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L'antro di ossidiana

Finalmente eravamo giunti al termine di questa folle impresa. Ancora turbati per la notizia appresa dalla lettera, ci facemmo forza dirigendoci all'ingresso dell'edificio.
Il portone di legno era socchiuso e facendo molta attenzione, varcammo la soglia, ritrovandoci nella sala che avevo visto nel mio sogno.
Poco più avanti spiccava infatti il trono di ossidiana.
Io e Nathan ci nascondemmo nell'ombra, sentendo un rumore di passi farsi sempre più vicino. Ci mettemmo d'accordo sul fatto che lui, sarebbe rimasto nascosto per proteggere la mia chiave e che sarebbe intervenuto solo in caso di stretta necessità. Selene era mia.

Mia sorella si mostrò in tutta la sua elegante e malata forma. I suoi capelli argentei brillarono a contatto con la poca luce della stanza e il suo abito lungo si muoveva sinuosamente, accompagnando ogni suo movimento. Mi feci avanti.

<Ciao Sophia, benvenuta nella mia casa sorellina, è un piacere incontrarti finalmente di persona>

Mi dava le spalle ma sapevo che stava sorridendo.

<Ciao Selene.>

<Non abbracci la tua sorella maggiore?- disse voltandosi e inclinando leggermente la testa- d'altronde tra poco morirai, credo che sia d'obbligo darci un ultimo saluto>

<Preferisco ucciderti subito e seppellire il tuo cadavere>

<Ooh come siamo coraggiose!
Pollux mi ha riferito il piccolo episodio accaduto al palazzo di Gorgo. È stato un bene che tu abbia ucciso quel traditore di Farco, mi hai tolto metà del lavoro, dovrò solo sterminare quegli insulsi popolani. Allora...tu hai un potere, ma non ti sei chiesta quale sia il mio? Eppure ti ho dato degli indizi..> il suo tono era cantilenante.

Riflettei attentamente sulle sue parole.
I segni? Solo i sogni mi avevano messo in contatto con lei, ricordo quello fatto a casa mia e quello in cui mi trovavo qui dentro.

<Tu manipoli i sogni!>

<Beh manipolare è un termine esagerato, diciamo che posso muovermi all'interno di essi oppure crearne a mio piacimento. Ricordi quando hai sognato il mio ordine di interrompere le ricerche? Recito bene vero? Non sono cosi stupida da lasciarti scorrazzare libera, senza prendere precauzioni e comunque mia cara...non è il mio solo potere. Adesso ti do dieci secondi di vantaggio, poi inizierò a fare sul serio. Ti conviene scappare>

Non me lo feci ripetere due volte. Mi precipitai in preda al terrore nel lungo e scuro corridoio. Le pareti erano colme di crepe e facevo molta fatica ad orientarmi.
Raggiunsi un'altra stanza. Sapevo che i dieci secondi erano finiti, e lei si stava avvicinando.

<Finito il vantaggio sorellina, non credo che continuare a correre ti servirà a molto> la sentì urlare.

Aveva ragione. Come nel mio primo incubo, i miei movimenti erano molto più lenti nonostante corressi più che potevo.
Mi venne un dubbio.
"E se anche lei è in grado di spezzare le linee temporali?"

Selene ormai mi era vicina e io non riuscivo a mettermi in salvo. Mentre cercavo riparo inciampai e caddi battendo la testa. A fatica e intontita, cercai di girarmi con la schiena rivolta al pavimento e attesi che mi uccidesse.

Era di fronte a me, con il respiro affannoso e lo sguardo spiritato. Impugnava un'arma. Un pugnale.
Se è in grado di spezzare le linee temporali perché è armata?
Poi capì, poteva alterare i movimenti delle persone ma non era in grado di fare quello che facevo io.

<Ti piace?- disse avendo notato il mio sguardo interessato per l'arma- è speciale sai? Ho ucciso mamma e papà con questo, era così bello dipinto di quel rosso scarlatto, è stato un peccato doverlo pulire dopo- era a pochi passi da me- ma adesso si colorerà di nuovo, dovresti ritenerti fortunata ad avere questo privilegio>

Selene alzò il braccio pronta a colpirmi. Percepì un movimento dietro di lei e mi ricordai di Nathan. Aveva in mano un pezzo di vetro probabilmente raccolto da qualche parte. Stava per colpirla quando lei si girò di scatto, ferendolo a un fianco.

<Seriamente?! Pensavi di potermi colpire moccioso? Adesso morirai come lei!>

Lo lasciò inerme disteso sul terreno. Con un piede gli schiacciò il polso facendogli cadere il pezzo di vetro con un lamento.

<Adesso torniamo a te>

Tirai un sospiro di sollievo sapendo che non aveva dedotto la vera identità di Nathan. La paura e la rabbia iniziarono ad affiorare in me sempre di più, rievocando una sensazione a me familiare. Non era ancora abbastanza.
Indietreggiando lentamente mi avvicinai a un pezzo di legno che avevo intravisto nella penombra.
Adesso ero armata.

<Pensi davvero di fermarmi? Hai dimenticato che posso manipolare tutti i tuoi movimenti rallentandoli a mio vantaggio?>

Mi alzai in piedi a fatica impugnando la mia arma improvvisata. Selene sferrò un colpo al fianco che cercai di deviare. Ma venni comunque ferita.
Parai a stento qualche colpo fino a ritrovarmi spalle al muro con il pugnale puntato alla gola.

<È FINITA!> disse lei sorridendo, graffiandomi con la punta la pelle.

Ormai sembrava tutto finito, non riuscivo a scatenare il mio potere. Avevo paura, ero arrabbiata ma non serviva a nulla. La frustrazione e le lacrime iniziarono a scorrere.
Mia sorella mi rivolse uno sguardo strano ai miei occhi.
Iniziò ad arretrare.
Non riuscivo a capire che cosa la spaventasse, notai di muovermi più velocemente rispetto a lei, i miei capelli fluttuavano come mossi dal vento e la mia pelle emanava una leggera luce azzurra. Sul suo viso si dipinsero diverse emozioni, ma colsi a pieno la rassegnazione. Ormai aveva capito cosa stava per succederle.

Continuava ad allontanarsi come a voler fuggire ma era tutto inutile.

Mi avvicinai lentamente, scatenando in lei sempre più paura e prolungando l'attesa.

I suoi capelli argentei, sbiadirono diventando bianchi, il suo viso iniziò a ricoprirsi di rughe, il suo sguardo divenne vitreo e le sue mani nodose.
Vidi il corpo cadere a terra ormai privo di vita. Risuonò solo il rumore di una chiave che toccava terra.

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