Dopo quella rivelazione una molla scattò dentro di me.

"COME SAREBBE A DIRE CHE LO SAPEVI?! COSA SEI? UNA SPIA? MI STAI PORTANDO ALLA MORTE? È COSI EDMUND?COSA TI HA PROMESSO IN CAMBIO QUELLA STREGA?!- Mentre gli urlavo contro continuavo a spintonarlo- MI AVETE COSTRETTA A COMPIERE UNA COSA CHE NEMMENO VOGLIO FARE, PER UN MONDO CHE NON È NEANCHE MIO, HO VISTO CASTELLI, STREGHE E GENTE CHE VIVE NEGLI ALBERI, HO SOPPORTATO TUTTO QUELLO CHE UNA PERSONA NORMALE POTREBBE SOPPORTARE, ANZI UNA PERSONA NORMALE SAREBBE GIÀ SCAPPATA A GAMBE LEVATE, IO NON SONO NORMALE IO SONO PAZZA!- le lacrime iniziarono a rigarmi il volto, più volte Edmund aveva cercato di avvicinarsi e io glielo avevo impedito ma adesso ero senza forza- Sono pazza..pazza per essere ancora qui nonostante l'assurdità della situazione, pazza per aver creduto che fossi mio amico, pazza per aver creduto che tenessi un minimo a me" Mi tappai la bocca con la mano, pentita di quello che avevo appena detto.

Edmund ormai mi aveva bloccato le braccia, cercando di farmi calmare. Appena vide che il mio respiro era più lento e regolare, mi mise una mano sotto il mento e mi costrinse a guardarlo.

"Primo, non ho mai detto che non provo qualcosa per te. Secondo, non ti ho mai tradita, tutto quello che ti ho detto è la verità. So delle ricerche di quella pazza perché sono stato avvertito dalla stessa voce che mi ha portato da te. Per quello ero sempre silenzioso, tenevo gli occhi aperti, e nel caso ero pronto ad agire. Se quello che hai visto nel sogno è reale, possiamo lanciare un sospiro di sollievo, perché potremo muoverci con serenità. Terzo tu non sei pazza, sei una persona forte e meravigliosa invece, quarto".
Edmund poggiò le sue labbra su le mie.

Dopo il bacio, tra di noi era tornato il silenzio. Mi sentivo in colpa per come lo avevo trattato. La sua scelta di svelarmi il fatto che fosse a conoscenza delle ricerche in quel modo, mi aveva destabilizzato, e credendolo colpevole, non lo avevo lasciato parlare, finendo per aggredirlo.

"Mi dispiace" ammisi guardando il terreno, che in quel momento era diventato particolarmente interessante.

"Cosa?"
Sul viso del ragazzo era comparso un sorriso.

"Mi dispiace di averti aggredito senza darti la possibilità di spiegare" dissi tutta d'un fiato.

"Non ti preoccupare"

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Eravamo in cammino da tre giorni oramai, le montagne erano praticamente vicine, e iniziammo a notare che il terreno diventava sempre più scosceso, a mano a mano che procedevamo. Era un ottimo segno.
Fummo sorpresi da un temporale in piena regola. Avevamo bisogno di un riparo.

"SOPHIA! HO TROVATO UNA GROTTA"

Senza pensarci due volte ci rifuggiammo in quel nascondiglio naturale. Dopo aver acceso una torcia per permetterci di vedere meglio, iniziammo a esplorare. Sebbene a fatica, capimmo che la caverna non era molto grande ma abbastanza profonda. Pensammo che più che una grotta con una fine, fosse in realtà un passaggio che ci avrebbe reso il percorso più facile e meno pericoloso.
Procedemmo a tentoni, tenendo una mano appoggiata alla ruvida parete. Più andavamo avanti e più la grotta tendeva ad allargarsi. Intravedemmo un piccolo bagliore.

"Forse è l'uscita"
ipotizzai con un po di emozione nella voce.

La luce aumentava sempre di più, finché non arrivammo al suo punto di origine, fu così che ci trovammo d'innanzi a qualcosa di straordinario.