La sveglia sul mio telefono mi richiamò alla realtà, un lungo squillo acuto mi stava indicando che era ora di alzarmi e prepararmi per andare a lavoro. Non avevo riposato molto bene a causa dei due strani sogni e la voglia di rimettermi a dormire era molta ma decisi di alzarmi ugualmente. Feci il letto e riordinai alcune piccole cose. Presi dal mio armadio i vestiti da lavoro, un paio di jeans skinny e una t-shirt con una stampa a fiori e mi diressi verso il bagno.

Una volta pronta mi diressi verso l'uscita.

Camminai per qualche isolato, fino a quando non raggiunsi un grande portone di legno. Si trattava di uno degli studi fumettistici più importanti della città ed era in questo luogo, che passavo gran parte della mia giornata.

Ho avuto la fortuna di trovare l'appartamento vicino a dove lavoravo, e questo mi permetteva di poter fare tutto con calma e se necessario arrivare a casa in poco tempo. I manga erano fin da sempre la mia passione, una passione che ho sempre represso fin da quando ero piccola nonostante i numerosi commenti positivi. Avevo infatti deciso di frequentare il liceo scientifico, con l'intenzione di frequentare la facoltà di fisioterapia, soprattutto su consiglio dei miei insegnanti delle medie che mi ritenevano in grado di fare qualsiasi cosa. Così iniziarono i cinque anni d'inferno. Per carità i miei compagni tranne alcuni soggetti alquanto bizzarri, erano tutti rispettabili e simpatici e in qualche modo mi facevano sentire ben accettata. Era di per sé la scuola il mio problema peggiore. Alle medie ero un genio i miei voti impeccabili, eppure appena messo piede in quella scuola i miei voti erano drasticamente calati, vuoi per gli insegnanti, vuoi per la difficoltà della scuola stessa. Ogni anno per me era una tortura, fonte di stress e preoccupazioni, con voti bassi e tante materie da recuperare, in seconda ero quasi a rischio bocciatura eppure con tanto impegno e lavoro ero passata, guadagnandomi il rispetto dei professori.

Tuttavia la mia idea per il futuro stava cambiando. L'idea di disegnare diventava sempre più forte e la passione per manga e anime incominciava ad essere sempre più predominante nel corso degli anni, finché in quinta a qualche mese dalla maturità, la mia idea era diventata quella di cercare un lavoro per mettermi i soldi da parte per un anno per poi iscrivermi alla scuola di fumetto seguendo così il mio sogno. Sono contenta di aver fatto quella scelta e che sia riuscita ad emergere dal punto di vista lavorativo.

Mentre ero intenta ad ammirare meravigliata il mio sogno divenuto realtà, qualcosa mi mise in allerta. Mi sentivo osservata. Una volta constatato che era colpa della mancanza di sonno, entrai nell'edificio e mi incamminai per le scale

<<Hey Lena, è ora di pranzo, ti unisci a noi?>>

Assorta dal mio lavoro alzai lo sguardo verso la provenienza di quella voce. Si trattava di Christian, un mio collega. È sempre stato molto gentile e disponibile fin dal mio arrivo e ho sempre sospettato che avesse una cotta per me. È un ragazzo molto carino, dai capelli e gli occhi castani e da bambino e di statura decisamente alta, tuttavia il lavoro mi impegna troppo per potermi dedicare a queste cose. Ricambio l'invito con un sorriso ma declino l'offerta e torno al mio lavoro.

Ero concentrata sui dettagli di alcune rovine di un castello, uno degli scenari nel quale si ambienta la mia storia, quando percepì una presenza intorno a me. Di scatto alzai la testa intimorita ma non vedendo nessuno, ipotizzai fosse di nuovo colpa della stanchezza, unito alla nottataccia passata.

<<È ora di tornare a casa>>

Era come un sospiro ma riuscì a distinguere chiaramente le singole parole della frase.
Iniziò a girarmi la testa e avvertì brividi di freddo lungo tutto il corpo e poco prima che potessi realizzarlo ero accasciata sulla scrivania priva di sensi.