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Jungkook, ricevuto quel nome, chiuse l'acqua della doccia e prese un asciugamano. Asciugò entrambi i loro corpi, in silenzio.

"Andiamo, Tae. Andiamo a riposare" sussurrò dolcemente al maggiore, che annuì, portando una mano dietro la sua schiena.

Dopo essersi vestiti uscirono dalla stanza; Jungkook sorrise al castano. "Grazie" disse, abbracciandolo. Gli prese poi la mano ed iniziò a camminare con lui verso le celle.

"Perché mi ringrazi?"

"Perché grazie a quel nome ora puoi riposare"

Taehyung, abbassato lo sguardo, gli lasciò la mano.

"Hyung..." Sospirò Jungkook, girandosi a guardarlo. "Li convincerò a non fargli del male, okay?"

Il maggiore annuì inclinando la testa di lato, guardò il minore e sul suo volto si fece strada un piccolo sorriso.

Ripresero a camminare, fino a fermarsi davanti le loro celle. "Ci vediamo domani allora" commentò il corvino mentre apriva la porta. "E uhm... Se.. Se ti venisse voglia di vedermi, bussa contro il muro, così io ti sento e.. Vengo da te" disse annuendo ripetutamente con il capo ed impicciandosi con le parole.

Taehyung sorrise intenerito e gli lasciò un veloce bacio sulla guancia, interrompendo il suo panico. "Ho capito, grazie, Kookie" lo rassicurò per poi entrare nella stanza.

I due non si videro fino al tardo pomeriggio, quando Jungkook, dopo una lunga chiacchierata con le guardie e un buon pasto, tornò nella sua cella e si sedette a terra contro il muro adiacente alla stanza di Taehyung. Chiuse gli occhi e piegò indietro la testa. Subito, dopo essersi concentrato, una fievole voce gli giunse alle orecchie. Una voce che, purtroppo, si interruppe improvvisamente e venne sostituita da dei colpetti contro il muro.

Jungkook aprì gli occhi e si alzò velocemente. "Oh, cielo" uscì in fretta dalla sua cella e sgattaiolò in quella del maggiore. "Eccomi!"

Taehyung si era nel frattempo seduto a terra, accanto alla parete. Aveva le gambe abbracciate al petto e la pelle d'oca. "È così silenzioso qui, e io mi sento così freddo"

Prontamente il minore gli si sedette accanto e gli circondò le spalle con un braccio, avvicinandolo a sé. "Ti ho sentito cantare"

"Ti ho disturbato?" Chiese accoccolandosi sotto la sua spalla.

"Oh no.. La tua voce è diventata il mio suono preferito" rispose con un piccolo sorriso e gli occhi chiusi.

A sua volta il castano sorrise timidamente, e le sue guance si tinsero di rosa. "È solo una voce"

"Non è solo una voce. È la tua voce, ed è bellissima. Sai quante emozioni si possono provare solo attraverso i suoni? E sai quante solo attraverso le parole? Combina le due cose insieme. Non ti sembra incredibile? Non ti lascia senza fiato solo il pensiero?" domandò osservando il vuoto. "A me hai lasciato senza fiato..." aggiunse poi in un sussurro.

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Capitolo fantastico in cui non succede un emerito nulla.
YE.

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