sorriso indulgente: «Siete un endar, non potete ricordare l'affetto di un figlio per il suo genitore...».
«Posso,mio signore. L'endar non ha lasciato traccia in me».
«Voi quindi ricordate vostro padre? E lo amate come lo amavate prima di diventare endar?».
«Più di ogni altra cosa al mondo, mio signore», disse Evander, reprimendo l'impulso di rivelare a suo padre l'intera verità.
«Anche Adalwin si è ricordato di me».
«Loso, sire».
«Voi e Adalwin vi conoscevate?!» chiese sorpreso l'imperatore.
«Sì,mio signore. Il ragazzo di cui vi ha parlato... quello che era suo amico alla Fortezza di Confine... sono io».
«Siete davvero voi?!» esclamò ammirato l'imperatore: «Ma Adalwin mi aveva detto che quel ragazzo era stato preso, e che gli endar avevano vinto con lui».
«Ed infatti era così. Ma da poco tempo io sono tornato in possesso della mia identità».
«Adalwin mi parlava molto di voi e della vostra amicizia. Mi disse che, prima di essere preso dagli endar, eravate un contadino».
«Sì.Ma sono stato preso dagli endar all'Accademia».
«Adalwin non me ne aveva fatto parola...!».
«Non lo sapeva: non parlavamo molto della vita al di fuori della Fortezza.Quella vita ci era stata rubata...».
L'imperatore evitò il suo sguardo, come imbarazzato dal proprio senso di colpa:
«Adalwin non ne ha mai avuta una: aveva solo cinque anni quando lo hanno portato via».
Evander annuì, ma non poté fare a meno di aggiungere:
«Ma aveva una famiglia».
Il vecchio imperatore si incupì. Quell'argomento gli faceva troppo male. Cercò di cambiare discorso:
«E così il vostro sogno era diventare Esploratore?».
«Sì.In realtà, lo avevo appena realizzato: sono stato preso il giorno in cui stavo per ricevere il diploma di Capitano Esploratore».
L'imperatore sgranò gli occhi, incredulo:
«Cosa dite?! Vi hanno preso a diciotto anni?» esclamò: «Dovevate avere doti eccezionali, allora! Siete il primo che sento che sia stato preso oltre l'età massima!».
«Ero riuscito a ingannarli durante le selezioni dei quindici anni, ma con il mio punteggio massimo all'Accademia si sono insospettiti».
«Capisco...Voi siete senza dubbio un uomo senza eguali, Zadok. Non potevano fare a meno di voi. Spero solo che riuscirete ad ingannarli di nuovo. Adalwin mi aveva detto che alla Fortezza avevate promesso l'uno all'altro che non vi sareste mai fatti convertire. Ci siete riusciti. Avete combattuto contro una delle malattie infettive più terribili di questo mondo, e l'avete sconfitta. Siete degno di tutta la mia ammirazione e stima, Zadok».
«Mio signore! Voi siete troppo buono, ma io non credo di meritare né quella stima, né quell'ammirazione. Ho detto che l'endar non ha lasciato tracce in me, ma la verità è che i suoi peccati pesano ancora sulla mia coscienza».
«I vostri peccati non sono nulla se paragonati ai miei, ragazzo. E, fra gli altri, per la mia negligenza, ora ho appena aggiunto quello di essermi dimenticato di ringraziarvi: voi avete salvato la mia vita, a rischio della vostra. Eravate stato incaricato della mia morte, e vi siete preso la responsabilità di vedermi ritornare sempre più in forze, ogni giorno. Non posso limitarmi a fingere di essere malato,presto se ne renderanno conto, e voi rischierete una condanna a morte».
«Sire, mi avete ringraziato già mille volte».
«Sono vecchio, la mia memoria è debole» sorrise l'imperatore.
«E, per quanto riguarda la mia condanna a morte, non dovete temere. Darei volentieri la mia vita in questo momento, se con il mio sacrificio potessi avere la certezza che voi sarete finalmente salvo ed al sicuro. Di quello che ho fatto da quando sono tornato dalla Fortezza,l'aver rischiato la mia vita per la vostra è l'unica cosa di cui io vada fiero!».
«Vi ringrazio molto, Zadok. E preferirei davvero che voi rimaniate invita! Vlastamir ha ucciso già troppe persone che mi sono care... E pensare che quando non aveva ancora visto la luce, io gli diedi questo nome, Vlastamir, perché speravo che sarebbe stato un buon imperatore... Sapete cosa significa, Zadok?».
Evander scosse la testa, negativamente.
«Significa: "Sovrano che porta la pace nel mondo"». L'imperatore sorrise tra sé, scuotendo il capo: «Non sono stato lungimirante, non credete? Più che la pace, Vlastamir ha portato la devastazione sul mio popolo».
Evander non rispose subito. Cercò di trovare il modo per risollevare il morale al padre:
«Al contrario, avete scelto i nomi degli altri vostri figli con molta lungimiranza: Adalwin, "buon amico"... Per me lo è davvero».
«É stata sua madre a sceglierlo: lei adorava studiare il significato dei nomi. Diceva che dal nome si può prevedere il destino di una persona. Lei ci riusciva sempre: tutti i nomi che ha scelto si sono rivelati perfetti. Quando ha scelto il nome per nostra figlia Zora,le sono venute le lacrime. Mi ha detto: "Nostra figlia sarà 'l'alba di un nuovo giorno' per tutta l'umanità. In un certo senso, aveva ragione: Zora ha scoperto un pianeta ricco di scorte d'acqua, senza le quali l'umanità finirebbe per estinguersi.Quando dovevamo scegliere il nome per Vlastamir, invece, era in difficoltà: non riusciva a trovare nulla. Aveva un costante mal di testa ed era sempre triste. Alla fine, l'ho scelto io. E, come vedete, ho sbagliato. Lei non sbagliava mai: ha avuto ragione su tutti, ma non su Alekym. "Colui che ha scelto"... Mio figlio Alekym non potrà mai più scegliere nulla. Ormai, è morto».
Evander rimase in silenzio. Una parte di lui desiderava ardentemente rivelarsi al padre. L'altra gli faceva temere il peggio. Ma, per quanto rivelargli la verità potesse costituire un grande pericolo per tutti, Evander non poteva lasciare il padre in quello stato d'animo privo di speranza e consolazione. Alla fine, con un filo di voce, osò chiedergli: «Perdonate, sire, se vi faccio questa domanda. Voi... credete nel sogno dell'imperatrice?».
L'imperatore scosse la testa, sorridendo di un sorriso privo di felicità: «Non più, mio caro ragazzo. Non più».
Evander non riuscì a trattenersi dal dirgli: «Sire,il popolo ha fiducia nelle parole dell'imperatrice. E, se voi credete che la sua teoria che il nome di un uomo sia legato al suo destino abbia un senso, allora... non dovete disperare. Infatti, se non sbaglio, il nome dell'imperatrice, Cassarah, significa: "Quel che sarà sarà". Forse, la nostra imperatrice vi vuol dire di aver fede nelle sue premonizioni».
«Quanto vorrei che fosse così, Zadok. Ma non posso continuare a sperare. La speranza mi uccide! Troppo dolore mi è stato causato da quel sogno... Troppo dolore...».
L'imperatore si interruppe, e dalla sua espressione, Evander capì che voleva chiedergli qualcosa, ma non trovava il coraggio.
Attese in silenzio, finché infine l'imperatore parlò:
«Voi parlate di mio figlio Adalwin come se fosse ancora vivo...».
Evander lo guardò sorpreso. Ma poi, si ricordò di quando aveva sentito l'imperatore delirare nel sonno la settimana precedente, convinto che suo figlio Adalwin fosse scomparso.
Evander fece per rispondergli, ma l'imperatore gli fece un cenno con la mano perché lo lasciasse finire, e, senza guardarlo negli occhi, gli disse: «Io non vedo mio figlio da un anno. Vlastamir mi ha detto che gli endar del suo accampamento nella Notte Verde lo credono morto perché è scomparso nella foresta e non si è più fatto vedere...Le sue tracce, gli hanno detto, arrivavano proprio fino ai bordi di un pantano e lì scomparivano. Sono tutti più che sicuri che vi sia morto soffocato... Dapprima non ho voluto credergli: pensavo che Vlastamir volesse solo infliggermi un altro dolore, forse per affrettare la mia morte. Ma poi, è passato un anno! E Adalwin non ha fatto ritorno. Nessuno ha avuto più sue notizie. Non ho avuto il coraggio di dirlo a mia figlia Zora: e Vlastamir non si è neppure preoccupato di farlo. Non vorrei cogliervi di sorpresa con le mie parole: forse voi non ne sapevate nulla e credevate che Adalwin fosse ancora vivo... Spero di non essere stato io il primo a dirvi che un amico a cui tenevate molto è morto».
Evander avrebbe voluto interromperlo subito, ma l'imperatore non glielo aveva lasciato fare.
Quando ebbe finito di parlare, Evander non poté reprimere un sorriso:«Sire, vostro figlio non è morto! Io lo ho incontrato proprio ieri.È al sicuro, in una base ribelle nell'Oasi delle Cascate!»
L'imperatore lo guardò sconvolto, era una felicità a cui non riusciva a credere,per paura che fosse solo un'illusione.
Evander esclamò di nuovo, con più forza di prima: «Credetemi, è tutto vero, sire! Adalwin è vivo. Per Vlastamir, io sono stato prigioniero dei Ribelli per questi cinque giorni. Ma, in realtà, ho potuto incontrare Adalwin e mettermi d'accordo con lui per tentare di salvarvi. È stato proprio lui, cinque giorni fa, a dirmi che il suo vero nome è Adalwin e che è vostro figlio, perché fino ad allora io credevo fosse soltanto End Wyn, l'amico che avevo avuto allaFortezza, ma di cui non sapevo altro. E vostra figlia Zora era con me, quando l'ho incontrato. Purtroppo, non ha potuto venire a trovarvi per dirvelo: Vlastamir le impedisce di venire. Vostra figlia Zora non sa che io sono dalla vostra parte e che sto cercando di salvarvi, ma non possiamo ancora dirglielo, purtroppo...».
Questa volta il volto dell'imperatore si aprì in un sorriso pieno di luce: «Zadok, voi mi avete restituito la vita due volte!».
Evander non rispose. L'imperatore cambiò tono e, con un sorriso, si mise a sedere più dritto,esclamando: «Per una volta, non parliamo più di morte, ma solo di vita. Vorrei sapere di più su di voi».
«Cosa posso dirvi, sire... neppure io conosco me stesso quanto vorrei»rispose Evander, mentre una voce dentro di lui gli gridava di dire a suo padre l'intera verità.
«Ditemi quali sono le cose che vi stanno a cuore: cos'è ciò che vi mantiene in vita. Ciò che tiene me in vita lo sapete già: l'amore di mia figlia Zora e di mio figlio Adalwin. E il desiderio di sapere il mio popolo e la mia famiglia al sicuro... E vorrei che mi diceste anche le vostre paure e le vostre ansie. Le mie si possono riassumere con un solo nome: Vlastamir».
Quella fu la prima di una lunga serie di conversazioni che fecero sì che padre e figlio si conoscessero più a fondo.
Evander non gli rivelò, tuttavia, chi era in realtà. Gli parlò di sé stesso, ma senza mai dargli informazioni troppo precise. Non solo non ebbe il coraggio di dirgli che era il principe scomparso Alekym, ma non gli disse neppure di chiamarsi Evander, l'unico dei suoi tre nomi per il quale sentiva di avere una vera appartenenza.
Nel frattempo, continuò con il suo progetto di portare a sé quanti più endar riuscisse.
Per fare questo, aveva rubato il Registro degli Endar dal luogo sorvegliatissimo in cui era custodito. Era stato talmente abile e fortunato, che nessuno si era accorto di quel furto. Aveva rischiato di venir scoperto, ma ne era valsa la pena: in quel registro era scritto tutto quanto fosse possibile sapere su tutti gli endar che erano mai entrati nella Fortezza di Confine.
Sudi sé aveva trovato una scheda con innumerevoli campi completamente compilati: trovò più informazioni in quel registro di quante non ne trovasse nella sua stessa memoria.
La scheda incominciava con un piccolo riassunto della sua vita precedente, che, fortunatamente, gli endar non erano riusciti a compilare quasi in nessun campo:
Evander, edresiano di nascita, orfano di padre e di madre.
Origini sconosciute.
Genitori naturali sconosciuti.
Adottato all'età di tre anni da genitori adottivi sconosciuti.
Non si hanno notizie relative ai test di selezione né dei cinque anni,né dei quindici anni.
E.ha vissuto come contadino al limitare esterno di Veradria fino all'età di dodici anni: domicilio sconosciuto.
I genitori adottivi sono morti entrambi in circostanze sconosciute prima che compisse dodici anni.
Adodici anni, E. ha lavorato presso la Stazione Merci di Porto Grande per tre anni, con domicilio in un bilocale nel quartiere diFerraglie, a Porto Grande, affittando una stanza ad un uomo di cinquant'anni di nome Jonathan, nonostante negli ultimi mesi questi non fosse più in grado di lavorare e, quindi, di pagare l'affitto.Rapporto fra i due sconosciuto. Origini dell'uomo sconosciute.
A quindici anni, E. è entrato all'Accademia Aeronavale di Tridia, facendo domanda per il corso di capitano.
Ha passato il test generale con il punteggio di 56 punti, determinando un nuovo record fra i punteggi massimi fra i cadetti di origine contadina (Per maggiori informazioni vedi pag. 2).
Si fa nota della sua particolare amicizia con la principessa Jayden, la principessa Zora, il figlio di Lord Kaleb ed il figlio di Ser Gerald Jano. (Per maggiori informazioni vedi pag. 4).
I punteggi ottenuti nel corso delle lezioni sono massimi. (Per maggiori informazioni vedi pag. 6).
Dato il sospetto che E. avesse saltato i test di selezione endar per non essere scelto e che fosse riuscito in quest'impresa mai compiuta da nessuno grazie ad aiuto esterno non determinato, è stata presa la decisione eccezionale di affiancargli un insegnante endar con lo scopo manifesto di consentirgli di passare al test specifico perEsploratore Capitano e con lo scopo reale di esaminare le sue capacità: End Goryn - Il Minotauro- si è fatto carico di questo compito per la durata di un mese, arrivando alla conclusione cheE."non avesse le capacità richieste per intraprendere la strada dell'endar, causa quoziente intellettivo discreto ma non eccellente, supplito da forte volontà nello studio e grande ambizione personale". (Per maggiori informazioni vedi pag. 8)
End Goryn ha nutrito nuovi sospetti a seguito dei sorprendenti risultati ottenuti da E. durante la spedizione di laurea sul pianeta successivamente soprannominato "Evander 315" per decisione della principessa Zora. (Per maggiori informazioni sulla scoperta del pianeta Evander 315 vedi pag. 19).
(Per maggiori informazioni sulla spedizione di laurea vedi pag. 14).
End Goryn ha richiesto tre giorni per un'ulteriore esame, con la convinzione che E. fosse riuscito nell'inverosimile tentativo di ingannarlo durante il mese d'esame a cui E. era stato sottoposto prima del test specifico all'Accademia. (Per maggiori informazioni vedi pag. 9).
Su grande insistenza di End Goryn, la richiesta è stata accettata ed ha prodotto esito positivo. (Per maggiori informazioni vedi pag. 10).
Chiamato a seguire la strada dell'endar all'età straordinaria di diciotto anni per decisione di End Goryn, in occasione della sua laurea con massimi voti con il titolo di Esploratore Capitano all'Accademia Aeronavale di Tridia.
Si fa nota che E. è il primo ed unico apprendista endar selezionato oltre l'età massima stabilita di quindici anni.
La scheda proseguiva con un racconto più dettagliato che Evander si inquietò terribilmente a leggere: vi erano scritte cose su di lui che non sapeva davvero come gli endar fossero stati in grado discoprire, come alcune sue conversazioni con Jayden, Zora, Yan ed Allen nei tre anni trascorsi all'Accademia di Tridia. Se Vlastamir o Yvnhal avessero letto con attenzione la sua scheda, rischiavano discoprire molto più di quanto avrebbe voluto.
Per fortuna, quei dettagli riguardavano solamente i tre anni trascorsi all'Accademia, mentre i quindici anni precedenti sembravano avvolti da un denso alone di mistero e, infatti, un'annotazione in rosso compariva sul bordo del foglio relativa a quel periodo: scarsa reperibilità di informazioni più dettagliate.
Seguivano poi vari dettagli sulla sua chiamata, sul suo addestramento endar, il numero di punizioni, la durata dell'isolamento, i suoi punteggi, i voti ecc...
Ma un campo mancava totalmente.
Quello relativo alla ferita che si trovava sul suo cuore nascosta perennemente da un cerotto di finta pelle. Un'annotazione in rosso seguiva il campo denominato come"Segni corporali indelebili della vita precedente (ferite, tatuaggi,menomazioni ecc...)". L'annotazione diceva:Informazione riservata, custodita nell'archivio medico endar di corte per ordine di End Mida.
EndMida rimaneva un mistero, per Evander. Aveva visto il tatuaggio argenteo dell'erede sul suo petto, ma non lo aveva rivelato a nessuno.
Perché non lo aveva già tradito, sapendo che era il principe Alekym?
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