Veranda
Questa la chiamo veranda perché sono seduta nella veranda del mio alloggio e perché ho appena finito di fumare una Marlboro rossa. Neanche mi piacciono troppo le marlboro. Forse, a dirla tutta, non mi piacevano. Ero sentimentalmente attaccata alle Winston e, adesso,fumo Marlboro perché al baretto dove andiamo spesso con i miei colleghi, quelle non le vendono.
Nella vita ci si deve accontentare anche se, qualcuno di recente, mi ha detto di non farlo mai.
È estate ed io lavoro. Mi giostro tra lo studio all'università e il ricevimento del quattro stelle nel quale mi hanno assunta e mi sta bene anche se mi sento stanca e con la testa sempre un po' pesante perché pensò tanto.
Penso tanto perché non capisco cosa muova certe persone a comportarsi in un certo modo. Perché sono intelligente (me lo dicono tutti) e quando non riesco a capire mi arrabbio, ci rimugino e metto il muso per secoli.
Sono fatta così. Mi isolo in veranda e mi chiedo se, in me, ci sia qualcosa di sbagliato.
C'è qualcuno che la farebbe più facile. Che si limiterebbe a dire che dovrei soltanto smetterla e cambiare ma non credo sia così facile.
Vorrei essere più spontanea. Rido e parlo tanto ma mi frena la paura di essere respinta dal mondo e, solo poche volte, faccio davvero quello che mi sento.
Sono fatta così e dovrei cambiare ma, chissà perché, ancora non ci sono riuscita.
Dovrei cambiare eppure sono sempre la stessa. A star male per parole e gesti sui quali non vorrebbe davvero la pena rimuginarvi. A star male per persone per le quali mai varrà la pena sbattersi.
Sono fatta così.
Mi piacciono il mare ed i tramonti.
Mi piacciono gli abbracci e le risate spontanee.
Mi piace partire, l'adrenalina prima di prendere l'aereo e quando, con i piedi, tocco un suolo nuovo o, anche e forse, più conosciuto di quanto mi piaccia ammettere.
Mi piacciono le cose chiare e le cose che riesco a capire subito. E piacciono anche le cose che mi portano a pensare perché, solo a quel punto, Mi sembra di valere davvero qualcosa.
Non mi piaccio io. La mia testa calda e la mia insicurezza ma c'è chi mi dice che, con l'esperienza, cambierà anche quello.
Mi piace Londra e mi piace Parigi.
Mi piace il sole e mi piace l'inverno, le coperte calde, i cappotti ed il piumone sotto al quale mi farei coccolare per ore.
Mi piace il sesso e mi piace il corteggiamento.
Mi piace la musica ed il lavoro che faccio.
Mi piace scrivere, talmente tanto che, l'assenza mi fa venire male al petto.
Ma continuo a non piacermi io. Sempre troppo o troppo poco. Sempre pigra per poter cambiare qualcosa.
Mi piace il vento che mi fa venire un po' di freddo, i pantaloni bianchi che indosso adesso e, forse mi piace anche un mio collega.
Forse piacevo anche io a lui ma poi non so cos'è successo che gli abbia fatto cambiare idea e questo -cazzo- mi fa davvero svalvolare ma, lui, è una di quelle persone per le quali non ne vale la pena.
Mi piace aver appena aggiornato questa mia raccolta di pensieri e mi piace anche l'idea che, adesso, aggiunta una foto al capitolo, mi accenda anche un'altra sigaretta.
Le Marlboro rosse, in fin dei conti, mi piacciono anche più delle Winston:
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro