Ero basita. La mia chiave si era spezzata e il lucchetto era ancora chiuso. Che cosa avevo sbagliato? Eppure ero convinta che fosse la soluzione giusta. Forse la mia teoria non era corretta ed Emerald era destinata a spegnersi nuovamente.
Eppure, c'era un motivo se dopo la morte di Selene eravamo giunti qui.
Voleva dire che il mistero era proprio quello strano lucchetto nella parete, che aveva appena distrutto la mia chiave.

<Che cosa facciamo Sophia?>

Ero talmente assorta nei miei pensieri, che la voce di mio fratello mi fece sobbalzare per lo spavento.

<Non lo so..>

Nathan camminava avanti e indietro di fronte a me, continuando a maneggiare il suo prezioso ciondolo.
Nel suo camminare senza rendersene conto inciampò cadendo verso la parete.
Si appoggiò con entrambe le mani per evitare di farsi male.
Mi diressi verso di lui per aiutarlo, notai tuttavia che il suo sguardo era puntato su un punto preciso della parete e con gli occhi lo seguì. La chiave che aveva in mano era finita dentro la serratura per pura casualità e per fortuna non si era danneggiata.

Nathan come spinto da una forza maggiore girò la chiave e si sentì un rumore secco.

La chiave non si era rotta.

Il simbolo del lucchetto iniziò a brillare di una luce dorata e come attratte da un magnete le altre due chiavi si unirono alla gemella iniziando a girare in circolo.

Seguì un momento in cui ci fu un intensa esplosione di luce che ci obbligò a chiudere gli occhi, ma appena ci fu possibile aprirli, notammo che le tre chiavi si erano riunite in un cuore.

Non eravamo più soli nella stanza. Il cuore infatti era tenuto tra le mani di un uomo dai capelli scarlatti, i lineamenti duri e la pelle avvolta da un live bagliore dorato. Nei suoi occhi mi parve di vedere due nebulose e al collo portava una catenina con una piccola clessidra dorata.

<Chi sei tu?!> chiesi.

<Io sono Chronos, dio del tempo. Io sono tuo padre.