Sorriso gentile
Capitolo 18
Sorriso gentile
Mirajane quella mattina stava bevendo una rinfrescante bevanda al pompelmo a bordo piscina, mentre i suoi fratelli giocavano a palla.
Lisanna la teneva d'occhio e la maggiore se ne era resa conto sin dallo sciogliersi di Fairy Tail. Non capiva bene il motivo dello strano comportamento della sorellina, ma non aveva mai fatto niente per capirlo.
-Onee-chan!- esclamò Lisanna, facendo sussultare Mira. La maggiore delle sorelle Strauss era persa nei suoi pensieri, soprattutto le mancava un sacco la sua vecchia gilda.
-Lisanna!- urlò, presa di sprovvista.
-Onee-chan, sembri molto strana, tutto bene?- domandò Lisanna sedendosi sulla sdraio accanto alla sorellona.
Ancora quell'occhiata vigile e attenta, che non le aveva mai visto fare molte volte, prima di quell'anno.
-Va tutto bene- le sorrise. Eppure le mancava qualcosa... E non si trattava solo della sua gilda.
-Se lo dici tu...- Lisanna assottigliò lo sguardo, non credendo per nulla alla sorella.
Mira allora decise di cambiare argomento. -Elfman non ti pare più depresso, negli ultimi tempi?- domandò, un po' preoccupata.
L'unico maschio degli Strauss, nell'ultimo anno, era spesso triste, tanto da essere divenuto quasi irriconoscibile. Forse la causa era la mancanza delle scazzotate con gli amici, o la gilda stessa...
Le sorelle non riuscivano a capirlo ed erano, naturalmente, in pensiero per lui. -Non é da vero uomo giocare da solo a palla- disse, con meno euforia di quella che lo aveva caratterizzato negli anni precedenti. -Di che parlate?-
Le due albine si guardarono, pensando la stessa cosa. "Perché nostro fratello é così triste?"
-Nulla, Elf-nii-chan- mormorò la minore alzandosi. -Andiamo a nuotare? Oggi é il nostro ultimo giorno qui!- disse entusiasta.
Avevano visto il messaggio di Natsu.
Erano tutti pronti per ritornare alla gilda.
Anche se...
C'era qualcosa che li rendeva un po' tristi, tuttavia ognuno lo dimostrava in modo diverso.
-É da vero uomo nuotare!- esultò lui, sorridendo e sembrando più di buon umore.
-Mira-nee-san, vieni pure tu?- domandò Lisanna, guardando la sorella maggiore.
-Eh? Oh, no, resto qui ancora un po'...- mormorò sorridendo, per poi sorseggiare la sua bevanda.
I due si allontanarono presto dalla sorella maggiore, lasciandola da sola.
-Davvero buona, non trovi?- domandò qualcuno alla sua destra, dopo alcuni minuti.
-Se hai la mia stessa bevanda, posso affermarlo- cercò di non sembrare sorpresa, anche se lo era. Prima, con Lisanna, era successo perché era distratta, ma questa volta non lo era.
Quel tipo doveva essere un mago, e anche molto bravo, perché non aveva proprio captato la sua presenza. -Bevanda analcolica al pompelmo- disse, calmo.
Era biondo con gli occhi azzurri. Fisico normale, abbastanza allenato. Sorriso gentile, amichevole, per nulla arrogante.
Tuttavia...
Emanava un'aura demoniaca.
Che facesse parte degli scagnozzi di Zeref?
Tutto poteva essere.
-Ottima scelta, è il mio preferito- sorrise Mira, cercando di sembrare più dolce di quanto non lo sembrasse già.
-Dovresti provare quello all'ananas, é molto buono- parlò il ragazzo, tranquillamente.
Calmo e dolce.
Aura demoniaca nascosta.
"Questo ragazzo... Non credo che faccia parte delle truppe di Zeref. Ha un qualcosa di famigliare.
Ananas.
Nessuno, a parte me, sa che l'ananas é il frutto preferito di Laxus. Me lo disse una volta, mente era ubriaco.
Che sia una coincidenza che abbia nominato proprio questo frutto, tra tanti?"
-Sono Mirajane- si presentò, esibendo uno dei suoi migliori sorrisi. -L'ho provato, davvero incantevole-
-Storm- le porse la mano e lei la strinse. -É in vacanza, Mirajane-san?-
Molto educato.
Uhm, era proprio differente dalle persone che conosceva lei.
-La prego, solo Mira- si passò una mano fra i capelli, in modo dolce e al contempo sensuale. -Sì, sono in vacanza con i miei fratelli-
Lui non ci cascò.
Mantenne il suo sguardo, senza cambiare espressione.
Insolito.
La maggior parte degli uomini non avrebbe resistito a Mirajane Strauss su una sdraio con solo un bikini addosso. Eppure lui ci riuscì, senza tentennare.
-Allora chiamami pure tu solo Storm- disse posandosi sulla sdraio e sorseggiando la sua bevanda.
-Anche tu sei in vacanza?-
Era una guerra di sorrisi, cordialità ed educazione. Mirajane moriva dalla curiosità di sapere chi era quel tipo tanto famigliare, quanto sconosciuto.
-Sì... direi di sì- tentennò.
Ecco, quello era il momento giusto. Doveva fargli una domanda per fargli perdere quella sua strana sicurezza e, allo stesso tempo, smascherare i suoi piani.
Però, dovette zittirsi all'arrivo di un ragazzo robusto e albino, con gli occhiali. Era simile a Elfman a 15 anni. -Storm, ecco dove eri finito- sospirò il ragazzo aggiustandosi le lenti. La fulminò con lo sguardo. -Non sapevo che ti piacessero le donne più mature, cugino-
-Più... mature...?- soffiò Mira, sorridendo in modo assassino, che fece fare un passo indietro all'ultimo arrivato.
-Brandir, Mira deve aver appena diciotto anni, giusto?- Storm ci sapeva fare con le donne, al contrario del suo amico.
-A me sembra solo una vecchia zitella- mormorò l'altro, senza alcun pelo sulla lingua.
-Vecchia... zitella?- stava rischiando grosso quell'albino. -Il tuo amico non é molto educato- disse, ignorando Brandir-
-Concordo. Purtroppo i miei zii sono stati troppo clementi con lui e con le sue maniere... rozze-
-Ehi! Come osi?!- si offese Brandir -Vuoi prenderle?!-
-Sono più forte di te. Ricordalo, cuginetto- sorrise angelicamente il biondo, eppure Mira riuscì a notare che di angelico, quel sorriso, aveva ben poco.
Brandir tacque per un secondo. -Andiamo- borbotò girandosi e cominciando ad andare.
-Arrivederci Mira- Storm si porse leggermente in avanti e accennò un inchino, poi se ne andò tranquillamente, senza fretta, nella direzione in cui aveva cominciato a correre il suo amico.
-Uhm, che tipetti adorabili...- mormorò contenta la Strauss -pensano sicuramente che non mi sono resa conto di chi siano-
***
Una casa modesta vicino ad altre più o meno delle stesse dimensioni. -Questa é casa tua- aveva detto Natsu, prima di fuggire via, gridando che aveva paura della reazione della moglie di Gray alla notizia dell'amnesia del coniuge.
-Che fiammella paurosa- sbottò l'alchimista del ghiaccio suonando il campanello.
"Quello sciocco imbottito del Gray di Edolas si é sposato... Assurdo. Chi mai si é messo con quella fabbrica di calore e vestiti?!"
-Papà-san!- esclamò una bimba aprendo la porta. -Che bello! Sei già tornato!- entusiasta la piccina gli si buttò tra le braccia.
-Eeh? Papà?!- urlò Gray indietreggiando e finendo steso per terra con tra le braccia la figlia di Edo-Gray.
-Papà-san... Non mi vuoi più bene...?- mormorò ferita dallo strano comportamento di quello che pensava fosse il padre.
-Sì... No, no... certo che no...- parlava, senza capir neanche lui cosa stesse dicendo.
Alla piccola tornò subito il sorriso -Evviva! Mi sei tanto mancato!- lo abbracciò, anche se con un po' di difficoltà: aveva così tanti vestiti addosso da ricordare un pupazzo di neve.
"Mi deve aver preso per Edo-Gray... suo padre... E ora che faccio?" era sconvolto.
Anche se non ci aveva pensato, su Edolas erano passati poco più di otto anni ed era abbastanza normale che le vite degli abitanti fossero progredite più della sua e di quelle di alcuni suoi compagni. Loro erano rimasti sull'isola Tenrou per sette anni, ma per gli altri il tempo era continuato a scorrere, compresa la dimensione di Edolas.
-Papà-san... sei strano!-
-Llover... mamma ti ha detto mille volte di non aprire la porta! Chi la sente a quella vecchiaccia se scopre che non le hai obbedito! Tsk - un bambino della stessa statura della bimba, uscì dalla di Edo-Gray, piuttosto arrabbiato.
-Ma... Ma... Rain-chan... Sei cattivo! Non mi vuoi bene!- cominciò a piangere la piccola.
-Eh... Eh? Non piangere...- Gray era disperato. Non ci sapeva molto fare con i bambini...
"Come si spengono?!"
-Ehi vecchiaccio. Già a casa, uh? Ma non sei partito stamattina?- Rain inarcò un sopracciglio, conscio che c'era qualcosa che non andava.
-Rain-chan! S... smettila di trattare male papà-san!- la piccoletta si mise in piedi a fatica, visto che aveva addosso tutto il suo guardaroba, e cominciò a battere i piedi per terra, gonfiando le guance. -Così farai piangere papà-san!-
"Il Gray di questo mondo ha due figli...?! E si fa mettere i piedi in testa da uno di questi!"
-Tsk. Quel rammollito non può essere mio padre! Mamma deve essersi sbagliata assolutamente!- borbottava il bambino.
-Ueeeeh! Rain-chan é cattivo!- Llover scoppiò a piangere per la terza volta...
-Ma la smetti?! Sei irritante!- disse suo fratello, sbuffando.
-Zitto ragazzino- disse a denti stretti Gray, alzandosi e prendendo in braccio la piagnucolona. -Per quale motivo tratti così tua sorella?-
"Non li capisco... Ma non sono fratelli? Perché fanno così? E dove sono i loro genitori?! Dovrebbero tenerli d'occhio"
Rain parve sorpreso, ma rimise subito la sua espressione da spaccone sul volto. -Dovresti rimmetere i vestiti, paparino- calcò l'ultima parola -Mamma non é a casa- aveva sette anni, ma era sembrata davvero pervertita la sua frase. In verità: lui si riferiva al fatto che a sua madre piacesse quando il padre non ricordava una palla ambulante di vestiti.
Gray si guardò e notò solo allora che indossava semplicemente le mutande. -Eeh? Ma quando é successo?!-
-Papà-san ha perso i vestiti, Rain-chan- ridacchiò Llover sorridendo, finalmente calma.
-L'ho notato, nana- ribatté il fratello.
-Ma sei alto quanto me!-
-Tsk... zitta- il fratello girò la testa e si avviò verso casa. -Entriamo-
-Ma Papà-san mi aveva promesso di andare alla gilda quando sarebbe tornato, vero?- la piccola guardò Gray con occhi luccicanti.
-Hm...- "Se qualcuno capisse che non sono di Edolas potrebbero allarmarsi... E poi, farebbero troppe domande a cui non voglio rispondere. Meglio far finta di essere Edo-Gray" -Te lo avevo promesso-
-Evviva! Papà-san é il migliore!-
A Gray scappò un sorriso. Era piuttosto appiccicosa e un bel po' bipolare, ma era davvero adorabile.
Beh, in fondo, si era innamorato di una ragazza che corrispondeva molto a questa stessa descrizione.
La piccina si fece posare al suolo e lo avvertì che doveva prendere alcune cose prima di andare.
-Dove si trova vostra madre?- domandò, provando a non sembrare affatto imbarazzato. "Quando incontrai il Gray di Edolas, lui affermò di essere innamorato di Lluvia. Che sia lei sua moglie...?" Se la sua Lluvia avesse scoperto che in un'altra dimensione erano sposati e avevano dei figli, non lo avrebbe lasciato più in pace. Anche se, non gli sarebbe poi tanto dispiaciuta come cosa...
-É andata a fare la spesa- rispose Rain. Erano entrambi entrati dentro casa e il piccolo aveva cominciato a giocare con alcune macchinine, ignorando Gray.
-E vi ha lasciato qui da soli?- domandò ancora il moro.
Il piccolo aveva i capelli blu scuro e gli occhi turchini, il fisico era normale per un bambino di sette anni. I vestiti erano semplici: t-shirt blu notte e pantaloni verde militare. "Lasciare una bambina che piange per qualunque cosa e un bimbetto arrogante da soli, non é una buona cosa. Asuka l'hanno sempre lasciata a qualcuno, anche se per poco tempo"
-Certo, deve comprare solo alcune cose al negozietto dietro l'angolo- Rain smise di giocare e lo guardò. -Vecchio, sei strano oggi. Più del solito.-
-Che intedi?- domandò Gray. Aveva il sospetto che Rain aveva capito qualcosa, ma non era sicuro di cosa. Aveva sette anni, ma cavoli se era furbo.
-Hm... Di solito metti sempre il giaccone super caldo che ti ha comprato la mamma anni fa, o tutto l'armadio. Oggi, invece... non indossi quasi nulla. Rimettiti subito la maglia!-
Llover entrò in quel momento nella stanza e, sorridendo teneramente, fece una giravolta su se stessa, per mostrare il suo giaccone molto caldo, che riscaldava come trenta indumenti pesanti. -Sono pronta... Andiamo?-
"Mi fa venire caldo solo a guardarla..."
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