Preoccupazione
Capitolo 10
Preoccupazione
-Pronta?- le domandò Lyon.
Lluvia annuì.
Erano circa le sei di mattina ed entrambi si erano dati appuntamento nella palestra al coperto dei Lockser, per potersi allenare insieme, o meglio, per riuscire a far controllare a Lluvia il potere di Devil Slayer del ghiaccio.
L'albino arrossì quando la maga si tolse uno strato di abiti, rimanendo solo con un vestito nero senza maniche che le arrivava appena a metà coscia. Stare tanto tempo con Gray l'aveva contagiata nel peggiore dei modi. -Che c'é, Lyon-sama? Ti senti bene?- domandò vedendolo immobile, con uno strano sorriso in volto.
Non era un maniaco, ma era pure un uomo e sapeva apprezzare una bella figura femminile quando la vedeva, se poi si parlava di Lluvia, anche meglio. -Uhm... sì, tutto apposto- distolse lo sguardo dal corpo di lei. -Metti le mani come faccio io-
Fu facile per Lluvia imitarlo. Aveva visto numerose volte Gray combattere e aveva memorizzato molti dei suoi attacchi.
-Iniziamo con uno scudo, va bene?- domandò premuroso Lyon.
Lluvia annuì e prima che lui poté dire o fare altro, lei ricorse a ciò che ricordava -Ice Make: Rampart!- la posizione era corretta, tant'è che un muro si andò veramente a creare, anche se molto sottile e alto appena quanto lei.
Il mago del ghiaccio rimase sbalordito. A lui ci erano volute delle settimane solo per creare un piccolo cristallo di ghiaccio e lei in appena un minuto, al primo tentativo, aveva creato un muro. -B...Brava-
Lluvia fece una smorfia per la tristezza, quando subito dopo il muro crollò. -Lluvia non é abituata a governare il ghiaccio...-
-Non temere, ora ti insegnerò- le sorrise allegro, così tanto, che inquietò un pochino la giovane.
-Va bene, Lyon-sama -
Trascorsero così più di un'ora, ma Lluvia dava appena qualche segno di miglioramento. Era una cosa normalissima alla prima lezione, eppure lei sembrava delusa da se stessa. -Scusa Lluvia, Lyon-sama, Lluvia é un'incapace!- piagnucolò.
Lui si allarmò. -No no, non preoccuparti, é una cosa normalissima!- la cercava di consolare, inutilmente.
L'altra stava già piangendo a dirotto.
-Llu- la chiamò allegra la mamma. -Salve Lyon-kun- salutò Elettra.
-Buongiorno signora- la salutò di rimando il giovane.
La madre guardò la figlia. -Uh, gli ormoni si fanno già sentire- ridacchiò. -Non far caso, é normale che sia così emotiva, anche se é un po' presto per esserlo- squittì la donna.
-Oh... beh- farfugliò Lyon, intimorito dall'uomo, nonché padre di Lluvia, che si trovava sull'uscio della palestra e lo guardava con sguardo assassino, mormorando qualcosa che non riusciva a sentire, naturalmente niente di buono, per lui.
-Anch'io quando la aspettavo ero così. Non é vero, caro?- ridacchiò Elettra rivolgendosi al marito.
Patrick, essendo stato scoperto, se ne andò, facendo sorridere la moglie per il suo comportamento immaturo, quasi come se lei si comportasse da adulta.
-Grazie per starti occupando della mia bambina- porse al mago un piatto con diversi cibi, una bottiglia e dei bicchieri.
-Di nulla- si portò la mano sulla nuca, a disagio.
Fu salvato da Lluvia che si era calmata ed era accorsa a fare colazione, come se nulla fosse. -Buongiorno, mamma-
L'altra la salutò e poi se ne andò.
-Tua mamma é davvero una brava cuoca- disse dopo un po', Lyon per rompere il silenzio che si era andato a creare.
-Ha cucinato il papà di Lluvia, sua mamma é negata- spiegò, riuscendo a zittirlo.
Ogni tanto lui la fissava, in silenzio, mentre lei era intenta a mangiare. Seppur con i capelli scombinati e non proprio messa in tiro, gli sembrava bellissima come sempre. Lei, a parer suo, sarebbe stata bella anche con degli stracci, senza alcun trucco e con i capelli tagliati male e scombinati. Sarebbe rimasta sempre lei e, perciò, perfetta.
Lluvia non aveva fatto molto caso a lui, perché ben presto aveva cominciato a sentirsi non molto bene. Maledetta nausea... -Lyon-sama, Lluvia va un attimo in bagno- lo avvertì per poi andarsene.
Non doveva ancora vomitare, anche se presto il suo corpo lo avrebbe preteso, tuttavia, doveva ammetterlo a malincuore, quella era stata anche una scusa per allontanarsi dall'albino.
Aveva notato il suo sguardo e di ignorarlo non ce la faceva più, ormai.
Quanto avrebbe voluto Gray, al suo posto, come insegnante...
***
Gajeel era intento a comporre una nuova canzone, siccome aveva scoperto di avere il pomeriggio libero, quando Levy bussò alla porta dei suo appartamento. -Gajeel! Che ci fai ancora qui?- mise entrambe le mani sui fianchi, segno che stava arrivando una ramanzina.
-Che vuoi, gamberetto?- grugnì accordando alcune note con la sua chitarra.
-Idiota di un Gajeel- gonfiò le guance, per poi espirare rumorosamente come una bimba indispettita. -Ero sicura che fossi già da Lluvia-
Lui inarcò un sopracciglio. -Donna, non é affar mio se ti fai delle strane idee-
-Ma... lei... Lei é incinta- gli ricordò. -E tu sei il suo migliore amico-
-E con questo?- non le stava neanche prestando molta attenzione, cantando alcune strofe che ben presto avrebbero fatto parte della sua nuova canzone in arrivo. -Ghihihi, l'ameonna può benissimo cavarsela- anche se ne rese conto dopo aver parlato, tentennò. Aveva capito che si trovava a casa dei suoi genitori, conoscendo l'ubicazione della loro casa, e ciò gli aveva fatto comprendere che era in cerca di aiuto. Sicuramente gli aveva detto della sua situazione, anche perché si sentiva da sola e aveva bisogno di sfogarsi con qualcuno. Non le aveva neanche parlato tanto, quando l'aveva vista...
-Gajeel!- lo richiamò Levy, dopo alcuni attimi in cui l'aveva fissato, stando però zitta.
-Che vuoi ancora?- sbottò.
Levy si fece esitante. -Quando stavamo tornando a casa, dopo il...- divenne rossa -fraintendimento di qualche giorno fa, hai insultato innumerevoli volte Gray e, mi hanno detto, che hai fatto fare delle ricerche su di lui...- si fermò un attimo per prendere fiato. -Perché?-
Lui continuò a non alzare lo sguardo su di lei. -É entrato ad Avatar e l'ha lasciata. Non mi ha detto altro. Quella principessina del ghiaccio, anche se non so perché ha fatto qualcosa di così stupido, si é messo contro la persona sbagliata quel bastardo- sorrise leggermente. Era pronto per combattere.
Levy si sorprese. Aveva appena dimostrato di tenere molto a Lluvia, cosa che invece non faceva mai così apertamente. -Sono davvero delle belle parole- sorrise -ma Lluvia ha bisogno di aiuto, sai quanto tiene a Gray... Ora sarà molto ferita...-
Gajeel ripensò a una delle tantissime volte in cui la maga dell'acqua gli aveva parlato di Fullbuster e di quanto lo amasse. Più di una volta era scoppiata a piangere quando una delle fantasie sul ghiacciolo era finita in modo triste. Oppure, dopo i Grandi Giochi della Magia, Lluvia gli aveva chiesto più volte di dormire da lei, anche a costo di farlo dormire nel suo letto e lei sul divano, perché faceva degli incubi sulla morte di Gray.
Sì, la maga della pioggia doveva essere davvero disperata senza il suo amato a fianco... -Gamberetto, esco per un po'. Lily é uscito poco fa, pensaci tu ad avvisarlo che starò via per tutta la giornata- detto ciò, si alzò, scompigliò i capelli della maga e se ne andò.
***
Lyon se ne era appena andato e Lluvia si stava facendo un caldo bagno rilassante. Era molto stanca, tant'è, che dopo, aveva deciso di riposarsi.
Nel silenzio del bagno si ritrovò a guardarsi la pancia ancora piatta. L'accarezzò, sorridendo. -Sei così piccolo, o piccola, ma stai già stancando la mamma-
Istintivamente si girò di lato, gioiosa, pensando di trovare qualcuno; cosa che non successe. Le sue labbra smisero di essere incurvate in un sorriso.
Tutta quella situazione era completamente diversa dalla sua immaginazione. Gray avrebbe dovuto essere al suo fianco, lieto di stare con lei e il piccolo in arrivo.
Eppure...
Lui non era lì.
La maga si immerse completamente nella vasca. Ben presto le sue lacrime si andarono a mischiare con il liquido bollente che la circondava. Portò le mani alla pancia e ci passò un dito sopra fino a disegnarci un cuore invisibile. -La mamma vuole bene al suo bambino, lo proteggerà sempre. Anche se il papà-sama non ci sarà, il figlio, o figlia, di Lluvia non sarà mai solo- sussurrò teneramente.
***
Era ormai sera quando Gajeel si trovò dinanzi alla magione Lockser; il suo appartamento si trovava a un'ora di treno da lì, anche se a piedi ci aveva messo più tempo; tutto solo perché non riusciva a reggere i trasporti.
Il grande cancello si aprì immediatamente, prima che potesse bussare. Ebbe un brivido. Stando in allerta attraversò quei pochi metri che lo dividevano dalla villa. Quando fece per bussare, la porta si aprì di scatto e una donna dai capelli lilla lo strinse in un grande abbraccio. -Gajeel-kun!-
Come sospettava Elettra Lockser si era comportata alla stessa maniera di sempre. Anche se era imbarazzante da dire, i signori Lockser lo avevano sempre trattato come il figlio maschio che non avevano mai potuto avere. Infatti la signora aveva rischiato molto partorendo la prima figlia, perciò non avevano più preso in considerazione di avere un secondo figlio.
Ogni volta che Gajeel veniva invitato da Lluvia nella sua abitazione e c'erano anche i suoi genitori, loro gli dedicavano molto affetto, quasi come se fosse di famiglia. Perfino Lluvia lo trattava come un fratello. Anche se un tempo era molto più inespressiva e all'apparenza priva di emozioni, Gajeel era per lei il fratello maggiore che le serviva e lui non era riuscito a non affezionarsi.
Probabilmente era per tutto l'affetto che gli dimostrava quella famiglia che lui non si era sentito di abbandonare la maga della pioggia al suo dolore. -Donna mi lasci- brontolò facendo subito una smorfia.
Lei mise il muso e fece come aveva chiesto. -Dovresti essere un po' più cortese con le ragazze o sarai single per sempre- biascicò.
Tacque. Anni prima avrebbe detto che la maga dell'acqua non assomigliava proprio alla madre, che era quasi l'opposto di lei, ma dopo che si erano uniti a Fairy Tail, si era dovuto ricredere. Doveva essere l'amore che donava a quelle donne la luce che le faceva brillare.
Il signor Lockser non fu altrettanto caloroso, anche se provava lo stesso affetto della moglie per il moro. - Gajeel, da quanto tempo che non ti si vede da queste parti- gli diede una pacca sulla spalla e fece un sorriso che era riuscito a vedere poco più di dieci volte sul suo viso.
-Sei qui per Lluvia, vero ?- domandò Elettra, nei suoi occhi si poteva leggere quanto era preoccupata.
-Sì- disse a denti stretti.
-É triste proprio come quando era bambina...- gli occhi della figura femminile dai capelli lilla si fecero lucidi. -Nelle lettere che ci scriveva sembrava così... felice. Eppure...- stava per mettersi a piangere. Il marito le mise una mano intorno alle spalle.
Gajeel rimase spiazzato da quella scena. Elettra Lockser che stava per piangere?
Non aveva mai creduto che fosse una cosa possibile.
-Quando stavamo a Fairy Tail era molto felice- biascicò, passandosi una mano fra i capelli e distogliendo lo sguardo dai due coniugi, non era da lui dire certe cose.
-Davvero?- gli occhi di Elettra luccicarono.
-Le sue lettere erano vere, allora...- mormorò sollevato Patrick.
-Sì, ha fatto amicizia con molti, ha festeggiato con i nostri compagni e si é innamorata persa- a quelle parole gli occhi del padre di Lluvia emisero un lampo omicida -La pioggia aveva perfino cessato di cadere- disse infine.
Marito e moglie spalancarono gli occhi a quell'ultima notizia. Lei non glielo aveva mai detto in nessuna delle sue lettere. Perché non l'aveva fatto?
In tutta la sua vita si era sempre disperata di non riuscire a controllare la pioggia, rendendo così ogni giornata uggiosa. Non era felice di aver smesso di far piangere il cielo?
***
Lluvia stava scendendo le scale di casa sua quando sentì un certo mormorio proveniente dall'ingresso. Non ci mise molto a capire chi stava parlando: Gajeel e i suoi genitori.
-Buonasera Gajeel-kun- lo salutò, sinceramente felice di vederlo.
Il moro l'annalizzò da capo a piedi: non sembrava disperata come invece aveva pensato di trovarla.
-Ragazzi, perché non andate a parlare un po' di sopra?- propose Elettra. "Lluvia ha bisogno di sfogarsi con Gajeel, non riesce veramente ad aprirsi con me e Patrick. Siamo sempre stati troppo poco con lei..."
Patrick annuì solamente, capendo benissimo ciò che stava pensando la moglie. Era stato un padre assente e non poteva più farci nulla.
Gajeel sbuffò quando Lluvia lo praticamente trascinò al piano di sopra, nella sua stanza. -Lluvia non credeva che Gajeel-kun ci avrebbe fatto visita- sorrise emozionata la blu, sedendosi sul letto e invitando il moro a fare lo stesso.
Lui, proprio come diversi anni prima, ignorò il suo invito, e si sedette su un divanetto che aveva provveduto a sgombrare dai 'Teru teru bozu' che lo occupavano. Erano circa una trentina a occhio e croce.
-Gajeel-kun era preoccupato per Lluvia?- domandò l'ameonna con un sorrisetto appena accennato.
Aveva gli occhi lucidi e rossi di chi aveva appena finito di piangere. -Non metterti strane idee in testa, donna- la riprese. -Sono qui perché mi ci ha costretto il gamberetto- tentennò.
-Nessuno riuscirebbe a convincerti, Gajeel-kun, se tu non vuoi veramente- disse sinceramente.
Gajeel non replicò, anche se la faccia arrabbiata di Levy, che trovava piuttosto buffa, riusciva a convincerlo a fare tante cose. Una fra queste: diventare uno del governo.
-Lluvia ha delle cose da dire a Gajeel-kun, se lui vuole ascoltare- il leggero sorriso che teneva stampato in volto, la lasciò presto.
-Parla, Lluvia- disse a denti stretti il Dragon Slayer.
La maga gli parlò del suo bimbo e della magia che aveva già sviluppato, di Lyon e dei loro allenamenti e di tutto ciò che aveva fatto dallo sciogliersi di Fairy Tail.
Ci vollero delle ore per dire così tante cose e come c'era da aspettarsi da una delle loro lunghe conversazioni, alle tre del mattino erano ancora svegli. Gajeel commentava in modo scorbutico una volta sì e altre dieci no, cercando di non appisolarsi. Al contrario, la maga stava perdendo la voglia di dormire a ogni parola che aggiungeva. Anche se la loro conversazione andava avanti da quasi sette ore, con alcune soste per sgranocchiare qualcosa, andare al bagno e bere.
Per loro era normale tutto ciò, era una cosa che facevano ogni tanto, anche se, di solito, non parlavano così allungo, senza che uno dei due finisse con l'addormentarsi.
-... e Lyon-san oggi ha detto che sono stata molto brava...- finì la donna. -Lluvia ha annoiato Gajeel-kun con i suoi racconti?- si preoccupò.
Lui si passò una mano sulla faccia. -Cazzo, quanto parli. Non ti risparmi alcun dettaglio- borbottò. -La prossima volta che vedrò quei bastardi di ghiaccio gli spaccherò il culo a suon di pugni- per dimostrare il suo ardore chiuse la sue mani e alzò un braccio, pronto a combattere di già.
-Ma Lyon-sama non ha fatto nulla- si lamentò Lluvia.
Non aveva detto di non fare del male a Gray.
Quello era strano.
-Si vede lontano un miglio che gli piaci e a te mette i brividi, perciò lo toglierò di mezzo con i miei pugni- continuò il moro.
-Ma Gajeel, Lluvia non crede sia giusto far del male a Lyon-sama. Lyon-sama é un amico di Lluvia- replicò.
-Tsk, è solo un bastardo come tutti i maghi del ghiacciò.-
Lluvia coprì con entrambe le mani la sua piatta pancia per poi portarsi un dito davanti alla bocca e fare: -Ssssh-
-Che cazzo stai facendo?- inarcò un sopracciglio, confuso.
-Il piccolo potrebbe sentirti, Gajeel-kun. É un mago del ghiaccio, si potrebbe rattristare- sussurrò piano, come se volesse che il bimbo non sentisse.
-Eh? É ancora una pulce, non ci può sentire- la contradisse.
Lei lo guardò malissimo. -Lluvia non vuole che il piccolo venga insultato, non é come suo padre- il suo era appena un sussurro, eppure l'altro la sentì.
-Tu odi lo stripper- si rese conto, sconvolto.
La blu abbassò il volto. -Gray ha fatto tanto male a Lluvia. Lluvia lo ama ancora, ma lo odia pure. Lluvia vuole dimenticarlo.-
Gajeel si riprese, fece finta di guardare un orologio e le disse di andare a letto che era tardi. Gray doveva essere felice di essere fuori dalla sua portata, o il Dragon Slayer lo avrebbe ucciso.
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