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10 CAPITOLO - Daydreams - ( revisionato)

HARRY
I giorni passarono tanto in fretta da farmi desiderare che il tempo si fermasse, anche solo per un po'. Le vacanze natalizie finirono, così come erano iniziate, e quando le lezioni ripresero, e gli studenti tornarono a riempire i corridoi freddi di Hogwarts, io ancora non ero riuscito a riprendere il pieno controllo della mia vita.
Dopo la visione che avevo avuto in sala grande, infatti, ce ne furono altre. Orribili momenti in cui mi estraniavo per diversi secondi, mentre le immagini che riguardavano il Signore Oscuro, mi affollavano la mente come un loop senza fine.
Per la maggio parte erano omicidi, senza pietà, e che io non potei evitare, ma ci furono anche volte in cui ebbi l'impressione di capire quale fosse il piano di Voldemort.
Ci sarebbe stata una guerra, questo era sicuro, e noi ne saremmo stati tutti coinvolti, in un modo oppure in un altro. Draco non sembrò affatto scosso dalle cose che gli raccontai riguardo quello che vedevo, o forse semplicemente preferì non darlo a vedere, evitando di farmi entrare in panico più di quanto già non fossi. Persino la morte di suo padre non sembrava averlo sorpreso, confessandomi che sospettasse già da tempo che la pazienza del Signore Oscuro si sarebbe esaurita in fretta con lui. Io, dal canto mio, vivevo nella paura perenne. Le immagini delle azioni brutali di Voldemort sembravano stampate a fuoco nella mia mente e risalivano a galla in ogni momento, persino nel più inopportuno, accompagnate dall'ansia e la preoccupazione.
Sospirai, appoggiando la testa sul banco, cercando di far diminuire il dolore. Ero ancora in classe? Quanto tempo era passato da quando la lezione era iniziata? Non lo sapevo, e non mi interessava. Il mio unico pensiero era Draco. Avrei perso quel briciolo di amore che mi ero guadagnato con lui in quella guerra? Cosa sarebbe successo tra noi, quando alla fine, saremmo dovuti scendere a combattere?
<<Signor Potter?>> Una voce si insinuò nei miei pensieri molesti, ma subito altre preoccupazioni la fecero passare in secondo piano.
Avremmo lottato per due diverse fazioni? O avrei potuto contare su Draco? Il freddo del metallo mi premeva sul braccio, facendomi ricordare del braccialetto che il biondo mi aveva regalato per Natale. Sopra c'era incisa la scritta ''Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo'' ovvero ''se non posso muovere i celesti, muoverò gli inferi"
L'avevo trovato davvero romantico e allo stesso tempo in stile Malfoy. Scommettevo che il suo significato nascosto fosse che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me, pur di starmi accanto, anche se aveva trovato il coraggio di dirmelo a parole.
<<Potter!>> La voce questa volta fu più vicina.
Trasalii, beccandomi una gomitata da parte del mio compagno di banco, che mi fece finalmente svegliare. Alzando lo sguardo però mi resi conto che avrei di gran lunga preferito continuare a riflettere sui miei disturbi mentali. La professoressa McGranitt, infatti, era lì davanti a me, e mi guardava con occhi severi ed indagatori. Ricambiai il suo sguardo, vacuo.
<<Cosa?>> Chiesi, distrattamente. Ci fu qualche risatina in sottofondo.
<<Signor Potter. Le ho chiesto di rispondere alla domanda che ho posto alla classe>> Disse allora lei, risoluta. Scossi la testa, cominciando a giocherellare con il braccialetto che avevo al polso. <<Io...>> Balbettai, non sapendo come replicare. Lei sospirò.
<<Stia attento signor Potter. Una sola ulteriore distrazione e sarò costretta a convocarla in presidenza.>> Il suo sguardo si addolcì e lentamente si allontanò riprendendo la spiegazione. Sospirai di sollievo e senza degnare nemmeno di uno sguardo Ron, al mio fianco, tornai alle mie riflessioni, questa volta attento a non destare sospetti nella professoressa.
<<Harry, sicuro di stare bene?>> Chiese il rosso, ansioso. Annuii, sorridendogli fintamente.
<<Sì, ho solo dormito poco.>>

Al termine dell'ora fui l'ultimo ad uscire dalla classe, e con la testa tra le nuvole camminai lentamente tra i corridoi diretto alla prossima lezione. Pozioni. Sbuffai.
Non ero decisamente dell'umore giusto per affrontare Piton ed i suoi mille modi di mettermi in ridicolo davanti alla sua classe. Forse avrei potuto rifugiarmi in infermeria, con la scusa del mal di testa, o semplicemente sarei potuto tornare in camera, e saltare la lezione.
Stavo quasi per fare marcia indietro e tornarmene nei dormitori, quando una mano mi afferrò per il polso, trascinandomi in una rientranza nel muro, riparata da occhi indiscreti.
<<Cosa cazzo ti prende, Sfregiato!?>> Draco mi sbatté sul muro, sibilando piano. Era arrabbiato, ma dai suoi occhi riuscivo a vedere chiaramente anche la preoccupazione.
Cercai di sorridere, rassicurante.
<<Di cosa parli?>> Chiesi, sereno. Lui per poco non mi diede un pugno in faccia.
<<Questa tua facciata potrà anche attaccare con i tuoi amichetti, Potter, ma non puoi prendere in giro me.>> Sussurrò. Aggrottai le sopracciglia. <<Ti comporti in modo strano, eviti di guardarmi negli occhi, eviti di passare del tempo con me, sembri sempre assente e...>> Cominciò ad elencare sulla punta delle dita. Sospirai.
<<Non succede niente, Draco.>> Dissi poco convinto, quando mi lasciò parlare, usando il suo nome come motivo in più per cedere alle mie parole. Non volevo sembrare quello debole, il ragazzo con i dubbi esistenziali e le insicurezze croniche. Soprattutto non con lui.
<<Smettila di prendermi in giro, Harry.>> La sua voce accarezzò il mio nome con amore e io non potei fare a meno di arrendermi al suo volere.
<<Non hai paura? Di tutto quello che sta succedendo, intendo.>> Mormorai. Ne avevamo già parlato, eppure io non facevo che pensare a come le cose sarebbero potute finire. <<Non ti preoccupa sapere che domani le persone a cui vuoi bene potrebbero morire per combattere al tuo fianco?>> Continuai, stancamente.
<<No, non mi preoccupa. Non se tu rimani insieme a me.>> Disse serio.
Quel ragazzo stava diventando una specie di angelo o cosa?
Possibile che avessimo passato una vita a dirci cose orribili, a detestarci, quando avremmo potuto farci felici già da un pezzo? Gli buttai le braccia al collo, preso da un impeto di affetto.
Appoggiai la guancia sulla sua spalla e mi rilassai contro il suo corpo.
<<Mi sa proprio che ti amo.>> Dissi sicuro, baciandogli il collo e ritornando sulla sua spalla.
<<Sfortunatamente anche io, Sfregiato.>> Rispose freddamente. <<Non so se sia troppo presto per dirlo, o troppo tardi, ma rimarrò con te fino alla fine. Qualsiasi cosa accada.>> Disse, ancora. Mi staccai da lui, passandomi la manica del mantello sugli occhi, per eliminare le lacrime che erano scivolate sulle mie guance.
Poi sorrisi timidamente e mi grattai la nuca in imbarazzo.
<<Cosa c'è, adesso?>> Chiese lui, fintamente scocciato, guardandomi apprensivo. Dondolai sui talloni.
<<Allora noi stiamo... stiamo ins...>> Mi bloccai, perché mi pesava così tanto dire quelle parole? Davvero temevo in un rifiuto, dopo tutto quello che ci eravamo detti?
Provai di nuovo ad articolare la domanda, ma quando non riuscii, mi limitai a guardarlo negli occhi, perdendomici dentro. Draco sembrò comunque capire quello che volessi dire, e per poco le sue guance non andarono a fuoco.
<<Me lo stai chiedendo sul serio? Ma quanto sei ottuso? Credi che dica ti amo a tutti i ragazzi che mi capitano a tiro?>> Rispose acido. Scoppiai a ridere. Tipico di lui.
<< E non credi che dovremmo dirlo ai nostri amici?>> Chiesi, questa volta senza balbettare come un cretino. Ci avevo pensato, ed ero giunto alla conclusione che rendere tutti partecipi dell'inizio della mia storia con Malfoy, sarebbe stata una tattica migliore, rispetto a quella che lo vedeva colpito in battaglia dai miei amici, che lo consideravano ancora un nemico.
Il biondo ci pensò su qualche istante, guardandomi, come se stesse cercando nel mio volto la risposta. Sbuffò, per poi alzare gli occhi al cielo.
<<Dobbiamo proprio?>> Chiese, annoiato. Gli diedi una spallata.
<<Hai appena detto che rimarrai con me fino alla fine. Non so i tuoi, ma i miei amici fanno parte del pacchetto.>> Lo rimproverai.
<<Questo significa che devo portarmi a letto anche loro?>> Chiese, ironico, fingendosi impietrito al solo pensiero, beccandosi un pugno sul petto.
<<Come sei volgare. Certo che no!>> Quasi urlai.
<<D'accordo, allora credo si possa fare. Anche se preferirei starmene un pomeriggio intero con Gazza, piuttosto che vedere altri Grifondoro.>> Rispose sbottando. Sorrisi.
<<Perché non dovrebbe valere lo stesso per me? I Serpeverde non sono per nulla simpatici.>> Mi lamentai, io, mettendo il broncio.
<<Sono antipatici solo perché sanno che a me sta bene. Vedrai che quando sapranno che io e te siamo amici, si daranno una calmata.>> Mi spiegò.
<<Amici? Quando siamo passati all'essere amici?>> Lo presi in giro.
<<Smettila di prendermi in giro. Sai cosa intendo.>> Affermò, baciandomi a stampo.
<<Ci vediamo dopo cena davanti alla stanza delle necessità. E sappi che esigo un regalo extra, per questo favore che ti sto concedendo.>> Aggiunse, tirandomi fuori dalla conca nella quale ci eravamo rintanati, camminando a passo svelto verso la classe.
<<Hai già avuto il tuo regalo extra, Malfoy.>> Gli ricordai, facendogli la linguaccia.
Un paio di giorni prima che finissero le vacanze, infatti, eravamo sgattaiolati via da Hogwarts, per andare a fare un giro ad Hogsmeade. Avevamo mangiato insieme, e ci eravamo comportati proprio come una vera coppia, scherzando e parlando di quello che più ci piaceva, godendoci l'atmosfera natalizia delle strade semi-vuote del paese. Era stato lì, che, camminando per una strada secondaria, avevamo visto un gattino indifeso. Aveva il pelo grigio, della stessa tonalità degli occhi di Draco, ed era tanto piccolo da starsene raggomitolato in un palmo di mano.
Gli animali erano permessi a scuola, così avevo deciso di adottarlo, ma quando Draco mi aveva fatto capire di tenerci particolarmente, mi ero arreso, e avevo deciso di lasciarlo a lui.
Inutile dire che era stata subito una festa. Il gatto venne portato al caldo nella sala comune dei Serpeverde, e ricevette il nome di Dray Junior "il micio imperiale".
<<Quella palla di pelo sarebbe il mio regalo extra?>> Chiese, facendo il broncio. <<Ti salvi solo perché amo quel gatto.>> Commentò, poi. Sorrisi.

Il resto della giornata passò in un battito di ciglia, e prima che me ne potessi accorgere, arrivò la cena. Avevo già avvertito Ron ed Hermione di tenersi liberi, e avevo chiamato anche Ginny: sia perché sapevo di esserle sempre piaciuto e quindi per farla rinunciare una volta per tutte, sia perché comunque la consideravo una delle mie migliori amiche.
In tutti i casi, non avevo specificato a nessuno dei tre quello che avremmo dovuto fare, né tantomeno con chi.
Preso dall'ansia, passai l'intera cena a rischiare di morire soffocato con il cibo, ed ogni volta che vedevo la testa bionda di Draco, andavo nel panico. Ero stato io a chiedergli di dirlo ai nostri amici, eppure... Ron avrebbe finito per ammazzarmi, lo sapevo. Soprattutto adesso che il suo umore era sotto i piedi, data la rottura con Hermione. La stessa Hermione che non sembrava affatto triste per quella separazione, ma più che altro malinconica. Lei e Ron facevano fatica a comunicare, e io sembravo l'unico in grado di far mettere loro da parte l'imbarazzo. Probabilmente il fatto che fossi strano e assente, da quando erano tornati, li aveva fatti coalizzare abbastanza da far passare la loro rottura in secondo piano.
<<Si può sapere con chi ci dobbiamo vedere Harry?>> Chiese impaziente il rosso. <<Stai cominciando a spaventarmi sul serio.>> Continuò.
Non cercai nemmeno di rispondere. Avevo il cuore a mille per l'agitazione, e temetti quasi che se solo avessi provato ad aprir bocca, avrei soltanto urlato a squarcia gola.
<<Abbi pazienza, Ronald. Ci dirà tutto quando si sentirà pronto.>> Lo rimbeccò spietata Hermione, con il suo tono compiacente. Le feci un sorriso tirato, ringraziandola mentalmente.


***

DRACO
Feci avanti e indietro tre volte davanti al muro alla fine del corridoio, pensando a ciò che mi serviva, e subito si materializzò una grande porta in ferro battuto dall'aria regale. La attraversai in silenzio, seguito dai miei migliori amici.
Avevo deciso di dire di me ed Harry soltanto a Theo, Pansy e Blaise, convinto che solo loro avrebbero potuto capirmi. Erano i miei migliori amici, e dopo aver tenuto nascosto loro il mio essere gay, e averne subito le conseguenze, adesso preferivo giocare a carte scoperte.
<<Wow. Questa sì che è una stanza.>> Esclamò Zabini guardandosi intorno.
In effetti la stanza superava le mie più rosee aspettative. I muri color panna donavano luce e calore, insieme al grosso camino nell'angolo, nel quale strepitava il fuoco. Intorno ad esso c'erano diversi divani e poltrone simili a quelli adottati nelle sale comuni.
Una libreria dall'aria sofisticata era addossata alla parete settentrionale, e proprio al centro della sala, faceva bella mostra di sé un tavolino ovale pieno di dolciumi.
<<E' decisamente più pulita di camera vostra.>> Commentò Pansy. Blaise la guardò male.
<<Se ti fa così schifo, puoi anche rimanertene nella tua la prossima volta.>> La sgridò. <<Smettetela di fare i bambini e sedetevi. Non dovremmo aspettare molto.>> Esordii in tono dispotico buttandomi a peso morto sul divanetto proprio davanti al caldo fuoco, beandomi del tepore donava. I due ragazzi presero posto su due poltrone diverse, senza invadere il mio spazio vitale, mentre Pansy si sedette a terra, anche lei accanto al camino.
<<Potresti spiegarmi del perché siamo qui? E poi, cosa stiamo aspettando?>> Chiese dopo alcuni secondi Theo, che con il suo sguardo acceso mi esaminava, curioso.
<<Lo capirai a breve, Theodore.>> Risposi io scocciato.
<<Almeno mi dici perché hai dovuto portare il gatto con te?>> Fece interrogativo, fissando DrayJ con aria di sufficienza.
Accarezzai il pelo del piccolo, come a proteggerlo dallo sguardo dei miei amici.
<<Non parlare in questo modo del Micio Imperiale! Non mi andava di lasciarlo tutto solo in camera. Magari Goyle lo scambiava per un pollo e lo mangiava.>> Mi lamentai, rabbrividendo alla sola idea. Blaise sospirò demoralizzato, stette per dire qualcosa, ma la porta si aprì, e la testa mora di Harry si affacciò nella stanza, insieme a quelle dei suoi amici Grifoni. Cercai di calmarmi. Harry si avviò verso di noi, a passi lenti e decisi, ma i suoi amici non lo seguirono.
Una volta accortisi della nostra presenza, infatti, si bloccarono davanti alla porta come in un fermo immagine. Harry gli fece cenno di camminare, venendosi a sedere al mio fianco, non prima di aver preso un muffin dal tavolo ovale e cominciato a sgranocchiarlo, pensieroso.
<<E' uno scherzo?>> Chiese Ron, avvicinandosi quel tanto che bastava per guardarci.
Io presi il polso di Harry e avvicinai il muffin alla mia bocca, rubandone metà con un solo morso. <<Potevi prenderti il tuo, Malfoy. Ce ne sono altri dieci, lì sopra.>> Esclamò lui contrariato, mettendo il dolce il più lontano possibile da me.
<<Ditemi che questo è un incubo e tra poco mi sveglierò. Perché Harry sta canzonando amabilmente Malfoy, come se fosse una cosa normale?>> Sussurrò Ginny, fissandoci a bocca aperta, incapace di credere a ciò che i suoi occhi le stavano trasmettendo al cervello.
<<Pel di carota, se aggrotti così le sopracciglia ti verrà una ruga enorme sulla fronte. Perché non ti siedi e ascolti la storia come tutti gli altri?>> La rimbeccai, con aria di sfida. Harry alzò gli occhi al cielo, in segno di disappunto.
<<Ragazzi, sul serio, sedetevi.>> Disse lui, con più calma.
DrayJ alzò lo sguardo verso di lui, e riconoscendolo, si andò ad accoccolarsi tra le sue braccia, tradendomi, e cominciando a fare le fusa. Harry sorrise, intenerito, e prese a giocarci.
<<Ti sono mancato, mio micetto imperiale?>> Chiese dolcemente, a bassa voce.
Stetti per ribattere acidamente a quella domanda, ma mi trattenni. Non volevo criticare quello stupido gatto che si stava prendendo tutte le attenzioni del ''mio ragazzo''. A dispetto del suo comportamento, lo amavo quasi quanto amavo il ragazzo che lo stava coccolando.
<<Un momento. Tu conosci DrayJ?>> Chiese Blaise, confuso, dopo aver guardato la scena.
A quel punto i tre dell'Ave Maria, che Harry considerava amici, si erano decisi ad interagire con noi comuni mortali, e si erano seduti in ordine sparso, continuando a fissarci con occhi sbarrati. Harry annuì, ma senza sbilanciarsi a raccontarne i motivo.
<<Facciamola breve, Sfregiato. Ho bisogno del mio sonno di bellezza.>> Dissi sbadigliando, e appoggiando la testa sulla spalla di Harry. Ci fu un brivido generale.
<<L'idea è stata tua, quindi prenditi le tue responsabilità, e fai quel che devi.>> Proclamai.
Il ragazzo mi fulminò con lo sguardo.
<<Sul serio Draco, sei uno stronzo.>> Sbuffò, ma poi evitando di incontrare lo sguardo dei suoi amici cominciò a parlare.
<<Non voglio girarci troppo intorno, anche perché credo che le cose siano piuttosto evidenti, quindi... Io e Draco stiamo insieme.>> Ammise tutto d'un fiato.
Silenzio. Silenzio totale e beatitudine. Quella che avevo davanti era una visione celestiale.
Le loro facce sconvolte mi mandarono dritto in paradiso senza nemmeno una capatina al purgatorio. La carota femmina alternava lo sguardo tra me e il moro, suo fratello era diventato tutta un' unica sfumatura di rosso, Blaise se ne stava a bocca aperta a fissarci come se stesse aspettando il momento in cui io mi sarei voltato e avrei assassinato il mio compagno. E infine gli unici ed i soli ad essere felici, o quanto meno non in preda alla disperazione, erano Hermione, Pan, e Theo. Alzai le sopracciglia, in attesa dei loro commenti. Ero curioso di sapere chi ci avrebbe rimesso le penne per primo.
<<Lo sapevo. Lo sapevo. Ho sempre ragione, Miseriaccia.>> Esclamò Hermione, esultando nel silenzio. Tutti la guardarono straniti. Compreso Harry, che si era appena deciso ad alzare la testa per inquadrare la situazione.
<<Scusate.>> Bisbigliò quindi lei, frenando sul nascere il suo entusiasmo e accucciandosi di nuovo nella poltrona, nascondendo la sua faccia orgogliosa. Theo mi sorrise, così come Pansy, che teneva i pollici in su, per manifestarmi il suo assenso.
<<Sono felice per te amico. E ovviamente anche per Harry. >> Cominciò Theo. <<Sei davvero fortunato ad avere Draco come ragazzo. Perché insomma, hai presente quando lo baci? Per non parlare di quando fa quella cosa con la lingua...>>
<<THEODORE!>> Gridai, bloccandolo. <<Non. Una sola. Parola.>> Lo minacciai. Lui mi fece l'occhiolino.
<<Come vuoi Dray.>> Rispose automaticamente. Harry, al mio fianco per poco non si alzò per aggredirlo. Lo vidi cercare di lasciarmi DrayJ per alzarsi, ma io gli misi una mano sulla gamba, frenando il suo istinto assassino. Inutile dire che nella mia testa ero tremendamente soddisfatto della sua reazione. Mi mancava un Harry geloso. Era ancora più sexy del solito.
<<Potresti evitare?>> Si infiammò, rivolgendosi a Theo. Lui mise le mani davanti, scusandosi con una risatina di nervosismo.
<<Non ci credo. Deve essere uno scherzo.>> Blaise si risvegliò dal suo torpore entrando nella scena, guardando verso di noi come se fossimo un quadro astratto difficile da capire.
<<Uno scherzo? Che mi tocca sentire. Perché io, Draco Lucius Malfoy, dovrei scherzare e mettermi a raccontare fandonie?>> Sbottai contrariato. Presi il volto di Harry e girandolo verso di me lo baciai. Lui rispose automaticamente al gesto, accompagnando i miei movimenti, come se fossimo in privato, rendendo il tutto più interessante.
<<Questo è troppo.>> Si infuriò Ronald. Sentii lo strisciare prolungato della poltrona che si spostava violentemente sul pavimento, poi la porta si chiuse con un tonfo alle spalle del rosso.
Harry si allontanò da me, scosso, giusto in tempo per vedere la Weasley seguire suo fratello fuori dalla porta e scappare via senza nemmeno salutare.
<<Credo anche io di aver visto troppo per stasera. Ci si vede.>> Anche Zabini con le mani sulla nuca, e l'aria di chi è annoiato a morte, se ne andò, lasciando i presenti da soli.
<<Dagli tempo Harry. Essere sconvolti è normale.>> Mormorò Hermione.
<<Blaise se ne farà una ragione, Dray. E' solo sorpreso.>> Fece Pansy. Ridacchiai. Era ironico come le nostre due migliori amiche cercassero di confortarci allo stesso modo.
<<Hanno ragione. Dovete solo essere pazienti. Vedrete che tutti saranno felici per voi.>> Annuì Theodore. Harry però non sembrò ascoltare nessuno di loro.
<<Bene. Perché voi tre sopravvissuti alla strage non lasciate un po' di privacy alla coppia?>>
Sdrammatizzai, anche se in tono accusatorio. Harry al mio fianco teneva lo sguardo fisso nel fuoco, incapace di alzare lo sguardo.
<<Si. Credo sia ora di andare. Theodore?>> Pansy si alzò, aspettando il ragazzo, che intanto stava continuando a guardare me. Gli lanciai un'occhiata, chiedendogli indirettamente di andare via, così lui mi sorrise, comprensivo, e seguì le due ragazze, fuori dalla stanza.
<<Harry?>> Chiamai una volta che fummo soli.
<<È andata nel peggiore dei modi.>> Disse lui, serio. <<Sapevo che Ron si sarebbe arrabbiato, che sarebbe stato un errore dirlo.>> Continuò sull'orlo delle lacrime. Rivolevo indietro l'Harry cazzuto e malizioso che avevo conosciuto a Natale. Preferivo essere il passivo nella coppia piuttosto che vederlo in quello stato.
<<Ma devi sempre essere così opprimente? Mi stai facendo deprimere. E se credi che starò qui a consolarti perché il tuo amichetto del cuore non vuole più parlarti, te lo puoi scordare!>> Per poco non gridai. Harry mi guardò sconvolto. <<Se non te ne fossi accorto, anche il mio migliore amico, se ne è andato. Ciò non significa che sto qui a piagnucolare come una donnicciola mestruata.>> Sputai non potendomi trattenere. Era un periodo difficile per tutti, ma non gli avrei permesso di essere così vulnerabile. Lui era il perno della battaglia, lui era il centro di tutti noi. Se crollava lui, crollava l'intera fazione. E poi chi ci avrebbe salvati? Neville Paciock?
<<Donnicciola mestruata?>> Ripeté lui, arrabbiato. Si alzò dal divano, lasciando DrayJ su uno dei comodi cuscini, e mi fissò furibondo. Annuii tranquillo.
<<Sì. Rende molto l'idea del tuo comportamento: in certi momenti sei depresso, in altri spacchi il mondo; ti chiudi in te stesso, ma continui a sorridere, poi crolli... È frustrante starti dietro. I tuoi cambiamenti d'umore mi fanno girare la testa.>> Ribattei.
<<Ha parlato l'uomo d'acciaio.>> Mi rimbeccò, afflitto. Io risi.
<<Nessuno è perfetto, Potter. Io sono decisamente sulla via buona, però.>> Feci altezzoso, ridacchiando. Harry provò a rimanere serio, ma alla fine cedette, e rise anche lui.
<<Non farmi ridere, idiota! Dovrei essere arrabbiato!>> Urlò a metà tra il divertito e il nervoso Non resistendo, mi alzai e lo baciai. Come mi sarebbero mancate quelle labbra...
Tirai i suoi capelli nella foga del momento, ma non si lamentò.
<<Ti voglio.>> Riuscì a dire, guardandomi con i suoi occhi spavaldi. Sorrisi.
Eccolo lì, l'Harry che mi piaceva.
<<Che carino, il principino mi vuole? Che mi prenda, allora!>> Lo baciai sulla fronte e scappai via. Il ragazzo scattò, rincorrendomi, e facendo scappare a gambe levate il micio imperiale, che, spaventato, cominciò a ringhiare sommessamente contro di noi.
<<Scusami amore!>> Gli gridai contro, facendo il giro del tavolo e fermandomi proprio davanti ad una bottiglia di burro-birra, ne bevvi un sorso. Avevo visto Theo portarne un paio con sé, convinto che avremmo organizzato una festa. Poi aveva dovuto lasciarle sul tavolo.
Esultai, erano quelle corrette con la vodka.
<<Dovresti smetterla di viziarlo.>> Mi rimbeccò Harry, riferendosi al mio modo di trattare DrayJ. Assottigliai lo sguardo.
<<Anche tu lo vizi, quindi non giudicarmi.>> Mormorai, sfidandolo.
Feci un finto scatto in avanti e il moro ricominciò a correre. Mandai giù un altra sorsata di burro-birra e scappai. Corsi per diversi minuti, poi, però mi fermai, facendomi catturare.
Harry mi strappò dalle mani la bottiglia ormai quasi a metà, e ne bevve tutto il contenuto in un sorso solo, trattenendomi per un polso, per evitare che me la dessi di nuovo a gambe.
Poi mi buttò sul divano e si mise a cavalcioni su di me.
<<Ho vinto. Il principino merita il suo premio.>> Affermò con malizia, poi senza nemmeno avvisare prese a baciarmi.
<<Tu sei viziato peggio del micio imperiale!>> Lo presi in giro, facendolo scoppiare a ridere.
Stavamo per cominciare a baciarci nuovamente, quando una voce risuonò come un eco per la stanza, facendoci bloccare.
<<Gli studenti sono pregati di riunirsi in sala grande con urgenza. Ripeto. Tutti gli studenti sono pregati di recarsi in sala grande.>> La voce affannata di Minerva McGranitt raggiunse le nostre orecchie, così come quelle dell'intero corpo studentesco di Hogwarts. Sospirai.
<<E' arrivato il momento, eh?>> Sbuffai. Harry annuì.
<<Lo affronteremo insieme, no?>> Chiese, accennando un sorriso.
<<Certo. Insieme.>>


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Angolino dell'Autrice:
Saalveeee la scuola è ricominciata e così anche la pubblicazione è in ritardo, ma questo non sarà un grandissimo problema dato che spoilero il fatto che questo aimè è uno dei capitoli conclusivi.
Quindi cominciate a prepararvi psicologicamente alla cosa. *si nasconde nell'armadio per paura di essere ammazzata*
Già, in effetti questa storia mi ha appassionato davvero tanto e mi spiace veramente averla mollata
ma non può continuare all'infinito. *piange insieme a Draco(?)*
Ringrazio tutti quelli che seguono, visualizzano e soprattutto mi sopportano.
Spero che il capitolo sia stato abbastanza lungo e non noioso.
Vi amo e alla prossima! Un bacione.

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