Tutto inizia con delle rovine
Quando ripresi conoscenza, avvertivo freddo, e la cosa mi parve strana, in quanto in studio il riscaldamento era sempre al massimo. A fatica, misi a fuoco l'ambiente circostante. Vidi una colonna di marmo bianco e delle pareti distrutte. Mi alzai guardandomi intorno. Erano delle rovine di quello che pareva essere un castello. I muri erano spaccati e il soffitto presentava ancora delle tracce di quelle che dovevano essere ampie vetrate.
Rimasi esterrefatta da tanta bellezza, e poi ricordai, era il mio disegno, quello che stavo facendo pochi istanti prima.
"Ti stavamo aspettando"
Voltandomi trovai una donna anziana dagli occhi stanchi e il viso solcato dalle rughe e un ragazzo che di aspetto mi ricordò vagamente Christian. Stessi capelli marroni e stessi occhi color cioccolato.
"Bentornata a casa Sophia" il sorriso della donna era caloroso e sulle prime pensai che a causa della vecchiaia si fosse confusa scambiandomi per un'altra persone e se così non era, e di conseguenza come sosteneva lei la conoscevo, allora non ne avevo nessun ricordo.
"Chi siete voi..?"
"Oh cara.. proprio non ti ricordi della tua amata tata Constance..? Beh, in effetti eri molto piccola e io di certo sono invecchiata parecchio. Vieni con me, è ora di chiarire tutti i tuoi dubbi".
La donna ci condusse all'interno di ciò che rimaneva dell'edificio, in particolare in una stanza che era rimasta quasi del tutto integra. Era molto ampia e ben conservata, si intravedeva ancora un po del colore delle pareti, un bel celeste, al centro era posto un letto a baldacchino dalle coperte e i cuscini completamente ricoperti di polvere.
Ci fece segno di sederci e io e il ragazzo, che era stato in silenzio per tutto quel tempo, obbedimmo. Appena sfiorammo il morbido oggetto una nuvola di polvere si diffuse nell'aria.
"Cara Sophia, devi sapere che tu sei cresciuta in questo castello. Le rovine che tu vedi sono i resti di Emerald, il regno del tuo papà e della tua mamma.
Io, sono stata la tua tata e ho cresciuto te, tua sorella Selene e tuo fratello Nathan. Tu probabilmente non te lo ricordi ma quando avevi otto anni, esattamente undici anni fa, durante la cerimonia delle chiavi, tua sorella distrusse il castello e uccise tutti gli abitanti, riducendo il regno a un ricordo lontano. Io e Nathan scappammo da una porta nascosta ma poco prima che portassi in salvo anche te, tu venni colpita e caddi a terra priva di sensi. Selene ti era ormai vicina tuttavia na voce mi disse di scappare e di non preoccuparmi, perché ti saresti salvata. Sebbene l'istinto mi dicesse di rimanere, diedi ascolto a ciò che avevo sentito e fuggii con tuo fratello ma purtroppo mentre la folla scappava in preda al terrore, lo persi. L'ho cercato ovunque, ma non l'ho mai più ritrovato..- Constance scoppiò a piangere- qualche anno dopo, ritrovata un po di pace proseguì a fatica con la mia vita mi sposai ed ebbi un figlio, Edmund"
Il giovane accennò un sorriso.
"Tuttavia qualche giorno fa di nuovo la stessa voce, mi ha rivelato che alle rovine avrei trovato la legittima erede al trono e cosi è stato.
Ora, vorrei che tu sapessi cosa è successo in tutti questi anni. Tua sorella ha preso il controllo, affermando di possedere la chiave legittima, ma nessuno ne è veramente convinto e tantomeno ha voglia di opporsi. So che probabilmente tutto questo ti sconvolge, ma penso che anche tu in cuor tuo lo sappia, tu sai che sebbene impossibile ciò che vedi e ciò che senti è reale, come è reale la chiave che stai stringendo al collo".
Inconsciamente non mi ero resa conto del fatto che stessi stringendo la chiave. Era tutto cosi incredibile, non potevo crederci eppure era tutto vero. Forse ero impazzita. Forse stavo sognando. Ma le prove c'erano e stava a me prenderle per vere oppure no.
"Hai ragione..ho fatto dei sogni, sul mio passato e su Selene, e ciò mi conferma che per quanto tutto possa sembrare impossibile, in verità è reale. Ma perché sono qui?"
"Non so dirti come tu ti sia salvata, ne so darti una risposta al perché solo ora tu faccia ritorno ma so il motivo per cui tu sei qui adesso, devi aiutarci."
"Aiutarvi? E come?"
"Uccidendo la strega!- Edmund che fino ad ora era rimasto in silenzio finalmente parlò- lei ha ucciso mio padre, portato in disgrazia la mia famiglia e distrutto ciò che di bello c'era in questo mondo. Sta rinchiusa nel suo castello. A nord. È lì che dobbiamo andare!"
"Dobbiamo..?"
"Sì, dobbiamo. Io e te. Cerco vendetta Sophia, ed è solo aiutandoti che raggiungerò il mio obbiettivo".
Edmund mi pareva molto convinto sulla sua decisione e sebbene sua madre non fosse pienamente d'accordo, a malincuore, fu costretta ad accettare la volontà di suo figlio.
Prima di lasciarci partire Constance, ci diede una lettera, raccomandandoci di aprirla solo una volta giunti nei pressi del covo di Selene.
Iniziò cosi il nostro viaggio.
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