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Uno strano mago degli spiriti stellari

Capitolo 11

Uno strano mago degli spiriti stellari

Lucy si svegliò, infastidita dalla luce del sole che entrava dalla finestra. Doveva essersi dimenticata di chiuderla con la tenda, il giorno prima. Tastò, con gli occhi ancora chiusi, la sua sinistra, sperando di riuscire a trovare la stoffa leggera per poter tornare a dormire, tuttavia quello che toccò era un qualcosa di morbido, vero, ma non era stoffa.
Era un naso, si spostò più in giù: labbra.
Più a destra: un orecchio.

-Lu...- mugolò una voce impastata dal sonno scostando la sua mano e girandosi dalla parte opposta per non essere ulteriormente infastidito.

La bionda si passò una mano sul petto, le era venuto un colpo, meno male che era solo Natsu. Dopo un anno senza qualcuno che si infilava nel suo letto, aveva perso l'abitudine.

Però, quella volta c'era una cosa che non quadrava affatto: era nuda.

Si alzò di scatto e constatò che non aveva nulla addosso. Neppure l'intimo.
Lo stesso valeva per il rosato.

I ricordi della sera precedente le ritornarono presto alla mente.

Avevano deciso di dormire in una locanda in un villaggio di nome Tully, a nord di Margaret, siccome si era fatto già buio. Dovevano andare a Lamia Scale per riprendersi Wendy.

Il rosa non aveva alcun risparmio, mentre lei ne aveva solo alcuni, avendone lasciati molti nel suo appartamento a Crocus. Alla fine avevano preso una camera con un solo letto matrimoniale. In fondo non era la prima volta che dormivano insieme e non sarebbe dovuto succedere nulla...

Eppure...

Mentre erano stesi sul letto, Lucy non faceva altro a pensare al respiro di Natsu vicino al suo collo, o alla sua mano che si era posata sul suo fianco.

Quando lui l'aveva abbandonata per allenarsi con Happy si era sentita malissimo, come se le avessero estratto il cuore dal petto e glielo avessero rimesso solo quando l'aveva rivisto dopo un anno.

Non lo aveva mai voluto ammettere, ma le piaceva già da un bel po'. Tuttavia non aveva mai pensato a dichiararsi o altro non volendo rovinare i suoi rapporti. Lui era così immaturo che, se gli avesse detto di amarlo, le avrebbe chiesto se l'amore si potesse mangiare.

Dopo la sua partenza lo aveva cercato, senza successo.

E lui ora era lì, accanto a lei...

Non era più sola.

Ci stava perfino Happy che dormiva beatamente dentro una gabbia per animali, aperta, che gli aveva dato il proprietario della locanda.

Lucy arrossì al ricordo di ciò che era successo dopo... Lui le aveva baciato il collo dicendo una cosa tipo: -Lu, sei così calda- per poi darle un secondo bacio sotto l'orecchio. -Mi fai sentire un fuoco-

Lei non credeva neppure che lui potesse provare certe cose per una ragazza. Non era neanche sicura che le interessassero in quel senso, anzi, non era sicura neppure che gli interessassero in qualche altro senso, al di fuori di essere delle sue compagne di gilda.

Si era dovuta ricredere, scoprendo che le ragazze gli interessavano molto. Aveva pensato di respingerlo, ma non ci era riuscita. Come avrebbe potuto farlo?

Lo amava.

Si poteva respingere l'amato che si credeva non avrebbe mai provato nulla che andasse oltre l'amicizia?

Probabilmente sì, se avrebbe voluto farlo.

Si fiondò nel bagno, dopo aver prima preso degli abiti da indossare.

Ora le cose sarebbero cambiate tra lei e Natsu?

"É pur sempre Natsu... Ha mormorato qualcosa sul fatto che gli piaccio, vero, ma posso esserne sicura? É Natsu... Non sono sicura neanche che sappia cosa significhi dire 'mi piaci' a una persona" pensava mentre, dopo una doccia fredda per provare a sbollirsi, siccome stava andando a fuoco, si rivestiva.

Scoprì che Natsu stava ancora dormendo, proprio come Happy, e ne approfittò per fare due passi. Doveva decidere come gestire l'evolversi di quella situazione.

Avrebbe fatto finta di nulla?

Gli aveva appena dato la sua prima volta, non ci voleva neanche pensare a ignorare una cosa con un così grande valore per lei.

Potevano parlarne...

Sì, avrebbe fatto così. Gli avrebbe parlato e avrebbe di conseguenza capito come comportarsi in seguito.

-Akio Akio! Baciami!-

-Sei bellissimo!-

-Andiamo in un posto appartato solo noi due-

Numerosi mormorii provenivano da poco più avanti a lei, precisamente, da una piazzetta gremita di ragazze, quel giorno.

Curiosa si avvicinò. Purtroppo non riusciva a vedere nulla a causa delle molte ragazze accerchiate intorno a qualcuno. Era un personaggio famoso?

-Dannato Akio! Per quale motivo spunti appena ci sono delle donne in giro?! Pervertito che non sei altro- si lamentava un biondo poco distante da Lucy.

-Sai cosa sta succedendo?- gli domandò la bionda.

Lui la guardò e ogni traccia di rabbia lasciò il suo viso -Lucy... Heartfilia...- mormorò sorpreso.

-Eh... sono io- imbarazzata si sistemò i capelli.

Era un ragazzo piuttosto carino dai capelli biondi e gli occhi verdi. Era vestito con quelli che la ragazza riconobbe come abiti del mondo degli Spiriti Stellari. Era un mago anch'egli?

Lui si passò una mano sui capelli, scombinandoli un po'. -Scusa per la mia reazione... Ti ho vista ai Grandi Giochi di Magia... Sei una grande maga- mormorò.

Per Lucy, quella fu una normalissima risposta, le era capitato innumerevoli volte di essere riconosciuta. Adorava questo fatto. Le ricordava i bei vecchi tempi con i suoi amici e tutte le cose che avevano superato insieme. -Non preoccuparti...- gli sorrise. -Mi spiegheresti che sta succedendo?- domandò incuriosita.

Le ragazze sembravano tutte in calore e pronte a saltare addosso, da un momento all'altro, al povero mal capitato. -Un mio amico, nonché un gran Dongiovanni, ha cominciato a flirtare con alcune ragazze, finendo col attirare l'attenzione di tutte queste tipe- spiegò per poi fare un sospiro. -Quando ci sta lui nei paraggi finisce sempre così...- la sua faccia era un misto tra l'affranto e lo scocciato.

-Dai, non te la prendere...- Lucy si accorse solo in quel momento che non sapeva il nome del biondo. -Uh, come ti chiami?-

-Che stupido! Non mi sono presentato. Il mio nome é Nash- le regalò un gran sorriso che le parve molto familiare.

-Che ci fai da queste parti, Nash?- chiese la ragazza. Parlare con altri era un buon modo per non pensare a Natsu.

-Beh... Sono in missione- tentennò.

-Sei un mago di qualche gilda?- aveva pur sempre degli abiti non terrestri, ma provenienti dal mondo degli spiriti stellari.

-Sì. Si nota molto, neh?- mise le mani dietro la testa, le parve di aver avuto un déjà vu.

-Oh... abbastanza. Quello che indossi é un abito del mondo degli spiriti stellari- gli fece notare.

Lui spalancò gli occhi; sembrava non aver mai fatto caso a quel dettaglio. -Mi ero pure dimenticato- sorridendo, mostrò dei denti piuttosto appuntiti. -Sono un mago degli spiriti stellari- confermò. -Assurdo che mi sia fatto beccare per una cosa così semplice. Sembro un novellino-

-Beh... non é così facile avere degli abiti del mondo degli spiriti stellari, se non si é un mago degli spiriti stellari- fece notare Lucy.

-Sì... é così- annuì leggermente il biondo. I suoi occhi si illuminarono alla vista di una cameriera, che si trovava all'interno della locanda avanti a loro. In un primo momento Lucy stava pensando che stesse guardando la donna, ma le cose non stavano così: stava guardando un grande piattone pieno di carne e altre prelibatezze. -Neh, Lucy. Ti andrebbe di mangiare qualcosa? Ero venuto a pranzare, ma Akio é spuntato dal nulla e non ho fatto più nulla.-

Lucy sbatté le palpebre, basita. "Vedo Natsu anche se non ci sta... É una cosa preoccupante. Se continuo così, diventerò peggio di Lluvia" -Pranzo?- domandò.

Era sveglia da appena un'ora... Possibile che avesse dormito fino all'ora di pranzo? "In effetti non ho dormito stanotte... ho fatto altro..." arrossì, ancora, al pensiero di quella notte.

Non aveva molta fame, ma decise di accettare per poter parlare con un altro mago degli spiriti stellari. Erano parecchio rari... Davvero tanto rari.

Dopo aver ordinato, cominciarono a parlare, scoprendo molte cose uno dell'altra. -Akio é un altro mago o... altro?- chiese Lucy sorseggiando poi la bevanda che le era stata appena portata.

-Un mio amico, nonché uno spirito stellare- spiegò Nashi.

Lucy sorrise ampiamente. -Consideri gli spiriti stellari tuoi amici? É una cosa fantastica. Lo penso anch'io-

-Lo so- disse come se nulla fosse.

"Lo sa? Beh... si poteva notare dagli scontri durante il torneo... forse" spiegò a se stessa. -Conosci altri maghi come noi?-

Ci pensò un attimo. -Sì, conosco Yukino-san e... Mmm... mi pare nessun altro-

-Conosci Yukino?- lei non le aveva mai parlato di un altro mago come loro...

-Sì, abbastanza- annuì lui.

-Come l'hai conosciuta?-

-Oh... Non me lo ricordo più, é passato tanto tempo- rispose, passandosi una mano fra i capelli.

-Nash! Brutto idiota! Per quale ragione mi hai mollato là fuori?!- un ragazzo sui 18 anni, all'incirca, si ergeva dietro Nash e lo aveva appena colpito in testa.

-Akio! Bastardo! Non colpirmi in testa!- si infuocò.

-Su su calma- Lucy si mise fra di loro siccome alcuni clienti li stavano guardando male.

Solo quando parlò, lo spirito stellare fece caso a lei e Lucy ebbe il tempo per vederlo meglio. I suoi capelli, arancioni che poi andavano a sfumare sul rosa, erano leggermente lunghi, gli occhi erano viola ed indossava una camicia verde mela con una cravatta rossa allentata e un paio di jeans scuri. Era piuttosto bello...

-Ehm... Io sono Lucy- si riscosse dal suoi pensieri.

Lui era davvero basito. "Eeeh... Ho detto qualcosa che non va? Mi sono solo presentata!" -Io sono Leonis Minoris- si aggiustò gli occhiali da sole che indossava.

-Sei uno spirito stellare- Lucy rimase sorpresa di non aver mai sentito parlare di lui, eppure aveva letto diversi tomi di Levy sugli spiriti stellari... Le ci era voluto del tempo ma era pure riuscita a sviluppare una specie di sesto senso per riconoscerli.

L'arancione sorrise. -Perché non prendi esempio, Nash?- aveva frainteso la situazione, credendo che lei avesse capito da sola che cos'era.

Nash, in risposta gli diede un pugno sulla spalla che, però, non fece muovere lo spirito di un centimetro. -Mi sto allenando per diventare bravo, dammi tempo- borbottò, offeso.

-Seh seh, tutte scuse- gli fece il verso l'altro. -Se vorresti davvero impegnarti, staresti ad allenarti invece che a mangiare-

-Ma tu le vuoi proprio prendere!- esclamò il mago e i due cominciarono a prendersi a pugni.

"Sembra di stare a Fairy Tail..." sorrise senza neanche rendersene conto, Lucy.

***

-Ce la puoi fare. Riprovaci- le disse Lyon. Era la loro sesta lezione e finalmente i risultati si potevano ben vedere, anche se piuttosto miseri.

Lluvia riprodusse l'ennesimo incantesimo del ghiaccio. Con sua immensa felicità esso non sparì nel nulla, anzi, lo scudo intorno a lei non si sgretolò, ma rimase solido e fermo.
Rimase integro pure quando Lyon lo colpì, anche se l'attacco non era volontariamente molto potente. -Lluvia ci é riuscita!- esclamò felice.

-Congratulazioni, Lluvia- disse sorridendo Lyon.

-Ghi hi hi, non é che ci voglia tanto- Gajeel entrò nella grande palestra con in mano una scodella piena di roba di ferro.

-Gajeel-kun non doveva partire mezz'ora fa?- domandò la blu sedendosi su una panca. Era da oltre un'ora che non facevano che allenarsi ed era stranamente stremata.

Gajeel ringhiò. Era stato così occupato a mangiare che non si era reso conto del tempo che passava. "Tutta colpa di quella strega! Se non mi avesse dato tutte queste cose fatte di ottimo ferro, ora sarei partito" si lamentava mentalmente il moro. Lanciò uno sguardo all'albino che guardava affascinato la sua amica/quasi sorella. -Ehi ghiacciolo che ci fai ancora qui? Non ti pare il momento di smammare?-

Lyon si accorse solo in quel momento del Dragon Slayer. -Oh, Gajeel, giusto?- domandò. Non gli aveva mai parlato seriamente. Tuttavia sapeva che era il migliore amico della sua amata.

-Esattamente, testa di ghiaccio. Pare che qualche tuo neutrone funzioni, anche se poco- non gli stava per nulla simpatico quel tizio.

-Gajeel-kun!- Lluvia lo guardò male. -Non é educato dire certe cose, Gajeel-kun- lo riprese.

Gajeel, in risposta, distolse lo sguardo dai due e sbuffò. Gray almeno si poteva tollerare, ma Lyon non lo poteva neppure vedere. Quel damerino gli stava sui nervi.

Quando Lyon se ne andò, Lluvia andò a farsi una doccia e cambiarsi per poi andare a salutare il suo migliore amico che stava per partire. -Gajeel può venire a trovare Lluvia quando vuole- gli ricordò.

-Tsk. Donna sei forte, ce la puoi fare benissimo da sola. Fottitene di quei ghiaccioli, di tutti gli abitanti di questa città e altre...- abbassò leggermente la voce- dei tuoi genitori- e poi il suo tono tornò normale e strafottente come sempre -Cresci il tuo marmocchio e non farti mettere i piedi in testa.-

Gli occhi della blu si umidirono. -Lluvia vuole tanto bene a Gajeel-kun!- gli si gettò fra le braccia, lasciandolo stupito e perplesso.

-Ma che cazz...?- borbottò staccandosela di dosso. -Che cazzo ti é preso, Lluvia?!-

Lei si asciugò le lacrime che le erano scese senza che se ne accorgesse. -Lluvia vuole tanto bene a Gajeel-kun e spera che lui sia felice con Levy-san- rivelò.

Lui sbarrò gli occhi. -Stai delirando...-

Lluvia fece un sorrisetto furbo, di una che la sa lunga. -Gajeel-kun non può ingannare Lluvia- detto ciò, prima che lui potesse obiettare, gli chiuse la porta in faccia. Lasciandolo basito con il volto a pochi centimetri dal legno.

-Dannata donna! Da quando ha cominciato a far così?!- tuonò incazzato nero e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, anche un po' imbarazzato. -Come si permette di blaterare certe cose?!-

Così furioso tornò a casa. Per tutto il viaggio non aveva fatto altro che borbottare parole non molto sensate, o piacevoli, verso la maga della pioggia e la sua scripter. Sarebbe stato meglio rimanere a casa, il giorno precedente, e scrivere una nuova canzone, invece che andare a trovare quella pazza della sua migliore amica.

-Gajeel. Levy aveva detto che saresti tornato di sera, non il giorno dopo- Lily agrottò la fronte vedendolo entrare mentre parlottava fra sé e sé. -Che ti é successo?-

-Tsk. Nulla- lo liquidò Gajeel andando a masticare qualche oggetto metallico che doveva tenere in qualche scaffale in cucina.

-Come é andata la visita?- domandò Levy uscendo dal suo bagno.

-Che cazzo ci fai qui, gamberetto?- la quasi ignorò e si preoccupò di mangiare.

-Ero venuta a chiederti come era andata la visita a Lluvia-

-E perché sei rimasta?-

-Le ho chiesto io di rimanere. Mi stava leggendo un buon libro- disse Lily bevendo un succo di kiwi.

-Ora puoi pure andare- disse prendendola per i fianchi e caricandosela sulle spalle robuste.

-Buzzurro! Mettimi giù! Gajeel! Gajeeeeel!- la posò, con una strana delicatezza, con i piedi per terra.

-É andata bene con Lluvia- disse frettolosamente.

Le chiuse la porta in faccia, proprio come era successo a lui non molto prima e corse a recuperare l'oggetto che non voleva che lei vedesse.

-C'era bisogno di trattarla così?- domandò il suo gatto, quasi fosse la voce della sua coscienza.

-Sì- disse a denti stretti guardando una foto di lui e Levy con gli indumenti tipici che indossavano in quel nuovo lavoro. L'aveva perfino messa in una cornice arancione con un fiocco giallo che aveva intravisto per puro caso mentre cercava una ferramenta. Gli ricordava tanto lei...

In quell'immagine sorridevano entrambi, anche se lui lo stava facendo perché era riuscito, a insaputa di lei, a farle le corna mentre lei, sorrideva raggiante per chissà quale motivo.

-Prima o poi vedrà quella foto- l' exceed gli ripeté per la centesima volta la stessa cosa.

-Il gamberetto non saprà mai di questa stupida foto- l'ammonì Gajeel. Voleva gettarla, dopo che gli era stata data da alcuni suoi sottoposti che si erano messi a scattare delle foto ricordo durante una festa data per una vittoria contro una gilda oscura, ma non ci era proprio riuscito.

Non era uno stupido, non completamente almeno, aveva capito i suoi sentimenti per Levy da tempo e dopo che lei lo aveva baciato per salvarlo appena un anno prima, era stato costretto a fare i conti con la realtà.

Lui, Gajeel Redfox, era innamorato di Levy Mcgarden.

Ma cosa avrebbe dovuto fare? Non aveva mai provato alcun interesse sentimentale per qualche ragazza, figuriamoci se si era mai innamorato. Era una cosa da rammoliti, idioti, sciocchi... e ora lo era anche lui.

Che cazzo gli era preso?

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